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Autore: sono fuori come un aereoplano    17/11/2011    1 recensioni
E' una Dramione, quindi se odiate questa coppia non aprite questa pagina, potrebbe recarvi gravi danni al cervello, e la sottoscritta non accetta critiche su chi scrive, ma su come scrive.
Sirius viene ucciso da Bellatrix, e Lord Voldemort viene spinto oltre al velo, che viene distrutto. Hermione, innamorata dell'uomo, perde ogni speranza di amare ancora. Passano gli anni e due occhi grigi, simili a quelli di chi le aveva fatto battere il cuore, tornano a fargli brillare l'anima.
L'amore di Draco e Hermione nasce lentamente, con i pregiudizi lontani luce e banditi da Hogwarts e i Mangiamorte ancora a piede libero.
Lui, ancora reticente verso i Mezzosangue, ed esiliato da tutto e tutti, ma un esperimento del preside gli farà cambiare idea, con forza, per forza.
Lei, che per caso scorge malinconia e dolcezza in quelle iridi. Un ossessione che cresce, ed una pozione che viene svelata lentamente, ma senza antidoto.
Un incantesimo che non vuol venire spezzato, e due cuori che battono all'unisono.
Due persone contro un'intera battaglia.
Due persone che possiedono solamente un amore, il loro amore.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Harry Potter, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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We found love

                 Capitolo primo.

 

 

 

 

Capitolo corretto da Kukiness.

 

 

 

 

 

 

 

Quando Draco varcò la soglia della Sala Grande, con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni della divisa e un sogghigno divertito sulle labbra, nessuno lo degnò di un'occhiata.

Si diresse con passo strascicato verso il tavolo degli Slytherin, dove Blaise Zabini lo accolse con tono isterico. - Dove cazzo ti eri cacciato, Draco? Ti stiamo cercando da quando siamo usciti dalle carrozze! -

Draco cercò di trattenersi per mantenere la patina perfetta di ragazzo 'cinico' e 'freddo', ma scoppiò quando Piton rivolse un'occhiataccia a Silente, che lo guardava con gli occhi azzurri, attraverso gli occhialetti a mezza luna.

- Dici che è malato? - sussurrò Daphne, sorseggiando del té caldo. Abitudine che Draco ancora doveva capire. Bere a colazione, pranzo e cena solo e sempre tè avrebbe dovuto disgustarla, invece lei ne abusava continuamente.

Theodore Nott sospirò. - O drogato. -

- O è un completo idiota, - sibilò Astoria Greengrass, - che si ritroverà pelato come lo zio Vold se non la smette di ridere e ci racconta questo episodio esilarante. -

- Ehm ehm. - Draco si schiarì la voce e si ricompose. Si guardò attorno per assicurarsi che nessuno lo avesse visto ridere come un folle, poi si voltò di nuovo verso i suoi amici, che lo fissavano ansiosi.

- Mi hanno... perquisito. - Ridacchiò e si scompigliò i capelli con la mano.

Blaise aggrottò le sopracciglia. - Perquisito? -

Draco annuì e afferrò le posate come badili, per rifornire il proprio piatto di ogni pietanza presente sul tavolo.

Theo chiuse il libro con un tonfo secco e afferrò una forchetta. Gliela puntò contro come un’arma. - Cioè... sei stato perquisito da chi? -

- Secondo te? Dalla fata turchina? - sbuffò Draco, assaggiando con gusto del tacchino.

- Draco, comincio a perdere la pazienza. - Astoria assottigliò lo sguardo, rischiando di farlo strozzare.- Parla. -

Draco appoggiò le posate e si pulì la bocca col tovagliolo. - Ehm, sì, certo. Scusami. -

- Grazie, tesoro, - sussurrò Astoria gelida. Dalla bocca di Daphne sfuggì un risolino, che le fece guadagnare un’occhiataccia da entrambi.

Nonostante Astoria e Draco non fossero più promessi sposi, si comportavano ancora come una coppia. E, come aveva intuito tutta Slytherin, l'uomo della coppia non era Malfoy.

- Il ministro ha attuato le nuove norme di sicurezza e, visto che i miei genitori sono dei pregiudicati, hanno ben pensato che io avrei potuto avere qualcosa contro Potter o l'intera Hogwarts, - spiegò Draco, alzando gli occhi al cielo.

- Beh... l'anno scorso hai cercato di avvelenare Harry... - disse Daphne, facendolo ridacchiare.

- Ah, bei tempi... ora non posso far nulla, sennò i M.A.G.O. me li sogno. - Draco fece spallucce.

- E poi era per scherzo. Sicuramente mio padre non mi avrebbe mai chiesto di avvelenarlo, anche se non gli sarebbe dispiaciuto. -

Quello che avevano capito tutti da tempo, era che oramai la guerra era finita. Senza Lord Voldemort che incutesse terrore, non c'era più nessuno che lo seguisse o altro. I pregiudizi sui mezzosangue erano sempre all'ordine del giorno, ma l'odio e il disprezzo si era dissipati con il tempo.

Draco era rimasto solo con la madre, che dopo l'arresto del marito aveva posto fine all'oscurità, l'ammirazione e il terrore che perseguitavano il cognome 'Malfoy'. Per lei era molto più importante integrarsi nella comunità magica ed essere ristabiliti a tutti gli effetti.

Non che Narcissa o Draco non amassero Lucius, anzi. I due gli scrivevano sempre e la mancanza dell'uomo si sentiva prepotente. Nessuno dei due lo aveva rinnegato o aveva infangato il suo nome solo per uscirne pulito.

Astoria inclinò il capo. - Allora perché perquisirti? Tra gli Slytherin sei stato il solo. -

- Beh, forse anche gli altri sono stati perquisiti, solo che non l'hanno detto - borbottò Draco, ma tra tutte quelle espressioni non vide visi turbati o divertiti. Quindi, Silente aveva qualcosa in mente. Era sicuro che quella perquisizione fosse dovuta a qualche idea strampalata del preside.

Poteva metterci la mano sul fuoco.

Quando finirono di strafogarsi con il dessert, Silente si alzò con un sorriso solare sulle labbra.

- Ragazzi miei... prima di lasciarvi per farvi sprofondare nei vostri sogni tranquilli, volevo informarvi di un evento meraviglioso, approvato dal Ministero e dall'intera comunità magica.

Sono passati due anni dalla scomparsa di Lord Voldemort, e la cattura di tutti i suoi seguaci. In due anni abbiamo assaporato la libertà e il gusto di poter vivere finalmente senza paura.

E, per festeggiare questa tanto agognata libertà, il mese prossimo Hogwarts aprirà le sue porte a delle persone speciali. - Draco, dalla sua postazione, per poco non si strozzò con la sola saliva.

- Hogwarts, per ben tre mesi, diventerà babbana. - cinguettò, e Draco cadde definitivamente dalla panca su cui era seduto, attirando l'attenzione di Silente che sorrise stucchevole.

- Ospiteremo una scuola babbana per tre mesi, e mostreremo a tutto il mondo che non ci sono distinzioni di sangue, che in questa scuola siamo tutti uguali. Ad Hogwarts verranno apportate alcune modifiche. Dal sondaggio fatto al ministero, non siamo pronti per ospitare una scuola di babbani, e così il ministro ci ha dato un mese di tempo per apportare le giuste modifiche.

Le quattro case, naturalmente, non esisteranno più. Saremo una sola e grande famiglia e le lezioni, per tre mesi, diventeranno quelle di normali 'licei'.

La magia sarà bandita e le bacchette chiuse nel fondo del vostro baule o armadio, visto che anche i vostri dormitori saranno modificati. Niente telecinesi, pozioni, trasfigurazioni o oggetti magici.

I quadri, le armature e i fantasmi verranno messi in un posto sicuro, mentre i dormitori saranno solamente 'maschili e femminili'. Il campo da Quidditch verrà modificato e faremo dei provini per le Cheerleader e la squadra di football, sport puramente babbano.

Quindi ragazzi... avrete un mese per abituarvi a questo, e cercare di non farvi scoprire... Con questo vi do la buona notte. - Silente si congedò con una faccia beata.

- Nooo! - si disperò Draco e venne trasportato dai suoi amici nel dormitorio Slytherin, che era in subbuglio.

Dei babbani ad Hogwarts? Per caso Silente era impazzito? 

 

 

 

Dall’altra parte del castello, nella torre dei Gryffindor, Ginny si spazzolava i capelli pensierosa.

- Credi che andrà tutto bene? - chiese a Hermione, che sorrise.

- Credo che Silente abbia in mente qualcosa e che questa idea non sia saltata fuori dal nulla così. -

Ginny sbuffò. - Sì... anch’io l’ho pensato. - Si sedette a gambe incrociate sul letto di Hermione, che annuì guardò l’orologio da polso.

- Ginny, sono le dieci. Credo proprio che dovresti andare a letto. -

Ginny sorrise, annuendo. Si alzò dal letto, diede un dolce bacio sulla fronte di Hermione, e uscendo dalla stanza delle ragazze spense la luce.

Hermione, dopo la morte di Sirius, era cambiata tanto. Sorrideva di rado e quando lo faceva non c'era il solito scintillio nel suo sguardo.

Aveva tagliato i suoi meravigliosi ricci e ora portava un taglio maschile. Era dimagrita tanto e Ginny, delle volte, riusciva anche a contarle le costole. In compenso, però, si era sciolta in campo 'sessuale' ed era molto più sicura di sé stessa.

Aveva avuto una storia con suo fratello Fred, con l'incredulità di Harry e Ron, ma era finita presto, perché senza sentimento una relazione non sarebbe durata.

Ginny scese al piano inferiore, dove trovò Harry pensieroso, steso su un divanetto della Sala Comune.

- Tutto bene? - domandò, sedendosi sulla sponda. Gli sorrise e lui ricambiò. - Sono preoccupato per Hermione, - sospirò Harry, guardando verso il dormitorio femminile.

- Tutti lo siamo, ma sono passati due anni, Harry... Hermione deve riprendersi da sola e lo sappiamo tutti. È forte, ma per lei è stato un brutto colpo perdere Sirius. Non... non costringerla a riprendersi, non costringerla a rialzarsi, perché comincerà a fingere anche con noi.

 Ginny gli accarezzò dolcemente il capo. - Lasciala respirare, e vedrai che lei stessa abbandonerà questo stato catatonico, - mormorò, ed Harry la baciò, stringendola tra le braccia.

- Ti amo. - sussurrò a fior di labbra.

Sempre.

  
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