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Autore: Honest    20/11/2011    8 recensioni
L'amore vince ogni ostacolo e, a volte, ci fa vivere delle avventure che mai ci saremmo aspettati.
Fra matrimoni, viaggi in auto, litigi, musicisti e addii al celibato, Love Me Always ritorna ad essere aggiornata.
Estratto Dal Capitolo 35 - "Heart Attacks and Related Diseases":
- Sei davvero sicuro, Trent? Vuoi davvero sposarmi? Perché tutto quello che hai fatto finora dice il contrario. - commentò caustica, liberandosi dalla sua presa e uscendo dall’ospedale.
[Duncan/Courtney - Trent/Gwen]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Justin, Nuovo Personaggio | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Disclaimer (Recensione neutre o negative sul Disclaimer saranno malaccette !)
Spiego subito che questa non è una forma di offesa, ma mi sembrava doveroso fare qualche chiarimento ..

1.In questo capitolo ci sono due Scleri nonsense, non voglio sentire lamentele riguardo a questo.
2. Personaggi che non svengono ? Non posso promettervelo.
3. Che diavolo ha Courtney ? Non chiedetelo a me.
4. Stanno arrivando le news su Ortensia, vi terrò informati.
5. Non ho nulla contro gli ambulatori pubblici.



Dopo aver chiarito possiamo dire che Honest si è svegliata dal torpore secolare che l'avvolgeva e si è degnata di aggiornare !
Questo capitolo non è uno dei miei preferiti, anzi possiamo dire che lo detesto ma mi serviva per la grande sorpresa del prossimo aggiornamento.

Mi siete mancati in questi giorni e ci tengo a dire che le vostre recensioni sono fenomenali, mi sono divertita un mondo a rispondervi.
Spero tanto di non deludervi, la mia autostima sta vacillando ...
Inoltre voglio dirvi che dal prossimo capitolo inaugurerò l'Ortensia's Corner, angolino dedicato alla mia maialina che si alternerà ai momenti sclero.
Buona Lettura
HONEST

 

 

 

 

 

 

 

Catastrophic Dinner

 

Duncan era stato avvisato da una telefonata improvvisa durante il pommeriggio, poco dopo il suo ritorno a casa. Il fratello di Courtney era nervoso e sconvolto, sembrava dare i numeri e gli ci volle un po' per spiegare in quale ospedale si trovassero. Il punk era corso disperato per i coridoi fino a che non aveva trovato la sua stanza, Courtney era vestita e seduta su uno dei lettini mentre il medico di turno la visitava distratto, circondato da infermieri e specializzandi.

 

Aveva l'aria trasandata per essere un dottore, indossava una felpa arrotolata attorno al camice opaco, aveva i cappelli unti e ricci legati in un codino che si appoggiava sulla nuca e i jeans blu chiaro che sbucavano dall'orlo dell'uniforme.
Il punk noncurante della discreta folla abbracciò la ragazza e la baciò dolcemente. Lei sorrise ancora un po' scossa dall'accaduto. Il medico per nulla a disagio strinse la mano a Duncan cordialmente rivolgendosi poi alla ragazza con un sorriso accattivante.
- Signorina direi di non poterla trattenere. Abbiamo prelevato dei campioni per le analisi e le telefoneremo se salta fuori qualcosa di strano. Sono certo che alla sua età un calo di pressione occasionale può capitare. Il vomito deve essere stato causato da un'intolleranza, come ho già detto la informerò meglio nel caso in cui ci sia davvero qualcosa di grave. - le spiegò con ampi gesti delle mani.

Courtney aveva notato immediatamente il disordine sulla scrivania accanto al letto, le cartelle sparpagliate l'una sull'altra e qualche pastiglia colorata rovesciata distrattamente. Era certa che qualche paziente si sarebbe sentito diagnosticare una malattia rara solo per colpa di uno scambio di fascicoli, cosa che capitava di frequente in quel caos.
Odiava quel posto e non perchè fosse un ospedale ma perchè era un ambulatorio pubblico, evidentemente non c'èra stato tempo di portarla nella sua clinica privata, così quando aveva aperto gli occhi nel cuore della notte non aveva potuto nascondere al medico la sua faccia disgustata nel vedere le pareti incrostate da chissà quale porcheria.
Pensando questo l'ispanica annuì ubbidiente, fingendo abilmente di ascoltare gli sproloqui di quel povero medico, alzandosi poi lentamente.
Dopo la nottata che aveva passato lì dentro si era ripromessa di comprare un test per malattie veneree, per il semplice fatto che il suo caro fratellino aveva permesso alle infermiere di infilarle un camice semitrasparente e grigiastro, e di collocarla nel letto più remoto della stanza più disgustosa e umida di quel postaccio. Riflettendoci andando a letto con Duncan avrebbe dovuto pensarci molto prima, anche se non capiva cosa aveva fatto di così sbagliato per rotrovarsi in quella situazione, pronta per essere esaminata da aspiranti macellai che sognavano di fingersi medici.

Duncan le prese la mano e insieme uscirono dall'edificio grigio e rivestito di cemento e dopo aver salutato il fratello parlò rapidamente con il ragazzo riguardo alla cena che aveva in mente e si soffermò su Trent. Al punk non sembrò fare molto piacere.
- Forse dovresti lasciare che sia Gwen a occuparsene ... - provò a dire il ragazzo una volta tornati a casa.
La ragazza lo guardò inclinando la testa di lato, possibile che per una volta avesse detto una cosa giusta o vagamente sensata ?
Strano, non era questo quello che intendeva con "Duncan diventa più responsabile, una ragazza ha bisogno di certezze." oppure sì, neanche lei lo sapeva.
- Sarebbe un'idea carina ma ho già organizzato tutto, ho anche prenotato. -
- Cosa ? Hai passato la notte in ospedale a fare un regalo a Trent ? -
- No ! Mi tenevo occupata .. in qualche modo. -
In realtà aveva fatto un grande sforzo, ricordava ancora con quanta fatica era riuscita a trovare un fazzolettino di carta pulito da appoggiare sulla cornetta, il suo palmare le era stato tolto per registrarne il numero o qualcosa del genere, forse lo avevano sostituito con una patetica imitazione di seconda mano, al solo pensiero lo estrasse dalla tasca rigirandolo fra le mani.
Duncan non parve molto soddisfatto di quella disattenzione e della risposta sbrigativa che aveva ricevuto, ma lasciò stare, la gelosia non era mai stata una caratteristica propria della sua natura. Non avrebbe dovuto dare tanto peso a Trent, lui era innamorato della sua ragazza e non era tipo da tradire, inoltre Court era sempre nervosa dopo gli avvenimenti che la preoccupavano.

^^^^^^^^^

- Sto congelando ! - esclamò Gwen appena fuori dal ristorante.
- Sono certo che hanno un buon motivo per essere così in ritardo ... - aggiunse Trent cercando di scaldarla con un abbraccio da orso.
Lei poggiò il viso contro il suo collo e chiuse gli occhi facendo aderire meglio il cappotto al corpo.
- Non posso credere che abbia dato un solo nominativo ! - continuò la gotica irritata.
Si riferiva alla prenotazione del tavolo, Courtney aveva lasciato soltanto il suo cognome e dopo le sentite proteste di Gwen, lei e il suo ragazzo erano stati cacciati dal locale ritrovandosi al freddo, costretti ad aspettare i loro amici.
La verità era che Duncan e Courtney erano ancora in casa, lei a vomitare e lui a tenerle la testa spostandole i capelli dal viso. Non appena la ragazza ebbe finito si accucciò contro il muro e sospirò pesantemente, non poteva essere, insomma il medico l'aveva rassicurata e ora era lì pronta a costringere il suo ragazzo a reggerle la fronte in previsione dell'arrivo di un altro conato.
- Mi dispiace. - disse a mezza voce.
- Non importa, devo solo chiamare Trent e dirgli che non andiamo ... - rispose il punk scostandole una ciocca di capelli dal viso.
- Cosa ? No ! Sono pronta devo solo lavarmi i denti e prendere la borsa. - si affrettò a dire.
- Stai scherzando vero ? -
- Forza vai ad accendere il motore ! - esclamò lei balzando in piedi e afferrando lo spazzolino.
Duncan alzò gli occhi al cielo e decise di non intrapendere quella lite, almeno per oggi era stufo delle complicazioni.

Quando arrivarono davanti al locale con circa un'ora di ritardo, ricevettero le occhiate colme di risentimento degli amici. Il cameriere altezzoso li invitò a sedere al loro tavolo e Gwen non dimenticò di fulminarlo con una gelida occhiata. Conversarono per un po', ovviamente Trent era al centro dell'attenzione, non che a Duncan desse fastidio, aveva solo voglia di usare la forchetta per la pasta come un'arma. Strinse la mano di Court sotto il tavolo, come per paura che lei gli sfugisse. La ragazza gli rivolse un sorriso distaccato un attimo prima di allungarsi per prendere dalla borsa il suo palmare che aveva preso a squillare con insistenza. L'ispanica si inumidì le labbra prima di scorgere preoccupata il numero del suo medico.
Fece un respiro profondo e si affrettò ad andare in bagno.
In quel momento il punk avrebbe voluto seguirla ma pensò che lasciarla sola per qualche minuto l'avrebbe agitata di meno. Continuò a fissare l'entrata del bagno delle signore annuendo di tanto in tanto alle considerazioni di Trent sul comprarsi una sala d'incisione da collocare su un'aereoplano.

Passarono circa quarantacinque minuti prima che Gwen si chiedesse dov'era finita l'amica.
- Forse dovrei andare a controllare ...- osservò spostando la sedia.
- Vado io. - intervenne Duncan.
Era piuttosto preoccupato dai suoi continui malesseri, non si fidava della diagnosi superficiale fatta da un medico da ambulatorio e prevedeva già un eventuale svenimento. Tutto questo li stava sconvolgendo, la stava sconvolgendo, l'apprensione che ora provava nei suoi confronti cresceva di minuto in minuto. Come poteva aiutarla se non sapeva cosa avesse ?
- Non puoi entrare nel bagno delle ragazze. - disse la gotica interrompendo il flusso dei suoi pensieri sgraziatamente.
- Non credo che mi faranno la multa. - ribattè lui riducendo gli occhi a due fessure.
- Io sono la sua migliore amica ...- sentenziò lei inclinando la testa.
- Io sono il suo ragazzo .. -
- Sentite ... - provò a dire Trent nel tentativo di evitare una guerra già annunciata.

I due lo ignorarono completamente continuando a tirare in ballo nuove ragioni, fino a che il chitarrista esasperato dal clima che si era appena creato si alzò pasando inosservato e si diresse verso il bagno delle ragazze, voleva comunque parlare con Courtney quella era solo un'occasione imprevista per dirle che aveva bisogno di lei.*
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* Non vi dirò mai in che senso .. almeno non ora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pre-Momento Sclero (vita reale)

Scusate se inserisco questo siparietto scemo ma questa ve la voglio proprio raccontare ...
Ero in un centro commerciale (io odio i centri commerciali) e vedo questa vecchietta apparentemente innocua che non riesce a portare le buste della spesa così l'aiuto, anche se lei è un po' restia e poi mi chiede :
"Come ti chiami ?"
"Chiara."
"Sara che bel nome una mia nipote ..."
"No, guardi è Chiara."
"Mara, la protagonista di .."
"Scusi ma è Chiara."
"In effetti Tamara è un nome strano non l'avevo mai sentito."
" -.-" "
**
"Arrivederci signora."
"Ciao ciao Carola !"
Torno da mia madre.
"Perchè quella signora ti ha chiamato Carola ?"
" -.-" "
Vi sembra possibile ? Che cavoli di farmaci prende la old-generation ?!

 

Momento Sclero (fra me e la mia creatività)


"E se Court avesse i superpoteri ?"
"Ma sei scema ?"
"No ! Pensa che forza la donna ..."
"Che vomita acido ?"
"Sì !"
"Vi prego fermatela ..."

   
 
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