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Autore: millyray    20/11/2011    6 recensioni
Ariel Martinez arriva ad Hogwarts per frequentare il quarto anno. Ma sembra nascondere un segreto, oltre al fatto che deve aiutare Harry Potter a sconfiggere il Signore Oscuro. Chi è in realtà? Da dove viene? Chi è la sua famiglia? (Storia ispirata a Came back to the hell di Ino Chan).
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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CAPITOLO DIECI

Ariel era da sola nella Sala Comune di Grifondoro, seduta su una poltrona, con gli occhi grigi fissi sul fuoco del camino.

Era passata quasi una settimana da quando aveva baciato Harry e da quando ci aveva litigato; e da allora le cose erano andate proprio male. Il ragazzo non le rivolgeva più la parola, quando la incrociava o la evitava completamente o le lanciava occhiate malevole e pure Ron la ignorava  per solidarietà verso l’amico. L’unica del trio con cui aveva ancora un rapporto era Hermione, ma nemmeno così tanto, si incontravano più che altro per studiare o per fare i compiti.

Adesso stava più che altro con Ginny, Luna o Neville. E qualche volta scambiava quattro chiacchere con i gemelli.

Ma andava male… era con il trio che doveva fare amicizia, erano loro che doveva aiutare per la sua missione, in particolare Harry e invece… si era completamente allontanata, o meglio, loro l’avevano allontanata. Beh, Harry poteva anche capirlo ed Hermione… Ariel temeva che sospettasse qualcosa.

Però adesso… adesso era arrivato il momento di rimediare, o almeno di provare a farlo. Ma ci sarebbe riuscita, ne era sicura, perché quando Ariel B…Martinez si metteva in testa qualcosa sapeva sempre come ottenerla.

Al diavolo le regole, al diavolo il cercare di passare inosservati… lei non era mai stata una ragazza che seguiva le regole, anzi… non aveva mai seguito la ragione, perché doveva farlo adesso? Lei agiva d’istinto, agiva con il cuore e molte volte si trovava comunque ad aver fatto la cosa giusta.

In quel momento si aprì il quadro della Signora Grassa ed entrò Harry con i capelli scuri scompigliati più del solito, probabilmente reduce da una lezione di Occlumanzia con Piton.

Ecco… era arrivato il momento di entrare in azione.

“Harry!” lo chiamò prima che il ragazzo potesse andare nel suo dormitorio ignorandola come al solito.

Lui si voltò verso di lei lentamente, con una maschera di indifferenza che però non colpì per niente la ragazza, o anche se lo avesse fatto, non lo dimostrò.

“Devo parlarti”.

“Io non ho niente da dirti”.

“Infatti ho detto che io devo parlarti”.

Il moro non le rispose, forse spiazzato leggermente dalle parole della ragazza e dal suo tono tranquillo, oppure perché voleva semplicemente ascoltarla.

“Mi dispiace per quello che è successo a San Valentino. Non dovevo dirle quelle cose. Quel giorno mi sono divertita moltissimo e sto proprio bene con te. Vorrei che provassimo  a…”.

Ariel improvvisamente si bloccò non sapendo bene come continuare, non sapendo che parole usare.

“A che cosa?” la intimò lui a continuare, questa volta però non indifferente, anzi, interessato.

“A… stare insieme”. Disse queste parole con tono leggermente più basso, ma senza spostare gli occhi da quelli di Harry.

Il ragazzo non le disse niente, spostò semplicemente lo sguardo verso un punto imprecisato della stanza; molto probabilmente stava pensando a quelle parole, a quella proposta e Ariel desiderò tanto potergli leggere nella mente in quel momento.

“Tu mi nascondi qualcosa?” le chiese lui ad un tratto. Ma non aveva un tono arrabbiato, né troppo serio. Era semplicemente curioso, forse solo attento.

Ma la ragazza rimase un attimo interdetta… sì, gli nascondeva parecchie cose. Ma non poteva dirgliele. Non poteva assolutamente.

“No”. Gli rispose alla fine, sentendosi un nodo allo stomaco. Non le era mai dispiaciuto così tanto mentire prima d’ora.

“Bene”. le rispose lui avvicinandosi a lei con un sorriso. “Perché vorrei che la nostra storia fosse basata sulla sincerità”.

Era così ingiusto. Almeno a lui avrebbe potuto dire qualcosa. Ma no, le avevano proibito anche quello. Nessuno doveva sapere niente. Ma faceva così male. Non le piaceva mentire sulla sua identità, specialmente con lui.

Alla fine lo baciò; non voleva sentire più niente che le avrebbe fatto provare rimorsi o pentimenti.

Quando si staccarono i loro sguardi si incontrarono incatenandosi con gli occhi, verde con l’azzurro.

“Hai degli occhi bellissimi”. Le sussurrò lui a pochissimi centimetri dal suo viso.

Sì, aveva gli occhi di suo padre e per un attimo Ariel temette che da questo avesse potuto capire qualcosa.

Ma per la miseria! Aveva solo quello, di suo padre, nell’aspetto fisico.

 

 

Ariel e Harry erano seduti sulle rive del Lago Nero, sotto un salice, lui con la schiena appoggiata al tronco dell’albero e lei seduta in braccio a lui.

Stavano insieme da ormai un mese, dato che era arrivato pure Marzo portandosi via tutta la neve. Per le prime settimane a scuola non si era parlato di nient’altro che della nuova coppia venutasi a creare, c’era pure chi aveva fatto le scommesse su quanto sarebbe durata, scatenando le gelosie della Chang che aveva ancora una cotta per il moro.

Non c’era niente da stupirsi, Hogwarts era popolata di pettegoloni, c’erano commenti sempre tutte le coppiette, specialmente se si trattava di ragazzi o ragazze piuttosto popolari nella scuola e chi poteva essere più popolare del Ragazzo Sopravvissuto?

Ma Harry era abituato che si parlasse di lui e ad Ariel a volte piaceva stare al centro dell’attenzione.

“Vorrei tanto che la Umbridge se ne andasse”. Sbottò ad un tratto il ragazzo, dopo un minuto di silenzio che si era venuto a creare fra i due.

“Non sei l’unico a volerlo”.

“Beh, è pure peggio di Piton”.

“Perché non crei un gruppo chiamato Sbarraziamoci della Donna Rospo con tanto di spille da appuntare sulla maglietta?”

“Penso che l’ES possa bastare”.

“Sì, ma quello non serve per farle capire quanto la disprezziamo. L’ES alla fine ha un’altra utilità che è più importante della Rospa”.

“Sì, saper combattere Voldemort e i suoi Mangiamorte”.

Harry si alzò cominciando a passeggiare avanti e indietro, molto vicino al Lago, così che, se non stava attento, sarebbe potuto caderci dentro.

“Ma dimmi qualcos’altro, piuttosto”. Disse lui ad un tratto, volendo cambiare argomento.

“Che cosa?”

“Qualcosa di te”.

Ariel deglutì strozzandosi quasi con la saliva, ma Harry sembrò non accorgersene.

“Mi hai detto che tuo padre è morto… ma avrai una madre o un fratello e una sorella?”

“Sì, ho mia madre e due fratelli”.

“E che scuola frequentano?”

“Durmstrang”. Mentì lei. Ma ormai iniziava a farci l’abitudine.

“E come si chiamano?”

“James e Miguel”.

“Prima hai detto che frequentavi Beauxbatons. Ti sarai lasciata dietro qualche amica. Non ti mancano?”

“Beh, qualcuna forse. Ma non mi piaceva molto quella scuola, per cui non è che abbia avuto grandi rapporti. Sono stata io a chiedere di venire a Hogwarts. Ma adesso dimmi tu qualcosa di te”.

Ariel si accorse che affettivamente di lui non sapeva molto, se non da quello che le avevano raccontato, mentre gli altri aveva avuto modo di conoscerli.

Il ragazzo però ridacchiò. “Penso che di me sappia tutto il Mondo Magico”.

“Loro sanno di Harry Potter, il Ragazzo che è Sopravissuto. Ma io voglio sapere qualcosa di Harry”.

La ragazza gli si era avvicinata e gli aveva rivolto uno sguardo dolce, uno di quelli che mostrava solo poche volte.

“Che vuoi che ti dica?”

“Non so… ad esempio, che ti piace fare?”

“Volare, giocare a Quidditch, stare con i miei amici… fare gli scherzi alle persone”. E, dicendo questo, la prese in spalla e la buttò nel lago facendola andare a fondo.

“Ma sei scemo?” gli gridò lei quando riemerse sputacchiando acqua.

Harry invece se la rideva della grossa.

“Questa me la paghi! E adesso mi aiuti ad uscire di qui!”

Il ragazzo le porse una mano continuando però a ridere, Ariel gliela afferrò, ma anziché usarla per tirarsi su, lo strattonò per il braccio facendo cadere anche lui.

Quando riemerse parve un attimo sbigottito.

Questa volta era il turno della ragazza di ridere, cosa che fece senza alcun remore.

“Brutta cafona!”

Cominciarono a schizzarsi l’acqua in faccia, continuando a ridere divertiti. Poi, quando si fermarono, si abbracciarono e si baciarono, incuranti del fatto che qualcuno poteva vederli, pure qualche insegnante che avrebbe potuto metterli in punizione.

ANGOLO AUTRICE

Ehilà!! Mi avete aspettata tanto?? Mi dispiace veramente tanto ma in questo periodo sono super impegnata. Scusate, dovrete portare un po’ di pazienza.

Allora, beh, come avete potuto constatare, questo capitolo era dedicato ad Harry e Ariel che finalmente ce l’hanno fatta a mettersi insieme. Pensate che durerà?

Beh, non ho molti commenti da fare, li lascio a voi.

Un bacio a tutti,

Milly.

P.S. l’ultima volta mi sono dimenticata di specificare che il parco giochi babbano in cui vanno Harry e Ariel non esiste nei libri. L’ho inventato io e non so dirvi di preciso come mi sia venuta questa idea. Ma non mi sembrava male metterci un parco giochi ad Hogsmeade.

FEDE15498: non ti preoccupare se non sei puntuale, anch’io sono una ritardataria cronica. Visto che però la scorsa volta ci eri rimasta male, adesso penso che invece farai i salti di gioia. J e per quanto riguarda Taylor, mi dispiace deluderti, ma sentirai ancora parlare di lei… ehehehe…

P.S. bravissima per il compito di letteratura!!!

INO CHAN: ahahah oddio Piton in giarrettiera e tacchi non è proprio una bella visione. Santo Godric però, non pensavo fossi così attaccata alla coppia Harry/Ginny. Anche a me piace, non dico certo di no, però non la considero sacra come quella di James e Lily (infatti, anch’io piuttosto che leggermi una Lily/Sev preferirei darmi fuoco). Ma non ti preoccupare, se Ariel viene veramente dal futuro, prima o poi dovrà tornare. Quindi fai tu un po’ i conti. La definizione “amorevolmente pirla” su Harry ci sta da dio comunque, ahahaha, però povero, chiunque ci rimarrebbe male e si incazzerebbe se  la ragazza che ama gli facesse capire che non possono stare insieme. Spero che lo sportello del frigo sia ancora lì dove deve essere, non vorrei mai essere la causa di indigestioni alimentari dei miei lettori. Un bacio, M.

P.S. ahah Jolie!! Fantastica quella ragazza!!! Eh, vedrai, vedrai… :p

STEFANMN: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e anche per la canzone di Avril. Fa trapelare un sacco di emozioni secondo me, sebbene non molto positive. Un bacio, M.

JULieT ANDREA BLACK: Ehilà!!! Mi fa proprio piacere che adori la mia storia, specialmente visto che è ispirata ad un'altra fic e quindi non del tutto originale. Cooomunque… Boooooob *arriva un uomo grande quanto un armadio che guarda Julier con aria minacciosa scroccandosi le dita* Bob, ti presento Juliet, Juliet, ti presento Bob la mia guardia del corpo. Vediamo se adesso avrai il coraggio di rapirmi… ehehehe :p

P.S. sìììì, siamo telepaticheeee!!!! Bello anche che abbiamo qualcosa in comune, anche a me piace molto Taylor. Ma questo si era capito J

PUFFOLA_LILY: eh, chi di noi non vorrebbe uscire con Harry o Sirius o Jame o Remus o Hagrid o Silente… ok, basta, sto vaneggiando. Ahahah, vediamo se il tuo presentimento era corretto. Un bacio, M.

  
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