CAPITOLO
DIECI
Ariel
era da sola nella Sala Comune di Grifondoro,
seduta su una poltrona, con gli occhi grigi fissi sul fuoco del camino.
Era
passata quasi una settimana da quando aveva
baciato Harry e da quando ci aveva litigato; e da allora le cose erano
andate
proprio male. Il ragazzo non le rivolgeva più la parola,
quando la incrociava o
la evitava completamente o le lanciava occhiate malevole e pure Ron la
ignorava
per
solidarietà verso l’amico. L’unica
del trio con cui aveva ancora un rapporto era Hermione, ma nemmeno
così tanto,
si incontravano più che altro per studiare o per fare i
compiti.
Adesso
stava più che altro con Ginny, Luna o
Neville. E qualche volta scambiava quattro chiacchere con i gemelli.
Ma
andava male… era con il trio che doveva fare
amicizia, erano loro che doveva aiutare per la sua missione, in
particolare
Harry e invece… si era completamente allontanata, o meglio,
loro l’avevano
allontanata. Beh, Harry poteva anche capirlo ed Hermione…
Ariel temeva che
sospettasse qualcosa.
Però
adesso… adesso era arrivato il momento di
rimediare, o almeno di provare a farlo. Ma ci sarebbe riuscita, ne era
sicura,
perché quando Ariel B…Martinez si metteva in
testa qualcosa sapeva sempre come
ottenerla.
Al
diavolo le regole, al diavolo il cercare di
passare inosservati… lei non era mai stata una ragazza che
seguiva le regole,
anzi… non aveva mai seguito la ragione, perché
doveva farlo adesso? Lei agiva
d’istinto, agiva con il cuore e molte volte si trovava
comunque ad aver fatto
la cosa giusta.
In
quel momento si aprì il quadro della Signora
Grassa ed entrò Harry con i capelli scuri scompigliati
più del solito,
probabilmente reduce da una lezione di Occlumanzia con Piton.
Ecco…
era arrivato il momento di entrare in azione.
“Harry!”
lo chiamò prima che il ragazzo potesse
andare nel suo dormitorio ignorandola come al solito.
Lui
si voltò verso di lei lentamente, con una
maschera di indifferenza che però non colpì per
niente la ragazza, o anche se
lo avesse fatto, non lo dimostrò.
“Devo
parlarti”.
“Io
non ho niente da dirti”.
“Infatti
ho detto che io devo parlarti”.
Il
moro non le rispose, forse spiazzato leggermente
dalle parole della ragazza e dal suo tono tranquillo, oppure
perché voleva
semplicemente ascoltarla.
“Mi
dispiace per quello che è successo a San
Valentino. Non dovevo dirle quelle cose. Quel giorno mi sono divertita
moltissimo e sto proprio bene con te. Vorrei che provassimo a…”.
Ariel
improvvisamente si bloccò non sapendo bene
come continuare, non sapendo che parole usare.
“A
che cosa?” la intimò lui a continuare, questa
volta però non indifferente, anzi, interessato.
“A…
stare insieme”. Disse queste parole con tono
leggermente più basso, ma senza spostare gli occhi da quelli
di Harry.
Il
ragazzo non le disse niente, spostò semplicemente
lo sguardo verso un punto imprecisato della stanza; molto probabilmente
stava
pensando a quelle parole, a quella proposta e Ariel desiderò
tanto potergli
leggere nella mente in quel momento.
“Tu
mi nascondi qualcosa?” le chiese lui ad un
tratto. Ma non aveva un tono arrabbiato, né troppo serio.
Era semplicemente
curioso, forse solo attento.
Ma
la ragazza rimase un attimo interdetta… sì, gli
nascondeva parecchie cose. Ma non poteva dirgliele. Non poteva
assolutamente.
“No”.
Gli rispose alla fine, sentendosi un nodo allo
stomaco. Non le era mai dispiaciuto così tanto mentire prima
d’ora.
“Bene”.
le rispose lui avvicinandosi a lei con un
sorriso. “Perché vorrei che la nostra storia fosse
basata sulla sincerità”.
Era
così ingiusto. Almeno a lui avrebbe potuto dire
qualcosa. Ma no, le avevano proibito anche quello. Nessuno doveva
sapere
niente. Ma faceva così male. Non le piaceva mentire sulla
sua identità,
specialmente con lui.
Alla
fine lo baciò; non voleva sentire più niente
che le avrebbe fatto provare rimorsi o pentimenti.
Quando
si staccarono i loro sguardi si incontrarono
incatenandosi con gli occhi, verde con l’azzurro.
“Hai
degli occhi bellissimi”. Le sussurrò lui a
pochissimi centimetri dal suo viso.
Sì,
aveva gli occhi di suo padre e per un attimo
Ariel temette che da questo avesse potuto capire qualcosa.
Ma
per la miseria! Aveva solo quello, di suo padre,
nell’aspetto fisico.
Ariel
e Harry erano seduti sulle rive del Lago Nero,
sotto un salice, lui con la schiena appoggiata al tronco
dell’albero e lei
seduta in braccio a lui.
Stavano
insieme da ormai un mese, dato che era
arrivato pure Marzo portandosi via tutta la neve. Per le prime
settimane a
scuola non si era parlato di nient’altro che della nuova
coppia venutasi a
creare, c’era pure chi aveva fatto le scommesse su quanto
sarebbe durata,
scatenando le gelosie della Chang che aveva ancora una cotta per il
moro.
Non
c’era niente da stupirsi, Hogwarts era popolata
di pettegoloni, c’erano commenti sempre tutte le coppiette,
specialmente se si
trattava di ragazzi o ragazze piuttosto popolari nella scuola e chi
poteva
essere più popolare del Ragazzo Sopravvissuto?
Ma
Harry era abituato che si parlasse di lui e ad
Ariel a volte piaceva stare al centro dell’attenzione.
“Vorrei
tanto che la Umbridge se ne andasse”. Sbottò
ad un tratto il ragazzo, dopo un minuto di silenzio che si era venuto a
creare
fra i due.
“Non
sei l’unico a volerlo”.
“Beh,
è pure peggio di Piton”.
“Perché
non crei un gruppo chiamato Sbarraziamoci
della Donna Rospo con tanto di spille da appuntare sulla
maglietta?”
“Penso
che l’ES possa bastare”.
“Sì,
ma quello non serve per farle capire quanto la
disprezziamo. L’ES alla fine ha un’altra
utilità che è più importante della
Rospa”.
“Sì,
saper combattere Voldemort e i suoi Mangiamorte”.
Harry
si alzò cominciando a passeggiare avanti e
indietro, molto vicino al Lago, così che, se non stava
attento, sarebbe potuto
caderci dentro.
“Ma
dimmi qualcos’altro, piuttosto”. Disse lui ad un
tratto, volendo cambiare argomento.
“Che
cosa?”
“Qualcosa
di te”.
Ariel
deglutì strozzandosi quasi con la saliva, ma
Harry sembrò non accorgersene.
“Mi
hai detto che tuo padre è morto… ma avrai una
madre o un fratello e una sorella?”
“Sì,
ho mia madre e due fratelli”.
“E
che scuola frequentano?”
“Durmstrang”.
Mentì lei. Ma ormai iniziava a farci
l’abitudine.
“E
come si chiamano?”
“James
e Miguel”.
“Prima
hai detto che frequentavi Beauxbatons. Ti
sarai lasciata dietro qualche amica. Non ti mancano?”
“Beh,
qualcuna forse. Ma non mi piaceva molto quella
scuola, per cui non è che abbia avuto grandi rapporti. Sono
stata io a chiedere
di venire a Hogwarts. Ma adesso dimmi tu qualcosa di te”.
Ariel
si accorse che affettivamente di lui non
sapeva molto, se non da quello che le avevano raccontato, mentre gli
altri aveva
avuto modo di conoscerli.
Il
ragazzo però ridacchiò. “Penso che di
me sappia
tutto il Mondo Magico”.
“Loro
sanno di Harry Potter, il Ragazzo che è
Sopravissuto. Ma io voglio sapere qualcosa di Harry”.
La
ragazza gli si era avvicinata e gli aveva rivolto
uno sguardo dolce, uno di quelli che mostrava solo poche volte.
“Che
vuoi che ti dica?”
“Non
so… ad esempio, che ti piace fare?”
“Volare,
giocare a Quidditch, stare con i miei
amici… fare gli scherzi alle persone”. E, dicendo
questo, la prese in spalla e
la buttò nel lago facendola andare a fondo.
“Ma
sei scemo?” gli gridò lei quando riemerse
sputacchiando acqua.
Harry
invece se la rideva della grossa.
“Questa
me la paghi! E adesso mi aiuti ad uscire di
qui!”
Il
ragazzo le porse una mano continuando però a
ridere, Ariel gliela afferrò, ma anziché usarla
per tirarsi su, lo strattonò
per il braccio facendo cadere anche lui.
Quando
riemerse parve un attimo sbigottito.
Questa
volta era il turno della ragazza di ridere,
cosa che fece senza alcun remore.
“Brutta
cafona!”
Cominciarono
a
schizzarsi l’acqua in faccia, continuando a ridere divertiti.
Poi, quando si
fermarono, si abbracciarono e si baciarono, incuranti del fatto che
qualcuno
poteva vederli, pure qualche insegnante che avrebbe potuto metterli in
punizione.
ANGOLO
AUTRICE
Ehilà!!
Mi avete aspettata tanto?? Mi dispiace veramente
tanto ma in questo periodo sono super impegnata. Scusate, dovrete
portare un
po’ di pazienza.
Allora,
beh, come avete potuto constatare, questo
capitolo era dedicato ad Harry e Ariel che finalmente ce
l’hanno fatta a
mettersi insieme. Pensate che durerà?
Beh,
non ho molti commenti da fare, li lascio a voi.
Un
bacio a tutti,
Milly.
P.S.
l’ultima volta mi sono dimenticata di specificare
che il parco giochi babbano in cui vanno Harry e Ariel non esiste nei
libri.
L’ho inventato io e non so dirvi di preciso come mi sia
venuta questa idea. Ma
non mi sembrava male metterci un parco giochi ad Hogsmeade.
FEDE15498:
non ti preoccupare se non sei puntuale, anch’io
sono una ritardataria cronica. Visto che però la scorsa
volta ci eri rimasta
male, adesso penso che invece farai i salti di gioia. J
e per quanto riguarda
Taylor, mi dispiace deluderti, ma sentirai ancora parlare di
lei… ehehehe…
P.S.
bravissima per il compito di letteratura!!!
INO
CHAN: ahahah oddio Piton in giarrettiera e tacchi non
è proprio una bella visione. Santo Godric però,
non pensavo fossi così
attaccata alla coppia Harry/Ginny. Anche a me piace, non dico certo di
no, però
non la considero sacra come quella di James e Lily (infatti,
anch’io piuttosto
che leggermi una Lily/Sev preferirei darmi fuoco). Ma non ti
preoccupare, se
Ariel viene veramente dal futuro, prima o poi dovrà tornare.
Quindi fai tu un po’
i conti. La definizione “amorevolmente pirla” su
Harry ci sta da dio comunque,
ahahaha, però povero, chiunque ci rimarrebbe male e si
incazzerebbe se la
ragazza che ama gli facesse capire che non
possono stare insieme. Spero che lo sportello del frigo sia ancora
lì dove deve
essere, non vorrei mai essere la causa di indigestioni alimentari dei
miei
lettori. Un bacio, M.
P.S.
ahah Jolie!! Fantastica quella ragazza!!! Eh,
vedrai, vedrai… :p
STEFANMN:
sono contenta che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto e anche per la canzone di Avril. Fa trapelare un sacco di
emozioni
secondo me, sebbene non molto positive. Un bacio, M.
JULieT
ANDREA BLACK: Ehilà!!! Mi fa proprio piacere che
adori la mia storia, specialmente visto che è ispirata ad
un'altra fic e quindi
non del tutto originale. Cooomunque… Boooooob *arriva un
uomo grande quanto un
armadio che guarda Julier con aria minacciosa scroccandosi le dita*
Bob, ti
presento Juliet, Juliet, ti presento Bob la mia guardia del corpo.
Vediamo se
adesso avrai il coraggio di rapirmi… ehehehe :p
P.S.
sìììì, siamo
telepaticheeee!!!! Bello anche che
abbiamo qualcosa in comune, anche a me piace molto Taylor. Ma questo si
era
capito J
PUFFOLA_LILY:
eh, chi di noi non vorrebbe uscire con
Harry o Sirius o Jame o Remus o Hagrid o Silente… ok, basta,
sto vaneggiando. Ahahah,
vediamo se il tuo presentimento era corretto. Un bacio, M.