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Autore: lames76    22/11/2011    1 recensioni
Tutto ha avuto inizio quando Elos mi ha fatto leggere alcuni racconti che aveva preparato come background per un suo personaggio di un gioco online. Mi appassionarono molto e decisi di scrivere qualcosa nella stessa ambientazione.
E' passato molto tempo da allora e sono scucesse varie cose, ora l'ispirazione pare essere tornata e mi sono deciso a publicare qui quello che ho prodotto finora.
Ho integrato il racconto con un'ambientazione originale da me inventata, l'ho dovuto solo leggermente modificare per farcelo stare.
Spero vi piaccia e vi appassioni, attendo e spero di ricevere commenti e consigli!
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LIBRO SECONDO

Capitolo 24

Il mio nome è Akalos Kaiomai.
Questo nome l’ho scelto io, perché mi rappresenta.
Ma non sono sempre stata chiamata così.
Un tempo ero Gala Kalotere.
Ed anche quel nome mi rappresentava.
Ma questo non è importante, ora quasi più nulla lo è.
Osservo i due noren e lo weishtar da sette giorni oramai.
Stanno percorrendo la pianura da cinque, prima hanno attraversato la grande foresta e si sono incontrati.
Sono un gruppo strano.
Lo erano anche prima che lo weishtar decidesse di seguirli blaterando qualcosa dell’onore.
Quegli stupidi energumeni non pensano ad altro.
Il maschio noren e la femmina non paiono felici.
La femmina è determinata ed è lei a guidare il gruppo.
Il maschio è malinconico e dice di non avere più niente per cui vivere.
Stupido.
Come tutti i noren comunque.
Non sa cosa significa non avere più niente... non essere più niente.
Io lo so.
Non mi resta nulla… a parte la vendetta naturalmente.
Quello che mi ha incuriosita è il fatto che la femmina ha detto, quando con loro c’era anche il DiFeris, che stanno andando alla ricerca degli elfi.
Altrimenti li avrei ignorati, come ho ignorato tutti i noren in questi anni di esilio.
La loro ricerca cambia tutto naturalmente, soprattutto perché pare che sappiano veramente dove cercare.
E’ la mia occasione.
Ho sempre detto che la tradizione della Lontananza era solo una cosa stupida.
Ed ora a causa di un cucciolo ferito forse potrò tornare ad Ellanor.
E’ una sensazione strana.
Non voglio che l’illusione di poter giungere alla mia vendetta mi culli.
Devo restare salda altrimenti fallirò.
Resterò nell’ombra a vegliare su di loro e mi mostrerò al momento opportuno.
E se potrò rientrare ad Ellanor, i miei cari compagni ellantil, la mia gente, la pagheranno molto cara!

La pianura non mi rende le cose facili.
Riuscire a seguire quei tre senza farmi notare diventa ogni giorno più difficile.
Proprio ieri sono stata molto vicino ad essere scoperta.
Le mie “prede” erano appena scomparse dietro un leggero dislivello ed io mi sono fatta prendere troppo dalla foga. Così quando sono giunta quasi in cima ho sentito un rumore e mi sono resa conto che uno di loro stava tornando indietro.
Per mia fortuna l’erba era alta e sono dovuta restare immobile sdraiata a terra per un bel po’.
Ma non mi hanno vista.
In questo momento li sto tenendo al limite del mio campo visivo.
Per fortuna noi ellantil abbiamo una buona vista.
Beh gli ellantil hanno una buona vista, io, con questa cicatrice che mi attraversa la faccia devo fare affidamento solo su un occhio. Ma anche quello basta ed avanza.
I noren sono stupidi, non saprebbero vedermi neppure se sapessero che li sto seguendo.
Il weishtar è diverso ma è troppo intento a raccontare storie sull’onore e quindi riesco a sfuggire alle sue occhiate.
Devo anche controllare alle mie spalle, prima che facesse buio ho notato un gruppetto che li seguiva e non vorrei trovarmi tra due fuochi.
   
 
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