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Autore: Neko    27/11/2011    5 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 33:  Nuova preoccupazione

 

Lily era rimasta piuttosto sconvolta e sorpresa nello scoprire che in realtà fosse una sirena, ma l’aver conosiuto una parte di se stessa, non le bastò per ricordare altri particolari della sua vita, prima della sua prigionia a Shionomizu.

Usopp aveva teorizzato, che essendo una sirena, la ragazza provenisse dall’isola degli uomini pesci, ma fu Chopper a smentire quella sua teoria, appoggiato da Robin.

La renna ricordò a tutti i membri dell’equipaggio, che se c’era qualcosa che accumulava gli uomini pesci e gli esseri umani, era il fatto di possedere nelle proprie vene il sangue, mentre invece Lily, non sembrava disporne. Robin invece, leggendo vari libri, non aveva mai letto di sirene capaci di governare l’elemento dell’acqua e soprattutto con la capacità di confondersi con gli esseri umani a loro piacimento.

Kokoro era una sirena in grado di camminare sulla terra ferma e poteva passare per un’umana, ma i suoi piedi rimanevano palmati e soprattutto, la donna aveva dovuto aspettare diversi anni, prima che la sua coda si dividesse.

Ma questo non era il caso di Lily.

Essa apparteneva a una razza di sirena probabilmente ancora sconosciuta alla maggior parte degli esseri umani, in quanto la marina doveva essere al corrente dell’esistenza di creature simili a Lily.

Il fatto però di non appartenere nemmeno all’isola degli uomini pesci, faceva sentire come svuotata la ragazza. Essa pensava di essere un’umana con delle doti speciali, nonostante non avesse sangue, ma quel dettaglio lo attribuiva al fatto che l’acqua era sua amica e non si era mai posta realmente il problema. Inoltre aveva visto talmente tanti esseri umani con strani poteri, che non aveva minimamente pensato di non esserlo.

A differenza sua però, Robin sembrava affascinata dalla compagna e aveva notato già diverse cose sul suo essere sirena.

La coda le spuntava quando si immergeva completamente nell’acqua, come una sorta di difesa per non annegare e, per far si che diventasse un tutt’uno con l’elemento, la sua temperatura corporea si abbassava di molto, fino a raggiungere la stessa temperatura dell’acqua e poteva ritrasformarsi in umana solo una volta che la sua temperatura corporea raggiungeva quella normale per un essere umano.

Tutti erano curiosi di scoprire qualcosa di più su di lei, tranne la persona interessata, che aveva un unico desiderio: essere umana.

Si domandava cosa ne sarebbe stato di lei ora che Sanji aveva scoperto che in realtà non era una donna, ma un “mostro” marino della mitologia, che con il suo canto ipnotizzava e uccideva gli umani annegandoli.

Sapeva che quella leggenda non era vera, ma temeva comunque una reazione negativa da parte del suo amato, il quale però non sembrò dimostrare nessun senso di disagio verso il suo vero essere, al contrario sembrava alquanto entusiasta.

 

Nami era seduta sul letto con la testa persa nei suoi pensieri.

Aveva un’aria preoccupata, un aspetto che non passò inosservato a Robin, quando quest’ultima la raggiunse nella stanza.

Tutto il pasticcio che era successo con Rufy, l’aveva alquanto scombussolata, tanto che aveva smesso di aggiornare il diario di bordo, perdendo anche di vista la nozione del tempo che inesorabilmente trascorreva.

Il giorno prima, dopo lo spavento che aveva preso quando Rufy aveva rischiato di morire, aveva riflettuto molto. Preferiva un capitano e ragazzo arrabbiato, piuttosto che un capitano e ragazzo morto. Così tutto d’un tratto, un litigio non le sembrava poi una cosa per cui prendersela tanto. Sarebbe passato un giorno o l’altro e tutto sarebbe tornato come prima.

Si sentì sollevata e si ritrovò addirittura felice del fatto che il capitano non le parlasse perché fosse arrabbiata con lei, piuttosto perché non avrebbe mai più potuto rivolgere la parola a nessuno e quella improvvisa serenità, scaturita da un spiacevole incidente, le fece tornare voglia di scrivere.

Sfogliò il diario di bordo, che era rimasto indietro di parecchie pagine e con molta dedizione, prese a scrivere per filo e per segno, quanto accaduto in quel periodo di assenza.

Aveva quasi finito, mancava solo l’ultima giornata vissuta da lei e dalla sua ciurma. Prese a scrivere la data di quel giorno in altro a destra, quando dopo aver scritto giorno e mese, spalancò gli occhi, ricordandosi di essersi dimenticata una cosa.

Fece un rapido calcolo uno, due…più volte, ma il risultato era sempre lo stesso.

Il suo volto sbiancò improvvisamente e rimase a fissare la data scritta sul diario per diverso tempo. Nemmeno l’entrata della sua compagna nella stanza, riuscì a destarla dai suoi pensieri.

Robin la osservò confusa.

In un primo momento pensò che la sua preoccupazione fosse ancora dovuta al litigio con Rufy, ma la sera prima la ragazza le aveva raccontato di quanto in realtà, non considerasse più quel fatto come qualcosa per cui piangersi addosso e  curiosa chiese “Nami, cosa ti succede?”

Nami alzò lo sguardo preoccupato e fissò l’archeologa per qualche secondo, accrescendo la curiosità della donna “Io…io ho un ritardo!” disse solamente, ma bastarono quelle parole per far comprendere la donna, ben consapevole di cosa potesse voler dire quella frase.

La donna in un primo momento si ritrovò senza parole, ma vedendo la sua compagna piuttosto agitata le disse “Nami, calmati. Non vuol dire niente. A volte può capitare che succeda, soprattutto quando c’è un cambio di stagione o quando qualcosa scombussola la nostra vita e mi pare che tu ultimamente sia stata alquanto sotto pressione!” disse la donna sedendosi nel letto accanto alla ragazza, accarezzandole i lunghi capelli arancioni.

“Ma se non fosse così? Se in realtà io…io fossi…incinta?” disse inclinando la voce sull’ultima parola.

Robin si sentì spiazzata. Erano poche le volte in cui le parole le mancavano, ma una gravidanza inaspettata, non era un argomento da prendere alla leggera e prima di parlare era necessario rifletterci sopra.

“Robin, ho paura!” disse Nami spaventata.

“Fai un bel respiro profondo e dimmi…se ci fosse veramente un bambino in arrivo, tu lo vorresti?”

Nami sgranò gli occhi e abbassò il capo “Io…io non mi sento pronta per essere madre Robin. E poi non so nemmeno se Rufy  lo vorrebbe?”

“Credo che il capitano sia l’ultimo dei problemi, in quanto non credo si faccia troppe preoccupazioni, se stesse per arrivare un nuovo  membro nella ciurma!”

Nami annuì “Forse. Ricordo che era impaziente di stringere nuovamente Ace fra le braccia, quando siamo tornati dal futuro, ma da allora molte cose sono cambiate. Anche io ho provato una gioia immensa a stringere quel bambino, ma…ora…io la penso diversamente. Non voglio dire che non voglio più Umi ed Ace, ma loro sarebbero dovuti nascere fra diverso tempo e …sta accadendo tutto troppo in fretta!”

Disse Nami con occhi lucidi.

Robin sospirò, comprendendo l’amica, ma allo stesso tempo se questo bambino stava per arrivare, non si poteva porre rimedio.

Nami, è  inutile stare qui ad agitarsi senza nemmeno sapere se questo tuo ritardo voglia significare qualcosa!” la donna si alzò e porgendo la mano alla navigatrice, si fece seguire.

Si recarono in infermeria, dove speravano di trovare Chopper da solo, in quanto Nami voleva evitare di dare una spiegazione all’intera ciurma sulla sua presenza in infermeria.

Fecero infatti ben attenzione che nessuno seguisse i loro movimenti e una volta chiusa la porta dietro alle loro spalle, Robin si mise di guardia per controllare che non vi fossero spioni.

Nami, nonostante avesse capito il perché l’amica l’avesse condotta in quel luogo, abbassò la testa imbarazzata, soprattutto quando Chopper chiese loro se avevano bisogno di qualcosa.

Robin prese parola “Chopper, devi promettere che questa conversazione non uscirà fuori da questa stanza!”.

Chopper sgranò i suoi occhietti, trovando quella situazione alquanto strana “P-prometto!”

Robin guardò l’amica e la incoraggiò a parlare, ma dalla bocca della navigatrice, uscirono solo parole incomprensibili.

Chopper inclinò il capo di lato guardando con aria confusa la navigatrice “Stai per caso male Nami?”

La ragazza scosse la testa negativamente e facendo un profondo respiro, tutto di un fiato disse “Creso di essere incinta!”

Gli occhietti di Chopper si riempirono di stelline e cominciando a saltellare, disse “Quindi presto rivedremo Umi e Ace? E tu e Rufy farete di sicuro la pace. Un bambino è sempre motivo di riappacificazione. Che bello! Che bello! Che bello!”

Robin sorrise, al contrario di Nami che colpì in testa la povera renna urlandogli “Baka, anche se fosse, non sarebbe Umi, né tanto meno Ace. Inoltre non ne ho la certezza. Ho solo un piccolo ritardo tutto qua! Sei tu che devi dirmi se le mie supposizioni sono esatte o meno!”.

Chopper annuì e prelevando un po’ di sangue di Nami disse “Ti farò sapere il prima possibile il responso, ma per il momento, incinta o meno, ti consiglierei di rilassarti un po’ facendoti una bella doccia calda per rilassare i nervi. Ti farà bene, in entrambi i casi!”

Nami sospirò e abbozzando un sorriso, decide di seguire il consiglio della piccola renna.

L’acqua calda che le bagnava la pelle, era un vero toccasana per i suoi nervi troppo tesi a causa di tutto quel trambusto. Si passò la spugna, con il suo bagno schiuma preferito, passandoselo, prima sulle gambe, poi sulle braccia, sottoponendo il suo corpo a un piacevole massaggio. Riuscì a rilassarsi un pochino, nonostante temesse un responso positivo da parte di Chopper.

Uscì dalla doccia e, non preoccupandosi di bagnare per terra e di mettersi qualcosa addosso, si recò davanti allo specchio, dove comparve la sua immagine magra e slanciata. Si osservò per diverso tempo, portandosi poi le mani al ventre, come a voler sentire se davvero ci fosse qualcosa che stesse crescendo dentro di lei.

Si girò di lato, per vedere se la sua linea poteva già essere stata rovinata, nonostante fosse impossibile intravvedere anche solo un minimo di pancia, nel caso davvero aspettasse un bambino.

 

Rufy  bussò per la terza volta nella cabina delle ragazze e non sentendo nuovamente risposta, decise di entrare, per niente spaventato dalla possibilità di scatenare l’ira delle ragazze.

Ci rimase male quando al suo interno non vi trovò nessuno.

Cercò in altre aree della nave, non trovando la persona da lui cercata da nessuna parte. Corse a vedere in cucina, quando per strada per poco non travolse Robin.

Si fermò di scatto e le domandò se sapesse dirgli dove avrebbe potuto trovare Nami.

L’archeologa gli rispose che la ragazza si trovava in bagno, ma nonostante essa si trovasse in un luogo che richiede privacy, il ragazzo si recò sul posto, entrando nella stanza senza nemmeno bussare.

Nami spaventandosi per l’entrata del ragazzo, per istinto afferrò il primo asciugamano che trovò per coprirsi, anche se malamente.

Rufy chiuse la porta dietro di sé e disse “Ti ho trovata. Ti ho cercato dappertutto!”

Nami sgranò gli occhi e arrossì di botto disse “R-Rufy? T-ti sembra questo il modo di entrare? S-senza nemmeno b-bussare?”

Esso alzò le spalle e disse “Che problema c’è, ti ho già visto nuda!”

Nami lo fulminò con lo sguardo e disse “Non significa niente. Era una situazione diversa e…insomma non ti devo spiegazioni, esci immediatamente fuori da qui!” disse la ragazza cominciando a tirargli addosso qualsiasi cosa le capitasse a tiro.

Rufy però, scansando tutti i possibili colpi, l’afferrò per le spalle, facendo sgranare gli occhi alla navigatrice.

“Dobbiamo parlare!” disse serio.

Nami sembrò calmarsi e cercò di sistemarsi nel miglior modo possibile l’asciugamano, per poi appoggiarsi al lavandino, guardando Rufy negli occhi, il quale non sembrava intenzionato a staccargli lo sguardi di dosso.

Rufy fece un respiro profondo e disse “Nami, voglio chiudere questa storia!”

Nami perse un battito, fraintendendo le parole del ragazzo. I suoi occhi si riempirono di lacrime e balbettando, cominciò a chiedere spiegazioni e a dargli nuovamente le sue scusa per il suo comportamento, quando improvvisamente sentì le forti braccia di Rufy stringerla al suo petto.

Nami poteva ben percepire il battito del cuore del suo capitano, piuttosto veloce, probabilmente a causa del contatto con la ragazza.

“Calmati, non intendevo dire che volevo chiudere la nostra storia, ma quella del litigio!” disse quasi sussurrando e continuando a stringerla a sé “Ieri, quando ho rischiato di morire. Ho capito che non voglio lasciarti sola, né voglio andarmene dopo che abbiamo litigato. Non voglio che siano parole pesanti e spiacevoli le ultime cose che mi hai sentito pronunciare!” disse, per poi lasciare andare la ragazza, che lo guardava con occhi sgranati e commossi.

“Ti amo Nami. Queste sono le parole che voglio che rimangano per sempre nel tuo cuore!” disse Rufy accarezzandole una guancia.

“Io no!” disse Nami sorprendendo Rufy “Io non voglio che queste siano le tue ultime parole, perché me ne dirai tante altre, perché noi due staremo insieme per sempre e anche se l’idea di vedermi con le rughe non è allettante, invecchieremo insieme e solo quando saremo vecchi potrò accettare quelle parole da te come ultima cosa che mi hai potuto dire, ma sarà l’ultima cosa che mi dirai in questa vita solo per poco, perché se mai te ne andassi prima tu, io ti raggiungerei poco dopo, non potendo stare senza te e così continueremo a stare insieme anche nell’aldilà, senza che ci sarà mai un’ultima cosa che potremo sentire l’uno dall’altra!” disse Nami determinata, sperando in cuor suo che veramente la sua vita sarebbe arrivata tanto lontana insieme a l’uomo che amava.

Rufy sorrise a quelle parole e osservando le labbra carnose di Nami, ne fu attratto e le sue labbra si posero dolcemente su quella di lei, scambiandosi un amorevole bacio.

 

Zoro si stava recando in bagno, dopo che Sanji, dopo l’ennesima litigata, gli aveva sporcato la sua maglietta bianca di caffè.

Aprì  distrattamente la porta,  ma sentendo il rumore di sbaciucchiamenti, si fermò di scatto osservando la scena.

Vide la schiena di Rufy e gli abiti di Nami sparsi per terra e, non pensando che i suoi vestiti fossero stati abbandonati perché la sua compagna si era appena  fatta la doccia, fraintese la situazione.

Chiuse la porta con il minimo rumore e si appostò davanti alla porta, con le sue katane al fianco, a fare la guardia.

“Scappa, scappa, scappaaaa!” disse Usopp correndo anch’esso verso il bagno con una mano sullo stomaco, che sembrava dolergli molto, e una dietro al sedere.

Era quasi giunto quasi a destinazione, ma prima che la sua mano potesse toccare il pomello della porta, una katana gli venne puntata al collo.

“Dove credi di andare?” disse minaccioso Zoro.

Baka, dove credi stia andando?” disse Usopp arrabbiato e allo stesso tempo disperato.

“Il bagno è occupato, quindi te la tieni!” disse lo spadaccino rimettendo nella fodera la sua spada.

Quella notizia fu un macigno per il povero cecchino “Chi c’è dentro? Non dirmi che è Franky, ci mette sempre un eternità e dubito di resistere per molto!” disse con le lacrime agli occhi.

“No, ma ci vorrà comunque un po’ di tempo. Ci sono Rufy e Nami!”

Usopp alzò le sopracciglia “Rufy e Nami? E che stanno facendo nel bagno?”

Zoro ghignò “Stanno facendo pace!”

Usopp si piegò in due per il dolore allo stomaco “Ma che cavolo! Potrebbero fare pace sul ponte o in cucina. Aiuto, non resisto più!” disse sentendo un’altra fitta allo stomaco.

Zoro lo guardò stralunato “Idiota, non si stanno semplicemente stringendo la mano. Sono un uomo e una donna, secondo te, come potrebbero fare pace?”

“Non mi interessa come possano fare pace, basta che escano da…Usopp improvvisamente capì. “E tu ti sei messo qui per spiarli?”

Zoro arrossì imbarazzato e arrabbiato disse “Che diavolo dici? Se non fosse stato per me, ti immagini cosa ti saresti ritrovato davanti?”

Usopp sbiancò e sembrò dimenticarsi del fastidioso mal di stomaco che si ritrovava al solo immaginarsi la spiacevole scena.

 

Dopo che Rufy e Nami smisero di baciarsi, la ragazza cominciò a vestirsi, ma al capitano non scappò la mal celata agitazione della ragazza.

Nami, qualcosa non va?” chiese

La ragazza si congelò sul posto e cercò di far distrarre il ragazzo cambiando argomento “No, stavo solo pensando che se non colgo i mandarini maturi, potrebbero andare a male!”

“Uhm che buoni i tuoi mandarini, sarebbe un vero spreco buttarli via!” disse Rufy già pregustandosi il sapore dei deliziosi frutti.

Nami sospirò pensando di averla scampata.

“Oltre i mandarini, c’è qualcos’altro che ti preoccupa. Lo sento. Mi vuoi dire cosa è?” chiese Rufy curioso.

“Non è niente!” disse Nami nervosa.

“Dai, dimmelo!” disse Rufy cominciando a farsi insistente.

“Non è niente!” disse Nami  con tono più deciso.

“Dimmelo, dimmelo! Abbiamo fatto pace, quindi non ci devono essere segreti tra di noi!”

“Nessun segreto!” disse Nami cominciandosi ad alterare.

“Invece mi stai nascondendo qualcosa?” continuò Rufy

“Non ti nascondo nulla!” replicò la ragazza.

“Invece si!” disse Rufy.

“Invece no!” Rispose Nami.

“Invece si!”

“Invece no!” Disse Nami con una vena pulsante sulla tempia.

“Invece si!”

Invece…oh insomma Rufy. Prima ti comporti come un uomo maturo, poi ad un tratto sembri un bambino di tre anni! Finiscila!”

“La finisco quando mi dici cosa c’è!” disse Rufy incrociando le braccia.

“Come te lo devo dire che non c’è niente?”

“E io come ti devo dire che sento che c’è qualcosa che ti preoccupa? Dovresti sapere che il mio intuito non sbaglia mai!”

Nami guardò Rufy negli occhi per poi abbassare la testa rassegnata “Ok, hai vinto. Non ti volevo dire niente finchè non ne avrei avuto la certezza!”

Rufy si fece nuovamente serio, capendo che quanto stesse per dire la sua amata, era qualcosa di serio su cui non si poteva scherzare.

Rufy, credo…ma forse sbaglio…cioè non ne sono sicura. Ho chiesto a Chopper di controllare, ma non ho ancora saputo niente. Insomma ho avuto un piccolo ritardo e…non vuol dire niente sia chiaro, ma potrebbe esserci la possibilità che…,ma credo che siano molto basse, infondo non ho avuto alcun altro sintomo e…

Nami!” la riprese Rufy, non capendo niente di quanto la ragazza stesse farfugliando.

“Sono incinta!” disse la ragazza tutto di un fiato, con le guance diventate rosse per l’imbarazzo.

 

Eccomi qua dopo tanto tempo.

Scusate, ma diversamente da quello che credevo, non riesco ad avere molto tempo per scrivere. Quest’anno si è dimostrato moooooolto più impegnativo di quanto pensassi, quindi non ci sarà più regolarità nell’aggiornamento. Mi disiace.

Intanto spero di farmi perdonare con questo capitolo.

Spero vi piaccia.

Fatemi sapere

Alla prossima,

miao

Neko =^_^=

  
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