Capitolo 33: Nuova preoccupazione
Lily era rimasta piuttosto sconvolta e sorpresa nello scoprire che in realtà
fosse una sirena, ma l’aver conosiuto una parte di se
stessa, non le bastò per ricordare altri particolari della sua vita, prima
della sua prigionia a Shionomizu.
Usopp aveva teorizzato, che essendo una sirena,
la ragazza provenisse dall’isola degli uomini pesci, ma fu Chopper a smentire
quella sua teoria, appoggiato da Robin.
La renna ricordò a tutti i membri dell’equipaggio, che se c’era qualcosa
che accumulava gli uomini pesci e gli esseri umani, era il fatto di possedere nelle
proprie vene il sangue, mentre invece Lily, non sembrava disporne. Robin
invece, leggendo vari libri, non aveva mai letto di sirene capaci di governare
l’elemento dell’acqua e soprattutto con la capacità di confondersi con gli
esseri umani a loro piacimento.
Kokoro era una sirena in grado di camminare
sulla terra ferma e poteva passare per un’umana, ma i suoi piedi rimanevano
palmati e soprattutto, la donna aveva dovuto aspettare diversi anni, prima che
la sua coda si dividesse.
Ma questo non era il caso di Lily.
Essa apparteneva a una razza di sirena probabilmente ancora sconosciuta alla
maggior parte degli esseri umani, in quanto la marina doveva essere al corrente
dell’esistenza di creature simili a Lily.
Il fatto però di non appartenere nemmeno all’isola degli uomini pesci,
faceva sentire come svuotata la ragazza. Essa pensava di essere un’umana con
delle doti speciali, nonostante non avesse sangue, ma quel dettaglio lo
attribuiva al fatto che l’acqua era sua amica e non si era mai posta realmente
il problema. Inoltre aveva visto talmente tanti esseri umani con strani poteri,
che non aveva minimamente pensato di non esserlo.
A differenza sua però, Robin sembrava affascinata dalla compagna e aveva
notato già diverse cose sul suo essere sirena.
La coda le spuntava quando si immergeva completamente nell’acqua, come una
sorta di difesa per non annegare e, per far si che diventasse un tutt’uno con
l’elemento, la sua temperatura corporea si abbassava di molto, fino a
raggiungere la stessa temperatura dell’acqua e poteva ritrasformarsi in umana
solo una volta che la sua temperatura corporea raggiungeva quella normale per
un essere umano.
Tutti erano curiosi di scoprire qualcosa di più su di lei, tranne la
persona interessata, che aveva un unico desiderio: essere umana.
Si domandava cosa ne sarebbe stato di lei ora che Sanji
aveva scoperto che in realtà non era una donna, ma un “mostro” marino della
mitologia, che con il suo canto ipnotizzava e uccideva gli umani annegandoli.
Sapeva che quella leggenda non era vera, ma temeva comunque una reazione
negativa da parte del suo amato, il quale però non sembrò dimostrare nessun
senso di disagio verso il suo vero essere, al contrario sembrava alquanto
entusiasta.
Nami era seduta sul letto con la testa persa
nei suoi pensieri.
Aveva un’aria preoccupata, un aspetto che non passò inosservato a Robin,
quando quest’ultima la raggiunse nella stanza.
Tutto il pasticcio che era successo con Rufy,
l’aveva alquanto scombussolata, tanto che aveva smesso di aggiornare il diario
di bordo, perdendo anche di vista la nozione del tempo che inesorabilmente
trascorreva.
Il giorno prima, dopo lo spavento che aveva preso quando Rufy aveva rischiato di morire, aveva riflettuto molto.
Preferiva un capitano e ragazzo arrabbiato, piuttosto che un capitano e ragazzo
morto. Così tutto d’un tratto, un litigio non le sembrava poi una cosa per cui
prendersela tanto. Sarebbe passato un giorno o l’altro e tutto sarebbe tornato
come prima.
Si sentì sollevata e si ritrovò addirittura felice del fatto che il
capitano non le parlasse perché fosse arrabbiata con lei, piuttosto perché non
avrebbe mai più potuto rivolgere la parola a nessuno e quella improvvisa
serenità, scaturita da un spiacevole incidente, le fece tornare voglia di
scrivere.
Sfogliò il diario di bordo, che era rimasto indietro di parecchie pagine e
con molta dedizione, prese a scrivere per filo e per segno, quanto accaduto in
quel periodo di assenza.
Aveva quasi finito, mancava solo l’ultima giornata vissuta da lei e dalla
sua ciurma. Prese a scrivere la data di quel giorno in altro a destra, quando
dopo aver scritto giorno e mese, spalancò gli occhi, ricordandosi di essersi
dimenticata una cosa.
Fece un rapido calcolo uno, due…più volte, ma il
risultato era sempre lo stesso.
Il suo volto sbiancò improvvisamente e rimase a fissare la data scritta sul
diario per diverso tempo. Nemmeno l’entrata della sua compagna nella stanza,
riuscì a destarla dai suoi pensieri.
Robin la osservò confusa.
In un primo momento pensò che la sua preoccupazione fosse ancora dovuta al
litigio con Rufy, ma la sera prima la ragazza le
aveva raccontato di quanto in realtà, non considerasse più quel fatto come
qualcosa per cui piangersi addosso e curiosa
chiese “Nami, cosa ti succede?”
Nami alzò lo sguardo preoccupato e fissò
l’archeologa per qualche secondo, accrescendo la curiosità della donna “Io…io ho un ritardo!” disse solamente, ma bastarono quelle
parole per far comprendere la donna, ben consapevole di cosa potesse voler dire
quella frase.
La donna in un primo momento si ritrovò senza parole, ma vedendo la sua
compagna piuttosto agitata le disse “Nami, calmati.
Non vuol dire niente. A volte può capitare che succeda, soprattutto quando c’è
un cambio di stagione o quando qualcosa scombussola la nostra vita e mi pare
che tu ultimamente sia stata alquanto sotto pressione!” disse la donna
sedendosi nel letto accanto alla ragazza, accarezzandole i lunghi capelli
arancioni.
“Ma se non fosse così? Se in realtà io…io fossi…incinta?” disse inclinando la voce sull’ultima
parola.
Robin si sentì spiazzata. Erano poche le volte in cui le parole le
mancavano, ma una gravidanza inaspettata, non era un argomento da prendere alla
leggera e prima di parlare era necessario rifletterci sopra.
“Robin, ho paura!” disse Nami spaventata.
“Fai un bel respiro profondo e dimmi…se ci fosse
veramente un bambino in arrivo, tu lo vorresti?”
Nami sgranò gli occhi e abbassò il capo “Io…io non mi sento pronta per essere madre Robin. E poi non
so nemmeno se Rufy
lo vorrebbe?”
“Credo che il capitano sia l’ultimo dei problemi, in quanto non credo si
faccia troppe preoccupazioni, se stesse per arrivare un nuovo membro nella ciurma!”
Nami annuì “Forse. Ricordo che era impaziente
di stringere nuovamente Ace fra le braccia, quando siamo tornati dal futuro, ma
da allora molte cose sono cambiate. Anche io ho provato una gioia immensa a
stringere quel bambino, ma…ora…io la penso
diversamente. Non voglio dire che non voglio più Umi
ed Ace, ma loro sarebbero dovuti nascere fra diverso tempo e …sta accadendo tutto troppo in fretta!”
Disse Nami con occhi lucidi.
Robin sospirò, comprendendo l’amica, ma allo stesso tempo se questo bambino
stava per arrivare, non si poteva porre rimedio.
“Nami, è
inutile stare qui ad agitarsi senza nemmeno sapere se questo tuo ritardo
voglia significare qualcosa!” la donna si alzò e porgendo la mano alla
navigatrice, si fece seguire.
Si recarono in infermeria, dove speravano di trovare Chopper da solo, in
quanto Nami voleva evitare di dare una spiegazione
all’intera ciurma sulla sua presenza in infermeria.
Fecero infatti ben attenzione che nessuno seguisse i loro movimenti e una
volta chiusa la porta dietro alle loro spalle, Robin si mise di guardia per
controllare che non vi fossero spioni.
Nami, nonostante avesse capito il perché l’amica
l’avesse condotta in quel luogo, abbassò la testa imbarazzata, soprattutto
quando Chopper chiese loro se avevano bisogno di qualcosa.
Robin prese parola “Chopper, devi promettere che questa conversazione non
uscirà fuori da questa stanza!”.
Chopper sgranò i suoi occhietti, trovando quella situazione alquanto strana
“P-prometto!”
Robin guardò l’amica e la incoraggiò a parlare, ma dalla bocca della
navigatrice, uscirono solo parole incomprensibili.
Chopper inclinò il capo di lato guardando con aria confusa la navigatrice
“Stai per caso male Nami?”
La ragazza scosse la testa negativamente e facendo un profondo respiro,
tutto di un fiato disse “Creso di essere incinta!”
Gli occhietti di Chopper si riempirono di stelline e cominciando a
saltellare, disse “Quindi presto rivedremo Umi e Ace?
E tu e Rufy farete di sicuro la pace. Un bambino è
sempre motivo di riappacificazione. Che bello! Che bello! Che bello!”
Robin sorrise, al contrario di Nami che colpì in
testa la povera renna urlandogli “Baka, anche se
fosse, non sarebbe Umi, né tanto meno Ace. Inoltre
non ne ho la certezza. Ho solo un piccolo ritardo tutto qua! Sei tu che devi
dirmi se le mie supposizioni sono esatte o meno!”.
Chopper annuì e prelevando un po’ di sangue di Nami
disse “Ti farò sapere il prima possibile il responso, ma per il momento,
incinta o meno, ti consiglierei di rilassarti un po’ facendoti una bella doccia
calda per rilassare i nervi. Ti farà bene, in entrambi i casi!”
Nami sospirò e abbozzando un sorriso, decide
di seguire il consiglio della piccola renna.
L’acqua calda che le bagnava la pelle, era un vero toccasana per i suoi
nervi troppo tesi a causa di tutto quel trambusto. Si passò la spugna, con il
suo bagno schiuma preferito, passandoselo, prima sulle gambe, poi sulle
braccia, sottoponendo il suo corpo a un piacevole massaggio. Riuscì a rilassarsi
un pochino, nonostante temesse un responso positivo da parte di Chopper.
Uscì dalla doccia e, non preoccupandosi di bagnare per terra e di mettersi
qualcosa addosso, si recò davanti allo specchio, dove comparve la sua immagine
magra e slanciata. Si osservò per diverso tempo, portandosi poi le mani al
ventre, come a voler sentire se davvero ci fosse qualcosa che stesse crescendo
dentro di lei.
Si girò di lato, per vedere se la sua linea poteva già essere stata
rovinata, nonostante fosse impossibile intravvedere anche solo un minimo di
pancia, nel caso davvero aspettasse un bambino.
Rufy
bussò per la terza volta nella cabina delle ragazze e non sentendo
nuovamente risposta, decise di entrare, per niente spaventato dalla possibilità
di scatenare l’ira delle ragazze.
Ci rimase male quando al suo interno non vi trovò nessuno.
Cercò in altre aree della nave, non trovando la persona da lui cercata da
nessuna parte. Corse a vedere in cucina, quando per strada per poco non
travolse Robin.
Si fermò di scatto e le domandò se sapesse dirgli dove avrebbe potuto
trovare Nami.
L’archeologa gli rispose che la ragazza si trovava in bagno, ma nonostante
essa si trovasse in un luogo che richiede privacy, il ragazzo si recò sul
posto, entrando nella stanza senza nemmeno bussare.
Nami spaventandosi per l’entrata del ragazzo,
per istinto afferrò il primo asciugamano che trovò per coprirsi, anche se
malamente.
Rufy chiuse la porta dietro di sé e disse “Ti
ho trovata. Ti ho cercato dappertutto!”
Nami sgranò gli occhi e arrossì di botto disse
“R-Rufy? T-ti sembra questo
il modo di entrare? S-senza nemmeno b-bussare?”
Esso alzò le spalle e disse “Che problema c’è, ti ho già visto nuda!”
Nami lo fulminò con lo sguardo e disse “Non
significa niente. Era una situazione diversa e…insomma
non ti devo spiegazioni, esci immediatamente fuori da qui!” disse la ragazza cominciando
a tirargli addosso qualsiasi cosa le capitasse a tiro.
Rufy però, scansando tutti i possibili colpi,
l’afferrò per le spalle, facendo sgranare gli occhi alla navigatrice.
“Dobbiamo parlare!” disse serio.
Nami sembrò calmarsi e cercò di sistemarsi nel
miglior modo possibile l’asciugamano, per poi appoggiarsi al lavandino,
guardando Rufy negli occhi, il quale non sembrava
intenzionato a staccargli lo sguardi di dosso.
Rufy fece un respiro profondo e disse “Nami, voglio chiudere questa storia!”
Nami perse un battito, fraintendendo le parole
del ragazzo. I suoi occhi si riempirono di lacrime e balbettando, cominciò a
chiedere spiegazioni e a dargli nuovamente le sue scusa per il suo comportamento,
quando improvvisamente sentì le forti braccia di Rufy
stringerla al suo petto.
Nami poteva ben percepire il battito del cuore
del suo capitano, piuttosto veloce, probabilmente a causa del contatto con la
ragazza.
“Calmati, non intendevo dire che volevo chiudere la nostra storia, ma
quella del litigio!” disse quasi sussurrando e continuando a stringerla a sé “Ieri,
quando ho rischiato di morire. Ho capito che non voglio lasciarti sola, né voglio
andarmene dopo che abbiamo litigato. Non voglio che siano parole pesanti e
spiacevoli le ultime cose che mi hai sentito pronunciare!” disse, per poi
lasciare andare la ragazza, che lo guardava con occhi sgranati e commossi.
“Ti amo Nami. Queste sono le parole che voglio
che rimangano per sempre nel tuo cuore!” disse Rufy
accarezzandole una guancia.
“Io no!” disse Nami sorprendendo Rufy “Io non voglio che queste siano le tue ultime parole, perché
me ne dirai tante altre, perché noi due staremo insieme per sempre e anche se l’idea
di vedermi con le rughe non è allettante, invecchieremo insieme e solo quando
saremo vecchi potrò accettare quelle parole da te come ultima cosa che mi hai potuto
dire, ma sarà l’ultima cosa che mi dirai in questa vita solo per poco, perché se
mai te ne andassi prima tu, io ti raggiungerei poco dopo, non potendo stare
senza te e così continueremo a stare insieme anche nell’aldilà, senza che ci
sarà mai un’ultima cosa che potremo sentire l’uno dall’altra!” disse Nami determinata, sperando in cuor suo che veramente la sua
vita sarebbe arrivata tanto lontana insieme a l’uomo che amava.
Rufy sorrise a quelle parole e osservando le
labbra carnose di Nami, ne fu attratto e le sue
labbra si posero dolcemente su quella di lei, scambiandosi un amorevole bacio.
Zoro si stava recando in bagno, dopo che Sanji, dopo l’ennesima litigata, gli aveva sporcato la sua
maglietta bianca di caffè.
Aprì distrattamente la porta, ma sentendo il rumore di sbaciucchiamenti, si
fermò di scatto osservando la scena.
Vide la schiena di Rufy e gli abiti di Nami sparsi per terra e, non pensando che i suoi vestiti
fossero stati abbandonati perché la sua compagna si era appena fatta la doccia, fraintese la situazione.
Chiuse la porta con il minimo rumore e si appostò davanti alla porta, con
le sue katane al fianco, a fare la guardia.
“Scappa, scappa, scappaaaa!” disse Usopp correndo anch’esso verso il bagno con una mano sullo
stomaco, che sembrava dolergli molto, e una dietro al sedere.
Era quasi giunto quasi a destinazione, ma prima che la sua mano potesse
toccare il pomello della porta, una katana gli venne puntata al collo.
“Dove credi di andare?” disse minaccioso Zoro.
“Baka, dove credi stia andando?” disse Usopp arrabbiato e allo stesso tempo disperato.
“Il bagno è occupato, quindi te la tieni!” disse lo spadaccino rimettendo
nella fodera la sua spada.
Quella notizia fu un macigno per il povero cecchino “Chi c’è dentro? Non
dirmi che è Franky, ci mette sempre un eternità e
dubito di resistere per molto!” disse con le lacrime agli occhi.
“No, ma ci vorrà comunque un po’ di tempo. Ci sono Rufy
e Nami!”
Usopp alzò le sopracciglia “Rufy
e Nami? E che stanno facendo nel bagno?”
Zoro ghignò “Stanno facendo pace!”
Usopp si piegò in due per il dolore allo
stomaco “Ma che cavolo! Potrebbero fare pace sul ponte o in cucina. Aiuto, non
resisto più!” disse sentendo un’altra fitta allo stomaco.
Zoro lo guardò stralunato “Idiota, non si
stanno semplicemente stringendo la mano. Sono un uomo e una donna, secondo te,
come potrebbero fare pace?”
“Non mi interessa come possano fare pace, basta che escano da…” Usopp improvvisamente capì. “E
tu ti sei messo qui per spiarli?”
Zoro arrossì imbarazzato e arrabbiato disse “Che
diavolo dici? Se non fosse stato per me, ti immagini cosa ti saresti ritrovato
davanti?”
Usopp sbiancò e sembrò dimenticarsi del
fastidioso mal di stomaco che si ritrovava al solo immaginarsi la spiacevole
scena.
Dopo che Rufy e Nami
smisero di baciarsi, la ragazza cominciò a vestirsi, ma al capitano non scappò
la mal celata agitazione della ragazza.
“Nami, qualcosa non va?” chiese
La ragazza si congelò sul posto e cercò di far distrarre il ragazzo
cambiando argomento “No, stavo solo pensando che se non colgo i mandarini
maturi, potrebbero andare a male!”
“Uhm che buoni i tuoi mandarini, sarebbe un vero spreco buttarli via!”
disse Rufy già pregustandosi il sapore dei deliziosi
frutti.
Nami sospirò pensando di averla scampata.
“Oltre i mandarini, c’è qualcos’altro che ti preoccupa. Lo sento. Mi vuoi
dire cosa è?” chiese Rufy curioso.
“Non è niente!” disse Nami nervosa.
“Dai, dimmelo!” disse Rufy cominciando a farsi
insistente.
“Non è niente!” disse Nami con tono più deciso.
“Dimmelo, dimmelo! Abbiamo fatto pace, quindi non ci devono essere segreti
tra di noi!”
“Nessun segreto!” disse Nami cominciandosi ad
alterare.
“Invece mi stai nascondendo qualcosa?” continuò Rufy
“Non ti nascondo nulla!” replicò la ragazza.
“Invece si!” disse Rufy.
“Invece no!” Rispose Nami.
“Invece si!”
“Invece no!” Disse Nami con una vena pulsante
sulla tempia.
“Invece si!”
“Invece…oh insomma Rufy.
Prima ti comporti come un uomo maturo, poi ad un tratto sembri un bambino di
tre anni! Finiscila!”
“La finisco quando mi dici cosa c’è!” disse Rufy
incrociando le braccia.
“Come te lo devo dire che non c’è niente?”
“E io come ti devo dire che sento che c’è qualcosa che ti preoccupa?
Dovresti sapere che il mio intuito non sbaglia mai!”
Nami guardò Rufy
negli occhi per poi abbassare la testa rassegnata “Ok, hai vinto. Non ti volevo
dire niente finchè non ne avrei avuto la certezza!”
Rufy si fece nuovamente serio, capendo che
quanto stesse per dire la sua amata, era qualcosa di serio su cui non si poteva
scherzare.
“Rufy, credo…ma forse sbaglio…cioè non ne sono sicura. Ho chiesto a Chopper di
controllare, ma non ho ancora saputo niente. Insomma ho avuto un piccolo
ritardo e…non vuol dire niente sia chiaro, ma
potrebbe esserci la possibilità che…,ma credo che
siano molto basse, infondo non ho avuto alcun altro sintomo e…”
“Nami!” la riprese Rufy,
non capendo niente di quanto la ragazza stesse farfugliando.
“Sono incinta!” disse la ragazza tutto di un fiato, con le guance diventate
rosse per l’imbarazzo.
Eccomi qua
dopo tanto tempo.
Scusate, ma
diversamente da quello che credevo, non riesco ad avere molto tempo per
scrivere. Quest’anno si è dimostrato moooooolto più
impegnativo di quanto pensassi, quindi non ci sarà più regolarità nell’aggiornamento.
Mi disiace.
Intanto
spero di farmi perdonare con questo capitolo.
Spero vi
piaccia.
Fatemi
sapere
Alla
prossima,
miao
Neko =^_^=