Blatereggiando.
No, niente, vorrei solo ribadire la mia concezione su Sanji. Ovvero Sanji = moglie isterica. Davvero È COSÍ. Ce li vedrei troppo bene ai giorni nostri. Zoro svaccato sul divano con una bottiglia di saké in mano e una discutibile canottiera piena di macchie, e Sanji col grembiulino in cucina che gli urla di muovere il culo, perché è uno sfaticato, non fa niente in casa et similia. Tutto questo discorso per dire... Beh, niente. Era tanto per occupare questo angolo in qualche modo. Sono senza speranza, aiutatemi.
Tàtàtàtà, pubblicitàH.
Ebbene, c’è
anche lui, L’IRRITANTE ANGOLO PUBBLICITARIO! *partono urla di giubilo
registrate*
Giusto per rimanere in tematica di raccolte di drabble e flashfic, mi trovate anche sul fandom di Dragon Ball con la coppia Goku/Vegeta (♥): Core Pride ~ di principini ed eroi di terza classe. Fateci un balzello (?) e lasciate un segno del vostro passaggio, se vi và. Ja né.
Disclaimerchemidimenticosempre
»
One Piece © Eiichiro Oda.
Se OP mi
appartenesse, Bonney sarebbe mia moglie. Anzi, me la sposo anche se OP non mi
appartiene. #nonsense.
Thousand Musses ~ ZoSan
89. » Absorption.
Il cuocastro gli si parò davanti sfoggiando un sorriso giulivo, un’espressione dipinta in volto che ricordava quella esultante e soddisfatta di un bambino a cui era appena stato regalato un bel voto. Allungò la mano e gli sventolò sotto al naso qualcosa di verde mai visto prima.
Zoro rilassò i muscoli e lo fissò corrugando la fronte, ignorando le proprie falangi scricchiolare pericolosamente sotto il peso incommensurabile dei manubri che stava sorreggendo.
« Marimo, ho accompagnato le mie dolcimeraviglioseadorabilimirabolantifantastiche sirene a fare shopping e ho comprato una nuova ca— ».
Non concluse la frase.
Con un roco e biascicato “ah grazie”, lo spadaccino gli strappò la stoffa di mano ed ebbe la fantastica idea di usarla come straccio per asciugarsi il sudore – perché era facile confondere una camicia nuova di zecca per un asciugamano, suvvia.
Si tamponò l’umido collo, il petto perlaceo di sudore, le discutibilmente attraenti ascelle, la schiena ruvida, lo stomaco; dopodiché, con ammirevole imperturbabilità, gettò l’informe ammasso di stoffa a terra e tornò a dedicarsi agli allenamenti senza degnarlo di un’ulteriore occhiata.
« Ah, cuoco », mormorò, « Portami un bicchiere d’acqua ».
Per qualche secondo non successe niente.
Poi un brutale calcio dritto sul muso lo scaraventò in mare.