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Autore: patronustrip    13/12/2011    13 recensioni
#1 classificata al contest “A caccia di spaccio” del gruppo Cercando chi da la roba alla Rowling (Team Harry/Hermione).
Tre capitoli.
Fermati per un secondo a pensare quanto sia magnifico un non finito. Rifletti quanto la finitezza rispecchi la morte. Pensaci bene quando ti poni domande sul tuo amore, sulla tua vita, e sulla donna che ami. Quando ti chiedi il perché di tante cose, e ti senti solo un peso.
Pensaci, davvero. Pensaci.
Genere: Guerra, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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E il terzo e ultimo ...
La fine arriva sempre.




atto 3 -finale- [Divano]

Attese in silenzio. Gli occhi puntati sul cavalletto. La tela era lì. Insieme ad altre – infinito numero- attorno, nuove, che mai aveva visto. Non le prese, non senza di lei.
Ma quella era lì, ed era non finita. I colori e le pennellate fresche, col sole tenue della finestra.
Harry la fissava, seduto sul divano, una mano in grembo stretta a pugno intorno a-, l’altra a sfregare i polpastrelli su una delle tante macchie di colore ruvide sul cotone e sui cucini.
Era ancora in divisa, perché così doveva essere. Lui, sopravvissuto. Appena tornato, la prima cosa da fare.
Le dita corsero su un’altra macchia, stavolta rossa, quando la botola si aprì, e i passi tenui risuonarono nella soffitta. Ancora, come ogni suono, il legno intorno li tenne stretti e li rilasciò sui timpani, e quell’udito ormai un po’ malmesso, di Harry.
Fece lo sforzo più intenso, più coraggioso e grande mai fatto nella sua vita, per non saltare via da quel divano, per non correrle incontro, urlare, e probabilmente rovinare tutto.
Rimase al suo posto, mentre lei chiudeva la botola, con uno sguardo perso su un libro, e si muoveva verso di lui, inconsciamente.
Harry sentì le lacrime agli occhi. Era la cosa più bella che avesse mai visto.
Hermione sbatté il piede contro la sacca di Harry, lasciata lì, in solitudine. Aggrottò le sopracciglia, prima di focalizzare, e spalancò gli occhi, un’espressione indecifrabile. Alzò lo sguardo verso di lui, immediatamente.
Il libro cadde a terra con un tonfo sordo.
Harry non riuscì. Pianse.
Lei singhiozzò forte, e portò le mani al viso. Si incontrarono a metà strada.
Piangeva disperata, stringendosi a lui, affondando le unghia nelle sue spalle, sul suo collo, sulla testa.
Ripeteva “Ti amo” o “amore mio” o “Harry”, in un susseguirsi soffocato addosso a lui che solo piangeva.
Si baciarono, e piansero. E poi di nuovo si baciarono. Stretti come se fossero morti solo lasciandosi respirare un po’.
Lei gli baciò il collo, le spalle anche sopra la divisa, le guance, le sopracciglia, le palpebre. Le labbra.
E piangevano.
E ridevano.
Tutti rumori presi e rilasciati dal legno di quella soffitta.
Minuti infiniti. Giorni interi forse. Ad Harry non importava.
Posò la sua fronte su quella caldissima di lei, e in lacrime e rossi e felici. Straziati di felicità, perché nel loro mondo non finito era straziante anche essere felici.
Ci mise un po’ a riprendere possesso della propria voce, mentre lei lo fissava, passando le mani sul suo volto, come spaventata che fosse solo un sogno.
Era vivo.
Lui era ancora vivo, ed era a casa.
«Harry» Singhiozzò, con un mezzo sorriso devastato.
Lui annuì mordendosi le labbra. Quando e come si può smettere di piangere in un momento simile?
Le poggiò una carezza sulla guancia e lei sussultò al contatto, chiudendo gli occhi e abbandonandosi completamente. Baciò il suo palmo, ancora e ancora, e strinse il dorso fra le sue mani calde e piccole.
Harry si sforzò di parlare.
«Sei bellissima» Uscì un suono strozzato.
Il labbro di Hermione tremò in un sorriso, guance rosse e umide.
«Anche tu» Disse, posandogli una mano sulla guancia.
Harry sussultò una risata nervosa e singhiozzante. La mano sinistra sudata e stretta intorno a quello che sarebbe stato una vita futura. Perché lui era vivo, e aveva un futuro.
«Herm …» Si schiarì la gola. Tremavano così tanto, sorridevano così tanto. Piangevano, oddio.
Lei incrociò i suoi occhi. Ancora lacrime e lui cercò di calmarla. Le asciugò stavolta.
«Hermione» Ripeté più calmo e più vicino.
Lei annuì. Lo stava ascoltando, era con lui.
Harry sorrise, si chinò e baciò le labbra umide e salate. E di fronte a lei alzò piano due dita e tenere le sue speranze. Tute in un un cerchio d’oro.
Hermione perse fiato, sussultò e portò le mani alla bocca. Le lacrime di nuovo giù.
Harry non prese fiato, perché affogare era tutto quello di cui adesso aveva bisogno. L’unico vero mare. Salato, umido, colorato. Hermione.
«Sposami.»
Un non finito estasiante, impossibile distinguere fra dolore o felicità.




Anche questa è finita.
Prego gli dei vi sia piaciuta. Come al solito, ispirazione improvvisa e forse un po' malsana.
*si para dai pomodori*
Alla prossima -se sopravvivo a questa-.


  
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