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Autore: khyhan    13/12/2011    2 recensioni
Fan Fiction a quattro mani: *Madamoiselle Nina* e *Khyhan*. SEQUEL di "mai fare il doppio gioco con due figlie di Poseidone". Nina e Ariel stavolta si alleeranno per combattere un gran nemico: Apollo e il suo essere egocentrico..lui uscirà con..*sorpresa* e loro? giustamente si vendicheranno!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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V per Vendetta II

POV Percy

 

Rimasi tutto solo nel ristorante. Finalmente pace e tranquillità. Bè a parte due vecchiette che continuavano a lanciarmi occhiate e a criticare il mio modo di muovermi furtivo e i miei vestiti. Con probabilità mi avrebbero dato del terrorista di lì a cinque minuti e chiamato la guardia nazionale e scatenato una caccia all’uomo (di nuovo) colossale, se non fossi uscito rapidamente dal mio nascondiglio.

Guardai i miei divini parenti e le loro accompagnatrici, ridevano e scherzavano beatamente senza sapere che di lì a poco si sarebbe scatenato un guaio peggiore del Tartaro, come li invidiavo.

Lo squillo del cercapersone mi fece sobbalzare, era quello di Ermes, che lo tirò fuori dalla tasca.

- mi dispiace, zucchero – disse alla sua amica bionda – ho delle consegne urgenti da fare per Ares ed Efesto. Torno appena posso! – si diresse velocemente all’uscita, tramutansi nella sua forma divina appena fuori.

Io rimasi a controllare Apollo, alle ragazze non interessava il dio dei ladri, ma solo quello della musica. Lui rise gioioso a una battuta della mora e strinse a sé la ragazza bionda, beandosi della presenza delle ragazze solo per lui.

- finalmente soli – disse e sorrise compiacente a entrambe.

Ero indeciso su cosa fare, quella era una notizia da riferire alle mie sorelle, ma se lo avessi fatto mi avrebbero probabilmente scuoiato per aver portato cattive notizie, e se non lo avessi fatto mi avrebbero sicuramente scuoiato per non averlo riferito subito. Mi venne mal di testa a causa di questo pensiero così complesso, che sembrava uno sciogli lingua, nella mia mente. Ben sapendo che sarei morto in entrambi i casi mi diressi all’uscita facendo attenzione a non farmi vedere da quel dio combina casini. Ah si, anche dalle vecchiette allarmiste!

 

Vicino al lago la faccenda era diversa, Ariel e Nina stavano aprendo delle casse di legno enormi con su scritto fragile in greco e si passavano equipaggiamenti militari. Portavano entrambe una tuta Navy mimetica, degli anfibi neri e più armi addosso dei corpi speciali. Nina estrasse dal fondo dalla cassa una piccola pistola futuristica, tutta curve e lucine.

- questa che cos’è? – domandò alla sorella maggiore

- non lo so, leggi le istruzioni – rispose lanciando a Jason un bazooka ultra leggero.

- sono dislessica! Non leggo le istruzioni! Imparo su campo, io! – ribatté Nina alzando la voce

- allora provalo! Li c’è Percy.. – Ariel mi indicò con il pollice da oltre la spalla, io feci un passo indietro spezzando un rametto, mi avevano scoperto subito.

Nina prese con calma la mira chiudendo un occhio – tranquillo Percy, non abbiamo chiesto nulla che uccida – e fece fuoco.

L’arma era ad ampio raggio, e la luce rossa che ne scaturì mi prese in pieno..lasciandomi in mutante. Le mie avevano dei piccoli pegasi disegnati sopra, per la cronaca.

- fiiico! Una pistola disintegra vestiti! – Nina era ammaliata da quell’arma, chissà chi ci avrebbe spogliato..

Le mie sorelle esaminarono prima la pistola e poi me, con un continuo avanti e indietro di sguardi increduli.

- c’è una targhetta qui – Ariel indicò l’impugnatura – dice..dice..con gli omaggi del costruttore. E. –

- non era nella cassa che ci ha mandato Ares? – chiese Earine incuriosita

- si, ma forse le armi le ha costruite Efesto! – disse Jason – queste – e sollevò il bazooka con una mano – non sono armi mortali –

Il vento mi fece venire un gran freddo – scusate – mi infilai nel discorso – io sarei ancora in mutande, se non ve ne siete accorte – non avrei dovuto farlo, le mie sorelle si resero conto della mia presenza, a cui prima non avevano dato peso, per loro dovevo essere non so, una cavia o un oggetto di arredamento, regalato da qualche cugina antipatica.

- cosa ci fai qui Percy? Non dovresti spiare Apollo? – mi domandò Earine corrucciata.

- ecco ho delle novità – dissi rapidamente cosa avevo visto al ristorante, spiegandogli cosa avesse fatto Apollo con le due ragazze.

- LUI HA FATTO COSA? – Nina e Ariel tremavano di rabbia e presero a trafficare più rapidamente con le casse, mettendo a nudo un..un..paio di robot giganti.

- sono due? – Jason li guardò stupiti – non ne avevate chiesto solo uno? –

- si – disse Ariel guardando il robot in tutta la sua altezza

- c’è un cartellino anche qui – Nina li chiamò e indicò la zampa del Gundam – c’è scritto “ il secondo è omaggio se oltre le foto fate anche il video”. Non c’è problema divino Efesto, faremo un video stupendo – Ariel scambiò uno sguardo con Nina e annuì.

- scusate – ricordai – ho freddo, posso avere dei vestiti? – mi strofinai le braccia cercando un po’ di calore. Earine mi lanciò una tuta militare senza guardarmi.

Iniziavo seriamente a rimpiangere Crono e il suo esercito.

 

 

POV Ariel

 

Feci salire Earine e Jason sul Gundam, mentre io e Nina tornavamo al ristorante. Entrammo in pompa magna, il nostro piano prevedeva di attirare Apollo fuori, per poi distruggerlo.

Guardandoci il dio divenne improvvisamente pallido, sapeva che con noi non si scherza.

- Apollo, chi sono queste bambine? – domandò Stella facendo le fusa sul braccio del traditore. Mi si scoprì un nervo e Apollo si scrollò di dosso Stella.

- sono..sono..Ariel Courtney e Nina Armstrong, figlie di Poseidone – ci presentò neutrale il dio

- oh, che zuccherini. Siete in missione? Volete un aiuto divino? – il mio stesso identico nervo, si scoprì anche sulla fronte di Nina. Un marchio di fabbrica Made in Poseidon, prova genetica che eravamo sorelle.

- magari vi aiuto io, sono l’Araldo deg..- non la sopportai più e le feci assaggiare le suole delle scarpe. Dovrei farvi la moviola del mio gesto per farvi capire, in pratica: non potendo più sopportare quella sua voce falsa corsi verso di lei, infine saltai e le piantai un piede in faccia, atterrandola.

Quindi, riprendiamo da dove l’ho lasciata, sotto le scarpe – qui c’è un solo Araldo degli Dei, e sono io – dissi gelida.

- ragazze cosa state facendo qui? – ci chiese Apollo preoccupato

- vieni fuori, Apollo, dobbiamo sistemare la faccenda una volta per tutte – Nina aveva una voce fredda come la mia, anche lei era furiosa per il comportamento del dio.

Stella resuscitò dal mondo dei sogni – piccola vi..-un secondo calcio da parte di Nina la rispedì a nanna. La ragazza bionda pensò bene di defilarsi, mentre Apollo si alzava e usciva tranquillo.

- allora ragazze, andiamo al cinema? – ci chiese il dio tranquillo, avviandosi all’uscita.

- no, il film lo facciamo a te – Nina tirò fuori una tele camerina (spuntata fuori dal secondo Gundam) mentre Jason puntava un mega fucile sul naso del dio.

Le proporzioni erano circa dieci a uno..dieci per il fucile logicamente.

- ehm..cosa vuol dire? Dai ragazze non costringetemi a farvi del male – Jason sparò, facendo volare Apollo di almeno venti metri.

Stella tornò di nuovo dal regno dei sogni e Nina le sparò con la Strip-gun, spogliandola. Mise a nudo tutti i segreti di Stella: il reggiseno imbottito, la cellulite e le smagliature. Non era così perfetta come pensavamo. Mentre cercava di coprirsi e urlava come un’Echidna isterica, io e Nina ci rotolavamo dalle risate, era troppo forte quell’arma. Stella corse a nascondersi per la vergogna nel locale e non si fece vedere mai più.

 Addio Stellina, è stato bello prenderti a calci, anche se è durato poco. Le feci ciao con la mano, ero reintegrata nei miei panni di Araldo.

 

POV Nina

 

Stella si era appena eclissata quando tornò Apollo, la maglia in brandelli e il viso sporco di fuliggine – smettiamola prima di farci del male.. – ci disse sbattendosi i pantaloni.

- no, non vogliamo smettere – dissi con uno schiocco di dita e Earine gli sparò facendolo volare via nuovamente. Troppo divertente. E se provava ad alzare le mani, eravamo più armate noi della casa di Ares al completo.

L’acqua della  fontana vicino a noi iniziò a ribollire, e apparve nostro padre Poseidone. Come ha saputo che eravamo qui? Speravo solo che non se la prendesse con noi per aver attaccato un dio.

- Nipote, cosa hai fatto alle mie figlie? – chiese infuriato, puntandogli il tridente sotto il mento

- cosa stanno facendo loro a me, piuttosto.. – rispose il dio del Sole massaggiandosi la testa ammaccata.

- si fanno giustizia, vedo. Ragazze, adesso ci pensa vostro padre a vendicarvi. Per riguardi verso il vostro sviluppo psicologico, non vi farò vedere cosa succede – detto questo agguantò il colletto della maglietta del dio e lo trascinò verso lago.

Apollo riemerse due ore dopo, in un stato..ehm meglio censurare, papà aveva ragione, mi  era bloccato lo sviluppo psicologico.

Tornammo sull’Olimpo, la nostra vendetta non era ancora conclusa, mancava ancora la parte migliore. I Gundam erano la punta dell’iceberg della nostra vendetta.

Sophie ci venne incontro raggiante – ho fatto tutto quello che mi avete chiesto. Ecco qui ci sono i biglietti, ho fatto fatica a trovarli. Alcune sono decisamente espansive. Ho dovuto corromperle con i miei smalti – ci spiegò mettendoci in mano un gruppo di biglietti per il concerto di quella sera, non ci saremmo persi lo spettacolo per nulla al mondo.

 

POV Apollo

 

Tornai alla mia villa in condizioni pietose, proprio non capivo perché le ragazze se la fossero presa tanto. Le ninfe e le mortali di una volta non erano così, piantavano le lacrime, le consolavo un po’ e poi veleggiavo verso nuovi lidi. Era proprio vero che i ragazzi moderni erano diventati violenti.

Mi infilai sotto la doccia continuando a ripensare alla giornata. Ok, forse non dovevo chiamare Stella, ma il Gundam delle ragazze mi ha fatto proprio male, non me lo meritavo, potevo non so, rovinarmi i capelli piastrati, o il mio naso perfetto.

Presi lo shampoo e iniziai a strofinarmi i capelli con maggiore intensità dovevo eliminare quell’odore di pesce che mi portavo addosso. Forse dovevo mandare un mazzo di rose a Nina e uno di Iris ad Ariel. Non potevo farci nulla, mi piacevano entrambe le ragazze e loro avrebbero dovuto arrendersi all’evidenza, sono il dio più bello dell’Olimpo, ho delle necessità.

Magari potevo uscire con Nina  i giorni pari e con Ariel i giorni dispari! Così sarebbero state entrambe soddisfatte e non avrebbero litigato più.

Uscii dalla doccia e ammirai il mio fisico perfetto allo specchio. I capello bagnati avevano uno strano colorito, senza penarci troppo me li asciugai rapido con il phon e poi iniziai a passarci la piastra sopra. Mi si incollò ai capelli, cosa era successo alla mia bellissima piastra liscio-perfetto-approvata-da-Afrodite? E guardandomi nuovamente allo specchio vidi che i capelli erano rosa confetto, lanciai un’esclamazione sorpresa. I miei capelli, no, non loro. Tutto ma non loro.

- cosa mi è successo? – urlai traumatizzato – i miei capelli! Non sono più terribilmente figo, sono solo un figo qualunque! – delle risate sguaiate mi fecero affacciare alla finestra.

Ariel, Nina e la loro sorella (di cui non mi interessava il nome) ridevano con le lacrime agli occhi, da sotto la finestra.

Ariel mi sorrise felice e si avvicinò a un soffio dal mio viso, forse voleva baciarmi. Non le avrei mica detto no, in quel caso – scusaci, scusaci tanto Apollo – Nina e Ariel mi colpirono contemporaneamente alla tempia con un calcio, facendomi vedere tante stelline colorate e poi il buio.

Rivenni in un luogo che non conoscevo, legato come un salame con una corda d’oro di fabbricazione di Efesto, nessuno dio poteva liberarsi da quella.

Nina e Ariel mi vennero incontro, insieme ad Ares ed Efesto. Tutti portavano i tappi per le orecchie isolanti, sempre certificati da Efesto.

- oggi, qui si tiene il concerto di Justin Bieber. Ti abbiamo legato a una cassa così te lo puoi gustare tranquillamente. Ah dimenticavo, abbiamo messo la vinavil sulla piastra e la tinta nei prodotti per capelli. Sono un bel rosa – mi disse Ariel tirandomi alcune ciocche – Afrodite apprezzerà –

Nina mi diede un bacio sulla guancia – senza rancore – mi disse

- no, dai liberatemi. Quello.. quello non sa cantare! – implorai – giuro che non esco con altre ragazze, vi prego liberatemi. Esistete solo voi per me – Nina si indicò i tappi.

- scusa, ma non sentiamo Apollo. Ci vediamo dopo! Sempre se sopravvivi – sottolineò melliflua e si allontanarono ridendo. Efesto tornò indietro poco dopo e mise una telecamera puntata al mio viso.

- così non ci perdiamo lo spettacolo – mi spiegò

Sopportai stoicamente il concerto di quel..quel..coso. Nina e Ariel tornarono appena finito con due ragazzi a braccetto. Uno lo conoscevo, l’altro era..bè bello quasi quanto me.

- questo è Michael Dubois, un figlio di Ermes. Il ladro migliore del mondo – lo presentò Ariel facendo occhi dolci al suo accompagnatore

- lui lo conosci, Eros. È così dolce e sensibile, un vero dio dell’amore. Bè ci vediamo, dio del Sole – fecero per voltarsi, quando tornarono indietro – dimenticavamo! – disse la più giovane battendosi la fronte – insieme, sorella? – chiese.

Ariel  e Nina presero un gran respiro - HEI, QUESTO RAGAZZO HA OFFESO JUSTIN BIEBER! – io impallidii, un gruppo fan impazzite mi accerchiarono ringhianti.

- A MORTE IL TRUZZO CON I CAPELLI COLORATI!! –urlò una indicandomi.

Addio, mondo crudele, troppe fanciulle non saranno più onorate della mia presenza.

 

POV Nina

 

Stavamo sul tetto dello stadio, le fan di Justin stavano scannano allegramente Apollo, improvvisamente si sentì un “aiuto” seguito da un “non lo faccio più! Promesso!”. Io e mia sorella ci guardammo e scoppiammo a ridere. Poi abbracciammo teneramente i nostri nuovi ragazzi.

 

 

Nad: abbiamo diviso la Fic in due parti, ma in realtà sarebbe una. Perché..era chilometrica..da far venire i capelli bianchi..

Baci

  
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