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Autore: Kiyara    15/12/2011    1 recensioni
4 capitoli. Uno narra il giorno in cui Salazar Serpeverde lasciò Hogwarts, i due centrali raccontano dei momenti immediatamente successivi a questo addio e l'ultimo è ambientato molti anni dopo dove una tragica situazione segnerà ancora una volta l'eterno distacco tra Salazar e i suoi vecchi compagni.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Nuovo, personaggio, Serpeverde, Tassorosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Un camino pieno di legna ardente e scoppiettante illuminava una grande stanza dai colori caldi. L’unica cosa che stonava con il resto dell’arredamento era proprio quel camino di marmo bianco.
Godric porse un calice di vino a Priscilla che sedeva vicino al fuoco.
< Fa molto freddo stasera, vero? > mormorò la donna.
Godric annuì.
< E’ come se il tempo sapesse dell’irrimediabile spaccatura fra i Serpeverde e le altre case >
< Come sta tua figlia? > chiese Godric affrettandosi a cambiare discorso. Voleva evitare l’argomento “Salazar” il più possibile.
< Oh… Helena sta bene. Domani compie sei mesi > rispose Priscilla intuendo lo stato d’animo dell’amico.
< Sono felice per lei. Mi piacerebbe farle un regalo, hai dei suggerimenti? >
< Un paio di calze andrebbero bene >
< Perfetto. Ho giusto visto un negozio che vende abiti di seta >
< Ma non è necessario… > comiciò Priscilla, ma Godric la interruppe.
< Figurati, non è un problema. E poi, devo farmi perdonare la mia mancata presenza al tuo compleanno >
Priscilla sorrise.
< Non abbiamo fatto nulla di che, si sono divertiti di più gli studenti > lo rassicurò. < A loro è piaciuta molto la torta. Poi abbiamo cantato, cioè, gli studenti hanno cantato. Sarebbe stato strano se l’avessimo fatto noi, dato che avevamo bevuto vino tutta la sera > aggiunse.
Godric ridacchiò.
La porta si aprì ed entrò Tosca in vestaglia.
< Buonasera, amici > disse tetra sedendosi lontano da loro con lo sguardo perso nel vuoto.
< Priscilla mi stava raccontando della sua festa di compleanno > disse Godric. < Tu c’eri? >
Tosca annuì senza dare segni di volersi riprendere. < Si. Ottimo vino e ottime portate >
< E’ tutto quello che hai da dire? > esclamò Godric.
< Raccontiamogli dell’ultima sorpresa > suggerì Priscilla.
< Quando gli studenti ti hanno consegnato il loro regalo collettivo? >
< No, dopo. Del ballo >
Le labbrà di Tosca si curvarono in un sorriso. < Oh, si. Hanno fatto suonare due violini e un pianoforte e a coppie hanno ballato un valzer. Poi hanno incantato gli strumenti per suonare una musica allegra e veloce e ci hanno obbligati a ballare > raccontò a Godric scambiando un’occhiata con Priscilla e tralasciando la parte di Salazar che ballava con loro sorridendo felice.
< Mi sono perso voi due che ballavate una danza allegra?! Ora si che mi rammarico di essere andato all’estero al tuo compleanno, Priscilla > disse Godric.
Lei rise. < Fai in modo di non perderti il prossimo. Sono sicura che convinceremo i Serpeverde a ballare con te e a cantare “Tutti i maghi sono uguali” con te come direttore del coro >
Anche Godric rise. < Certo. Magari per Natale gli insegnerò “Buon Natale ad ogni mago, puro o mezzosangue” >
< Esiste una canzone che s’intitola così? > chiese Tosca interessata.
Godric congiunse le mani e sorrise come se stesse pensando a qualcosa. < Potrebbe esistere tra poco >
Ridacchiarono tutti, più rilassati.
< Forse quello stupido di Salazar tornerà indietro supplicandoci di riammetterlo come insegnante > fantasticò Godric.
< Io non ci conterei > replicò Priscilla.
< Magari si caccerà nei guai e noi dovremo tirarlo fuori > aggiunse Tosca.
< O magari farà la sua vita tranquillamente e noi faremo la nostra > concluse Godric.
Tosca annuì seria ma non triste. < Si, è molto più probabile >
Godric si sdraiò sulla sua poltrona. < Sapete, dovremmo cambiare i colori della stanza. È assurda con il camino bianco e mobili, tendaggi ed altro coi colori caldi >
< Allora cambiamo il camino > disse ragionevolmente Priscilla.
< Giusto. Credo che non avrei dovuto bere del vino di sera. Tu invece rimani sempre lucida > notò guardando l’amica.
< Fortuna e tanta logica > replicò Priscilla.
< Io non ho bevuto ma mi sento comunque stanca > mormorò Tosca.
< Be’, allora credo proprio che sia il caso di andare a dormire. Al camino ci penseremo domani > suggerì Godric.
Uscirono dalla Sala Riunioni e s’incamminarono verso le loro stanze.
< Domani dovremo anche pensare al programma scolastico del prossimo anno > ragionò Priscilla.
< Ah, è molto semplice: bocciamo tutti gli studenti di Salazar >
< Godric! > esclamarono le due in coro.
< Ma solo quelli che credono nelle sue idee >
< GODRIC! >
< Scherzavo! Non urlate così, poi mi viene mal di testa dopo quel vino >
< A me è già venuto > disse Priscilla appoggiandosi a un muro.
< Qui c’è la mia stanza > disse Godric.
< Vai pure, a Priscilla ci penso io > disse Tosca.
< D’accordo, buonanotte > salutò Godric.
< Buonanotte > salutarono le due.
< Mi accompagni fino alla mia stanza? > chiese Priscilla dopo che Godric se ne fu andato.
< Certo > rispose Tosca prendendola a braccetto. Ricominciarono a camminare.
< Credi che Salazar abbia lasciato qualche incantesimo contro di noi? >
< Non ne ho idea ma setacceremo la scuola, se questo ti farà sentire meglio >
< Tosca > mormorà Priscilla fermandosi. < In molti parleranno di questo. Nascerà ogni sorta di leggenda. Alcune potrebbero essere vere, teniamole d’occhio >
< Si, hai ragione. Come sempre del resto >
Si presero per mano e girarono in un altro corridoio. A metà di esso Tosca si fermò mettendosi le mani tra i capelli.
< Il camino! Era il preferito di Salazar anche se stonava con l’arredamento! L’aveva fatto mettere lui >
Le due si Smaterializzarono nella stanza.
< Per fortuna togliamo gli incantesimi Anti-Materializzazione durante l’estate > esclamò Tosca mentre si avvicinavano al camino.
Fecero ogni genere di incantesimo per vedere se c’era nascosto qualcosa, ma nessuno di essi rivelò un indizio.
Un pop alle loro spalle le fece sobbalzare. Sospirarono di sollievo quando si accorsero che era Godric.
< Uh, eri tu. Ci hai fatto prendere… >
< ATTENTE! >
Godric le trascinò giù e un’ombra nera uscì dal camino e andò a schiantarsi contro la parete di fronte dissolvendosi. I tre rimasero allibiti.
< Ma…allora era vero, c’era veramente qualcosa! > esclamò Tosca con gli occhi umidi.
< Si. Evidentemente avete avuto la mia stessa idea > disse Godric.
< Merito di Tosca. Non posso credere che abbia davvero messo qualcosa contro di noi! > saltò su Priscilla. < Non c’era niente quando abbiamo controllato! >
< Sarà stato un incantesimo non-rilevabile > ipotizzò Godric. < Che maledetto! È meglio per lui che non torni qui! >
< Dovremmo cercare per la scuola, soprattutto nel percorso che conduce all’uscita > suggerì Tosca.
< Ma, se l’ha messo prima di andarsene, come mai è venuto fuori solo adesso? > chiese Godric.
< Può darsi che l’avesse incantato per farlo uscire fuori la seconda volta che ci fossimo trovati tutti e tre in questa stanza. Magari pensava che se ci fossimo entrati il giorno stesso avremmo tenuto gli occhi aperti. Non poteva prevedere che ci entrassimo due volte nello stesso giorno > spiegò Priscilla. < Almeno credo. Voi siete d’accordo? >
< Si. Come ha fatto a mettere quella cosa nel camino? > chiese Godric rivolgendosi a lei.
< Non lo so. Proverò a scoprirlo ma non ti garantisco che con il diadema… >
< Tu prova >
Perquisirono la scuola da cima a fondo per tutta la notte, entrando in ogni aula, in ogni bagno, nei dormitori…. Niente. Salazar non aveva lasciato altre sorprese. Ormai si era fatta l’alba.
Approfittando di essere svegli, i tre fondatori andarono su una delle torri a godersi il sorgere del sole.
< Oggi è un nuovo giorno > mormorò Priscilla con fare profetico.
< Ti prego, non dire queste frasi, sono già abbastanza stanco > sussurrò Godric sedendosi e tenendosi su la testa con una mano.
< Adesso possiamo andare a dormire > sbadigliò Tosca.
< Si, ma non mi fido a dormire da sola. Venite tutti nel dormitorio di Corvonero >
< Perché? > chiese stancamente Godric con gli occhi chiusi.
< Perché se Salazar avesse messo qualcos’altro, a noi sfuggito durante la ricerca notturna, sarebbe più prudente > rispose Priscilla.
Gli altri due si fecero condurre dall’unica che avesse ancora un po’ di lucidità. Priscilla li prese per mano e gli fece raggiungere il dormitorio della sua casa.
Fecero comparire tre letti e vi entrarono. Si addormentarono non appena la loro testa toccò i cuscini.
Nei mesi e negli anni successivi giunsero molte voci riguardo alla presunta Camera dei Segreti, tanto che i fondatori presero l’abitudine di perquisire la scuola ogni volta che giungevano notizie di Salazar. Alla fine rinunciarono a trovarla, convinti che in fondo non ci fosse niente di vero nelle leggende che la gente si sussurrava.
Il figlio e i nipoti di Salazar non si fecero vedere a Hogwarts e questo comportò la chiusura della camera per molto tempo. Ma la creatura che Salazar vi aveva collocato era ancora là e aspettava solo di essere risvegliata.


Note dell'Autrice:
Il titolo originale doveva essere "I tre fondatori" ma quando l'ho riletta ho pensato che sarebbe stato meglio quello che ho messo, anche se è un po' ridicolo XD
Per quanto riguarda il comportamento del trio, direi che dopo una batosta del genere hanno bisogno di tirarsi su il morale e non si sentono di affrontare conversazioni impegnative, questo spiega le battute e i discorsi sui colori della stanza o il compleanno di Priscilla. Insomma, non arrivano a parlare del tempo ma quasi.
Beh, direi che non ho più niente da dire quindi vi saluto.
  
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