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Autore: KiaeAlterEgo    16/08/2006    3 recensioni
Com'è possibile che sia riuscita a dissolvere il mio spirito custode? Questo fu ciò che pensò Hao, prima di portarla via con sé.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hao Asakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beh, salve a tutti, appassionati di Shaman King!

Questa è la mia prima fanfiction in assoluto!

Perciò, non siate troppo duri nel giudicarla! ^.-

Spero che vi possa piacere!

Perciò, bando alle ciance ed eccovi la storia!

 

PROLOGO

Tempo fa in una giornata ventosa una ragazza bionda, mentre viaggiava verso la sua nuova casa, aveva trovato un foglio stracciato. Su di esso vi erano scritti degli appunti:

“…Si sussurra che esista una dea, uno spirito la cui abilità sia seconda solo allo spirit king, lo spirito supremo. È uno spirito fiero e orgoglioso e ha la capacità di dominare ogni elemento naturale, al di sopra degli spiriti degli elementi stessi, oltre che possedere altre virtù ignote e arcane. Ogni sciamano che conosce questa leggenda vorrebbe riuscire ad ottenere questa dea come spirito custode, ma lei non si lascia dominare da un umano. Fugge dagli sciamani, si fa beffe di loro e continua la sua esistenza libera. Si dice anche che certe volte riesca ad apparire agli occhi di umani non sciamani, con l’aspetto di una fanciulla bellissima. Una polverosa leggenda semisconosciuta racconta che la dea riuscì a nascere in un corpo umano. Ma così facendo si scordò della sua natura e si innamorò…”

La ragazza appallottolò il foglio e lo lanciò nel cestino più vicino, facendo centro. Chiunque avesse scritto quella roba doveva essere veramente un ingenuo, se ci credeva veramente. Erano solo delle stupide favole.

 

CAPITOLO I

In cui un semplice essere umano riesce a dissolvere il più potente degli over soul

Ansimava, il respiro spezzato in rantoli.

Vacillava ad ogni passo, cercava un sostegno in ogni sporgenza che trovava.

Si fermò per riposarsi un pochino. Lasciò che le sue gambe cedessero e che la sua schiena strusciasse sulla ruvida parete di una roccia che a malapena distingueva. Non sentiva più nulla, forse la pietra le aveva graffiato la schiena ma ormai era diventata insensibile al dolore. Si scostò i capelli sporchi dal viso e nel compiere quel semplice gesto si osservò le mani, agghiacciata.

Quelle mani erano sporche di sangue, il suo sangue.

Si rialzò a fatica, sorpresa di riuscirci e continuò a camminare. Improvvisamente le rocce finirono e appena si accorse di questa cosa, qualcosa di acuminato andò a piantarsi nel suo braccio sinistro, inchiodandola alla parete rocciosa che aveva alle spalle. Qualcosa che oltre ad essere acuminata era incredibilmente calda. Alzò lo sguardo, ma ormai vedeva tutto ciò che la circondava in modo sfocato, distingueva a malapena due persone, una alta e l'altra più bassa e alle loro spalle una incredibile macchia rossa. Qualcuno tolse l'oggetto che le era stato piantato nel braccio. Privata di quel doloroso sostegno, cadde a terra bocconi. Sentì confusamente delle voci che discutevano tra loro, ma non distinse bene le parole. Poi si sentì sollevata, qualcuno la stava tirando su ad un'altezza incredibile, appesa a quel residuo lembo di stoffa che le era rimasto della maglietta. La sua vista si schiarì un poco: era sopra ad un baratro di fiamme, un fuoco intenso e spaventoso e vi stava lentamente calando. "Fuocherello, perché vuoi farmi del male?- pensò lei tra sé -Fuocherello, adesso placati, svanisci in un fil di fumo..." Aveva alzato debolmente la mano, nemmeno sicura di riuscirci, ma tentò lo stesso. Nonostante la sua grande debolezza, riuscì a fare in modo che quella vampa rossa di fiamme diminuisse sotto il suo sguardo e improvvisamente si sentì lasciare cadere.

Ma non aveva paura.

Lentamente e dolcemente stava scendendo verso terra, come se l'aria l'avesse presa tra le sue braccia invisibili. Non fece neanche in tempo a sfiorare il suolo che si rilassò e svenne, nella sua lenta e dolce caduta.

**********

Un rumore improvviso scosse il ragazzo dai suoi pensieri e senza aspettare di vedere ordinò al suo spirito custode di bloccare l'intruso.

Si voltò, il viso sorridente, per vedere chi era. Un po' deluso, ordinò al suo spirito di lasciar perdere. Non poteva venire nessun pericolo da un'umana in fin di vita!

«Signor Hao?» Il ragazzo si voltò al suono della voce infantile del suo piccolo compagno dalla grande capigliatura riccia e folta: «Dimmi, Opacho...» gli rispose.

«Quella ragazza, pensi che partecipa anche lei allo shaman fight?»

Il ragazzo alzò le spalle: «Poco importa, sta già per morire...»

«Vuoi farla mangiare da Spirit of fire?»

Il ragazzo studiò la ragazza a terra: «Uhm… Sento uno spirito incredibilmente forte dentro di lei… Sì, uno spirito così è molto raro, una ghiottoneria, buon appetito Spirit of fire…» disse poi. Tanto quella ragazza ormai era quasi morta, almeno così avrebbe rafforzato il suo spirito custode. Poi accadde qualcosa che non aveva mai visto in vita sua: e lui di vite ne aveva vissute già tre! La ragazza aveva sollevato debolmente la mano che ancora riusciva a muovere e con quel gesto, il suo Spirit of fire iniziò a deformarsi, fino a diventare una piccola fiammella che si spense ad un colpo di vento.

Era rimasto paralizzato dalla sorpresa, il suo volto mostrava un'espressione sbigottita. Ma la ragazza non cadde al suolo. Scivolò a terra dolcemente, come se fosse una piuma.

Incredibile.

Il suo over soul spezzato con così tanta facilità che non se n'era nemmeno accorto.

Ricompose l'espressione del viso e si avvicinò. Era divorato dalla curiosità. Chi poteva essere quella ragazza per spezzare un over soul come il suo? Valeva la pena salvarla per avere una risposta a questa domanda, oppure era meglio lasciarla lì, a morire dissanguata? Il suo aspetto era veramente orribile: il suo braccio sinistro aveva l'osso rotto nel punto in cui l'aveva aggredita il suo spirito custode, la sua mano destra era tenuta contro un fianco, da quel lato del corpo in giù sporco di sangue rappreso. Altri graffi o ferite più o meno gravi, oltre che lividi, costellavano il suo corpo. «Devo...» Hao sobbalzò al suono rauco della voce della sconosciuta. Lei aveva parlato inconsciamente. «...Hao...» ancora un sussurro della ragazza. «Cosa ne vuoi fare signor Hao?» chiese il piccolo Opacho, vedendo il ragazzo che aveva sollevato la ragazza, inerte tra le sue braccia. Hao gli rivolse uno dei suoi soliti, strani, sorrisi: «Ma come, sei curioso anche tu di scoprire chi è, o sbaglio?» Opacho non disse nulla ma si mise semplicemente le mani sulla testa, il volto contratto in un’espressione di disgusto e tristezza. Ancora una volta il suo signore aveva letto nei suoi pensieri.

 

Beh, spero che vi sia piaciuto!

Al prossimo capitolo, se vorrete continuare a leggere!

Un grazie in anticipo ^_^

KiaeAlterEgo

  
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