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Autore: Elpis    02/01/2012    10 recensioni
Lord Voldemort era il male. Quel male che faceva piangere i bambini nei loro letti e guaire i cani al solo annusarne l’odore. Il Signore Oscuro non aveva un’anima – si era occupato personalmente di ridurla in brandelli – e se aveva mai posseduto un cuore doveva averlo smarrito molto tempo fa. A cosa sarebbe servito, d'altronde, a un essere che era così assolutamente ed imprescindibilmente incapace di amare?
Ma se le cose non stessero così? Se prima di diventare Lord Voldemort, Tom Riddle avesse provato la ignominiosa vergogna di innamorarsi? Se fosse esistita una ragazza che – all'insaputa di tutti – fosse riuscita ad entrargli nel cuore? E se questa ragazza si fosse frapposta fra lui e la riconquista della sua eredità di Serpeverde?
Se così fosse, di sicuro la sua storia meriterebbe di essere raccontata.
Dal quinto Capitolo:
“ Puoi crederci o meno, Roxanne, ma sono cambiato.” disse incenerendola con uno sguardo.
Fingeva.
“ Ma davvero?” gli chiese sarcastica.
La mano di Riddle era ancora stretta intorno al suo braccio, lui la trasse più vicina a sé, prima di risponderle in un soffio:
“ Perché non mi dai l'occasione di dimostrartelo? ”
Il calore del suo corpo la raggiungeva nonostante i pesanti strati in cui si era infagottata, rendendole tremolanti le ginocchia.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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                                Smistamento
 

 




 
                                                                                                                                                      Alzò lo sguardo in aria  e vide un soffitto di velluto 
                                                                                                                                                      nero trapunto di stelle. Era addirittura difficile
                                                                                                                                                      credere che ci fosse un soffitto, e che la Sala Grande 
                                                                                                                                                      non si spalancasse semplicemente sul cielo aperto. (1)
 





 
 
 
 

1 Settembre 1939 Sala Comune Hogwarts
 
<< Roxanne Altgriff!! >> tuonò il Cappello Parlante.
Una ragazza esile come un fuscello, con un pallore alquanto preoccupante, si fece avanti e percorse a passo deciso i metri che la separavano dal buffo oggetto magico. Se lo poggiò sul capo, cercando disperatamente di non far scorgere al resto della sala il tremito convulso che le scuoteva le membra. Il tempo di un respiro e il Cappello dischiuse lo strappo sghembo che aveva per bocca e proclamò con un grido:
<< Grifondoro! >>
Il sospiro di sollievo della ragazza fu in buona parte coperto dal boato proveniente dalla tavolata alla sua destra, entusiasta di quel nuovo membro. Più che sedersi crollò su una sedia che un ragazzo più grande e con una buffa zazzera arruffata le aveva scostato, mentre le ginocchia le si liquefacevano come gelatina e il cuore cercava faticosamente di rallentare il suo rombo nel petto. Tirò la testa all’indietro, inspirando profondamente, ma la vista del cielo stellato sopra di lei le tolse il fiato e la concentrazione. La cintura di Orione brillava così fulgida che le pareva bastasse allungare un dito per poterla sfiorare. Se solo un giorno fosse divenuta in grado di compiere una magia anche lontanamente bella come quella, sarebbe stata ampiamente ricambiata di quel suo batticuore.
<< Ciao io sono Sybil Knight! >> si presentò una ragazza con lunghi e pallidi capelli biondi, una miriade di efelidi a cospargerle il viso ovale. Lo smistamento era proseguito senza quasi che se ne accorgesse.
<< Ed io invece Eloise! >> urlò una strega slanciata, intromettendosi e sostituendo la sua mano a quella dell’altra. << Siamo gemelle, ma io sono quella simpatica! >> aggiunse strizzandole l’occhio.
A giudicare dall’aspetto non avrebbe mai indovinato il legame di parentela fra le due. Sybil era bassa e bionda, talmente esile da sembrare sul punto di rompersi in due, mentre Eloise aveva i capelli di un rosso talmente acceso ed eccentrico da assomigliare a un’insolita luce al neon. In altezza superava di dieci centimetri buoni la media dei ragazzi della sua età.
<<< Molto piacere di conoscervi. >> rispose Roxanne con un sorriso divertito.
Eloise le rivolse un sorriso a trentadue denti prima di dare una gomitata alla sorella e di aggiungere in un tono che non ammetteva repliche:
<< Ehi Sybil, concentriamoci sullo smistamento! Dobbiamo incrociare le dita perché qualche bel ragazzo finisca nella nostra casa >>
Questa alzò gli occhi al cielo e con un sorriso di scusa, decise di dar retta alla gemella, appuntando lo sguardo sulla fila di ragazzetti, mezzi affogati per il freddo e la pioggia, che si andava progressivamente accorciando sotto i loro occhi.
<< Rubeus Hagrid! >> berciò il Cappello.
Un ragazzo incredibilmente alto e grosso avanzò caracollando verso di esso, mentre una marea di brusii aleggiavano per la sala.
<< Come è possibile che quel colosso abbia solo undici anni? >> sentì mormorare da una ragazza a pochi passi di distanza.
Il ragazzo – che in effetti dalla stazza sembrava più un piccolo troll che un essere umano – quasi inciampò nei suoi stessi piedi e si fece rosso dalla vergogna. Ai brusii si aggiunsero risatine, neanche troppo trattenute. Cercando di raccogliere la sua dignità Hagrid si sedette sulla sedia, che scricchiolò sinistramente sotto tutto quel peso, e si calò il Cappello sulla testa.
Ci furono alcuni interminabili minuti di silenzio, mentre tutta la Sala tratteneva il respiro. Non era difficile capire, dalle espressioni dei loro visi, che nessuno sarebbe stato particolarmente contento di aver quello strano gigante con i calzoni rattoppati come compagno di casa. Le facce degli studenti seduti al tavolo verde e argento poi, erano particolarmente disgustaste.
<< Grifondoro >> mormorò infine il Cappello Parlante, anche se con un briciolo di esitazione.
Il sospiro di sollievo dei membri delle altre casate fu chiaramente udibile, mentre fra i Grifondoro solo pochi battevano le mani con aria incerta e nessuno sembrava intenzionato ad alzarsi in piedi. Fu Roxanne la prima a farlo, cercando di rigettare indietro il rossore che le invase le guance nel sentirsi osservata dagli altri membri della sua casa. Poteva essere inspiegabilmente grande e grosso quell’Hagrid, ma c’era un che di impacciato e di timido nel suo sguardo che glielo aveva reso immediatamente simpatico e immeritevole di un simile trattamento. Batté le mani con entusiasmo, rivolgendogli un sorriso di incoraggiamento e il nuovo arrivato per un attimo parve così sorpreso da dimenticare perfino come si faceva a camminare. Se lo ricordò un attimo dopo e con poche falciate si diresse verso la tavola rosso e oro, con un lieve sorriso di imbarazzo sulle labbra.
Fischi e offese di non ben specificata natura provenivano dal tavolo dei Serpeverde, ma prima che Roxanne potesse prestar loro attenzione, qualcosa di assolutamente inspiegabile apparve sotto i suoi occhi. “Oddio, riesco a vedere attraverso il suo corpo”, fu il suo primo, irrazionale pensiero. Nick-Quasi-Senza-Testa aleggiò con una graziosa giravolta in aria prima di scorrere lentamente il tavolo dei Grifondoro, facendo una riverenza ai nuovi membri. Lo sguardo allibito e la bocca spalancata di Roxanne non sfuggirono ad Eloise che le rivolse un sorriso furbetto.
<< Non sei abituata a questo genere di cose, eh? >> le chiese ridendo apertamente del suo stupore.
<< Isy non è carino! >> la rimproverò Sybil. << Non devi preoccuparti, sai. Quello è il fantasma di Grifondoro e non ti farà alcun male. >> aggiunse dolcemente.
<< Fa-fantasma? >> sfiatò infine Roxanne.
<< Non-morto, ectoplasma, quella roba lì. >> chiarì Eloise con un’alzata di spalle. << Per caso sei una Nata-Babbana? >> si informò con un sorriso sardonico.
<< Isy! >> squittì Sybil diventando rossa e rigida per l’imbarazzo al posto della sorella che manteneva sempre la solita aria disinvolta.
<< Be’? Non c’è mica niente di male. >> rispose infatti, tornando a fissare Roxanne. << Ti ho per caso messo in imbarazzo? >>
<< Ehm… >> mormorò Roxanne che in effetti in imbarazzo era, anche se non lo avrebbe mai ammesso. << In realtà temo di non saper rispondere… cosa sono questi Bartani? >>
<< Babbani. >> la corresse Eloise. << Sono le persone che non hanno la magia. >>
Un barlume di comprensione illuminò lo sguardo di Roxanne.
<< Oh! >> mormorò << Allora sì, sono una… ehm Nata-Babbana. >>
O almeno credo di esserlo, rifletté Roxanne senza però formulare a voce alta quel pensiero.
<< Non che faccia differenza ovviamente! >> esclamò Eloise con un sorriso così aperto e sincero che Roxanne non poté dubitare delle sue parole. << Io e Sybil saremo a tua disposizione per ogni necessità, ti ambienterai in fretta grazie al nostro aiuto! >> concluse entusiasta.
Roxanne avrebbe voluto ringraziarle per quella  proposta ma il fantasma di Nick-Quasi-Senza-Testa le si avvicinò e le si presentò con un inchino d’altri tempi.
<< Posso sapere il suo nome incantevole fanciulla? >> chiese pomposo.
<< Ro-roxanne Altgriff. >> mormorò cercando di non soffermarsi sull’assurdità della situazione.
<< Molto bene, signorina Roxanne. Conto sul suo appoggio quest’anno per strappare la Coppa a quegli odiosi Serpeverdi. >> disse mentre il suo sguardo saettava al tavolo dal lato opposto della sala.
<< Perché odiosi? >> chiese Roxanne mettendo da parte l’imbarazzo.
Nick inarcò le sopracciglia e si allisciò i baffi prima di rispondere.
<< Non ha ascoltato la canzone del Cappello Parlante, signorina? I più grandi maghi Oscuri hanno fatto tutti parte di Serpeverde. Ambizione, opportunismo e slealtà sono le parole d’ordine di quella casa. E sono odiosi, senza dubbio >> concluse quella sua buffa tiritera inchiodando con lo sguardo un fantasma dalla veste insanguinata che svolazzava sopra la tovaglia argentea e verde.
Roxanne annuì cortesemente, ma prima che potesse rispondere qualcuno chiamò il fantasma.
<< Ehi, Nick! >> urlò un ragazzo più grande. << Uno del primo anno qui si chiede come fai ad essere quasi senza testa! Faglielo vedere, su! >> lo incitò.
Inizialmente il fantasma cercò di ignorare quella richiesta, girandosi sdegnosamente di lato. Ma visto che ormai una decina di ragazzi avevano preso ad urlare e conversare era diventato praticamente impossibile, Sir Nicholas decise di fare la sua dimostrazione pratica. A Roxanne venne quasi un conato di vomito, mentre un ragazzino di fronte a lei – con un buffo naso a patata e un caschetto di capelli rossi - impallidì. I loro occhi si incrociarono per un attimo e lui, ripresosi dallo spavento, le sorrise apertamente. Arrossendo per la timidezza, Roxanne abbozzò appena un sorrisino prima di voltarsi dall’altra parte e osservare le altre tavolate. Blu e argento per Corvonero, giallo e nero per Tassorosso. Tutto corrispondeva esattamente a quello che aveva letto sul libro “Storia di Hogwarts”, tomo che aveva divorato dopo aver ricevuto la famosa lettera che le aveva cambiato la vita. Un brivido di disgusto le fece accapponare la pelle al ricordo del buio e triste orfanotrofio che si era ormai lasciata alle spalle. Era a Hogwarts. Era una strega. Il sorriso che le si dipinse sulle labbra, il brillio degli occhi e l’eccitazione che le tinsero le gote di rosa non sfuggirono a Nathan Miller e Philip Mitchell – battitori ufficiali della squadra - che la indicarono dandosi di gomito. Lo sguardo di Roxanne vagò sul verde e argento degli stendardi appesi sopra il tavolo dell’altro lato della sala, un ansia mista a curiosità, nell’osservare la temibile casa dei Serpeverde. Non era il tipo da fare affidamento alla prima impressione, ma si scoprì a pensare che in effetti Nick-Quasi-Senza-Testa non sembrava avere tutti i torti: il biondino con i capelli unti che si avvicinava con un largo ghigno al suo nuovo tavolo sembrava avere la puzza sotto il naso e i due bestioni che gli diedero il cinque non parevano propriamente dei tipi intelligenti. Poi i suoi occhi incrociarono quelli di un ragazzo che la fissava intensamente e Roxanne sentì una strana paralisi insinuarsi negli arti. Il viso dai lineamenti regolari, la pelle pallida e luminosa, il cui biancore era ancora più esaltato dai capelli corvini. Persino da quella distanza poteva intuire che gli occhi che ricambiavano sprezzanti il suo sguardo erano dello stesso verde acceso del colore della sua casa. Roxanne sentì il sorriso morirle sulle labbra, mentre un gemito inarticolato le sfuggiva dalla bocca.
 
 
                                                                                                        ***
 
 
Una minaccia. Ecco cosa rappresentava quell’esile cosino dai capelli mogano. Una minaccia di cui si sarebbe dovuto occupare il prima possibile. Tom Riddle osservò con malcelato disprezzo gli occhi sgranati e la bocca dischiusa in un “O” di sorpresa di Roxanne Altgriff. Gli pareva quasi di sentirlo il lamento che si era lasciata sfuggire dalle labbra. Per un attimo i suoi occhi si incupirono, mostrando tutto il suo astio per quella sottospecie di scopa con quell’imbarazzante matassa di capelli, che poteva distruggere in un attimo la sua buona reputazione. Un secondo dopo tutto il suo disprezzo fu sepolto in profondità dentro di sé e le labbra gli si piegarono nel migliore e più rassicuranti dei suoi sorrisi.
Sapeva come ammaliare le persone, lui. Non era un caso che fosse circondato da una folla di idioti ma utili seguaci, che le ragazze più belle cadessero ai suoi piedi, che tutti i professori lo giudicassero uno studente modello. Be’, quasi tutti i professori, si corresse mentalmente mentre il suo sguardo si posava sulla figura di Albus Silente. L’attenzione con cui questo guardava Roxanne non sfuggì a Tom che digrignò i denti. Avrebbe dovuto agire il prima possibile.
<< Druella Rosier! (2) >> chiamò il Capello Parlante.
La ragazza non fece nemmeno in tempo ad appoggiarlo sulla testa, che quello urlò:
<< Serpeverde! >>
Con un pigro sorriso dipinto sulle labbra e un passo sinuoso la nuova arrivata avanzò con sicurezza verso il suo tavolo. Tom Riddle non poté evitare di pensare che i suoi occhi avevano un aspetto strano, vagamente allucinato. L’occhiata che gli lanciò era di così chiaro apprezzamento che non ebbe dubbi sul fatto che presto sarebbe diventata una nuova pedina da manovrare per i suoi piani. Distolse l’attenzione da Druella e dalla sua chioma talmente riccia e nera da fare invidia a quella della Gorgone e si rivolse nuovamente verso il tavolo dei Grifondoro.
Dopotutto non sarebbe stato difficile conquistare la fiducia di quella bambina dallo sguardo spaurito, che per tutto il tempo aveva continuato a fissarlo, come incantata. Ammiccò nella sua direzione, gli occhi verdi che contenevano un chiaro invito.
La reazione della marmocchia non fu quella sperata. La bocca le si piegò in una smorfia amara e vagamente disgustata mentre volgeva la testa da un’altra parte, il nasino all’aria e la manifesta intenzione di ignorarlo. Tom Riddle represse a stento un ringhio fra le labbra: a quanto pareva lo stecco non si era dimenticata di lui ed era ancora offesa per il suo comportamento. Aveva accolto con un sorriso quel bifolco dalla stazza imbarazzante, ma disdegnava la sua attenzione.
<< Qualcosa non va, Tom? >> chiese Nott guardandolo crucciato.
<< Ma certo che no. >> rispose quello, assumendo subito un’aria rilassata. << Pensavo solo a quanti nuovi piccoli sgorbi di Grifondoro dovremo sopportare quest’anno. Mi è passato l’appetito. >>
La risata di Druella nell’udire quelle parole fu talmente squillante e sguaiata che Tom dovette reprimere una smorfia di fastidio. Il suo sguardo si soffermò di nuovo su Miss Scopa, lo sgorbio che sicuramente gli avrebbe dato più grattacapi di tutti. Naturale che era una Grifondoro. Con qual carattere assurdo e le sue manie da paladina della giustizia dove altro poteva finire? Appoggiò la testa al braccio, lieto che finalmente la cerimonia dello smistamento si fosse conclusa.
Roxanne Altgriff era un ostacolo che doveva essere rimosso. Avrebbe provato prima con le buone maniere, ma, se queste si fossero rivelate inefficaci sarebbe passato a quelle cattive.
 
 
                                                                                                      ***
 
1 Settembre 1939 Corridoio del Primo Piano
 

Roxanne si maledisse mentalmente per la sua stupidità. Come le era venuto in mente di allontanarsi così dagli altri? Era appena arrivata ad Hogwarts e si era già persa! E tutto questo solo perché uno stupido quadro le aveva fatto l'occhiolino prima di sparire dalla cornice e lei era rimasta così sorpresa ed imbambolata da rimanere indietro, mentre la voce del prefetto si faceva fioca in lontananza. Ok, era stata una sciocca. Ma che diamine i soggetti dei ritratti si muovevano! E ridevano, scherzavano come se fossero persone vive. Roxanne avrebbe potuto giurare che l'armatura nell'angolo si fosse appena stiracchiata. Era talmente affascinata da tutte le meraviglie che la circondavano che quando si era riscossa dallo stupore aveva scoperto con sommo sconforto che oltre ai quadri e alle armature ad Hogwarts anche le scale non parevano intenzionate a rimanere al loro posto. E ormai il pianerottolo sul quale si trovavano il resto dei suoi compagni era irraggiungibile. Una smorfia di disappunto le arricciò le labbra. Certo avrebbe potuto urlare. In quel modo il prefetto l'avrebbe notata, come del resto tutti gli altri e avrebbe così iniziato il suo primo giorno di scuola con una spettacolare figuraccia. No, grazie.
Roxanne si guardò intorno, sperando in un miracoloso salvatore. Quando notò la figura slanciata che la osservava addossata a una parete, quasi fusa con le ombre, per un attimo si sentì rincuorata. Fece un passo in avanti, quando il suo sguardo freddo e verde la trafisse, passandole attraverso come se fosse fatta di carta. Il gemito di disappunto che le sfuggì dalla labbra rimbombò cupamente per il salone, prima di perdersi nell’oscurità dei corridoi mal illuminati. Nessuno come Tom Riddle era meno indicato per vestire i panni di salvatore.
<< Ciao, Roxanne. >> la salutò affabile, rivolgendole un ammaliante sorriso. << Non mi dirai che ti sei persa? >>
Un brivido le attraversò la spina dorsale. La sua voce trasudava ironia eppure al contempo era calda e invitante. Non c’era dubbio che Tom Riddle fosse il perfetto emblema della casata Serpeverde. Avanzava in modo lento eppure deciso, le sue movenze sinuose unite al suo sguardo ipnotizzante ricordavano quelle di un fiera a caccia. E la sua voce era così pericolosa e seducente che ti scivolava addosso come veleno. Tom Riddle era un serpente. Un serpente affascinante, certo, ma dal morso letale. Solo che lei sapeva cosa si celava dietro a quel sorriso smagliante, era consapevole che il calore del suo sguardo era solo una bieca finzione.
<< Tom. >> mormorò e il suono del suo nome la fece rabbrividire. C'era freddo intorno a lei, gelo e spruzzi di acqua che il vento impietoso le gettava addosso. L'oscurità era un manto talmente fitto da non consentirle di vedere al di là del suo naso. Ma le urla, le urla nemmeno il vento riusciva a coprirle, ed erano quelle ad indicarle la strada.
<< Hai bisogno di aiuto? >> le chiese premuroso, facendo un passo in avanti.
Le sembrava di vederlo il serpente srotolare le sue spire e strisciare lentamente verso la preda inchiodandola con lo sguardo, pronto a scattare per divorarla in un solo boccone. Lo leggeva nel suo sguardo che lei per lui non era niente di più di questo. Un topolino, qualcosa con cui divertirsi a giocare e dimenticare un attimo dopo averlo ingoiato. La luce della torcia illuminò il suo volto, creando un gioco di luci ed ombre sul suo incarnato pallido. Era bello Riddle. Fin da piccolo tutti si fermavano ad osservarlo colpiti per l'aristocratica raffinatezza dei suoi lineamenti. Ma la sua bellezza era fredda, gelida come gelido era il suo sguardo quando credeva che nessuno lo osservasse. Come quando giocava da solo in cortile e torturava gli animali che avevano la sfortuna di incappare in lui.
<< Sì, in effetti. >> il tono di Roxanne era fermo. Il mento alzato, il corpo rigido.
Stai ferma. Non ti muovere. Non indietreggiare. Non far vedere che hai paura. Se le ripeteva come un mantra quelle parole. Se Tom Riddle era un animale pericoloso, allora Roxanne si sarebbe comportata di conseguenza.
<< Potresti indicarmi la strada per raggiungere la mia Casa? >>
Il sorriso si allargò ancora di più sulla bocca di Tom.
<< Mi dispiace, Ro. L'ingresso di ogni Casa è un segreto custodito gelosamente. Solo un altro Grifondoro potrebbe farti da guida. >>
Ro. Come osava chiamarla così? E la gentilezza del suo tono, il pigro sorriso che ancora gli aleggiava sulla faccia. L'istinto le suggeriva che doveva diffidare ancora di più di un Riddle disponibile, che di uno che mostrava chiaramente il suo disprezzo.
<< Bene. In questo caso non mi sei di nessun aiuto. >> replicò girandosi dall'altra parte, con l'unica, flebile speranza che quella dannata scala si fosse decisa a ritornare al suo posto.
Speranza immediatamente delusa dal vuoto che fissavano i suoi occhi. Strinse i denti così forte per trattenere il grido di frustrazione che le proveniva dalle viscere, che lo scricchiolio fu chiaramente udibile. E Tom Riddle era ancora lì. Sentiva il suo sguardo su di sé, come se una mano invisibile le premesse sul petto, bloccandole il respiro. I palmi delle mani le sudavano, il cuore aveva iniziato a battere furiosamente contro la cassa toracica. Dare le spalle a Riddle era stata una pessima, pessima idea. La paura, quel terrore irrazionale di offrire il fianco al nemico, era praticamente triplicato. Mai in vita sua si era sentita così indifesa e vulnerabile.
Roxanne si girò di scatto, il piede che tamburellava sul pavimento.
<< Allora? Che cosa ci fai ancora qui? >> chiese con voce metallica.
Lo stupore di ritrovarselo a pochi passi di distanza le tolse per un attimo il respiro.
<< Non sei molto gentile, Ro. In fondo abbiamo un trascorso insieme anche se forse non te lo ricordi... >>
<< Ricordo tutto benissimo >> rispose mentre contraeva i pugni, il corpo irrigidito, le unghie che affondavano nella carne.
Ricordava l'odore della salsedine, il suo procedere a tastoni. Ricordava quella folle corsa contro il tempo e il terreno duro e freddo per il brusco impatto, il respiro che le si era mozzato in gola. Il suo rialzarsi, senza badare ai graffi della roccia sulle mani, ignorando il dolore e il sangue che colava dal ginocchio. Ricordava la voce di Amy che saliva di un'ottava.
L'orrore di quella notte non sarebbe mai riuscito a cancellarlo. L'orrore le vibrò nella voce e le si rifletté negli occhi. Un lampo di emozione attraversò il viso di Riddle. Era trionfo quello che aveva scorto? Roxanne ne ebbe la conferma quando vide la maschera di Riddle traballare, anche solo per un attimo. Forse era come una fiera, che fiutava l'odore della paura della vittima e si eccitava per questo.
<< E sei ancora arrabbiata con me per quello. >> affermò mentre un sorriso falso tornava ad arricciargli gli angoli della bocca.
<< Direi che arrabbiata è un termine riduttivo. >> disse Roxanne con una freddezza e un'acredine che stupì lei per prima. Ma che non toccò affatto Tom che continuava a guardarla come se fosse un buffo animale da esposizione. Qualcosa da studiare. Possibilmente dopo averlo fatto a pezzi.
<< In effetti mi ero sempre chiesto come avevi fatto a raggiungerci. Il fatto che tu sia una strega spiega tutto, ovviamente. >>
Roxanne non rispose. Quella era stata la sera più raccapricciante di tutta la sua via e lui ne discuteva in modo tranquillo, come se stesse parlando di quello che aveva mangiato a colazione. L'indignazione le scorreva nel sangue, dandole la forza di sostenere il suo sguardo. Tutto l'odio e il risentimento che non avrebbe mai potuto dirgli a parole, Roxanne glielo comunicò con gli occhi.
<< Sai, sono cambiato da allora. >> aggiunse Tom con uno sguardo contrito e una smorfia dispiaciuta sulle labbra. La sua voce era calda e avvolgente come velluto.
“Oh, sì. Sei diventato molto più bravo a recitare.” Forse non era il caso di esprimere quel pensiero ad alta voce – non con lei e Riddle da soli in un corridoio deserto – ma il disprezzo e l'incredulità le si dipinsero chiaramente in volto.
<< Non mi credi, vero? >> le chiese Tom avanzando ancora di un passo.
Vicino. Troppo vicino. Roxanne arretrò istintivamente e di nuovo ci fu quel guizzo negli occhi di Riddle. Ma la sua evidente ritrosia non sembrò scoraggiarlo più di tanto. Un tonfo soffocato la avvertì che era finita contro la parete. In trappola.
<< Non sono più il bambino dispettoso di allora. Puoi chiederlo a chi vuoi. Ti risponderanno che sono uno studente modello. >> mormorò con i suoi occhi che sembravano voler perforare la sua pelle << Non pensi che potremmo mettere una pietra sopra al passato? >> Le ultime parole gliele sussurrò all’orecchio, mentre con il corpo premeva contro il suo. << Non potresti darmi un’altra possibilità? >>
Roxanne aveva già ammesso che Riddle era un ragazzo affascinante ma si ritrovò a pensare che quella fosse una definizione riduttiva. Riddle non era affascinante, era ipnotico. Quando ti guardava in quel modo, con quegli occhi verdi così grandi e seducenti, non potevi evitare di sentirti in preda di un incantesimo Confundus. E la sua voce... dio, come riusciva a modularla, fino a donarle un tono profondo e caldo... caldo... caldo come il sangue di Amy sulle mani, le sue urla che avevano squarciato la notte.
<< L'unica cosa su cui vorrei mettere una pietra sopra è la tua testa, Riddle! >> rispose Roxanne, allontanandolo con una spinta.
Per un attimo lo stupore negli occhi di Riddle fu quasi comico. Poi la sorpresa cedette il posto all'ira e i suoi lineamenti furono deformati dal livore. Non era bello in quel momento, con quel ghigno ferino e l’odio puro che gli traspariva dallo sguardo.
La mano di Riddle scattò in avanti artigliando il braccio di Roxanne e stringendolo in una morsa.
<< Tu farai quello che ti dirò io, mocciosa! E non dirai a nessuno di avermi conosciuto – a nessuno – hai capito? >> sibilò con il viso a pochi centimetri dalla sua faccia.
<< Che sta succedendo qui? >>
Roxanne girò la testa di scatto, appuntando il viso sulla persona che aveva parlato.
Era il robusto ragazzo a cui aveva sorriso durante lo smistamento, mentre tutti lo prendevano in giro. “Hagrid” il suo nome le balenò alla mente in un attimo mentre quello avanzava verso di loro a passi decisi.
Riddle le lasciò andare il braccio di scatto come se si fosse ustionato.
<< Niente che sia di tuo interesse, novellino. >> lo apostrofò atono, incenerendolo con un’occhiata.
Hagrid non sembrò curarsene più di tanto mentre i suoi grandi occhi tondi fissavano Roxanne e il braccio che quella si massaggiava per riattivare la circolazione.
<< Io… io sono rimasta indietro e Riddle stava solo cercando di essermi d’aiuto >> mormorò Roxanne dopo un attimo, sperando con tutto il cuore che il tremito della sua voce non fosse percepibile.
Per un attimo Tom sembrò sorpreso della sua inaspettata copertura, ma sorrise sardonico e si avvicinò di nuovo, soffiandole a un centimetro dalla bocca.
<< A nessuno. >> dopodiché si girò, dandole le spalle e avanzò nel corridoio, sparendo dietro l’angolo.
<< Tutto bene? >> domandò Hagrid avvicinandosi premuroso.
Il viso di Roxanne si illuminò di un tremulo ma fiducioso sorriso. Era felice di non averlo coinvolto nello scontro, sapeva per esperienza quanto Riddle fosse poco incline a dimenticare gli affronti subiti.
<< Sì, certo. >>
<< Non mi piace per niente, quello. Certa gente ci dovrebbe tenere la mani a posto, ecco. (3) >> borbottò passandosi una mano fra la massa arruffata di capelli. Poi arrossì, forse pensando di aver detto più del dovuto.
Roxanne sospirò, avvicinandosi di un passo.
<< È solo una persona da evitare. >> liquidò la faccenda. << Non è che per caso sai come raggiungere la nostra Casa? >> aggiunse speranzosa.
Un grosso sorriso si dipinse sul volto paonazzo di Hagrid mentre quello annuiva, chiaramente entusiasta all’idea di potersi rendere utile. Fu con il cuore un po’ più leggero che Roxanne si lasciò guidare da lui nei meandri di Hogwarts.
 
 
 
 
Note:

 

  1. Altra citazione dal primo libro della Rowling: “Harry Potter e la Pietra Filosofale” .
  2. Druella Rosier si sposerà con Cygnus Black ed insieme avranno tre figlie: Bellatrix, Narcissa e Andromeda Black.
  3. Il linguaggio sgrammatico quando parla Hagrid è voluto. Ho cercato di riprodurre il suo modo a volte rozzo ed inesatto di esprimersi che la Rowling ci aveva presentato.

 


 

 
 
 
Ciao  a tutti!
Come prima cosa un enorme grazie a tutte le persone che mi hanno lasciato una recensione!
Cerchiamo poi di dare qualche delucidazione sulla trama: la ff parla di Tom Riddle e dei suoi anni ad Hogwarts. Questo e il prossimo capitolo sono una specie di introduzione, nel vivo della storia si entra a partire dal quarto.  Riddle e Roxanne – come avrete intuito - si conoscevano già, la natura dei loro precedenti rapporti verrà specificata nel prossimo episodio.
Ho messo nelle note OOC non perché il mio Riddle diventerà un bravo ragazzo (un risultato simile mi parrebbe assurdo), anzi si comporterà spesso in modo spietato e crudele. Nondimeno un Riddle che si innamora è OOC di per sé, stante la descrizione che la Rowling ci ha fatto di questo personaggio.
Concludo con un saluto e incrocio le dita nell’attesa di sentire i vostri pareri: fatemi sapere se vale la pena di continuare a scrivere questa ff e mi raccomando siate spietatamente sinceri/e!
Un saluto e un bacio
Eli
               

  
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