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Autore: kurinoone    03/01/2012    7 recensioni
[ Harry/Ginny, Dark!Harry, What if...?]
Cosa sarebbe accaduto se Codaliscia non avesse rilevato a Lord Voldemort il nascondiglio dei Potter? E se avesse invece portato Harry da lui?
IN PAUSA
Genere: Avventura, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Ginny
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Disclaimer: Io non possiedo i personaggi di Harry Potter e tutto ciò che può essere riconosciuto appartiene a J K Rowling

 

Disclaimer: Io non possiedo i personaggi di Harry Potter e tutto ciò che può essere riconosciuto appartiene a J K Rowling. Nulla è stato scritto e tradotto a scopo di lucro. Questa storia è ispirata alla fanficA Shattered Prophecy’ di Project Dark Overlord.

 

Note della traduttrice: Ragazzi, scusate per il ritardo nell’aggiornamento, ma sapete, le vacanze di Natale e Capodanno mi hanno risucchiato nel loro vortice di *grassezza.

Sì, è un termine che ho inventato io.

Comunque, godetevi questo capitolo davvero bello e non linciatemi, vi prego!

Ah, se qualcuno dovesse mai recensire, tanto per far sapere all’autrice cosa ne pensa, noi saremmo felicissimi. Fatele vedere che la sua storia vi piace da matti!

Buona lettura!

 

 

Capitolo quattordici

Tradotto da SeleneLightwood

 

 

I sei giovani lessero e rilessero il nome, sotto shock, più e più volte.

“Harry Potter, chi è questo?” chiese Ron a bassa voce.

Tutti guardarono Damien. Il tredicenne se ne stava  a bocca leggermente aperta e i suoi occhi nocciola erano fissi sul nome.

Damien aveva sempre voluto sapere di più riguardo la sua famiglia e essendo figlio unico desiderava disperatamente avere almeno un cugino, anche se distante, per poter avere una sorta di compagnia diversa dagli adulti.

I suoi genitori gli avevano raccontato che il suo unico cugino era il figlio di sua zia Petunia, Dudley Dursley, il quale si comportava in modo odioso, come il resto della sua famiglia, nei confronti di Damien e dei suoi genitori.

Erano Babbani che odiavano la magia e tutto ciò che aveva a che fare con il mondo magico. Anche se sua zia era l’unica sorella di sua madre, lei e Lily non erano mai andate d’accordo. James aveva raccontato a Damien di non avere zii e zie dal suo lato e che non c’erano altri Potter vivi, oltre a loro.

Damien stava ancora fissando il nome. Chi era questo? E se era un Potter, perché allora suo padre era così ostile nei suoi confronti? Damien distolse lo sguardo dalla Mappa e lo fissò sui suoi amici.

“Dobbiamo scoprire chi è” disse loro a bassa voce.

Le espressioni di Fred e George cambiarono improvvisamente da curiose a maliziose.

Il burlone lo salutò e sparì dietro alla porta. Gli altri quattro si affrettarono a correre dietro a loro. Quando li raggiunsero al primo pianerottolo George sussurrò ordini a tutti quanti.

Ok, ecco il piano. Ron, tu e Damien prendete questi e infilateli attentamente sotto la porta. Hermione e Ginny, voi due fate il palo e andate di sotto.

A queste parole le due ragazze iniziarono a protestare piuttosto rumorosamente.

Shh, in nome del cielo, ragazze, fate silenzio! Abbiamo bisogno che voi due ci avvisiate, in caso qualcuno venga su. Vi racconteremo tutto parola per parola, promesso” Fred mandò via le due ragazze e si voltò per guardare Damien e Ron che avevano fatto scivolare quattro Orecchie Oblunghe sotto la porta.

“Perfetto.”

I quattro ragazzi attaccarono rapidamente il pezzo di Orecchia Oblunga alle loro stesse orecchie e iniziarono ad ascoltare il fiero litigio che si stava svolgendo nella stanza.

“…sgattagliolare via nel bel mezzo della notte! Onestamente, Harry, hai un desiderio suicida?” La voce arrabbiata di James era un ronzio nelle orecchie.

“L’unico desiderio che ho è andarmene da questo miserabile buco dell’inferno e tornare a casa!”

Damien sentì il suo cuore saltare un battito. Quella voce era stranamente simile alla sua. Percepì i capelli della nuca che si rizzavano.

“Tutto questo è raccapricciante” pensò.

“Casa! Harry, quand’è che accetterai che questa è la tua casa, la tua vera casa?”

James suonò estremamente esausto, come se avesse trattato quel punto precedentemente.

I quattro ragazzi condivisero un’occhiata prima di continuare ad ascoltare. Almeno questo confermava che “Harry” era un membro della famiglia Potter.

“Mai! Non importa quanto a lungo mi costringerai a restare qui, non la chiamerò mai casa! Quindi puoi semplicemente smettere di provare, Potter!”

Damien emise un piccolo singulto. Perché questo ragazzo aveva appena chiamato così suo padre? Damien guardò i ragazzi Weasley, che sembravano abbastanza perplessi.

“Ti avviso, Harry, non parlarmi mai più in questo modo, hai capito?”

Damien avrebbe potuto dire che suo padre stava parlando a denti stretti.

“Non è mai un buon segno” pensò.

“Per esempio? Non ho detto nulla di sbagliato, stavo solo affermando i fatti!”

Il ragazzo chiamato Harry rispose con la stessa rabbia.

“Sai benissimo cosa intendo, se non puoi chiamarmi in nessun altro modo allora almeno non riferirti a me come ‘Potter’, visto che sei un Potter allo stesso modo, dopotutto!”

Prima che Damien potesse ascoltare la risposta a questo sentirono un urlo arrabbiato provenire dal piano di sotto.

I quattro ragazzi estrassero velocemente le Orecchie Oblunghe dai loro orecchi e corsero al secondo piano. Fecero giusto in tempo e si lanciarono in differenti angoli della stanza, fingendo di essere impegnati con una cosa o l’altra. La porta si aprì e Hermione e Ginny apparvero, molto rosse e imbarazzate, attraversando la porta seguite dalla signora Weasley.

“Ragazzi! Cosa pensavate di fare, mandare giù le ragazze così, non pensate alle conseguenze?” La signora Weasley sembrava livida.

I ragazzi in questione lanciarono un’occhiata alle ragazze e guardarono vergognosi la signora Weasley, fumante di rabbia. Prima che qualcuno di loro potesse aprire bocca per dire qualsiasi cosa, continuò.

“Hermione è stata qui solo una volta! Come avete potuto chiederle di andare a trovarvi del cibo, onestamente! Vi abbiamo detto che avreste avuto la cena dopo la riunione, solo che voi non mi ascoltate mai.

I quattro ragazzi si guardarono e poi si voltarono a osservare le due ragazze che stavano arrossendo imbarazzate di fianco alla signora Weasley.

“Scusa mamma”, mormorò Ron mentre gli altri annuivano, d’accordo.

La signora Weasley lascio la stanza, promettendo loro che la cena sarebbe stata pronta entro mezz’ora. Una volta che se ne fu andata i quattro ragazzi si misero intorno alle ragazze.

“Vi abbiamo mandato a cercare cibo!” chiese Ron a Hermione.

“Beh, non abbiamo concordato nessuna scusa, così siamo dovute uscire fuori con una a caso. rispose Hermione, sembrando ancora molto rossa.

“Ed è stato il meglio che siete riuscite a fare?” giunse la voce sarcastica di Fred.

“Oh, chi se ne frega! Ci ha pensato, no? Ora diteci, cosa avete sentito? Chi è questo ragazzo?”

Ginny guardò con entusiasmo i quattro ragazzi.  Ci vollero meno di cinque minuti per raccontare loro esattamente cosa avevano sentito. Le due ragazze sedettero in silenzio, ascoltando la conversazione avvenuta tra questo ‘Harry Potter’ e James Potter.

Hermione fu la prima a parlare.

“Quindi questo Harry Potter ha detto che era costretto a rimanere qui?” chiese a Ron.

Ron annuì, sembrando parecchio confuso.

“E’ solo che non aveva alcun senso il modo in cui stava parlando al signor Potter…sembrava proprio arrabbiato con lui.

“Già, e cos’era tutta quella storia deldesiderio suicida’? Perché qualcuno dell’Ordine dovrebbe voler provare a far del male a tuo cugino?” chiese Fred a Damien.

Damien guardò Fred con uno sguardo allarmato.

Mio…mio cosa?” chiese, confuso.

“Beh, dev’essere tuo cugino. Chi altro potrebbe essere?” rispose Fred.

Damien ci pensò su. Aveva senso. Era possibile che quello fosse un parente perso da tempo di cui nemmeno i suoi genitori sapevano nulla, fino ad ora? Era probabilmente per questo che non l’avevano mai detto a Damien. Perché lo avrebbero tenuto all’oscuro di qualcosa, altrimenti?

Damien era perso nei suoi pensieri mentre il resto dei ragazzi faceva congetture riguardo altre possibili spiegazioni che avrebbero potuto risolvere questo mistero che circondava Harry Potter.

Nessuno era mai stato così vicino alla verità.

 

 

XXX

 

 

Harry si sedette dalla parte opposta rispetto a James. Si era messo comodo sul letto mentre James misurava il pavimento, ancora intento a inveire su quanto “sia pericoloso uscire di nascosto” e “perché Harry fosse determinato a farsi del male.”

Harry stava iniziando a perdere l’attenzione. Aveva letteralmente dato di matto quando era stato costretto a tornare nella sua stanza, aveva litigato con James e gli aveva urlato contro.

Tuttavia ora Harry si stava stancando ed era solo infastidito da James.

“Perché non se ne sta zitto e basta e non scompare!” pensò.

James smise di misurare il pavimento e camminò verso Harry. Si fermò proprio di fronte al ragazzo dai capelli corvini e si accovacciò per poter guardare Harry negli occhi…

“Harry, perché non riesci a capire che non voglio che tu ti faccia del male?” disse James con la voce piena d’emozione.

Harry lo guardò dritto negli occhi e rispose.

“Perché?”

Harry osservò come James fosse sul punto di abbattersi.

“Perché ti importa di cosa mi succede? Non sono più tuo figlio, perché tu…”

Harry fu interrotto da un soffice bussare alla porta. Lui e James alzarono lo sguardo sulla porta e videro Lily infilare dentro la testa.

“Cosa è successo?” chiese quando vide lo sguardo ferito sul viso di James e quello infastidito sul viso di Harry.

James si raddrizzò e guardò suo figlio con occhi vitrei.
“Niente, parlavamo di una cosa.

Harry guardò James, domandandosi perché stesse mentendo. Distolse lo sguardo e iniziò a fissare fuori dalla finestra. Desiderava che i Potter, semplicemente, se ne andassero.

Odiava la recita che stavano portando avanti, fingendo di tenere a lui, raccontandogli un sacco di bugie su quanto fosse mancato loro e quanto volessero proteggerlo.

Lo facevano star male di rabbia.

Chiuse gli occhi e cercò di tenere a bada la rabbia.

“Bene, l’incontro è finito. Silente vuole che tu e Harry scendiate di sotto così può aggiornarvi”.

Lily li stava osservando entrambi con curiosità. Sapeva che c’era qualcosa in corso. James non si sarebbe perso quella riunione per nulla al mondo, quindi perché era quassù a litigare con Harry? Scosse leggermente la testa.

“Chiederò a James più tardi” pensò mentre seguiva James e Harry fuori dalla porta e poi di sotto, alla riunione.

Seduti al tavolo con Silente erano rimasti solo il signore e la signora Weasley, Remus e Sirius. Tutti gli altri erano andati a casa.

Silente alzò lo sguardo sulle tre persone che erano entrate. James sembrava molto ansioso e stanco e Harry appariva semplicemente annoiato.

Silente ridacchiò lievemente tra sé. Avrebbe veramente dovuto essere Harry a sembrare ansioso e preoccupato, visto che la riunione era riguardo al suo futuro.

Silente fece loro segno di sedersi. Una volta che i tre Potter si furono seduti Silente si schiarì la gola e parlò.

“Sono sicuro che sei abbastanza ansioso di sapere cosa è venuto fuori dalla mia riunione con il Ministro” disse a Harry.

James annuì leggermente, mentre Harry si guardava le mani, come se pensasse di vederle per la prima volta. Silente continuò.

“Sono lieto di informarti che il Ministro è d’accordo, per la maggior parte, con i miei suggerimenti.

Fece nuovamente una pausa per vedere se le sue parole avevano avuto alcun effetto su Harry.

Il ragazzo dai capelli corvini continuava ad esaminarsi le unghie in maniera molto sfacciata e si stava comportando come se non potesse sentire Silente.

“Ci sono alcune condizioni poste con le quali io non sono interamente d’accordo, ma spero che le circostanze non porteranno a doverle mettere in pratica. continuò Silente.

Harry sospirò e alzò lo sguardo su Silente.

“Sta pensando di dirci qual è il suo piano supremo o dirà cose senza senso per tutta la notte?” chiese Harry, mentre fissava gli occhi smeraldo in quelli blu mezzanotte di Silente.

Un sussulto collettivo si levò tutt’intorno al tavolo all’insolenza di Harry.

La signora Weasley aveva l’aria di non voler niente di meglio che andare da Harry e prenderlo per un orecchio per una maleducazione del genere.

Harry fece un sorrisetto e continuò a fissare sfacciatamente Silente.

Il preside parve stordito per un momento, ma si riprese in fretta e chinò leggermente la testa verso Harry.

“Le mie scuse, Harry. Avrei davvero dovuto iniziare spiegando la natura dei miei suggerimenti. Molto bene, te lo spiegherò ora.”

Era il realtà felice di poter guardare Harry direttamente, invece della sua testa china, poiché questo rendeva molto più facile dire quello che stava per dire.

“Vedi, Harry, ho fatto visita al Ministro il giorno che sei arrivato qui. Ho spiegato la tua vera identità al ministro Caramell e gli ho chiesto di riconsiderare la sua decisione di consegnarti ai Dissennatori senza processo. Ho spiegato la natura sensibile del modo in cui sei stato ingannato e indetto a svolgere quelle azioni terribili e…”

Silente fu interrotto quando Harry urlò: “NON E’ VERO! SAPEVO PERFETTAMENTE QUELLO CHE STAVO FACENDO! COME SI PERMETTE DI DIRE CHE SONO STATO INGANNATO E PRESO IN GIRO DAL MIO STESSO PADRE?!

Harry si lanciò in avanti per afferrare Silente per il collo. Immediatamente Sirius, Arthur e James afferrarono il ragazzo e lo tirarono indietro, sulla sua sedia.

“Signor Potter, la prego di trattenersi o lo faremo noi per lei” disse Arthur con voce severa ad Harry che si divincolava.

Harry smise di dibattersi e diede ad Arthur un’occhiata mortale.

Non aveva nessuna intenzione di venir legato alla sedia.

Si sedette di nuovo e cercò di scrollarsi di dosso la presa di James sul suo braccio, ma James la serrò.

Silente era tranquillamente rimasto seduto mentre Harry si sfogava. Non aveva nemmeno battuto ciglio quando il ragazzo aveva cercato di attaccarlo.

Si aspettava questo tipo di reazione da Harry, ma non aveva nessuna intenzione di mascherare le sue parole. Avrebbe detto ad Harry la verità sul suo così chiamato ‘padre’.

“Harry, capisco come ti devi sentire in questo momento. Potresti pensare che stiamo cercando di ingannarti e di condurti lontano dall’uomo che tu chiami padre. Ti assicuro che non stiamo cercando di imbrogliarti. Stiamo in verità cercando di portare a galla la verità. A te, ragazzo mio, è stato mentito per la maggior parte della tua vita…”

Si fermò quando vide Harry cercare di liberarsi da James e tentare di attaccarlo ancora una volta. Silente Sospirò tra se.

“Così non sta funzionando” pensò.

Il preside guardò Harry di nuovo e questa volta si sporse più vicino al ragazzo che si stava divincolando. Harry smise di lottare con James e strinse gli occhi in direzione di Silente, sfidandolo ad avvicinarsi.

Ok, Harry, non ne parleremo più, per ora. Ti prego di lasciarmi finire il mio discorso su ciò che accadrà con te.

Harry aprì la bocca per dire che non gli importava quello che Silente aveva da dire e che probabilmente non avrebbe fatto quello che gli era stato detto di fare in ogni caso. Tuttavia la ferma presa sul suo braccio si strinse non appena aprì la bocca. Harry fece una smorfia e chiuse di nuovo la bocca, non prima di aver lanciato un’occhiata a James.

“E’ stato concordato che rimarrai fuori dalla custodia del Ministero. Non ci sarà nessun processo così come non ci sarà alcun arresto”.

James lasciò andare Harry e si sedette a bocca aperta.

Harry non sarebbe andato ad Azkaban! Non sarebbe stato accusato per omicidio! Quella era probabilmente la cosa migliore che potesse succedere.

James aveva sperato infinitamente in un miracolo che avrebbe lasciato loro la custodia di Harry e che avrebbe in qualche modo mantenuto il ragazzo fuori dalla portata del Ministero. Tuttavia, nonostante tutto ciò suonasse meraviglioso, James sapeva che non era la storia completa.

“Ci dev’essere un aspetto negativo” pensò.

“Tuttavia, Harry, questo non significa che sei libero di tornare a casa. Devi rimanere sotto la mia custodia fino ai tuoi diciassette anni. Silente osservò i volti sconvolti di Harry e James.

“Come vedi questo era il mio suggerimento al Ministro. Gli ho chiesto di lasciarti sotto la mia custodia. Sarei responsabile per te.

James interruppe Silente.

“Mi dispiace, Silente, ma come puoi fare questo? Voglio dire, io e Lily siamo responsabili per Harry. Siamo i suoi genitori! Se qualcuno deve prendersi cura di Harry, dovremmo essere noi.

James stava guardando Silente come se fosse un traditore che cercava di portar via suo figlio.

“James, ragazzo mio. Questo è esattamente quello che il Ministro non ha voluto. Harry con i suoi genitori, il che potrebbe portare ad una fuga e ad un ricongiungimento con Voldemort.

“Sono ancora intenzionato ad andare a casa, sia s rimango con lei, sia con loro” sibilò Harry a Silente.

“Se non riesco a tornare a casa, allora mio padre verrà a cercarmi.

Silente gli sorrise e disse, a voce molto bassa:

“Ecco perché, Harry, verrai ad Hogwarts.”

Harry si sedette, sconvolto. Cosa stava pensando questo vecchio pazzo? Harry non poteva andare ad Hogwarts. Sapeva che era impossibile scappare da lì e che era l’unico posto dove suo padre non avrebbe mai potuto venire a salvarlo.

Comunque, non si rendeva conto del rischio che Harry avrebbe comportato?

Silente non avrebbe messo in pericolo così l’intera scuola, no?

“Silente, com’è possibile?” James suonava scioccato tanto quanto Harry.

“Beh, è possibile e il Ministro ha dato il suo consenso affinché Harry sia iscritto al sesto anno ad Hogwarts.”

Silente sorrise degli sguardi sconvolti che stava ottenendo.
“Ora vi potreste domandare perché il Ministro ha acconsentito a questo, perciò lasciatemi spiegare. Sfortunatamente non è così semplice come sembra. Ci sono delle condizioni poste contro tutto ciò. Harry rimarrà sotto la mia custodia fino al raggiungimento del diciassettesimo anno di età. Se per allora non avrà mostrato nessuna intenzione di tornare da Lord Voldemort per lavorare come Principe Oscuro, allora sarà perdonato e non vi sarà alcuna azione contro i suoi crimini. Sarà considerato come un caso di ICI, Imperio Crimini Indotto.

Se ritornerà da Lord Voldemort o mostrerà resistenza a vivere nel mondo magico come un mago rispettoso della legge allora sarà accusato di tutti gli omicidi che ha commesso e probabilmente seguirà una condanna a vita ad Azkaban. Potrebbero persino dargli il Bacio, se fosse colpevole di tutte le accuse.

Silente si fermò qui per guardare i volti da cuore spezzato di Lily e James.

“E’ mia intenzione mostrarti, Harry, l’errore del tuo giudizio, e lasciarti vedere il vero mondo magico per quello che è. So che ti sono state raccontate molte cose su di me e su quali sono le mie convinzioni. Ti sto dando la possibilità di vederle di persona.

Guardò direttamente Harry mentre parlava.

Harry lo stava osservando con uno sguardo interrogativo.

“Perché sei così deciso a mostrarmi la tua idea? Cosa ti fa pensare che ti ascolterò?”

“Perché, Harry, non sei ciò che sembri. Io posso vedere dietro la maschera che indossi. Posso vedere il vero te dentro al Principe Oscuro. Non sei cattivo, anche se vorresti che noi lo credessimo.

Harry sbuffò e fissò Silente prima di rispondere.

“Chi ha detto che sono cattivo?” Osservò le espressioni confuse tutt’intorno prima di continuare.

“Non ci sono buoni e cattivi, Silente, c’è solo il potere. Il potere è ciò a cui tutti mirano. Alla fine viene a chi è degno di averlo. Voi potreste pensare che quello che ho fatto è sbagliato. Beh, posso dire lo stesso di voi. Il vostro Ordine e il vostro Ministero cattura un uomo, non importa delle conseguenze. Non esiteranno a prenderlo a calci quando è a terra. Sono solo tanto spietati quanto qualunque Mangiamorte.”

Finì di parlare e guardò direttamente Sirius, che stava arrossendo furiosamente. Sapeva che Sirius stava ricordando il primo giorno della cattura di Harry. Come lui e Moody avevano tormentato Harry. Come Moody lo aveva brutalmente preso a calci nelle costole già rotte.

Harry sorrise tra sé. “Ben gli sta.” pensò mentre guardava l’uomo dai capelli neri torcersi a disagio sulla sua sedia.

“Harry, le parole che dici non ti appartengono. Voglio mostrarti la verità, poi potrai prendere la tua decisione.

Silente era stupito di sentire ancora le parole che gli erano state rivolte anni fa da un certo uomo dagli occhi rossi.

Harry sbuffò ancora una volta.

“La mia decisione, fammi vedere…Azkaban o arresti domiciliari, già vedo l’ovvio vincitore!” lo derise.

“Harry, sapevo che ti saresti sentito così, ma mi dispiace dire che non hai nessuna voce in capitolo. Verrai ad Hogwarts il primo settembre, come tutti gli altri bambini del mondo magico. Imparerai la verità di questa guerra.”

Silente iniziò a suonare stanco.

“E se mi rifiuto di venire con lei?” domandò Harry, conoscendo già la risposta.

“Verrai lo stesso, in un modo o nell’altro.

C’era sicuramente un tono minaccioso nella voce dell’anziano uomo.

“Bene! Ma come hai intenzione di fermare gli altri bambini dal protestare contro la mia ammissione nella loro stessa scuola? E riguardo ai loro genitori? Sicuramente nessun genitore sano di mente vorrebbe i propri figli così vicini al Principe Oscuro.

Harry era sicuro di aver messo Silente con le spalle al muro. Silente si limitò a ridere e rispose.

“Beh, non è un problema, visto che hai fatto a tutti noi un favore, nascondendoti dietro quella maschera d’argento. Nessuno ha mai visto il tuo volto, perciò non conosceranno la tua identità. Alcuni studenti che devono essere informati del tuo passato saranno incaricati di mantenere queste informazioni segrete, oppure affrontare un’espulsione.

Harry guardò il preside, completamente incredulo. Era pronto a buttare dei ragazzini fuori dalla scuola a calci, se avessero detto a qualcuno di Harry. Immaginò la faccia del suo migliore amico. Draco avrebbe probabilmente saltellato intorno all’intera scuola cantando “Harry è il Principe Oscuro”, e che “lui è l’erede del Signore Oscuro” e “il suo migliore amico”.

Scosse la testa per schiarirsi le idee.

“E se ho detto a qualcuno della mia vera identità?” chiese, pensando di non poter subire la stessa sorte degli altri studenti.

“Oh, sono sicuro che sarai in grado di mantenere un segreto. Come sono sicuro che provi lo stesso di tutti gli altri quando giungono al Bacio dei Dissennatori. Non voglio che questo sia il tuo destino, Harry, ma se non mi lasci altra scelta sarò costretto a consegnarti al Ministero, che ti sottoporrà al Bacio senza esitazione.

Silente sorrise a Harry, mentre lui gli lanciava lo sguardo più velenoso di cui fosse capace.

“Beh, questo è tutto, farò meglio ad andare. Farò in modo di inviarti la tua lista dei libri e gli altri documenti presto, così sarai completamente preparato per il tuo anno scolastico.

Silente si alzò e si diresse verso il camino.

Prima che Harry potesse dire qualcosa James si alzò in piedi e chiamò Silente.

“Albus! Aspetta, ho una domanda”

Silente si voltò per affrontare James e gli sorrise.

“Potremmo portare Harry a casa? Anche solo per un giorno o due. Sai, a Natale o qualcosa del genere…” chiese con un filo di voce.

Non poteva sopportare l’idea di non vedere Harry per tanto tempo ancora. Aveva appena avuto Harry indietro e ora suo figlio sarebbe stato portato via di nuovo.

“Naturalmente Harry può tornare a casa per Natale, se è ciò che vuole. Sono sicuro che possiate discuterne insieme a lui come una famiglia, a Hogwarts.” rispose Silente con un luccichio negli occhi.

“Che cosa intendi?” chiese un confuso James.

“Non l’ho menzionato, James? Vieni ad Hogwarts anche tu.” rispose Silente.

 

XXX

 

 

Lord Voldemort non era contento. Erano passati sette giorni da quando suo figlio era stato catturato da quel miserabile Ordine e non c’erano ancora miglioramenti nel piano per salvarlo.

Gli era stato riferito che Harry era detenuto presso il Quartier Generale dell’Ordine. Questo lo preoccupava infinitamente. Sarebbe stato facile salvare Harry se fosse stato tenuto al Ministero o perfino ad Azkaban, ma se Harry era tenuto dall’Ordine, allora era quasi impossibile riuscire ad arrivare a lui.

Voldemort pensò ad Albus Silente e sentì la rabbia bruciare dentro . Spinse lontano tutti i pensieri per il vecchio pazzo. Doveva arrivare ad Harry. Aveva bisogno di suo figlio di nuovo al suo fianco.

 

Lord Voldemort non aveva mai realizzato quanto dipendesse da Harry. Non solo per le missioni, ma anche per la sua compagnia.

Quando Harry era molto più piccolo soleva infastidire Lord Voldemort con i suoi infantili modi per richiamare l’attenzione. In quei momenti Voldemort riusciva a trattenersi a malapena dal maledire quell’ignorante bambino.

Ma ora Voldemort realizzò che in qualche modo Harry era riuscito a strisciare nel suo cuore e aveva fatto di se stesso una parte del Signore Oscuro.

Harry era diventato qualcuno di cui Lord Voldemort aveva bisogno nella sua vita.

Se il Signore Oscuro avesse mai perso Harry, ci sarebbe stato l’inferno da pagare.

 

Voldemort fu strappato ai suoi pensieri dal bussare alla porta.

Con un gesto della mano la porta si aprì per rivelare un Mangiamorte con lunghi capelli untuosi.

Il Mangiamorte si inginocchiò di fronte a Voldemort e attese il comando per potersi alzare in piedi. Lord Voldemort salutò il suo Mangiamorte ‘spia’.

“Severus, spero che tu mi abbia portato qualche utile novità riguardo mio figlio”.

Severus Piton rabbrividì involontariamente. “Maledetto Silente che mi manda qui con notizie del genere”, pensò.

Piton si tirò sul dal pavimento e cercò di trovare il coraggio per dire al suo signore la notizia.

“Ho notizie sul Principe Oscuro, mio signore” iniziò Piton.

Lord Voldemort si alzò dal suo trono e silenziosamente si avvicinò a Piton. Sovrastò il Mangiamorte, immobile.

“Che notizie mi porti, Severus?”

“Mio Signore, il Principe Oscuro sta per essere spostato in un’altra ubicazione.

Piton esitò per un secondo, maledicendo in silenzio Albus Silente.

“Mio Signore, il Principe Oscuro andrà ad Hogwarts.”

Piton chiuse gli occhi e represse le sue grida di dolore quando la maledizione Cruciatus lo invase.

Aveva sentito la Maledizione molte volte prima di allora, per mano del suo Signore, ma non era mai stata così intensa come lo era in quel momento.

“Merlino, spero che Silente sappia quello che sta facendo”, fu l’ultimo pensiero ad attraversare la mente di Piton mentre si immergeva nell’incoscienza.

 

 

 

 

   
 
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