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Autore: suni    25/08/2006    6 recensioni
Due uomini. Due storici nemici. Perché la Profezia si avveri, uno sta per morire, l’altro presto diventerà l’assassino della persona a lui più cara. Ed entrambi ne sono consapevoli.
Seduti ad tavolo, le maschere, finalmente, cadono.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton, Sirius Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Credo di avere alcune precisazioni su questa nuova storia. L’immagine mi è venuta in mente per caso mentre mi stavo addormentando, mi è piaciuta in sé e per sé, pur sembrandomi assurda. Ma poi, lavorandoci stamattina, ho pensato che non lo era poi così tanto. Tutto si chiarificherà nel primo capitolo –che poi ce ne saranno solo due, oltre questo prologo.

E’ semplicemente questo: e se… le morti di Sirius e Albus fossero entrambe volute?

E se qualcun altro collaborasse con loro per attuarle?

… ciao ciao

suni

E perfavore, commentate...

 

 

 

 

HEROES AND SACRIFICES

 

 

PROLOGUE

 

 

La porta del sotterraneo si chiuse pesantemente alle sue spalle mentre Severus avanzava nella penombra nella stanza di pietra. Il viso arcigno e pallido era concentrato, assente. La bocca sottile era arcuata da un piega amara. Con un pesante sospiro, si avviluppò un po’ più strettamente nel mantello, e con un pigro movimento della bacchetta fece più luce nella stanza, e si lascio andare, seduto alla sedia della sua scrivania scura. Stancamente, poggiò il gomito sulla superficie del legno e lasciò che la fronte aggrottata si reggesse sulla sua mano bianca.

Certo, ora Dolores Umbridge non sarebbe stata più un problema.

Per qualche tempo almeno, neanche… neanche Lucius.

E ora, finalmente, tutto il paese avrebbe dovuto accettare la realtà, il ritorno dell’Oscuro Signore; e comportarsi di conseguenza.

Potter era un passo più vicino alla vittoria, o alla caduta, in ogni caso alla soluzione di quella guerra infinita.

E la Profezia era al sicuro, per sempre.

Sì, era andata come avevano sperato che andasse. Il punto questa volta l’avevano segnato loro. E se anche Voldemort adesso si stava consolando al pensiero che almeno aveva provocato a Potter e all’Ordine un grande dolore, fiaccato le speranze del ragazzino... Beh, lui non sapeva. Non sapeva che Harry Potter doveva rimanere solo.

Il pensiero lo fece sospirare silenziosamente. Sì, solo. E presto sarebbe toccato a lui fare la sua parte. Forse tre mesi dopo, forse dieci, ma presto, troppo presto. Avrebbe ucciso, per l’ultima volta. Ma quell’omicidio gli era odioso, insopportabile. Qualcosa dentro di lui si dibatteva, divincolandosi, per ribellarsi a quel dovere mostruoso e aberrante che gli veniva imposto.

Per l’Ordine, Severus. Per la vittoria contro Voldemort. Non abbiamo scelta, Severus, anche io devo morire e ritengo non ci sia uomo più adatto di te per questo compito ingrato.

No. No, non lui, lui non lo poteva fare.

Severus… Ciò che c’è in ballo è molto più delle nostre singole, misere vite. Questo gesto cambierà le sorti della lotta. Un ultimo sforzo, non te lo chiederei se non fosse così importante.

Parlava sempre sorridendo. Merlino, quel sorriso. E sarebbe stato lui… lui, a cancellare quel sorriso.

Odiava essere l’uomo di fiducia di Silente molto più che essere quello di Voldemort.

Odiava il suo ruolo. Sempre subdolo, sempre in piedi, sempre un vile agli occhi di tutti. E adesso doveva costruire e nel secondo caso dare la morte a quei due. Ma come tirarsi indietro, sapendo quale fosse la posta in gioco…

Si riscosse, sollevando la testa. Nei suoi occhi e sul suo volto aleggiò una ferma decisione, qualcosa che gli assottigliò le labbra fece corrugare la fronte. Non era ancora tempo di pensare a questo. Se già ora si lasciava tormentare dalla propria debolezza, che sarebbe successo due giorni prima del compimento della missione?

Lui, quarantott’ore prima della propria missione, ovvero due giorni avanti la propria morte, era seduto a tavola a mangiare. Lentamente.

Ormai era quasi tutto organizzato.  Mancavano pochi dettagli. Come Potter avrebbe raggiunto Londra, era la domanda più impegnativa a cui dovessero ancora rispondere. E certo da lì a due giorni sarebbe stato chiarito.

Silente gli aveva affidato un altro compito ingrato, passare da Grimmauld Place per mettere a punto gli ultimi dettagli. Per verificare che il testacalda fosse non troppo fuori di sé, non troppo agitato, per non rischiare di compromettere la missione.

Aveva avuto una singolare sorpresa, entrando in casa.

Che strana serata…

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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