IN HIS SHOES
Ciao ragazzi! E’ la seconda fic che posto. Questa volta cambio
genere, anche se sul demenziale rimane comunque
(almeno secondo me XD).
Leggete e commentate grazie! Il secondo capitolo arriverà presto,
commentate però °.°
Cap.
1 – Un incontro elettrizzante
Cominciava
un’altra tremenda mattinata per Harry Potter, il bambino (ormai baldo giovane) sopravvissuto. Doveva stare attento ad
evitare la massa di ragazze adoranti dell’eroe della situazione che gli cascavano letteralmente fra le braccia, farsi spazio tra il
branco di Tassorosso che si erano addormentati a metà corridoio, sfuggire al
suo amico Ronald Weasley impegnato in uno scambio di lingue con Lavanda Brown,
serpeggiare tra i bambini del primo anno stando attento a non calpestarli,
correre fino alla Sala Grande per saccheggiare il retro di un quadro dove aveva
scoperto che un bambino nascondeva i suoi dolciumi, per poi girare l’angolo
diretto nella Sala Grande per affrontare l’ultimo ostacolo…
- Dormito
bene, Potteruccio? Altri incubi terrificanti
stanotte? -
Sì,
eccolo lì, avete capito benissimo. È quel sacco di merda (come lo chiamava
Ronald) del signor Malfoy, nascosto in ogni angolo del castello, ogni risvolto di muro, ogni retro di porte, sempre lì ad
aspettare che tu arrivi e pronto a tartassarti di parole velenose.
Harry
sapeva benissimo che lo avrebbe trovato lì, come d’altronde in ogni centimetro
quadrato che percorreva nella scuola, sempre lì a tenerlo d’occhio. Bastardo!
- Non
sono affari tuoi, Malfoy! – disse secco Harry…aveva
fame, cazzarola, non aveva tempo da perdere…!
-
Sentimi un po’, sfregiato! Vedi di non parlarmi più in quel
modo hai capito? D’altronde…solo soletto come sei adesso cosa vuoi che mi aspetti da te… - ghignò
guardandosi attorno, per verificare che i due trichechi di Tiger e Goyle
fossero lì ad appoggiarlo.
Harry si
stava incazzando. C’erano solo
poche porzioni di porridge, lo sapeva! Anche se la tentazione di ficcare la bacchetta su per il
sedere di Malfoy era invitante…
- Sei
così spavaldo soltanto perché ti manca il paparino,
Malfoy! Dimmi dimmi…dov’è
adesso? – sibilò Harry, sapendo già la risposta…
- Chiudi
quella fogna, Potter! Adesso che ti mancano gli
amichetti Mezzosangue e Carotina fai tanto il
gradasso, pezzo di deficiente… - si avvicinò sempre di più a Harry, col suo
ghigno malefico, lasciando indietro i trichechi.
- Prova
a ripeterlo, idiota! – Harry aveva già la mano sulla bacchetta, incurante della
gente che si era fermata per guardare la discussione, qualcuno già urlava
“rissa!” e qualche ragazza si stava sciogliendo dal guardare il suo amore
proibito per così tanto tempo…
- Lo
ripeto quanto mi pare, orfanello da quattro soldi! –
- Brutto
figlio di… -
-
AHAHAHA!! – una risatina malefica e acuta invase il corridoio, mentre dozzine
di mani si alzavano al cielo per indicare qualcosa o qualcuno che stava
svolazzando sopra gli studenti…Harry e Draco erano troppo intenti a guardarsi
in cagnesco, quando il moro si sentì strattonare ad un braccio, allontanarsi di
poco da Malfoy.
- Ma che cacchio…?? RON! Mollami! – ululava Harry,
divincolandosi dal rosso, mentre questi cercava di bisbigliargli qualcosa
all’orecchio.
- Dammi
retta Harry, oggi non è il caso, ti prego! – urlava Hermione da dietro,
facendosi spazio a manate tra gli studenti curiosi.
- E tu da dove spunti fuori?? – esclamò Ron, che cercava di
non far scappare Harry…
-
Mollami, mollami che devo ammazzarlo! – Ron non resse
al divincolamento di Harry, e barcollò all’indietro, finendo addosso a
Hermione, mentre Harry partì in quarta addosso a Malfoy, che lo guardava con il
solito sorrisino antipatico…
Fu un
lampo: Harry sentì una scossa
percorrergli tutto il corpo, vedendo un lampo di luce gialla…cadde in
ginocchio, stringendo i denti per accogliere il dolore che doveva venire
imminente, lampante…e invece non fu così.
Era
calato il silenzio in sala, e Harry alzò gli occhi: Malfoy era chinato a terra
pure lui, ancora con il piccolo alone di luce gialla, mentre tutti li guardavano scioccati. Una risatina acuta ruppe il silenzio
minatorio.
-
AHHAHAHAAAAA!! VE L’HO FATTA, VE L’HO FATTA! –
- PIX!
MALEDETTO SPORCO ANIMALE, LASCIA CHE TI PRENDA! Largo, lasciatemi passare! – ad
un tratto si fece varco tra gli studenti Argus Gazza, più trafelato che mai,
seguito a razzo da Mrs. Purr, mentre il Poltergeist con un’altra sonora risata
fuggiva via, e il guardiano lo rincorreva a perdifiato.
La
campanella delle lezioni suonò, rimandando tutti gli studenti ancora scioccati
nelle proprie aule, i più curiosi invece rimasero ad osservare i ragazzi,
ancora sconcertati.
-
Potter, se è uno dei tuoi stupidi giochetti, giuro che te la faccio
pagare! – disse Malfoy, e scortato dai due gorilla se ne andò.
Harry era lì, in piedi, come un merluzzo surgelato.
Si girò:
Ron ed Hermione erano ancora lì, a occhi sbarrati.
Che
diamine era successo?
*
- Dimmi
la verità – gli sussurrò Ron, mentre la McGrannit
circumnavigava la cattedra spiegando un difficilissimo incantesimo di
trasfigurazione – che diavoleria gli hai fatto, a quel gellato
di Malfoy? –
Harry lo
guardò con un’espressione da ebete: che poteva dirgli? Ogni cosa che uscisse dalla sua bocca in quel momento poteva essere molto,
molto pericolosa.
- Ma assolutamente niente Ron, dovresti averlo capito! – gli
rispose alla fine Harry, evitando uno sguardo furioso di Hermione che proibiva
loro di chiacchierare, dall’altra parte della classe. – Ti giuro che non ho
fatto nulla, ma se avessi potuto, gli avrei spaccato
il sedere a quel deficiente! -
Ron lo
squadrò, guardandolo fisso. – Cioè, tu mi dici che non
hai fatto assolutamente niente e quel
lampo era solo frutto dell’immaginazione collettiva? – rimase a pochissima
distanza da lui a guardarlo con occhi stretti.
- Esatto
– tagliò corto Harry, notando che la McGrannit aveva finito di circumnavigare
la cattedra e stava passando all’ispezione di ogni
singolo banco e studente, sempre parlando – ma non so, mi sono sentito strano…
-
- E se ti avesse fatto lui qualcosa? –
- Ne
dubito, non hai visto la sua espressione da pesce lesso quando la scarica ha
beccato anche lui? È preoccupato quanto me, lo scommett…
-
-
POTTER! WEASLEY! –
- Sssssììììì? –
- Cinque
punti in meno al Grifondoro! Così imparate a parlare sempre! E
Potter, cos’è questo tono di voce? –
- D’oh!
–
Harry
abbassò la testa, colto in flagrante. Ma si sentiva
turbato: non aveva mai parlato ad un professore con quel tono saccente. Che diamine stava succedendo?
Le due
ore passarono lentamente, e la campanella sembrò graziare tutti gli studenti
dalla valanga di compiti che stava dando la McGrannit,
restringendo un po’ i capitoli da studiare. Si stavano dirigendo verso i
sotterranei per un’ora di orribile agonia sotto le
grinfie di Lumacorno, tra pozioni stupide e
ammennicoli da strapazzo.
A Harry
vennero i brividi quando vide Draco prendere posto insieme a Pansy Parkinson,
il “morbo”, come la chiamava Hermione, (di Parkinson XD n.d.A.©)
e cercò di sistemarsi il più lontano possibile, ma…
- HARRY
CARO! Prendi posto qui davanti, ti prego! Oggi
mostrerò a tutti una pozione molto interessante e tu
potresti essere l’esempio per tutti! D’altronde conosciamo tutti
il tuo talento per le pozioni…orsù, cominciamo! –
Harry
sentì un nodo enorme formarsi dentro il suo stomaco, e cercò in tutti i modi di
sedersi nel secondo banco (posso benissimo dimostrarla qui!) ma non c’era nulla
da fare…Lumacorno lo strattonò per il braccio e lo
fece sedere in primo banco, e soltanto Neville si offrì di fargli compagnia,
poiché nessuno giustamente voleva stare in primo banco.
La
lezione proseguì “tranquillamente”, anche se Harry trovò particolarmente
difficile eseguire la pozione, mentre Malfoy sembrava un tantino avvantaggiato
da chissà quale spirito d’inventiva. E con grande
stupore, trovava terribilmente antipatici gli interventi di Hermione sulla
pozione di Ron, come quest’ultimo, che gli sembrava un grandissimo impedito.
Cercò di non pensarci e di concentrarsi sulla pozione…inutile!
Cercò di
mettersi le idee un po’ apposto, una volta trovatosi in sala Grande, insieme a
tutti i suoi amici e compagni di Grifondoro. Era ormai sera, regnava il casino
moderato per la gran stanchezza delle lezioni
giornaliere, ma si sentiva irritato: troppo casino, tutta questa gente…
- Io
vado a letto, ‘notte – tagliò Harry, rifugiandosi nel
dormitorio maschile.
- Ma che ha oggi? – commentarono i gemelli, che stavano
facendo una partita di scacchi magici. Ron fece spallucce e tornò a leggere il
suo Manuale del Quiddich.
Harry si
spogliò velocemente, infilandosi il pigiama, poi si sedette sul letto e fece un
gran respiro. Era stata una giornata stranissima…non si
riconosceva più…forse, pensò, gli ci voleva solo una bella dormita.
Come
diceva Hermione, la notte porta consiglio…
EHI!
.....
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