Anime & Manga > Altro - anime/manga vari
Segui la storia  |       
Autore: betacchi    12/01/2012    1 recensioni
Ciao, anima solitaria. Sei qui forse per dimenticare, almeno per un po', tutto quello che senti? Be', non ti biasimo. Lo farei anche io. Anche io preferire conoscere a fondo i problemi di altri, piuttosto che i miei. E' per questo che usiamo i diari. Perchè un diario, alla fine, è fatto per essere letto.
Non importa da chi.

I I just need somebody to love me. (Kuroshitsuji)
II Am I the best? (Soul Eater)
III It will last forever. (Host Club)
IV My story is like still water. (Bleach)
V I really love him. (Kuroshitsuji)
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Maggio 12, 1998.
Cortile Istituto Superiore Ouran.
Soleggiato.


Devo sempre fare un respiro profondo prima di iniziare a scrivere. Credo che sia il minimo. Stare in silenzio per così tanto tempo…non che mi lamenti, ma di certo, alla fine, mi toccherà sfogarmi con qualcuno. E non me la sento di dare questo compito così ingrato a chicchessia. E' meglio se tengo per me quel che penso, ma penso che scrivere mi aiuterà a capire, più o meno, cosa mi sta succedendo.
Io non voglio abbandonare Mitsukuni. Non ho alcuna voglia di farlo.
Eppure, per potergli stare vicino anche in futuro, devo per forza separarmi da lui adesso.
Dovrò abbandonare tutto e tutti, e dedicarmi pienamente allo studio. Non voglio essere un peso anche per colui che mi è sempre stato vicino.
Colui che realmente posso ritenere un amico.
Mio padre mi ha sempre detto di stargli vicino. Sin da quando eravamo bambini, eravamo costretti a stare insieme. Come adesso lo sono i nostri fratelli.
All'inizio era come un peso per me. Ripensandoci ora, forse lo era anche per lui.
Ci siamo conosciuti quando avevamo 4 anni, quando tutti e due eravamo ormai in grado di parlare e di camminare normalmente.
Non so perchè adesso sto scrivendo queste cose; è come una necessità che non posso fare a meno di reprimere. Era una fredde giornata d'inverno. Il Sole splendeva nel grigio cielo di dicembre, ma tirava comunque un forte vento. Mia madre mi svegliò alle 7, e disse che dovevamo incontrarci con un vecchio amico di mio padre. Disse che dovevo mettermi il vestito buono, quello che mi aveva regalato la nonna. Non capivo perché era necessario: glielo chiesi, e lei mi rispose dicendomi parole che a quel tempo non capii appieno. Non me le ricordo con esattezza, ma credo fosse qualcosa sull'educazione di un bravo signorino.
Insomma, uscimmo di casa, e il freddo vento mi assalii, stravolgendo il mio facchino da bimbo di quattro anni. Non ricordo se mai mi fosse piaciuto il vento; posso dire per certo che adesso lo odio. be', forse non lo odio, non si merita un sentimento così, il vento.
Comunque, ci stavamo dirigendo verso una casa. Non era come la nostra; quella di Mitsukuni è sempre stata più occidentale. Arrivati, mio padre salutò il padre di Mitukuni con grandi riverenze, come adesso farei io con suo figlio, oltre che con lui. Mia madre, dopo aver salutato quella di Mitsukini, mi spinse verso la sua stanza. Lui se ne stava tranquillo a sonnecchiare sul suo lettino, senza nemmeno rendersi conto della mia presenza. La stanza era piena di giochi strani, troppo "carini" per i miei gusti di allora. Con il tempo, imparai ad apprezzarli, così come faceva Mitsukini, ma all'epoca li odiavo. Non capivo perché lui che era un maschio doveva giocare con cosa da femmina. C'era i pupazzi dei conigli che tanto gli piacciono sparsi dappertutto, e di qua e di la briciole di biscotti.
- Fate amicizia, mi raccomando! - mi ricordo solo quelle parole, le uniche che sentii pronunciare dalla mar di Mitsukuni, che morì pochi mesi dopo a causa di una malattia al cuore. Fu quell'evento che mi fece cambiare idea su di lui. Mi resi conto che non l'avevo giudicato correttamente. La madre era morta poco dopo aver partorito il fratello di Mitsukuni, e lui, a soli 5 anni, aveva già deciso di farsi carico di tutto e di tutti. Non riuscivo a capacitarmi di una cosa del genere, eppure, stava davvero facendo il massimo per un bambino che a sua volta aveva bisogno di cure ed attenzioni. Forse è per questo che adesso è così. Non che me ne vergogni. Per me, lui è perfetto così com'è. Ma….mi chiedo se con la scusa del Host Club Mitsukuni non stia rivivendo i suoi anni d'infanzia persi. Se così fosse, o anche se davvero gli piacesse comportarsi così anche a 18 anni, va bene. Io lo posso solo appoggiare in questa sua decisione.
E' questo il mio compito. Il compito che mi sono dato quando sua madre è morta.
Io sarò il suo migliore amico. Lo appoggerò in tutto, lo difenderò, sarò la sua ombra, e l'aiuterò a vedere i suoi sogni realizzarsi.
Ed è per questo che lo abbandonerò, per ora. Penso che lui se ne sia reso conto prima di me.
Ma prima, c'è una cosa che voglio fare. Devo riuscire a sconfiggerlo, prima della nostra separazione definitiva. Siamo sempre stati rivali sul piano dello sport; a nessuno dei due piace perdere, d'altronde.
Ebbene, ti sconfiggerò, Mitsukuni. E poi, come sempre, ti porterò in spalla a mangiare la tua torta preferita, quella alle fragole.
Forse, verranno anche Haruhi e gli altri del Club. No, sicuro verranno anche loro.
Forse, sarà la nostra torta di addio quella che mangeremo tutti insieme.
Si, è giunta la fine. L'Host Club è morto o sta morendo, comunque. Non credo che Tamaki continuerà senza di noi. Non lo farebbe mai, si è troppo affezionato alla formazione iniziale.
La presenza di Haruhi ha reso la nostra vita più movimentata, ma, alla fine, nulla è cambiato.
Siamo sempre noi, Mitsukuni.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Altro - anime/manga vari / Vai alla pagina dell'autore: betacchi