Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover
Segui la storia  |       
Autore: echelon1985    23/01/2012    5 recensioni
La vita in una piccola città é fatta così, come essere sotto un grosso microscopio
Era esattamente così che si sentiva David, sotto un microscopio, quando quella mattina era uscito
dalla sua nuova casa ancora piena di scatololi per andare nella sua nuova scuola.
Poteva sentire gli sguardi delle persone addosso anche se aveva camminato
a testa bassa praticamente tutto il tempo, prestando ben poca attenzione a
quello che gli succedeva intorno, estraniato dalla musica delle cuffiette nelle orecchie.
Qualcuno lo aveva perfino fermato, chiedendogli se fosse 'il ragazzo nuovo'.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: My Chemical Romance, Simple Plan, The Used
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Yes sono tornata! Scusatemi per l'attesa ma l'università
mi sta uccidendo senza pietà.
Tra pochi giorni posterò anche il capitolo finale della
"Bandits", come vedete non vi ho abbandonati!









Knowing David








David si era dato un'occhiata nervosa allo specchio, osservando critico
il suo abbigliamento ed i suoi capelli.
Quella mattina come spesso succedeva aveva optato per il total black ed
indossava una camicia nera con le maniche corte ed i suoi inseparabili
pantaloni dello stesso colore, estremamente stretti.
A completare il tutto aveva messo alle braccia i soliti due polsini di una
delle sue band preferite, ed aveva allacciato i suoi anfibi.
I capelli erano apposto, col ciuffo lucido che si posava leggermente
sulla fronte coprendogli perfino gli occhi, di tanto in tanto.
Aveva dato un'ultima controllata all'eyeliner ed aveva assentito alla
sua immagine allo specchio, si.. poteva andare.
David era uno di quei ragazzi che prestavano una discreta attenzione
alla propria immagine, gli piaceva cambiare taglio e colore di capelli, gli
piaceva sperimentare cose nuove, cerchiare i suoi occhi o colorare le
sue unghia di nero.
Ma quella mattina era tutto più accentuato, e lui si sentiva diverso.
Aveva cercato di non pensarci ed era sceso di sotto per mangiare la
sua colazione, che consisteva in una tazza di cereali ed un french
toast, poi aveva indossato una felpa, recuperato velocemente il suo
zaino ed era uscito in strada.
L'aria fredda l'aveva fatto rabbrividire per un attimo, così aveva alzato
il cappuccio ed aveva tirato la zip della felpa fin su in alto.
A Montreal dov'era nato quello non sarebbe stato nemmeno considerato
vero freddo, ma non ci viveva più da tanto tempo, e nell'ultimo posto
dove aveva abitato le temperature non scendevano mai così tanto, quindi
era come se avesse perso l'abitudine.
In ogni caso il freddo lo metteva di buon umore, gli ricordava la sua infanzia
così tanto che gli sembrava quasi che avesse un odore specifico.
Aveva camminato piano per strada, godendosi la sensazione del vento
sul viso che faceva muovere a destra e sinistra il ciuffo di capelli che
gli spuntava dal cappuccio.




Anche quella mattina era arrivato prima di tutti gli altri a scuola, anche se
stavolta con nessuna intenzione di evitare le persone, era soltanto che
oramai i suoi orari erano settati in quel modo.
Aveva attraversato i corridoi completamente vuoti ed aveva salito le
scale fino a raggiungere la classe dove ci sarebbe stata la prima lezione
della giornata.
Era stato così sopreso di trovare già Quinn in aula che per un attimo
era semplicemente rimasto in piedi sulla porta, attirando l'attenzione
dell'altro su di sé.
Quinn gli aveva rivolto un saluto col capo ma non aveva detto una
parola, nessun sorriso gentile - non sembrava il solito lui -
David non sapeva esattamente come comportarsi, ma aveva pensato
che il biondino era la prima persona da tanto tempo che gli aveva
davvero fatto rimpiangere l'amicizia di qualcuno, quindi era entrato, ed
aveva preso discretamente posto accanto a lui.
Il moretto l'aveva guardato per un attimo, indeciso se dire qualcosa
oppure no, riflettendo su quanto in certi casi la solitudine fosse di
sicuro la soluzione più facile.

Nessuna preoccupazione sul se dire qualcosa, e su quale fosse la
cosa giusta da dire, nessuna reazione altrui di cui preoccuparsi.
- Più semplice - ma sicuramente non così bello.
Per fortuna Quinn l'aveva tolto dall'impiccio parlando per primo, il suo
solito tono gentile anche se decisamente privo di allegria.


"Mi spiace aver rubato il tuo posto in cui nasconderti"


David era rimasto meravigliato della scelta di parole dell'altro, era come
se quel ragazzo l'avesse inquadrato in maniera precisa anche se lui gli
aveva a malapena parlato da quando si erano conosciuti.
Si chiedeva se fosse sempre così intuitivo con tutti, ed era quasi sicuro
che la risposta a quella domanda fosse si.
Aveva posato gli occhi su di lui senza sapere bene cosa replicare.
Le persone come Quinn - sempre così gentili e sorridenti - hanno lo
svantaggio di essere trasparenti, si capisce a distanza di chilomentri
che qualcosa non va - perché gli si legge sul viso -
Per la prima volta da tanto tempo si trovava nella posizione di essere
lui ad aprire un discorso, e si dava dello stupido da solo per quanto
si sentisse nervoso.


"Stai.. stai bene?"


Quinn aveva posato i suoi occhi sull'altro incuriosito - ma più che altro sorpreso - da
quella domanda inaspettata, e sulle prime non era riuscito a rispondere.
E David aveva scambiato quel silenzio per un no.
- D'altronde cosa si aspettava? -
Dopo aver declinato ogni minimo tentativo di conoscenza da parte del biondino non
era poi così strano che non volesse confidarsi con lui.


"Ok scusa, non volevo essere invadente"
"No é solo che.. sono un pò meravigliato. E' la prima volta che mi rivolgi
 la parola di tua spontanea volontà"
"Già.. non sono molto bravo a fare amicizia.."
"Questo é un modo di vedere la cosa.."
"Che vuoi dire?"
"Beh non so se tu sia bravo o meno, ma non credo sia stato quello
 il problema. Tu non volevi fare amicizia"


Ancora una volta l'altro ragazzo sembrava aver letto nella sua mente.
Non aveva scambiato il suo atteggiamento per timidezza o presunzione,
l'aveva solo visto per quello che davvero era.
E non c'era motivo di inventarsi scuse, così si era semplicemente limitato
ad assentire col capo per confermare.
A differenza di Quinn che sembrava aver capito tutto di lui David non
sapeva bene come agire.
Al posto dell'altro sarebbe stato diffidente nei suoi confronti, per via di
quell'improvviso cambio di rotta, ma non riusciva a decifrare se il biondino
in realtà lo fosse oppure no.
Quinn l'aveva guardato per un attimo ed aveva fatto un mezzo sorriso.


"Beh apprezzo l'onestà.."
"Se vuoi ti lascio solo.."
"No, non c'é bisogno"


Il moretto aveva assentito col capo ma non aveva fatto altre domande.
Era chiaro che Quinn non aveva intenzione di parlare di qualsiasi cosa
lo preoccupasse con lui, e di certo non poteva biasimarlo.
Erano entrambi rimasti in silenzio finché la classe non aveva cominciato
a riepirsi.
Per la prima volta in vita sua David non era riuscito a prestare nessuna
attenzione alle lezioni quel giorno, aveva solo guardato il biondino di
continuo tutto il tempo chiedendosi cosa gli passasse per la testa, e
pensando che era brutto non vederlo sorridere.
Quella era una cosa decisamente nuova per il moretto, non c'era mai
stato spazio per domandarsi cosa la gente pensasse, cosa provasse,
era una strada pericolosa che portava ad attaccarsi, e David non poteva
permetterselo.

Almeno fino a quel momento, ma adesso Quinn non era interessato a
parlare e il moretto si chiedeva se non si fosse già bruciato tutti
i ponti con lui.
Le nozioni di economia, storia e letteratura si erano tutte confuse in un
unico ammasso di informazioni senza senso finché la campanella della
pausa pranzo non era suonata.
Era rimasto fermo mentre tutti gli altri si affrettavano ad uscire dall'aula,
pensava che come sempre l'altro se ne sarebbe andato invece non si
era mosso nemmeno lui.
David aveva deciso di fare un altro tentativo, e gli aveva chiesto di nuovo
se stesse bene.
Il biondino si era voltato verso di lui e gli aveva piantato i suoi occhi
sul viso.


"Prima di parlarti devo sapere una cosa"
"Quale?"
"Hai cambiato idea? Cioè questo é un episodio isolato o adesso vuoi
 fare amicizia?"
"Io.. mi piacerebbe.. si"

Per un attimo Quinn aveva sorriso come al solito, e David si era ritrovato
a ricambiare senza neanche rendersene conto.


"Così é qui che ti nascondi per non mangiare insieme agli altri?"
"Qualche volta.."
"Perché pensi che io non stia bene? E' la seconda volta che me lo chiedi oggi"
"Oggi non sorridi, di solito lo fai"

Il moretto si era sentito un pò stupido a dirlo, ma l'altro aveva assentito
col capo come per confermare che fosse così.


"Ho solo litigato con Bert"
"Non so chi sia Bert.."
"Giusto, hai ragione. Lui é il mio ragazzo"
"Oh"
"Già io sono gay.. se questo é un problema dimmelo subito"
"No no, non é un problema"
"Sei sicuro? Un sacco di gente si stranisce quando lo scopre"
"Sicuro. Lo sono anch'io. E' una cosa seria? Il litigio voglio dire.."
"No, non é mai una cosa seria con lui, mi fa solo innervosire delle volte"
"Per questo mangi qui e non in mensa come al solito?"
"Già.. voglio punirlo un pò.."


David aveva ridacchiato a quell'affermazione, alla vocetta dispettosa
che aveva usato per dirlo.
Quinn sembrava aver riaquistato il suo solito buon umore ed il moretto
si era tranquillizzato del fatto che sembrasse così amichevole.


"Da quanto tempo state insieme?"
"Oh da sempre.. cioé stiamo veramente insieme solo da un paio
 d'anni ma é sempre stato il mio miglior amico, quindi é come se
 stessimo insieme da sempre. Ok, adesso é il mio turno di fare
 domande"
"Ok"
"Girano un sacco di voci su di te lo sai?"
"Già.. succede sempre così quando arrivo in un posto nuovo, ci
 sono abituato"
"Lo dici come se succedesse spesso"
"E' così"
"Cioé? Quante volte hai cambiato casa?"
"Ho perso il conto. Penso di non aver mai fatto due semestri di
 fila nella stessa scuola"
"Cazzo. E' perché tuo padre é un militare, come dicono?"
"In parte, non é mio padre ma é il compagno di mia madre, e si,
 é un militare"
"Oh dev'essere uno schifo. Lo odi?"
"Cosa? No, perché dovrei odiarlo?"
"Beh non é tuo padre"
"No, Rhys é una brava persona e i miei si sono separati quand'ero
 molto piccolo, mi ha praticamente cresciuto come se fossi suo figlio"
"E tuo padre lo vedi spesso?"
"No, mio padre é morto"


Quella frase aveva ammutolito Quinn all'istante.
Aveva posato gli occhi sul moretto senza dire una parola, pensando
soltanto che cazzo, ne aveva passate di cose brutte, nessuna meraviglia
che non volesse legarsi alle persone che lo circondavano.

Aveva provato un insano bisogno di abbracciarlo, ma non sapeva come
l'altro l'avrebbe presa dato che si conoscevano a malapena quindi si
era trattenuto, dicendogli che gli dispiaceva aver tirato fuori l'argomento.
David aveva sorriso - si un sorriso di quelli veri - e l'ombra di tristezza
sul suo viso era sparita così come era arrivata.
Quel ragazzo era così complesso, Quinn lo percepiva, e anche se sul
suo viso si leggeva poco i suoi occhi parlavano molto
, forse era per
questa ragione che non guardava le persone in viso, per non scoprirsi.


"E' per via del fatto che cambi sempre casa che non volevi fare
 amicizia, giusto?"
"Non é bello dover dire addio ogni volta che te ne devi andare.."
"Posso chiederti cos'é cambiato?"
"Sembra che questa volta ci fermeremo"
"Per sempre?"
"Credo di si"
"Bhe allora benvenuto tra noi"


Ed era una frase così semplice che David non aveva saputo
spiegarsi quel calore che aveva sentito all'altezza dello stomaco.
Aveva solo sorriso ancora, e Quinn aveva deciso che gli piaceva
quell'increspatura delle labbra sul suo viso.
Era come veder sorridere un bambino - si decisamente gli piaceva -





Il mattino successivo David si era svegliato col sorriso sulle labbra.
Si era fatto una doccia veloce e si era dato una sistemata ai capelli
prima di scendere di sotto e fare colazione.
Sua madre era piacevolmente sorpresa di vederlo così contento, non
che David fosse un ragazzino triste, era per natura allegro ed entusiasta.
Ma quella mattina era diverso, sembrava finalmente tranquillo, e per
un attimo gli era sembrato di vedere il bambino che correva nel cortile
di casa, saltando nelle pozzanghere e bagnandosi di neve.
Si era offerta di preparargli la sua colazione preferita mentre gli chiedeva
come fosse andata la sua giornata il giorno precedente.
David le aveva sorriso, mentre riempiva un bicchiere col succo d'ananas
che gli piaceva tanto.

"Credo di essermi fatto un amico"
"Credi?"
"Beh penso che ci vorrà più di un solo giorno"
"E' un buon inizio"
"Già.."
"Questo amico ha un nome?"
"Quinn"


Era proprio a Quinn che pensava mentre faceva a piedi il tragitto che
da casa lo portava a scuola, e non poteva farne a meno, ma man
mano che si avvicinava all'edificio si sentiva sempre più nervoso.
Era completamente fuori dalla sua zona di sicurezza, e dopo tanto
tempo passato ad evitare contatti non si sentiva esattamente bravo
a trattare con le persone.
Quinn era gentile si, amichevole, ma questo non significava
necessariamente che sarebbero diventati grandi amici.
La chiacchierata del giorno prima era stata un episodio, ma adesso
non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi.
Era spaventato, e si era un pò odiato per quello, ma una volta
arrivato a scuola aveva semplicemente fatto in giro del cortile ed
aveva preso le scale per raggiungere la classe come faceva ogni
mattina, da solo.




Il biondino era arrivato praticamente nello stesso momento in cui
la campanella aveva suonato l'inizio delle lezioni, dando un'occhiata
confusa al moretto senza avere la possibilità di dire nulla.
Le prime due ore erano trascorse tra formule e disegni di geometria,
ed onestamente David aveva mai avuto tanta difficoltà a concentrarsi
come in quel momento.
Guardava soltanto Quinn di tanto in tanto, mentre il biondino era
occupato a fissare il suo quaderno e a mordicchiare il tappo della penna
con la quale stava scrivendo.
Adesso si sentiva un po' stupido ad essersi comportato in quel modo quella
mattina, ad essersi rinchiuso in classe da solo come sempre.
Di sicuro Quinn aveva pensato che avesse cambiato idea, che non volesse
più fare amicizia.
David aveva deciso che spettava solo a lui fare un passo per fargli capire che
non era così, ma non era così facile come sembrava.


Tutti credono che sia facile rapportarsi alle altre persone, semplicemente
avvicinarsi ed iniziare una conversazione, dire qualcosa.
Ma la verità é che quando sei stato da solo per così tanto tempo, sentendoti
solo in mezzo a tanta gente, fai fatica a scrollarti quel sentimento di dosso.

Non aveva avuto il coraggio di avvicinarsi al biondino, ma quando avevano
cambiato aula per l'ora di economia si erano trovati di nuovo seduti in banchi
vicini, e David l'aveva salutato scuotendo leggermente una mano e sforzandosi
di produrre almeno un sorriso che potesse essere considerato tale.
Quinn l'aveva guardato incuriosito ed aveva ricambiato il saluto, ma l'arrivo
del professore non gli aveva permesso di scambiare nessuna parola.
In quel momento David si era quasi pentito di quella sua abitudine di sedersi
sempre al primo banco.
Ammesso poi che l'altro volesse parlare con lui, il moretto onestamente non
ne era sicuro.


Le lezioni si erano trascinate pigre e prive di particolare interesse, e quando
la campanella era suonata per informarli che era ora di pranzo a David sembrava
che fossero passate cento ore e non soltanto cinque.
La classe si era svuotata velocemente come succedeva sempre, con i ragazzi
che si salutavano nei corridoi, che incontravano i loro amici per mangiare insieme.
Il moretto era rimasto seduto al suo posto, tanto non aveva nessun posto dove
andare
, e mangiare il suo sandwich lí o altrove non faceva davvero differenza per lui.
Quinn aveva raccolto le sue cose con calma sistemandole nel suo zaino, poi si era
alzato posandoselo su una sola spalla.
David aveva pensato che se ne sarebbe andato, invece si era messo in piedi davanti
al suo banco.


"Non ti ho visto stamattina in cortile"
"Io ero.. sono venuto qui"
"Si me ne sono accorto"


David aveva fatto un mezzo sorrisino per il modo in cui l'aveva detto, sentendosi
ancora più stupido di quanto si fosse sentito fino ad allora.
Era sicuro che Quinn avesse scambiato il suo comportamento per distacco, che
avesse semplicemente pensato che intendeva restare da solo come era stato fin dall'inizio, ma
poi il biondino aveva parlato ancora, e lui aveva capito che non era così.



"Mi sa che le vecchie abitudini sono dure a morire mh?"
"Si, credo di si"

Quinn gli aveva sorriso come faceva sempre, e in quel momento David gli era
stato così incredibilmente grato per aver capito
, per non averglielo fatto pesare.


"Ti va di mangiare con me?"


Il moretto aveva giá deciso di annuire quando l'altro aveva aggiunto 'insieme
ai miei amici' ed il movimento era rimasto esattamente dov'era, nella sua testa.
Quinn andava bene, era gentile e non lo faceva sentire uno strambo, ma gli altri?
David non era sicuro di essere pronto per quello.
Il biondino l'aveva guardato, ed ancora una volta era sembrato che gli avesse
letto nel pensiero.


"Sono simpatici vedrai, non devi preoccuparti"
"Quanti.. quanti sono?"


Quinn aveva sorriso ancora, un po' divertito dal modo eccessivamente spaventato
col quale la domanda dell'altro era venuta fuori.


"Non siamo molti. C'é Bert, e tre amici"
"Sei sicuro che sia okay per loro?"
"Certo che si, ogni mio amico é anche amico loro"


David aveva annuito col capo, troppo sorpreso dal fatto che Quinn l'avesse
appena definito un suo amico per riuscire a formulare una vera e propria frase.

Si erano incamminati per le scale senza fretta, raggiungendo la mensa quando la
maggioranza dei ragazzi era già seduta intorno ai tavoli rettangari con i loro vassoi
di plastica blu davanti a loro.
Anche gli amici di Quinn erano già seduti e chiacchieravano tra loro e mentre si
avvicinavano David aveva pensato per un attimo che non era stata una buona idea.
Aveva osservato il biondino poggiare le mani sulle spalle di uno dei ragazzi, che si era
voltato a guardarlo ed in un secondo anche gli altri avevano alzato il capo ed avevano
salutato Quinn, notando lui appena un attimo dopo.


"Hey lui é David, l'ho invitato a mangiare con noi"


Bert era stato il primo a salutarlo, sorridendogli e muovendo la mano come per fare ciao.
David aveva capito che era lui perché Quinn teneva le sue dita incastrate tra quelle dell'altro ragazzo.
Aveva fatto scorrere lo sguardo sul viso di quei ragazzi che gli sorridevano gentili
e gli dicevano di sedersi, e si era rilassato un pochino.
Al tavolo c'erano solo tre ragazzi e non quattro come Quinn aveva detto, ma
nessuno sembrava farvi particolarmente caso quindi non aveva detto nulla.
Gli amici del biondino davano uno strano colpo d'occhio, perché onestamente
non avrebbero potuto essere più diversi tra loro di così.


Bert aveva un'aria particolare, un po' rozza. Ed aveva due  grandi occhi blu che
sembrano quasi folli ed uno strano sorriso obliquo, ma quando guardava Quinn la
sua espressione cambiava completamente assumendo una dolcezza incredibile.
Poi c'era Gerard, capelli neri e scompigliati, anche se non quanto Bert, ed uno sguardo
onesto e un po' sfuggente.
Ma non come se avesse qualcosa da nascondere, più che altro come se stesse
processando mille idee contemporaneamente e si perdesse nel suo mondo di tanto in tanto.
Infine Frank, che era quello che aveva attirato per primo la sua attenzione.
Era addirittura più basso di lui, ed aveva uno strano taglio di capelli, di due colori
diversi, e gli occhi grandi e colorati tutto intorno di rosso.
Aveva un piccolo piercing a cerchietto sul labbro inferiore, ma non al centro come il
suo, che attirava inevitabilmente l'attenzione sulla sua bocca, e quando sorrideva lo
faceva in modo così aperto e onesto che sembrava di guardare un bambino.



Avevano iniziato a mangiare da qualche minuto, e David si era progressivamente
rilassato intorno a quelle persone nuove.
Gli avevano fatto qualche domanda per conoscerlo meglio, ma nessun terzo
grado come succedeva di solito, e da subito l'avevano incluso in ogni
conversazione, scherzando e colmando le sue lacune con degli aneddoti
quando parlavano di qualcosa che David non poteva sapere.
Il moretto continuava a sentitsi in imbarazzo di tanto in tanto, ma semplicemente
quando Bert e Quinn si scambiavano qualche effusione, o quando Gerard e Frank si
guardavano e sorridevano per dei minuti come se fossero le uniche due persone sulla terra.
Ma era solo perché si sentiva un po' il terzo in comodo, o il quinto in comodo, in
quel caso.


La sua tranquillità era decisamente vacillata quando un'altra persona li aveva
raggiunti, blaterando qualcosa su quanto fosse stupida e noiosa la storia
finché non aveva posato gli occhi su David ed aveva smesso di botto di parlare.
Quinn aveva interrotto tempestivamente il momento di silenzio facendo le presentazioni, ed
il moretto aveva mormorato un 'ciao' prima di tornare a concentrarsi sul suo pranzo.
Era il ragazzo che l'aveva travolto il primo giorno di scuola.





Pierre era arrivato in mensa più in ritardo del suo solito, perché quella noiosa
e frustrata donna di mezza età che corrispondeva al nome di miss. Smith
aveva deciso di trattenerlo dopo la lezione, propinandogli la solita ramanzina
per il fatto che fosse distratto.
Ma cazzo, era storia, nessuno sano di mente avrebbe prestato attenzione.
Aveva raggiunto i suoi amici imprecando ad alta voce su quanto odiasse
la storia e su quanto odiasse miss. Smith, e poi i suoi occhi si erano posati
su quell'apparizione seduta al suo solito tavolo
, e la sua capacitá - normalmente
estremamente sviluppata - di parlare si era persa nella sorpresa di quell'incontro.
Per un momento era semplicemente rimasto impalato come un idiota a guardare
il moretto, e probabilmente doveva sembrare piuttosto inquietante a fissarlo in
quel modo.
Ma fanculo, lui era lí ed era bellissimo e non c'era proprio niente che potesse
fare per evitarlo.
Per fortuna Quinn l'aveva salvato dalla sua dose giornaliera di idiozia, costringendolo
a sedersi e presentandogli il moretto come se non fosse minimamente a
conoscenza della sua ossessione per lui.
E davvero, Pierre era quasi sicuro di amare il biondino in quel momento, l'avrebbe baciato
se non fosse stato sicuro che Bert l'avrebbe infilzato con la forchetta che stava usando per mangiare.
David comunque non gli aveva rivolto più di un misero ciao ed aveva ricominciato a mangiare.
Aveva pensato che fosse in imbarazzo dato che non conosceva nessuno
di loro apparte Quinn, ma i sorrisi che dispensava agli altri ogni volta che
gli parlavano gli aveva fatto capire che non era così, che era lui il
problema evidentemente.

Pierre era rimasto silenzioso e vagamente confuso per tutto il tempo, finché la campanella
non era suonata informandolo che la sua giornata non avrebbe cessato di essere
uno schifo dato che l'aspettavano altre due ore di lezione.
In quel momento l'idea di essere infilzato a morte da Bert con una forchetta
non gli era sembrata poi una così brutta idea dopo tutto.




David aveva accolto il suono della campanella con un sospiro di sollievo.
Era stato bene, e gli amici di Quinn erano stati gentili ed amichevoli, l'avevano
trattato come se lo conoscessero da sempre senza farlo sentire l'ultimo arrivato.
Ma quel ragazzo, Pierre, non gli aveva tolto gli occhi di dosso un solo momento,
toccando a malapena quello che aveva nel piatto.
E quello, insieme al fatto che già un paio di volte prima di quel giorno avesse
tentato di parlargli e David avesse rifiutato in entrambi i casi lo faceva sentire
strano, in soggezione.
Era vero che aveva riservato lo stesso trattamento a Quinn all'inizio, e molte
più volte ad essere onesti, ma con quel ragazzo era diverso.
In qualche modo era diverso.



Pierre era rimasto seduto in mensa senza dare l'impressione di volersi
muovere anche se la campanella era suonata.
E mentre Bert, Quinn e David lasciavano la stanza per tornare alle loro
aule Frank e Gerard che erano già in piedi si erano scambiati uno dei
loro soliti sguardi
, e si erano seduti nuovamente accanto all'amico.
Avevano dovuto agitare le loro mani direttamente davanti al suo
viso perché si accorgesse della loro presenza.


"Tutto ok?"
"Sono invisibile secondo voi?"
"Vuoi trasformare questa cosa in un discorso?"
"Parlava e sorrideva a tutti tranne che a me"


Gerard aveva interrotto all'istante la battuta che Frank stava dicendo
su quanto quel ragazzino avesse trasformato Pierre in una drama queen
senza neanche la necessità di sentirla tutta, ed ignorando lo sguardo
falsamente offeso del più piccolo aveva riportato la sua attenzione sull'altro.


"Forse perché sei rimasto impalato come un salame quando
 l'hai visto?"
"Ma non mi aspettavo di trovarlo qui"
"Non é che la sorpresa ti sia passata dato che hai trascorso l'intero
 pranzo a fissarlo"
"Penso di stargli antipatico"
"Non ti conosce neanche"
"Quindi?"
"Quindi se tu ti comportassi un pò meno da stalker e un pò più
 da amico forse si aprirebbe più facilmente"


Gerard si era complimentato con Frank per il tatto di quell'affermazione
ma aveva confermato quella cosa, proponendo di invitare David ad
uscire con loro quella sera, pensando che magari una situazione più
informale l'avrebbe reso più tranquillo.
Mentre Pierre assentiva e correva via già in ritardo per la lezione
Gerard stava già inviando un messaggio a Quinn per avvisarlo.
Lui e Frank avevano deciso di saltare la lezione successiva ed avevano
cercato un angolino libero della palestra dove potessero stendersi e
ammazzare il tempo, abbastanza riparati da poter concedersi una
sigaretta senza venire beccati.
Alla fine avevano optato per la scala antincendio, e si erano seduti
l'uno accanto all'altro passandosi l'accendino.
Nessuno dei due aveva particolare voglia di parlare, si erano semplicemente
goduti quel momento di relax l'uno accanto all'altro.
Gerard aveva ripercorso il pranzo nella sua testa, non poteva evitarlo,
Pierre sembrava fin troppo preso da quel ragazzino quasi sconosciuto
perché lui non si preoccupasse.
David gli piaceva, aveva deciso.
Dava l'impressione di non concedere il cento per cento di sé, come se
aprisse la porta ma soltanto quanto bastava per sbirciarci attraverso
senza spalancarla del tutto.
Era una cosa che capiva, perché anche lui era così.
Un pò perso in quel suo mondo e sempre teso a proteggerlo perché
era il suo posto per scappare via dalle cose.
Per fortuna era stato abbastanza fortunato da trovare persone dalle
quali quel suo mondo non doveva essere protetto.
Sicuramente non doveva proteggerlo da Frank, che sembrava avere
la capacità di spalancare completamente quella porta senza neanche
doverci pensare.
Ma quello era Frank, con Frank era diverso.
David glielo ricordava in qualche modo, Gerard non sapeva ancora
esattamente come, ma glielo ricordava.




Quinn aveva sentito il cellulare vibrare nella tasca dei jeans e l'aveva
tirato fuori cercando di non farsi beccare dal professore.
Aveva aperto la letterina lampeggiante sullo schermo col nome di
Gerard sotto e l'aveva letta in fretta, riponendo il telefono di nuovo
nella tasca.
Aveva pensato di scrivere un bigliettino a David e passarglielo ma
poi aveva deciso che era meglio chiedergli di persona di unirsi a
loro quella sera, ed aveva optato per aspettare.
Non sapeva ancora esattamente come agire col moretto, aveva
come l'impressione che dovesse muoversi a piccoli passi per non
rischiare che si chiudesse ancora una volta.

Le ultime due ore erano sembrate ancora più interminabili delle
precedenti, come sempre quando si avvicinava la fine della giornata.
Quando la campanella era suonata aveva sorriso, perché quel suono
gli sembrava sempre il suono più bello che avesse mai sentito.
L'aula si era svuotata alla velocità della luce come sempre, i ragazzi
filavano via come se ci fosse un allarme incendio alla fine delle
lezioni, era quasi divertente da vedere.


Il moretto invece sembrava sempre non avere nessuna fretta di
lasciare quel posto, e Quinn non aveva problemi a restare qualche
altro minuto.
L'aveva guardato sistemare le sue cose con ordine e rimetterle
apposto e si era chiesto se tutta quella meticolosità non fosse dovuta
al fatto che vivesse con un militare.
Si era voltato verso Quinn quando aveva terminato, passandosi una
mano tra i capelli in un gesto che gli era sembrato un pò nervoso.
David l'aveva anticipato prima che potesse parlare.


"Quinn? Grazie.. sai.. per avermi invitato oggi"
"Nessun problema, anzi, perché non vieni con noi stasera?"
"Che succede stasera?"
"Niente di che, usciamo solo a farci un giro"
"Non.. non c'é bisogno che tu lo faccia.. non devi invitarmi per
 forza"
"David gli amici fanno così, escono insieme, no?"
"Credo di si, di sicuro sei più esperto di me sull'argomento"

Quinn aveva ridacchiato alla sua battuta e David si era nuovamente
rilassato, gli risultava sempre più facile quando stava intorno al
biondino.

"Dovresti chiedere ai tuoi amici prima"
"Sono stati loro a proporlo"
"Oh"

Quinn gli aveva sorriso scuotendo la testa leggermente divertito.
Per essere un ragazzino di sedici anni David si faceva un sacco
di problemi, ma non poteva biasimarlo onestamente.
Non riusciva nemmeno a immaginarsi come doveva essere non
avere la possibilità di farsi nemmeno un'amicizia.

"Dammi il tuo cellulare"

Il moretto aveva fatto come gli diceva passandoglielo un pò confuso
sul cosa dovesse farne, osservando poi Quinn memorizzare il proprio
numero in rubrica e ripassandoglielo subito dopo.

"Ti mando un messaggio con il posto e l'ora"

David aveva annuito senza dire nulla e gli aveva sorriso.
Quinn aveva pensato che doveva trovare il modo di farlo sorridere
più spesso.












Grazie per le recensioni girls!



Friem: Si, David é un pò un fantasma, ma non gli si può proprio dare
torto visto la situazione.
Avevi ragione, ha voglia di fare amicizia con Quinn, e si, a quanto
pare sta un pò snobbando il povero Pierre! Che ne dici?


Hellister: Io amo l'angtst, lo troverai sempre nelle mie storie! xD
Beh qualcosa con Quinn é scattata, ma non si può dire ancora
che cosa sia, troppo presto, no?
Che ne dici, piaciuto il capitolo?


ChemicallyUsed: Ah L'OTP hun, c'è sempre, anche se un pò
in disparte perché citando di nuovo Bert "non é ancora il
loro momento di brillare", ma c'è!
Ho disseminato degli hints tipo caccia al tesoro, ya know, sono
certa che li coglierai xD
Pierre ha qualcosa di fondamentalmente adorabile nella
sua ossessione proprio perché é la prima volta che gli succede, e
non può che essere un pò spiazzato,e poi è Pierre, fa idiozie perché
ce l'ha nel DNA!
Che mi dici del capitolo, succedono cose, e Pierre e David si
incontrano ufficialmente!

Lulu_RevengeXXX: Oh una nuova lettrice! Sono contenta di averti
fatto amare il mondo degli yaoi, é un mondo meraviglioso!!!
Haha si hai ragione, Gee e Frank dovrebbero darsi una mossa, ma
siamo appena all'inizio!
Per una questione di trama si, David é l'unico canadese, Pierre nella
storia é americano come il resto dei ragazzi.
Fammi sapere se ti piace il capitolo!








   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover / Vai alla pagina dell'autore: echelon1985