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Autore: Thumbelina    06/02/2012    4 recensioni
Innanzi tutto, questa storia è un plagio di me stessa, ossia il suo primo capitolo è la copia esatta di quella che era stata una mia shot (L'ultima sera, per l'appunto). Questa è appunto quella che dovrebbe essere l'ultima sera di vita di Lily, diciamo che comincia dalla fine, e poi... e poi basta, se siete curiosi leggete! Non so che dirvi, io la trovo una storia molto romantica, penso che vi potrebbe piacere, tutto qui. Ovviamente, cambierò il nome orrendo del titolo appena me ne verrà in mente uno migliore, e sono aperta ai suggerimenti. Che altro dirvi? Un bacio a tutti. Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Mangiamorte, Severus Piton, Voldemort | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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La cena

Erano circa le sette e trenta, quando un trafelato Severus Piton comparve sulla soglia della porta. Lily Evans, con in dosso un golfino ceruleo ed un paio di pantaloni bianco avorio lo stava aspettando con le braccia conserte seduta sui bordi del letto. Quando l’uomo se ne era andato, quella mattina, la donna aveva deciso di rendersi utile il più possibile.
Sentendosi in debito nei confronti del suo miglior amico Severus Piton, ed allo stesso tempo in colpa per il modo in cui s’era comportata nei suoi confronti, la ragazza aveva davvero sperato che dopo la sua esplosione di rabbia distruttiva della sera prima vi fosse rimasto qualcosa fuori posto che lei potesse rimettere in ordine. Forse voleva solo tenersi occupata, forse trovare un modo per sdebitarsi con lui, per essergli utile in qualche modo. Per qualunque ragione il buon proposito le si fosse conficcato in mente, comunque, la giovane donna aveva trovato tutto perfettamente in ordine, quella mattina, e quindi aveva dovuto desistere dal nobile intento.
Aveva quindi aspettato che suo figlio si svegliasse del tutto, lo aveva allattato al seno, rassicurato, ed aveva giocato con lui per tutto il tempo. Nei suoi occhi di bimbo, a Lily Evans parve di leggere, quella mattina, il perdono di suo figlio per la bravata della sera prima. Questo le era bastato per sentirsi meglio. Aveva passato la mattinata con lui, avevano fatto la doccia insieme, poi Lily aveva rivestito suo figlio con degli abitini trovati nell’armadio che dovevano essere appartenuti ad un bambino della sua età, e si era vestita a sua volta con ciò che aveva trovato là dentro.
Verso mezzogiorno, qualcuno aveva bussato alla sua porta, subito dopo era entrato un uomo facendo strisciare il marchio sul legno. Igor Karkaroff era entrato a passi incerti, aveva squadrato Lily, che era indietreggiata, e poi Harry, e stavolta era stato lo stesso mangiamorte ad assumere un’espressione spaventata. Senza dire nulla, aveva appoggiato un piattino di coccio bianco contenente dei tristissimi tramezzini di pane integrale al prosciutto, e poi se ne era andato veloce come era venuto. Se guardata dall’alto, aveva pensato Lily, e non dalla parte di una povera donna rinchiusa in una sorta di fortezza con gli uomini più pericolosi del mondo, quella doveva essere stata una scena bizzarra.
Comunque, il pomeriggio era passato più lentamente di quanto non avesse fatto la mattina. Dopo aver fatto i letti e sistemato i suoi vecchi vestiti in un cestaccio di panni sporchi, la donna aveva avuto l’idea di arieggiare la stanza, proposito da cui era stata portata a desistere dal ricordo di come si era quasi ammazzata la sera prima provando ad aprire la finestra. Così, mentre Harry ricominciava a dormire beatamente nel suo lettino prezioso, Lily si era girata i pollici per un po’. Dopo di che aveva lentamente sgomberato l’armadietto di Severus da tutte le sue fiale ed ingredienti, ed aveva bagnato uno straccio per poi passarlo sopra al legno e rimuoverne la polvere. Non che ce ne fosse molta, a dire il vero, ma era comunque un modo utile per passare il tempo. Dopo di che aveva rimesso tutte le fiale in ordine, seguendo il criterio con cui lo stesso Severus le aveva disposte, e le aveva ordinatamente sistemate tutte con l’etichetta precisamente rivolta verso un possibile spettatore. Non sapendo che cos’altro fare per tenersi occupata, la ragazza si era seduta sul letto e, dopo una manciata di minuti di nulla assoluto, aveva deciso di sprecare un po’ del suo tempo a farsi una treccia. Treccia finita, aveva provato un enorme sollievo a ripulire il letto di una decina di capelli che le si erano strappati nel corso dell’impresa, e così aveva occupato qualche altro minuto. Dopo di che si era risolta nel lavare il pavimento, e poi spolverare il tavolo, e nel rifare il letto una seconda volta, poiché essendocisi seduta sopra, ora presentava due pieghette che proprio non le piacevano. Finite le pulizie, che erano le sette, ed Harry, svegliatosi di nuovo, aveva preteso nuovamente la sua razione serale di latte materno, prima di riappisolarsi. Finito l’allattamento, Lily s’era seduta nuovamente sul letto (un po’ inutile averlo rifatto, non trovate?), ed aveva aspettato con le mani in mano, chiedendosi quanto ancora ci avrebbe messo Severus a ritornare.
La risposta le era arrivata circa trenta minuti dopo.
Comunque, è proprio qui che eravamo rimasti, con l’orologio che tuona le sette e mezza e Severus che torna nella sua stanza, trovando Lily seduta ad aspettarlo.
- Sev, - esclamò la donna non appena l’uomo ebbe richiuso la porta dietro di se – sei qui, sei tornato!
Il giovane uomo volse un mezzo sorriso verso di lei, e poi l’accolse nel suo abbraccio, prima che il piccolo Harry, risvegliatosi da poco, si mettesse a lanciare simpatici urletti come a intimare all’uomo di allontanarsi dalla sua mamma, e così Severus, dopo avergli lanciato un’occhiataccia, si scostò da Lily.
- Come hai passato la giornata? – le chiese quindi guardandosi intorno.
- Bene, possiamo dire. – gli rispose lei – Ho provato a rimettere un po’ in ordine la stanza, ma era giù tutto pulito! Verso l’ora di pranzo è venuto un mangiamorte a portarmi il pranzo. Non ho idea di chi fosse, cioè, sono quasi sicura di non averlo mai visto a scuola, poteva essere uno di quelli che era qui a portare il letto, o forse no, non mi ricordo, comunque…
- Ti ha fatto qualcosa? – si affrettò a chiedere lei Severus. – Ti ha fatto del male?
- No, no, davvero. – gli rispose lei calma – La vista di Harry lo ha totalmente atterrito. E’ un po’ comico, non ti pare?
- Meno male, - commentò Severus – te l’ho detto, devi avvertirmi se qualcuno ti fa del male, se provano a…
- Ho detto che va tutto bene, Severus. – lo calmò lei – Nessuno mi ha fatto nulla, lo giuro.
- Ok, perfetto, va bene. – si risolse lui calmandosi un poco – Ora sei pronta? Dovremo andare.
- Sì, - rispose lui Lily, stringendosi più forte nel suo golfino ceruleo. – sì sono pronta.
- Perfetto, - commentò ancora Severus – sarà meglio andare allora, non mi sembra il caso di arrivare in ritardo. Lasceremo qui Harry, per oggi, chiuderò la porta a doppia mandata, non che io dubiti che qualcuno possa entrare a prenderlo, ma è meglio esser prudenti. E, mi raccomando, ricorda: io non sono tuo amico.
Ciò detto aprì la porta facendole cenno con la mano libera di uscire, e poi la seguì giù per il corridoio. Per chiudere la porta, invece ci strusciare come al solito il braccio con il marchio sopra alla porta, Lily vide Severus appoggiare l’avambraccio sulla porta, e poi farlo ruotare in senso antiorario usando il gomito come perno.
- Il sistema di apertura non si risolve solo nel passare il marchio sopra la porta – le spiegò Severus – in realtà di deve fare pressoché lo stesso movimento che si è fatto per richiuderla. Di solito tutti la chiudiamo nel modo più semplice, ma stavolta faremo così, per precauzione.
- Ok, capito – disse lui Lily.
Immediatamente, mutando la sua espressione in una più dura e cattiva, Severus Piton s’affrettò a stringere a se il braccio sinistro di Lily ed a trascinarla già lungo le scale.
Arrivarono dopo tre rampe al primo piano, e Severus condusse la sua ospite fino alla stanza finale infondo al corridoio.
Quando Severus aprì la porta, Lily si trovò dinnanzi a una lunga stanza con le pareti ricoperte di mattonelle nere e lucide, e senza altro arredamento che un grande, lungo tavolo di un legno scuro che probabilmente doveva essere ebano, con un gran numero di dure sedie scure intorno. All’entrata, sulla sinistra, si apriva di lato una piccola porta, al momento chiusa, dalla quale si sentivano rumori ed un intenso odore di cibo, ed a Lily non servì troppa immaginazione per ipotizzare che si trattasse della cucina. Severus la trascinò verso il tavolo. Attorno a questo, altri mangiamorte giunti prima di loro avevano già preso posto, alcuni si stavano apprestando a sedersi e qualcuno doveva ancora arrivare. Nel punto più lontano dall’ingresso e dinnanzi ad una grande finestra quadrata con annessa grata di ferro, proprio a capo della grande tavolata, sedeva Lord Voldemort, su quella che doveva essere, notò Lily a mano a mano che Severus la spingeva in avanti, l’unica sedia realmente comoda là dentro. Era una specie di grande poltrona di legno con le rifiniture in un tessuto verde scuro in pelle, pareva una specie di trono uscito male. Fra i mangiamorte che Lily potè scorgere intorno al tavolo, alla sinistra di Lorda Voldemort sedeva, con le mani incrociate sul tavolo, una donna dai lunghi, lisci, vaporosi capelli neri. Aveva le ciglia incredibilmente lunge e folte, e gli occhi di un nero intenso, che formavano un immenso contrasto con l’incredibile bianco della sua pelle. La donna, che al momento stava lasciando fulminee occhiate all’uomo alla sua destra, indossava uno strano completo in tessuto nero. Lily pensò che quello doveva essere, probabilmente, uno degli abiti più strani che avesse mai visto. Le cadeva di lato su una spalla, lasciandola scoperta, mentre copriva perfettamente quell’altra. Il tipo tessuto sembrava cambiare attraverso una striscia irregolare ed il corpetto sembrava messo di rovescio. I piccoli ganci erano stati allacciati male, probabilmente, dato che ve n’era uno in sopra più nella parte destra in alto e nella parte sinistra in basso, ed attaccati intorno c’erano ulteriori pezzi di stoffa nera, di una altro tipo ancora, che sembravano esser stati attaccati lì per sbaglio. Tutto il completo era terribilmente sfilacciato, ed ogni singolo pezzo di quello strambo assortimento sembrava sul punto di staccarsi e smontando l’intero abito ad ogni minimo movimento della sua indossatrice. Lily, osservandola, si chiese se quello fosse lo stile in voga fra i mangiamorte, o se magari fosse solo il penoso risultato di una rammendata male riuscita, e se gli strappi fossero voluti o si trattasse soltanto di un vestito molto vecchio. Se solo la cosa non fosse stata terribilmente inopportuna, Lily penso che si sarebbe sporta con il collo dall’altra parte del tavolo, curiosa di vedere come potesse essere la gonna. Vicino alla donna, comunque, alla sua sinistra, sedeva un uomo vestito a sua volta di scuro, con un completo più sobrio comunque di colei che gli sedeva affianco. Aveva anche lui folti capelli bruni, di un castano talmente scuro che Lily si sorprese a chiedersi se non fossero in realtà neri, e che quell’effetto fosse prodotto solo dalla luce, e due basette scure evidenziavano il profilo spigoloso del volto, accompagnato da dei baffi bruni che a loro volta sottolineavano un naso aquilino. Aveva due sopracciglia folte e cespugliose, e Lily si stupì nel notare che probabilmente non aveva mai visto delle labbra così fine. Alla destra dell’uomo ne sedeva un secondo, con i capelli di un castano un po’ più chiaro di quelli del primo, ma anche più spettinati, un mezzo millimetro di barba ad ornargli il volto, dandogli un aspetto per così dire selvatico, e lo stesso ovale spigoloso del primo. Due sopracciglia scure e più o meno curate incorniciavano dei piccoli occhi di un verde incredibilmente spento, e portava una specie di mezzo cerchietto d’acciaio sul sopracciglio sinistro. Se lo spessore del labbro superiore era alquanto esigua, quella del labbro inferiore era praticamente inesistente, e tagliato a tre quarti da una piccola cicatrice rosea. Indossava una camicia senza cravatta di un grigio intenso ed una giacca nera senza bottoni sopra a questa. Doveva avere circa la sua età. Facendo saettare velocemente lo sguardo dall’uno all’altro, Lily si sorprese a notare che i due, sopracciglia a parte, si assomigliavano terribilmente, e, nella sua mente, pose in forse l’ipotesi che i due uomini fossero fratelli. Di fronte a questi sedevano tre tipi dalle facce scure. Alla destra del suo signore, proprio dinnanzi alla donna dai capelli neri, sedeva quello che pareva essere poco più che un ragazzino. Aveva dei disordinati capelli color biondo sporco, ed un corto mantello nero messo per sbieco che sembrava più un poncho metteva in risalto il suo fisico asciutto. Aveva degli occhi neri incredibilmente luminosi, e dei pantaloni scuri fasciatissimo aderivano perfettamente alle sue magrissime gambe, e la sinistra era accavallata sulla destra. Alla sua destra sedeva un altro uomo pallido, con la faccia storta e volgare, e Lily notò che il suo volto era incorniciato da un ghigno perfido. Indossava un lungo mantello scuro, ed aveva una corporatura massiccia. Accanto a lui sedeva uno degli uomini che Lily aveva visto in camera sua quella mattina, se la memoria non lo ingannava. Aveva un viso stranamente appuntito, e due occhiali rettangolari a incorniciargli due profondi occhi bigi. Portava la lunga chioma bionda raccolta in un codino con un laccio nero che gli ricadevano sulle spalle. Seppur fosse già seduto, a Lily sembrò essere un uomo abbastanza alto e ben piazzato. Al momento, l’uomo stava a quanto pare conducendo una coinvolgente conversazione con il suo vicino, ossia l’uomo che Lily aveva visto dialogare quella mattina con Severus, e di questo ne era sicura. Aveva dei capelli di un biondo chiarissimo che sfumava sul bianco, ed un naso piuttosto imponente stonava totalmente con la forma appuntita dl volto. Il suo corpo era magro ma muscoloso, ed indossava un corto mantello nero che si fermava alla vita, seguito da un paio di pantaloni neri. Un altro uomo doveva essere appunto appena arrivato, e si stava appunto sedendo accanto a questo, dopo avergli fatto un breve cenno di saluto. Era un tipo tarchiato, aveva i capelli rossicci, più vicini all’arancio che al rosso vero e proprio, e sfoggiava come fosse un vanto un’enorme cicatrice mal cucita sul braccio sinistro, che teneva ben sin mostra dopo averlo tirato fuori da sotto il mantello nero. Dall’altra parte del tavolo, invece, seduta affianco al tizio con la cicatrice sul labbro, era seduta un’altra donna (non ve n’erano molte di donne in realtà), e l’abbigliamento di questa fece trarre un sospiro di sollievo a Lily, che fino a un secondo primo s’era chiesta se non fosse là dentro considerato un peccato capitola non vestirsi solo e soltanto di nero. La donna in questione, comunque, indossava un abito bordeaux che non pareva essere troppo pesante. La scollatura del suo abito ricalcava il contorno delle sue spalle, e le maniche aderivano perfettamente alle braccia magre. Pareva anch’essa piuttosto alta, oltre che magra, forse perché sovrastava l’altezza del tipo con la cicatrice sul labbro che le sedeva dinnanzi, anche se c’è da dire che lui era appoggiato con la testa sul gomito, appoggiato a sua volta sul tavolo. La donna aveva una pelle bianca come il latte, probabilmente per l’affetto della cipria, ed una folta chioma di liscissimi capelli di un biondo ossigenato le ricadeva morbida sulle spalle. Aveva gli occhi troppo scuri per appartenere ad una bionda, ed il naso alla Cleopatra le donava un profilo interessante. Nel momento in cui si volse un secondo alla sua destra per scambiare una parola con la donna dalla chioma scura, Lily poté notare che il suo abito presentava un’immensa scollatura sulla schiena. Alla sua sinistra sedeva un uomo biondo anch’esso. Era alto e con un fisico statuario, ed i capelli biondi, meno ossigenati di quelli della donna comunque, erano pettinati all’indietro. I suoi occhi erano due pietre grigio-azzurre, fredde come il ghiaccio, e poggiava la mano su un lungo bastone nero che terminava con una testa di serpente in argento, e due occhi verde scuro in quello che doveva essere smeraldo. Lily fu alquanto sicura di averlo già visto ad Hogwarts qualche volta. Reggeva la mano alla donna bionda alla sua destre, ed intanto conversava animatamente con l’uomo alla sua sinistra, un tipo scuro, ben piazzato, con volto schiacciato ed una folta barba nera. Aveva dei denti stranissimi, appuntiti, acuminati, Lily pensò che le ricordavano incredibilmente la dentatura di uno squalo. Accanto a lui stavano prendendo posto due uomini alquanto in carne, il più alto dei quali stava appunto facendo un cenno all’uomo biondo con il bastone, che però finse di non averlo visto. I due presero quindi posto accanto all’uomo con i denti da squalo, e proprio dinnanzi a lui Severus condusse Lily a sedersi. Mentre lei si accomodava e il suo compagno sedeva accanto a lei, un uomo alto e magro, con dei capelli scalati castano scuro, zigomi alti ed occhi di un ceruleo intenso prese posto accanto a Severus, dopo averlo salutato con un lieve cenno del capo dal mento appuntito. Breve, il posto accanto a lui fu riempito da un uomo con l’aria particolarmente distinte. Indossava un elegantissimo completo nero, e camminava in modo signorile. Teneva il mento alto, un’espressione altera gli apostrofava il volto. Aveva i capelli scurissimi e degli elegantissimi baffi neri sotto a un naso imperioso. Il posto al suo fianco fu occupato da quello che Lily riconobbe come l’uomo che le aveva portato il pranzo quel pomeriggio. Sfoggiava un grande, grandissimo sorriso, e salutò animatamente l’uomo dall’aria distinta, che ricambiò con un breve cenno del capo. Teneva una lunga barba nera, e dei tratti siberiani rendevano duri e spigolosi i tratti del suo volto. Intanto, dall’altra parte del tavolo avevano preso parte due uomini che Lily non ebbe neppure un attimo di esitazione a riconoscere come dei vecchi compagni di scuola, quello che prese posto per primo, conversando col compagno, aveva folti capelli neri ed una corporatura alquanto massiccia. La sua bocca era estremamente larga e delle sue sopracciglia incredibilmente sottili sovrastavano due acquosi occhi porcini. Non pareva cambiato poi tanto dai tempi della scuola, e Lily non fece fatica a ricordare che le dava i brividi già da allora. Il suo compagno invece era più magro, ed anche più alto, a dire il vero. I suoi capelli erano di un biondo intenso, tagliati piuttosto corto, e due cespugliose basette bionde. Presero velocemente posto davanti a loro una donna ed un uomo, piuttosto simili fra loro. La donna, che si sedette affianco all’uomo biondo, portava i capelli castani lunghi fino alle spalle raccolti in una scadente messa in piega. Il naso aquilino stonava con la forma rotondetta della faccia, e gli occhi neri saettarono fin da subito sulla figura di Lily. Indossava una tunica nera lunga fino ai piedi, uguale identica a quella dell’uomo che era venuto con lei. Questo aveva la stessa forma tondeggiante del volto, e gli occhi scuri erano ricalcati da un paio di occhiali. Era alquanto alto. Dinnanzi alla donna, prese posto un uomo dalla folta criniera scompigliata e castana, con delle basette divertenti ed un fisico che aveva un che di selvaggio. I suoi occhi erano di un verde mandorla poco matura abbastanza intenso, ed aveva una fossetta alquanto pronunciata sul mento. Accanto a lui, prese distrattamente posto un uomo magro, col volto conigliesco, i capelli biondo paglia e degli occhiali che conferivano alla sua persona un chè di intellettuale. Il suo sorriso aveva un ché di tremendamente inquietante, e le sue dita parvero a Lily particolarmente lunghe. Accanto a lui, prese posto in fretta un uomo ben piazzato, con una folta chiama rossa e il viso piatto. Camminava strusciando un poco col piede sinistro, come se zoppicasse. Doveva aver avuto, un tempo due folte sopracciglia cespugliose, ma ora questo si poteva dire di una sola di queste, la sinistra, dato che la destra era stata come tranciata via da una grossa cicatrice. I suoi abiti neri parevano essere quanto mai sfilacciati e consunti, ed alla camicia mancavano tre bottoni su sei. Dinnanzi a lui, prese posto in breve tempo un uomo magro, ossuto, con dei capelli argentei tagliati corti ed un pizzetto a punta dello stesso colore ad allungargli ancora un po’ il profilo triangolare del mento. Indossava un monocolo rifinito in quello che le parve essere argento ad incorniciargli il sinistro di due occhi grigio fumo. L’ultimo a sedersi, fu un uomo tarchiatello, basso, dai capelli rosso sporco, gli occhi del colore di una noce e le dita tozze. Si mosse timorosamente verso il tavolo, movendo convulsamente le mani, e Lily ebbe un impeto d’ira nel vederlo che l’avrebbe sicuramente portata a scattare in piedi se solo la salda stretta di Severus non l’avesse trattenuta, e così la Evans rimase seduta, ed anche Peter Minus prese posto accanto al tizio col monocolo e i capelli grigi.
- Stai buona. – le intimò Severus a voce abbastanza alta così che tutti lo sentissero – Un’altra scenata come quella di questa mattina e te la farò vedere io la clemenza…
Un brusio di voci d’approvazione si diffuse a basso volume per tutta la tavola, e Lily fu abbastanza sicura di aver scorto un sorrisetto compiaciuto ricalcare la linea sottile delle labbra di Lord Voldemort. L’uomo in questione decise di far scorrere un qualche secondo di tempo, prima di riportare i suoi uomini alla quiete. In quella breve frazione di minuto, comunque, la ragazza poté notare, che la cosa le piacesse oppure no, che il vociferare dei mangiamorte era stato accompagnato da una serie di fulminee occhiate, che erano volate tutte, alcune prima e alcune dopo, proprio su di lei. La più breve, senza dubbio, era stata quella di Peter Minus, che aveva alzato come d’istinto la testa su di lei, e poi era tornato ad abbassarla in un attimo, come sperando di non esser visto. Quella più lunga, probabilmente, le era stata regalata dalla donna con i lunghi capelli biondi, che si era soffermata a fissarla per abbastanza tempo da far sì che Lily diventasse rossa in viso più ancora di quanto non lo fossero i capelli, e che aveva distolto lo sguardo solo quando suo marito le aveva suggerito, a bassa voce, di farlo. Delle occhiate a intermittenza le erano arrivate dalla donna con i capelli castani corti, che la guardava un attimo, poi scambiava una chiacchiera (probabilmente su di lei) con l’uomo al suo fianco, poi tornava su di lei una volta ancora, e poi ancora, e ancora. Altri record erano stati segnati dai due uomini che Lily stessa aveva riconosciuto, che parevano averla riconosciuta a loro volta, e parlando fra di loro senza staccarle gli occhi di dosso la fecero rabbrividire, o dall’uomo elegante seduto accanto a quello con la barba lunga, che le schioccò una singola occhiata di superiorità, prima di distogliere lo sguardo. L’occhiata più inquietante che a Lily parve ricevere, però, non venne da nessuno di loro. Questa la fu lanciata dalla donna con i lunghi capelli neri seduta dall’altra parte del tavolo, che alzò i suoi occhi neri dal bicchiere di vino rosso per puntarli su di lei. Quello che le offrì, fu uno sguardo indecifrabile. Si leggeva curiosità, nei suoi occhi, ma anche tanto, tanto odio. Rapidamente, lo sguardo della donna saettò da Lily a Severus, e poi tornò di nuovo al proprio bicchiere, e bevette un sorso. In quel momento, Lily avvertì una forte stretta allo stomaco, come se questo fosse appena stato stretto in una morsa. Era come se quella donna avesse già compreso ogni cosa… Il solo pensiero fece impallidire Lily, ma bastò una stretta di Severus a calmarla un po’. Anche l’uomo, ovviamente, aveva notato la strana occhiata dalla donna con i capelli scuri, eppure sembrava che questa non l’avesse turbato più di tanto, e stringendo sotto al tavolo la gamba di Lily con fare rassicurante, portò la mano sul proprio bicchiere vuoto per poi dire:
- Wow, ho una sete da matti, com’è il vino, Bellatrix? Me lo consigli?
In meno di un secondo, mentre Severus l’alzava dal tavolo, il suo bicchiere si riempì di un liquore rosso intenso. Il ragazzo portò il bicchiere alla bocca dopo aver accennato di alzarlo verso la donna chiamata Bellatrix a mo’ di brindisi e bevve qualche sorso mentre la donna rispondeva al suo gesto con quella che pareva essere la brutta copia di un falso sorriso.
Due colpi accennati di tosse distrassero Lily dal gioco dei due. A richiamare su di se l’attenzione era stato lord Voldemort in persona che, dopo aver goduto di quel vociferare per un po’, aveva finalmente deciso di prendere fra le mani la situazione.
- Silenzio, silenzio, signori. – disse – Se continuate così farete sentire a disagio la nostra nuova ospite… - e qui i suoi occhi andarono a posarsi a loro volta su Lily.
Erano due occhi d’un nero intenso. La guardavano crudeli, famelici, e Lily credette che probabilmente con quei due occhi avrebbe potuto bruciarla, se solo non ci fosse stato Severus, lì, per difenderla.
- Lei è Lily, – la presentò con quella voce serpentina che Lily si rese conto d’odiare con tutta se stessa – suppongo che nel trambusto di ieri sera io e Severus ci siamo scordati di presentarvela. Severus, mio caro, vuoi fare tu gli onori di casa per la tua cara ospite…
- Credo che dovreste rivedere il vostro concetto d’ospitalità, signore. – gli ringhiò contro Lily rossa in viso - Sono stata rinchiusa nella casa di un uomo che ha promesso di uccidere mio figlio, credo che la mia sia una prigionia, non un lieto soggiorno…
- Ma come è impertinente! – commentò lord Voldemort fulminandola con la sguardo, sorridendo a Severus – Invece di ringraziare l’uomo che ti ha salvato la vita, lurida Sangue Sporco, tu…
Lily fece per rispondergli, ma la stretta di Severus attorno alle sue braccia aumentò a tal punto che la sua bocca fu costretta a cacciare un gemito di dolore, invece che una protesta.
- Smettila immediatamente. – le ordinò Severus – Non ti piacerebbe conoscere le mie cattive maniere.
Questa frase comportò un riso gioviale di lord Voldemort.
- Davvero molto, molto bene, Severus. – disse poi complimentandosi con lui – Mi fa davvero piacere sapere che sei in grado di trattare con la frusta la nostra piccola, irriverente ospite.
Lily gli lanciò un’occhiata di fuoco, trattenendo all’interno tutta la rabbia che le era salita su in gola. Avrebbe voluto sputargli in faccia tutto il suo odio, tutta la sua ira. Gridargli che non doveva parlare con lei, che non doveva neppure osare guardarla in faccia, e che non doveva neppure parlare con Severus, che non doveva azzardarsi a crederlo suo, perché Severus era una persona cento volte, mille volte migliore di lui e che non doveva permettersi di…
Tutte le sue parole, tutte le sue proteste, tutta la collera fu stemperata da una seconda stretta di Severus, che le ridiede conforto.
Mentre qualcuno seguiva a vociferare, lord Voldemort fece cozzare il cucchiaino d’argento contro il vetro sottile del suo bicchiere da vino, producendo un rumore cristallino. Neppure due secondi dopo, con sua sorpresa Lily notò diversi elfi vestiti di sudici stracci uscire da quella porta che aveva iconato come cucina. Portavano fra le braccia scheletriche dei gran vassoi d’argento con coperchio, che posero, uno alla volta, sul tavolo, dinnanzi ai commensali. Il primo ad esser servito fu ovviamente Lord Voldemort. Il mago non degnò l’elfo che l’aveva servito neppure di uno sguardo, e tolse il coperchio dal proprio vassoio facendolo sparire nel nulla. Altri non furono così gentili. Lily vide il mangiamorte Mucilber, o almeno quello che aveva riconosciuto come tale, dare un forte ceffone all’elfo che l’aveva servito, poiché il suo piatto gli era stato portato con due secondi di ritardo rispetto a quello di nome Avery. L’uomo elegante ed altero si scansò al limite dell’immaginabile quando l’elfo si avvicinò a lui per poggiare sulla tavola il suo piatto, e si ripulì con il fazzoletto bianco la giacca lì dove l’elfo l’aveva appena sfiorato. La donna da Severus apostrofata come Bellatrix minacciò il suo elfo gli avrebbe mozzato via un braccio se il suo vino fosse stato un’altra volta caldo come quello in tavola. Lily era stata l’unica a ringraziare il suo servo, una volta che questo le aveva posato il piatto accanto, e all’esserino quelle sue parole dovevano essere sembrate tanto strane da appartenere ad un’altra lingua, dato che il viso gli si era arrossato e gli occhi riempiti di lacrime. Poi era corso via. Quando Lily alzò il coperchio del suo vassoio, questo scomparve nel nulla, così come aveva fatto quello di lord Voldemort, e Lily si ritrovò dinnanzi a un fumoso piatto di zuppa. Dato che la sera prima non era riuscita a mandar giù neanche un boccone, e che a pranzo aveva dovuto accontentarti di tre tramezzini smunti, su può dire che Lily, se solo la cosa fosse stata in suo potere, si sarebbe fiondata sul piatto seduta stante. Ma, guardandosi intorno, la ragazza aveva notato che nessuno aveva ancora neppure preso in mano il cucchiaio, e così pensò bene di desistere anche lei. Spettava a lord Voldemort il primo boccone, capì notando che gli sguardi di tutti vertevano su di lui, e quando il Signore Oscuro, mandò giù il suo primo cucchiaio di zuppa, fu come se a tutti gli altri fosse dato il permesso di cominciare.
Lily portò il primo cucchiaio alla bocca, soffiò sul suo contenuto verdastro e mandò giù la prima sorsata. Il liquido era caldo, il sapore forte, e Lily notò un’eccessiva presenza di pepe. Senza fiatare, con la testa china sul proprio piatto, la ragazza continuò a mangiare, mentre sentiva diversi sguardi concentrarsi su di lei. Lord Voldemort, per primo, la fissava fin dall’inizio. Lily si chiese se non stesse aspettando forse che lei facesse l’ennesima mossa sbagliata, per potersi divertire un po’. Anche la donna con i capelli corti e castani continuava a guardarla, ed ancora di più e di occhiate più violente la fissava la donna dai capelli neri. Pensò che io una situazione normale avrebbe urlato, scansato la sua minestra gridandogli di smetterla, gridando che non era un animale in gabbia, non un fenomeno da baraccone, che stava solo mangiando una zuppa e che la smettessero tutti, ma quella non era una situazione normale, e Severus Piton, da sotto il tavolo, continuava a premergli la mano sulla gamba come a ricordarle la sua presenza al suo fianco, e questo era abbastanza per calmarla.
Tristemente, la seconda portata fu meno tranquilla della prima.
Quando tutti ebbero finito, lord Voldemort fece cozzare di nuovo il cucchiaino contro il bicchiere del vino, ed le scodelle vuote scomparvero nel nulla, mentre gli stessi elfi di prima ritornarono dalla cucina brandendo fra le mani nuovi vassoi d’argento.
Stavolta, Lily notò che a servirla fu un secondo elfo, mentre il primo l’osservava da lontano, senza staccarle gli occhi di dosso. La ragazza ringraziò gentilmente anche il secondo elfo, e questo sgranò gli occhi in maniera incredibile, prima di scambiarsi un’occhiata commossa con il primo elfo che l’aveva servita, e poi anche il secondo, come il primo, senza farsi sentire, scoppiò in lacrime.
Quando il coperchio del secondo vassoio scomparve come aveva fatto quello del primo, Lily si trovò dinnanzi ad un piatto di carne. I pezzi erano tranciati e coperti di una salsa giallognola e dei tocchi di rosmarino. Ai lati del piatto c’erano due cucchiaiate di puré, cinque patate al forno, ed un po’ d’insalata verde. Lily tagliò un piccolo pezzo di carne e lo portò alla bocca. Il sapore era forte, intenso, e senza dubbio buono, sebbene un po’ attenuato da quello della salsa. Lord Voldemort la stava ancora fissando, divertito. Lily finse di non accorgersene, portando alla bocca il secondo pezzo e poi il terzo, concentrando i propri pensieri su qualcos’altro, come a capire che carne fosse quella che stava mangiando. Manzo? No, no di sicuro. Vitella? Improbabile… Forse maiale…
- Le piace? – chiese lei lord Voldemort, dopo aver allontanato il bicchiere di vino dalla bocca.
Lily lo guardò con odio, rimanendo in silenzio.
- Ti ha fatto una domanda. – fece lei Severus – Rispondi.
Il sorriso di lord Voldemort si allargò ancora di più sul suo volto pallido, e poi Lily balbettando rispose:
- Sì, mi piace.
- E sai di che carne si tratti? – insitette il mago, con un sorriso ancora largo sul viso.
- No. – rispose Lily.
- E non vuoi chiederlo? – domandò lei l’oscuro signore.
Lily deglutì. Se quello era un gioco, di certo non le piaceva. Sapeva che non avrebbe mai dovuto parlare, mai dovuto rispondere. Ed ora lui insisteva, tirava avanti con le sue domande, e lei desiderò solo che quel gioco finisse il più presto possibile.
- Di che cosa si tratta, signore? – si risolse quindi a chiedere.
Il sorriso di Voldemort si allargò ancora, aprendosi in modo che Lily vide i canini affilati.
- James… – rispose.
Lily scattò in piedi all’istante, senza neppure rendersi conto di come avesse fatto, ed i suoi occhi si riempirono di conati di lacrime, mentre la risata gelida di lord Voldemort si diffondeva per tutta la tavola.
- Stavo solo scherzando! – rise il mago – Era solo uno scherzo, signorina, non può prendersela così solo per un piccolo scherzo!
Ma Lily era ancora in piedi, con la testa girata nella posizione opposta al tavolo, piangendo ancora. Severus si alzò in piedi a sua volta, portando le sue braccia su quelle della donna.
- Smettila di fare la stupida, Lily, – le disse gelido – ha detto che era solo uno scherzo, non mangiamo mica la gente noi.
Qualcuno rideva ancora. Lily continuava a piangere.
- E’ cinghiale, solo cinghiale, – continuò Severus – anche se capisco che le somiglianze con tuo marito siano notevoli… - risero ancora – Insomma, naso a parte, intendo, e mi pare che James avesse il pollice opponibile…
- NON PARLARE DI LUI! – gli gridò contro Lily staccandoselo di dosso. Sapeva che quella era solo una finta, sapeva che il ruolo di Severus era quello di rimanere credibile, eppure una fitta d’odio le riempì le membra, odio non verso Severus, ma contro tutta quella gente intorno a lui, e sentì il netto bisogno di gridare contro qualcuno. – Non azzardarti a parlare di lui, tu non sarai mai come lui! Mio marito era un grand’uomo, un uomo migliore di tutti, di tutti voi!
- Oh sì, un uomo eccellente. - commentò sarcastico Severus.
- Sai quanto è durato, con me, quel grand’uomo di tuo marito? – chiese lei lord Voldemort. – Meno di quindici secondi. Che sciocco. Se ne stava lì, col suo accappatoio indosso, e senza bacchetta, eppure pensava, ha pensato davvero di potermi fermare! Gli ho detto di scansarsi, è stata la prima cosa, eppure lui mi si è parato davanti, per salvarvi. Che sciocco.
- Voi lo chiamate uno sciocco, - chiese lui Lily sputando dalle labbra tutto l’odio che era riuscita a incanalare – un uomo che muore pur di salvare le persone che ama?
- Oh, Lily, - rispose lei il mago – se quell’uomo ti avesse amato davvero, si sarebbe scansato. Guarda Severus. Severus ha fatto la cosa giusta. Ti amava, voleva tenerti in vita, e per questo mi ha consegnato tuo figlio salvando te. Questo è un gesto nobile, Lily, quello di James Potter è stato solo terribilmente stupido. Sai che cosa avrebbe dovuto fare? Avrebbe dovuto consegnarmi vostro figlio, così che io vi avrei risparmiati entrambi, ecco che cosa avrebbe fatto un uomo veramente innamorato.
- Quindi avrebbe dovuto consegnarti nostro figlio!? – gli tuonò contro la Evans.
- Oh, sei una donna giovane, Lily, puoi avere altri figli! – le rispose Severus prima che Voldemort stesso potesse parlare – Pensa un po’ – disse scostandole una ciocca dall’orecchio affinché sentisse meglio, e accarezzandole il viso – questo è proprio il progetto che ho in mente per noi… - Lord Voldemort rise ancora, mentre Lily scuoteva il viso disgustata – Ora siediti, è un ordine.
Ciò detto, sedette trascinando Lily con se. La donna, tornata a sedere, contemplò il piatto dinnanzi a se. Nella foga di alzarsi, aveva fatto in modo che il piatto si allontanasse da lei, ma non l’aveva rovesciato. Severus tese una mano in modo brusco in modo da riavvicinarglielo. Lily portò una patata alla bocca. Sentiva che le occhiate di lord Voldemort sulla sua schiena erano diventate più intense. Mangiò un po’ di puré, e lo trovò alquanto sciapo, poi provò con l’insalata.
- Perché non mangi? – chiese lei Voldemort.
- Lo sto facendo. – rispose lui Lily.
- Intendevo il cinghiale, - specificò il mago - ora che abbiamo chiarito che era tutto uno scherzo mi aspetto che tu finisca il tuo piatto.
- Non ne ho la minima intenzione – rispose lui Lily.
- Hai detto che ti piaceva, ed abbiamo chiarito che quello di James era solo uno scherzo, per cui non capisco proprio perché non dovresti…
Prima che lord Voldemort potesse finire la frase, prima che la stessa Lily avesse trovato qualcosa da rispondergli, una voce chiara cristallina, parlò per lei.
- Non va più neppure a me. – disse la donna dai capelli biondi allontanando un poco il piatto dalla propria persona – Sa, signore, - aggiunse poi – il cinghiale è squisito ma purtroppo ha un sapore molto… selvatico, per così dire. Ora, capisco che vada benissimo per voi uomini, o per quel maschiaccio di mia sorella forse, ma è un piatto un po’ insolito per noi signorine. Ti consiglio si ungere con un po’ di salsa la tua insalata: – aggiunse poi rivolgendosi a Lily, con un mezzo sorriso sulle labbra – ti assicuro che è squisita.
Rispetto al secondo, il dolce si svolse in maniera piuttosto tranquilla.
Dopo che un elfo ebbe servito lord Voldemort, gli altri si precipitarono nella stanza, e Lily notò che, a parte l’elfo che la stava servendo, il primo ed il secondo che l’avevano fatto non erano gli unici a fissarla, ma che anche tutti gli altri elfi presenti in sala concentravano lo sguardo su di lei, tendendo le orecchie, come aspettandosi che lei facesse qualcosa di particolare.
- Grazie mille. – pronunciò la ragazza quando il terzo elfo le ebbe posato il vassoio dinnanzi, e questo e tutti gli altri parvero trovate appagate tutte le loro aspettative.
Ma Lily non fu l’unica a dire qualcosa agli elfi.
- Sulla mia carne ci volevo del pepe – tuonò l’uomo con la cicatrice sul sopracciglio dando un ceffone al suo elfo – e vedi di ricordarlo la prossima volta!
- Giuro che con i tuoi occhi mi ci farò una collana se scopro che sulla mia torta manca la ciliegia come la scorsa volta! – minacciò la mangiamorte Bellatrix.
Lily programmò mentalmente di tirare velocemente la propria ciliegia sul piatto della donna, in caso la sua fetta di torta ne fosse stata priva.
Fortunatamente, una ciliegia candita rossa e tondetta troneggiava superba la torta di Bellatrix, e perciò Lily non ebbe gran lanci da fare. La giovane donna scoprì però, alzando il suo coperchio, che, al contrario di quello che succedeva su tutte le altre fette di torta (quella di Voldemort compresa), sulla sua c’erano ben due ciliegie candite. Temendo che la cosa potesse far adirare qualcuno, o comportare agli elfi una qualche mutilazione come quelle promesse da Bellatrix, vide bene di nascondere fra la panna la seconda delle sue ciliegie, e di mandarla giù all’istante.
Quando il dolce fu finito, e questo avvenne in modo alquanto pacifico, dato che lord Voldemort si astenne dal dire, chessò, che le ciliegie erano gli occhi di James, o la glassa alla fragola null’altro che il suo sangue, e poi tutti fecero per alzarsi.
Lily e Sev scattarono in piedi quasi per ultimi, la donna con i capelli biondi, la prima ad essersi alzata, aveva già raggiunto la porta (e Lily poté notare, guardandola di schiena, che i suoi capelli erano in realtà fermati da un elegante fermaglio di perline bianche), quando lord Voldemort prese parole.
- Hum, strano… - fece il mago – non mi pare di avervi ordinato di alzarvi…
Tutti tornarono velocemente ai propri posti, scusandosi per l’errore, mentre sorrideva soddisfatta la donna chiamata Bellatrix, fiera come non mai di non essersi mai mossa dal suo posto.
- Cara Lily, - fece lord Voldemort – vorrei scambiare con te altre due parole, e vorrei che voi tutti ne foste testimoni.
La giovane donna lo guardò con odio.
- Sai, Lily, - continuò il mago – noi tutti qui dentro pensiamo che Severus sia stato fin troppo generoso nel concederti di rimanere in vita, nel salvarti così come ha fatto, mettendosi in gioco per te. Quindi credo, - e qui fece una breve pausa – che dovresti ringraziarlo.
- Dovrei ringraziare l’uomo che mi ha rapito? – gli ringhiò contro Lily – Colui che ha promesso di uccidere mio figlio? È a quell’uomo che dovrei dire grazie? È così?
- Dire grazie, Lily? No, no di sicuro. – rispose lei il mago – Che cosa pensi che se ne fa un mio uomo delle tue parole? Quello che intendevo – e qui fece un’altra pausa – è un altro tipo di ringraziamento, Lily.
La ragazza non rispose. Qualcuno rise, Severus si limitò a sorridere guardandola, mentre lei non staccava da Lord Voldemort i suoi occhi carichi di odio.
- Sai, Lily – continuò Voldemort – Severus è stato così caritatevole nel prendersi cura di te, nel salvarti la vita, ed è così che tu lo ripaghi? Con questi giochetti? Ho saputo coma hai passato la scorsa notte, Lily, i miei mangiamorte mi hanno informato. Che cosa credevi di ottenere con quello stupido tentativo?
- Volevo salvare mio figlio – gli gridò contro Lily.
- Beh, rassegnati, mia cara, non potrai mai salvarlo, nessuno potrà mai salvarlo! – le tuonò contro il mago – Tuo figlio è mio ora, Lily, e morirà per me, e nessuno potrà impedirlo!
- Ti sbagli invece! – gridò Lily alzandosi in piedi, ma Severus fu abbastanza svelto da scattare in piedi a sua volta e fermarla prima che si lasciasse sfuggire altro.
- Siediti, Lily. – le ordinò quando l’ebbe raggiunta – E smettila di dire queste idiozie, ne abbiamo già parlato, è ora che tu dimentichi quel bambino.
Stretta come non mai dalla presa ferrea di Severus, Lily risedette senza distogliere lo guardo da lord Voldemort.
- Come stavo dicendo, – riprese il Signore Oscuro – sono rimasto davvero molto, molto deluso, dalla scarsa riconoscenza da te dimostrata nei confronti dell’uomo che ti ha salvato la vita. Sei perdonata, per questa volta, ma mi auguro davvero che Severus passi notti molto più piacevoli da oggi in poi. O ne risponderai a me.

- Io non ce la faccio, io lo odio quell’uomo! – gridò Lily non appena furono rientrati nella stanza di Severus, e lui ebbe sigillato la porta dietro di se – E’ la persona peggiore del mondo, è viscido, è cattivo, ed il modo in cui…
- Sta calma, Lily, - disse Severus abbracciandola – va tutto bene, va tutto bene. Perdonami per quello che ti ho detto, lo sai che non le penso quelle cose, ma lui deve sempre pensare…
- Non sono arrabbiata con te! – gli rispose Lily – Io ti devo la vita! Io ed Harry ti dobbiamo la vita! Tu sei buono, tu sei perfetto, ma lui! Lo odio! Lo odio! Non ho intenzione di passare mai più una cena nella sua stessa stanza!
- Ed invece lo farai, Lily. – fece lei Severus in tono autoritario – Perché son quasi sicuro che lui vorrà invitarti ogni sera a cena da noi, per provocarti, ed io non potrò dire che non vieni e portarti il cibo in camera, perché lui deve pensare che ti tratto con la frusta…
- Digiunerò allora! Non mangerò più se per farlo devo stare con lui!
- Non fare la stupida Lily! – la rimproverò il ragazzo – Non devi mangiare solo per te, ma per due!
La ragazza si immobilizzò all’istante, mentre lui portava gli occhi sul ventre di lei.
- Come lo sai? – chiese lui Lily. – Come hai fatto a…
- Avevi una mano sul grembo quando sono arrivato, ho trovato che fosse una cosa un po’ strana. – spiegò lei Severus – E poi ho fatto un incantesimo sul tuo sangue, per controllare, ed i miei dubbi erano azzeccati. Perché non me lo hai detto?
Lily lo guardò per qualche istante, poi scoppiò a piangere sopra il suo petto.
- Io… - gemette la ragazza – io non sapevo come fare! Prima pensavo che tu fossi cattivo, e pensavo che mi avresti fatto perdere il bambino se solo avessi saputo… e poi, poi quando mi hai detto del tuo piano, e stavi rischiando la pelle per me ho pensato… ho pensato che un’ulteriore complicazione… io… mi dispiace tanto…
- Va tutto bene, va tutto bene – fece lei Severus.
- Io volevo… – disse Lily tirando su col naso – io volevo chiederti se volevi fargli da padrino. Sai, avresti dovuto essere quello di Harry, ma Sirius era il migliore amico di James, quindi…
- Lily, io ho intenzione di aiutarti, dico davvero, con Harry come con questo bambino, ma non posso fargli da padrino, non posso accettare.
- Perche? – chiese lui Lily, alzando gli occhi gonfi dal petto di lui per guardarlo in viso
- Perché dovrò fargli da padre, Lily. – spiegò lei Severus. – Lord Voldemort potrebbe ritener pericoloso tenere un secondo figlio di te e James, o magari insospettirsi, se te lo faccio tenere, ma se gli diciamo che è figlio mio, Lily, se gli facciamo credere che è così… Non può uccidere il figlio del più brillante fra i suoi mangiamorte, Lily, non dopo averlo elogiato davanti a tutti gli altri, sono in troppi ad avere figli, Lily, ed ho già visto Lucius tentennare quando si è trattato di uccidere Harry. Se uccidesse mio figlio, Lily, la loro paura superebbe la fede che hanno in lui.
- Lo faresti davvero? – chiese lui la giovane donna – Lo faresti per me?
- Oh beh, sto facendo cose molto più pericolose di questa per te, non è un problema, dico davvero.
Dopo che Lily l’ebbe abbracciato e ringraziato ancora ancora e ancora, ed entrambi furono andati in bagno a turno per cambiarsi, Lily vide Severus armeggiare con una fiala di liquido viola, con la quale si cosparse le mani.
- Ok, queste te la devo spiegare. – commentò il ragazzo avvicinandosi a lei – Hai visto come fa, lui, il Signore Oscuro, lo sai come vuole che io mi comporti. Anche se questa notte fra noi due non succederà assolutamente nulla, lui deve credere che abbiamo fatto sesso stanotte. Ora, dato che dubito che saresti mai stata consenziente in una situazione simile, e dato che credo che la cosa lo renderà ancora più contento, dovremo fare credere che io ti abbia praticamente violentata. A questo serve il filtro. Nei punti nei quali io ti toccherò ti compariranno dei lividi della forma delle mie mani. Non ti faranno male, per nulla, compariranno e basta, lì dove ti tocco. Così potrà pensare che ti ho fatto del male, e ne sarà felice. Scusa.
Lily sorrise con un cenno di diniego, poi lasciò che Severus facesse quel che doveva fare, creandole un livido sul collo, uno sul viso, ed alcuni sul petto e sulla schiena.
Quando ebbero finito, Severus andò a lavarsi le mani, mentre Lily dava un bacio sulla fronte del suo bimbo dormiente.
- Da che parte dormi di solito? – chiese lei Severus una volta tornato in stanza.
- Che cosa? – chiese lui la ragazza.
- Da che parte dormi, del letto, intendo. – spiegò lei Sev.
- No, non puoi farmi una domanda simile, non puoi! – protestò la ragazza.
- Che cosa ho detto di male? – le chiese il ragazzo.
- Non puoi salvarmi la vita, salvare mio figlio, ed il mio secondo figlio, rischiare la pelle per noi e poi chiedermi addirittura dove dormo nel letto, questo è troppo!
- Ma per me fa lo stesso, – rispose lei Severus – spesso dormo da solo. Scegli tu la parte in cui stai meglio, dico davvero.
Lily mosse qualche passo verso la parte sinistra del letto, quella più interna, più vicina al muro, e lui le si sdraiò accanto.
- Scusami, - le disse tirandosi il più possibile verso il bordo del letto, come ad allontanarsi da lei.
- Smettila di fare lo scemo e mettiti comodo, Sev, - lo rimproverò Lily – questo proprio non te lo lascio fare.
Il ragazzo le offrì un mezzo sorriso, e poi si mosse un po’ a venirle più vicino.


Salve, so che questo capitolo è enorme, ma la scrittura mi ha un pò preso la mano, ed ecco il risultato. Spero di aver fornito una descrizione dettagliata di tutti i mangiamorte che sono riuscita a scovare anche se sui nomi e sull'aspetto di molti di loro son dovuta andare a fantasia, e spero che vi abbiate fatto attenzione, dato che saranno molto importanti nella nostra fan fiction. Per chiunque abbia provato nel disappunto nel leggere di una Bellatrix con i capelli LISCI vorrei scagionarmi dicendo che la mia Bellatrix era riccia prima che rileggendo il quinto e quarto libro non ho scoprerto che la sua chioma arruffata era posteriore ad Azkaban e che prima i suoi capelli erano perfettamente lisci come quelli della sorella. Prendetevela con zia Rowling, quindi, non con me. Per quanto riguarda il particolare degli elfi domestici, quello è stato un'improvvisata. Non avevo affatto pensato di aggiungerli, la loro comparsa è saltata fuori dal nulla, e poi ha degenerato, ma penso che saprò divertirmi un bel pò anche con loro....
Infine, qui sotto lascio una lista dell'ordine a tavola tavolata, tanto per essere più chiara e dissipare ogni dubbio o sospetto che vi fosse venuto leggendo. Baci. Giulia.

Lato sinistro (da Voldemort in poi)
Bellatrix Lestrange
Rodolphus Lestrange
Rabastan Lestrange
Narcissa Malfoy
Lucius Malfoy
Walder Macnair
Francis Goyle
Caesar Tiger
Carl Mucinber
Phineas Avery
Alecto Carrow
Amycus Carrow
Micheal Travers
Peter Minus

Lato destro (da Voldemort in poi):
Barty Crouch Jr.
Antonin Dolohov
Thorfinn Rowle
Dalton Yatxley
Ewan Wilkes
Lily Evans
Severus Piton
Gideon Selweyn
Augustus Rookwood
Igor Karkaroff
Jeff Jugson
Clayton Nott
Marcus Gibbon
   
 
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