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Autore: anonima K Fowl    08/02/2012    3 recensioni
Cosa succederebbe se, in una mattina cominciata come le altre, Artemis scoprisse della scomparsa di Beckett e Myles?
Aiutato da Spinella Tappo, Artemis dovrà scoprire dove si trovano i fratelli e riportarli a casa sani e salvi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11 – James street
 
Avevano passato la notte a casa Fowl, ma Artemis aveva dormito ben poco.
Quella mattina, abbastanza presto, erano partiti per James street e ora stavano camminando per le case di Dublino.
Artemis guardò Spinella, accanto a sé.
L’elfa era schermata, ma con gli occhiali che portava il ragazzo era ben visibile.
Volava a più o meno mezzo metro da terra e guardava la strada attorno a loro. Ancora pochi metri e sarebbero arrivati a James street.
Il ragazzo con gli strani occhiali strinse i pugni.
Non voleva mettere in pericolo Spinella ma doveva ritrovare i suoi fratelli.
Pensò ad Angeline e ad Artemis senior, che ignari della situazione si godevano un viaggio a Parigi, città degli innamorati.
Aveva una gran voglia di parlare con Spinella, di chiederle a cosa pensava, di sentire la sua risata cristallina, di vedere il suo sguardo nocciola e ghiaccio assieme, lo sguardo che aveva lui stesso. Occhi di un dolce color marroncino e di un gelido azzurro.
Ma sarebbe sembrato strano ai cittadini di Dublino se un ragazzo avesse cominciato a parlare all’aria.
Artemis pensava anche alle vicende che avevano vissuto assieme e come sempre si soffermò sulla sua avventura del viaggio nel tempo.
Era un ricordo che gli tornava in mente spesso, molto spesso.
Forse addirittura troppo spesso? si chiese.
La guardò di nuovo.
Stavolta Spinella se ne accorse e accennò un sorriso.                                               
Artemis abbassò lo sguardo, imbarazzato.
Poi ricambiò con un sorriso tirato che sembrava molto una smorfia.
L’elfa ammiccò e trattenne una risatina.
Finalmente Artemis si aprì in un vero sorriso e anche lui dovette soffocare una risata.
Leale li guardò interrogativo, ma non disse niente.
 
James street.
Finalmente, pensò Artemis.
Spinella gli si avvicinò e gli sussurrò all’orecchio:

 - A me sembra una strada uguale alle altre.
  Secondo te cosa dovremmo cercare?
 - Non lo so…
L’elfa gli disse sarcastica:
 - Non dovresti essere un genio?
Artemis sapeva che era solo una provocazione ma ugualmente rispose:
 - E infatti lo sono.
Cominciarono a cercare qualcosa. Qualsiasi cosa.
Dopo 30 minuti avevano controllato tutti i campanelli e non avevano trovato niente di sospetto, avevano osservato i muri e i passanti e non erano arrivati ad alcuna conclusione.
Artemis si appoggiò a un muretto, visibilmente seccato dall’esito delle ricerche.
Chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi.
Avevano scordato di guardare qualcosa?
Oppure non avevano capito il messaggio che era stato dato loro?
O ancora, erano arrivati a un vicolo cieco e a James street non avrebbero trovato nulla?
Valutò le lettere della parola “James street”, cercando di comporre una parola o trovare un qualche acronimo.
Niente.
Deciso a non arrendersi, Artemis aprì gli occhi e ricominciò a cercare un qualche segno.
 
Spinella vide Artemis poggiare la schiena contro un muretto e chiudere gli occhi dietro gli occhiali.
Sembrava quasi un ragazzo normale, stanco dopo una giornata di scuola, magari.
Ma Arty non è un ragazzo normale, si disse l’elfa.
Si rattristò pensando che il Popolo era stato la fonte di molte delle sue preoccupazioni ed era stata la sua conoscenza a dividere definitivamente Artemis dai ragazzi fangosi comuni.
Anche se in effetti era stato Artemis stesso a crearsi i propri problemi col Popolo.
Spinella sorrise al pensiero di quanto era cambiato l’amico dalla prima volta che si erano conosciuti.
Pensò al loro bacio, che si erano dati solo pochi mesi fa.
Il suo ricordo la allietava, anche se non avrebbe dovuto.
Basta, pensò Spinella, è ora di accettare la realtà. Pensare ad Artemis mi fa sentire felice – realizzata, come - e ormai è ora che lo ammetta.
Bisogna che io accetti le cose come stanno.
Ma questo non deve deconcentrarmi. Lui ha bisogno del mio aiuto.
Accantonò i pensieri e ritornò alla ricerca.
Alla ricerca di cosa, poi?!
Guardò ancora una volta le case, la strada.
E finalmente si accorse di una cosa.
Su ogni casa, vicino al portone, vi era un piccolo graffito.
Non lo aveva notato prima perché pensava che fosse dovuto ad atti di vandalismo di giovani fangosi del luogo. Piccolo, anonimo, si trascurava facilmente.
Si avvicinò ad esaminarne uno.
In azzurro c’era scritto “che”.
Che senso ha?
Guardò il graffito della casa precedente a quella.
“salvo”
Corse fino ad arrivare alla prima casa della via, e lesse.
“nel”
La facciata della casa di fronte recava la scritta “parco”.
Nel parco…
È un messaggio!
  
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