NOTICINA:
preparatevi, qualcuno potrebbe morire…
CAPITOLO
VENTITRE’
“Ci
serve un piano ben ponderato!” esclamò James con
tono piuttosto deciso.
Lui,
Sirius, Remus, Tonks e Malocchio si trovavano in una delle stanze
superiori di
Grimmauld a pianificare il modo in cui potevano infiltrarsi a Malfoy
Manor per
riprendersi Lily. Grazie alla Divinazione avevano scoperto che si
trovava lì e
ora, l’unica cosa che volevano, era tirarla fuori da quel
covo di Mangiamorte.
In
seguito, poi, avrebbero pensato anche a Frank ed Alice.
Con
loro, spaparanzati sulle poltrone o sui divanetti, c’erano
anche i ragazzi del
futuro, con Harry, Ron e Ginny, anche loro presi nell’ideare
il piano “come
riportare indietro Lily senza rischiare il proprio culo”.
“Potremmo
infilarci nelle segrete e da lì sbucare in
superficie”.
“Hmm,
non so. È troppo rischioso”.
“Alastor,
non vedo altre soluzioni”.
“Ma
in qualche modo dovremmo pur fare”.
“Shh…
fermi tutti!” esclamò ad un tratto Teddy, zittendo
tutti con una mano alzata.
Si sporse dalla poltrona e tese le orecchie in direzione della porta,
uno
sguardo preoccupato a deformargli il volto.
“Gli
è caduto il cervello”. Scherzò James,
rimanendo impassibile sul divano dove era
sdraiato.
“No,
seriamente”.
Teddy,
con i sensi più sviluppati per la sua condizione di
licantropo Lusanguis, era
stato il primo a sentire dei rumori sospetti che provenivano dai piani
più
bassi, nemmeno Remus, i
cui sensi erano
più sviluppati solo con l’avvicinarsi della luna
piena, aveva sentito niente.
Soltanto
dopo un po’, però, una risata sguaiata e malvagia,
appartenente a una donna,
squarciò i muri della casa, facendo rabbrividire persino i
quadri e le crepe
nelle pareti.
“Cazzo!
È Bellatrix!” esclamò Jolie alzandosi
di scatto dal pavimento. Aveva
semplicemente esplicitato quello di cui tutti quanti si erano resi
conto e quella
risata l’avrebbero potuta riconoscere tra mille.
“E
c’è Joel di sotto!” JamesRemus
scattò in direzione della porta, pronto a
lanciarsi contro gli intrusi, ma una mano di John lo trattenne,
afferrandolo
prontamente per un braccio.
“Jim,
non essere così avventato”.
“Ma
c’è mio fratello giù con
loro”.
Ormai,
tutti quanti si erano armati di bacchetta pronti a combattere dato che,
ovviamente, non si poteva evitare uno scontro. Ma, nelle menti di
tutti,
alleggiavano le stesse cose: “Come cazzo hanno fatto ad
entrare?” e “Ok, siamo
fottuti”.
“Tranquillo,
Jamie. Miguel sa badare a se stesso”. Cercò di
calmarlo anche Ariel, ma pure
lei si vedeva che era preoccupata.
Si
sentì un rumore di passi affrettati salire le scale e
Bellatrix, con Joel
stretto tra le mani e la bacchetta puntata alla sua gola, comparve
sulla soglia
della porta e squadrò da capo a piedi tutti quanti i
presenti. Sfoggiava un
sorrisetto molto soddisfatto e sadicamente macabro. Dietro di lei una
schiera
piuttosto corposa di Mangiamorte, la maggior parte mascherati e con le
bacchette puntate.
“Lascialo
andare!” le gridò Sirius pronto ad attaccarla. Ma
non poteva fare niente,
finchè teneva il ragazzo come ostaggio e come scudo umano.
Joel,
con le mani, cercava di allentare la stretta al collo del braccio di
Bellatrix,
ma quella donna sembrava essere parecchio forzuta.
“Ahahah…
non ci penso proprio”. Rispose lei con la sua solita voce
stridula. “Voglio
proprio divertirmi con questo bel bambolino”. E gli
leccò la guancia facendo
rabbrividire il povero ragazzo per il ribrezzo.
“Che
cosa vuoi? Come avete fatto ad entrare?” chiese James,
minacciandola con lo
sguardo come per dirle: “O mi rispondi o ti faccio vedere le
stelle in una
maniera atroce”. Ma era chiaro che, per il momento, nessuno
poteva fare molto.
Non volevano di certo colpire anche Joel. Quindi, forse temporeggiare
era la
soluzione migliore.
In
quel momento, però, senza che nessuno se ne accorgesse, il
ragazzo conficcò un
piccolo coltellino tascabile nella coscia di Bellatrix con tanta forza
che la
fece urlare e barcollare, mollando la presa su di lui. Evidentemente,
doveva
essere riuscito a tirarlo fuori dalla tasca senza che nessuno lo
vedesse.
Proprio
allora si scatenò l’inferno e cominciarono a
volare incantesimi, maledizioni e
anatemi a destra e a manca e ci fu un fuggi fuggi generale di
inseguitori e
prede, membri dell’Ordine che attaccavano Mangiamorte e
viceversa, le forze del
male che si scontrarono con quelle del bene, ognuna cercando di avere
la
meglio.
John,
era riuscito ad atterrare un Mangiamorte al quale era anche caduta la
maschera,
scoprendo la faccia di uno che, però, non conosceva. Si
accorse appena in tempo
che un altro lo stava per attaccare alle spalle, riuscendo
così a prevedere il
suo incanto e contrattaccando con il suo. Vennero, però,
entrambi sbalzati
indietro per la potenza degli incantesimi e John finì a
sbattere contro la
scaffalatura dietro di lui.
Sdraiato
per terra, se la vide cadere addosso e, chiudendo gli occhi,
urlò:
“Aaaaaah.
Se muoio, dite a Lady Gaga che l’ho sempre amata!”
L’impatto
con il mobile, però, non arrivò così,
sentendo scorrere i minuti e nessuna
morte incedere su di lui, il ragazzo aprì, prima un occhio,
lentamente e poi
anche l’altro, trovandosi davanti chi gli aveva salvato la
vita con la
bacchetta ancora puntata alla scaffalatura, inclinata peggio della
Torre di
Pisa.
“Tappo!”
esclamò con un sorriso contento.
“Smettila
di fare l’eroe da tragedia”. Sbuffò
Charlie, dirigendosi ad aiutarlo ad
alzarsi.
“Mio
eroe, mio principe, mio salvatore…”. Continuava,
intanto, a vaneggiare John,
aggrappandosi al braccio che gli porgeva l’amico per tirarsi
in piedi.
“Sì,
sì”. Il moro guardò con una strana
espressione il taglio al braccio di Paciock;
sembrava piuttosto profondo a giudicare dalla scia di sangue che si
vedeva
scorrere oltre la manica corta della maglietta.
“Bene,
bene”.
Entrambi
si voltarono verso la voce che aveva parlato, trovando, sulla soglia
della
porta, una Alecto Carrow dallo sguardo piuttosto spiritato.
“Adesso
ci divertiamo”.
“Charlie,
te lo confesso. Tua madre mi ha sempre messo su una strana
soggezione”. Sussurrò
John all’amico accanto a lui, che guardava la donna come
indeciso su che cosa
fare.
Una
figura dal lungo mantello scuro e il cappuccio talmente calato in testa
che non
si riusciva nemmeno a vederle il viso, se non qualche sprazzo di lunghe
ciocche
color rosso fuoco, camminava per i corridoi di Grimmauld, non facendo
nemmeno
caso alla battaglia che si stava svolgendo in quella casa.
Aveva
un unico obiettivo lì, non sapeva bene il perché,
né si ricordava di preciso come
fosse finita in quel posto.
Uccidi
Harry
Potter, uccidi Harry Potter, uccidi Harry Potter…
Questo
continuava a ripeterle una voce nella testa, una voce che non
apparteneva a
lei. Era viscida, sembrava il sibilo di un serpente e le metteva pure i
brividi. Ma questo le ordinava di fare e non poteva disobbedirle, si
sentiva
come una calamita che viene attirata da un pezzo di ferro senza
potergli
resistere.
Benchè,
sentisse, dentro di sé, con quel po’ di ragione e
di coscienza che le erano
rimasti, che uccidere fosse sbagliato. E
poi… chi era Harry Potter? E perché
doveva ucciderlo?
Sentiva
come se lo conoscesse, come se questo nome non le era del tutto
sconosciuto.
Così,
mentre camminava completamente sola e con passi lenti e misurati, lo
sguardo
fisso sulla strada e l’obiettivo bene in testa, non si
accorse di essere
inseguita da Draco Malfoy, il quale approfittava di ogni colonna e di
ogni
scorcio di muro per nascondersi, stando attento a non far udire il
rumore delle
scarpe.
Non
sapeva bene perché la stesse inseguendo, forse solo per
tenersi fuori dalla
battaglia e dall’assedio ai quali lo avevano costretto a
partecipare: ora che
era anche lui entrato nella schiera dei seguaci di Voldemort, avevano
detto che,
come loro, doveva annientare i membri dell’Ordine, i primi a
mettere i bastoni
fra le ruote nei loro piani di conquista del mondo. O forse, solo
perché sapeva
chi era quella donna e che
cosa stava
andando a fare e lui voleva cercare di impedirlo. Forse,
perché aveva pure lui
un minimo di coscienza da qualche parte.
La
donna, finalmente, raggiunse il suo obbiettivo: Harry se ne stava
seduto per
terra, ansimante, a reggersi un braccio da quale usciva copioso del
sangue, lo
sguardo fisso per terra.
Lei
estrasse la bacchetta dalla tasca e, quatta quatta, la puntò
contro il ragazzo.
Fu come l’arrivo improvviso di un fulmine che cade a ciel
sereno; dall’arma
uscì un raggio di luce verde che fece spalancare e tirare un
urlo sia ad Harry
che a Draco.
Malocchio
Moody venne sbalzato contro una parete e la bacchetta gli
volò via di mano.
Cazzo!
Combattere contro due Mangiamorte era piuttosto dura e lui non aveva
nemmeno
più l’età per certe cose.
Vide
il Mangiamorte venirgli incontro minaccioso, con la bacchetta puntata
alla sua
testa. Non aveva vie di fuga, ma cercò comunque di pensare a
qualche modo per
salvarsi la pelliccia, per la miseria, era un Moody, non si sarebbe
arreso così
facilmente.
Mentre
si preparava a scostarsi appena il Mangiamorte gli avesse lanciato
l’Anatema,
sentì un’inspiegabile spostamento d’aria
e trovò l’uomo mascherato svenuto ai
suoi piedi.
Alzò
lo sguardo per incontrare gli occhi azzurri di Joel che lo guardavano
determinati.
“Vigilanza
costante, zio”.
Malocchio
non potè fare a meno di sorridere a
quell’esclamazione del ragazzo; era figlio
di Sirius, certo, ma era in tutto e per tutto un Moody. E non solo
nell’aspetto.
JamesRemus,
Jolie e Ariel erano nascosti dietro ad un divano per non venire colpiti
dagli
attacchi di tre Mangiamorte che non li lasciavano vie di scampo,
facendo volare
incantesimi e maledizioni ovunque.
Anche
i ragazzi, naturalmente, stavano facendo la loro parte e ciascuno usava
il
primo mobile che trovava come scudo.
Però
non potevano andare avanti così ancora per molto, anche il
divano prima o poi
sarebbe saltato in aria e per non parlare del fatto che,
così facendo, si
stavano facendo soltanto una figura da coglioni.
“Ragazzi,
ci serve un piano. E in fretta anche”. Disse Ariel,
schiacciandosi contro lo
schienale del divano dopo aver cercato di colpire un Mangiamorte.
“Ci
sto pensando, ci sto pensando, ci sto pensando”. Continuava a
borbottare James,
tenendosi due dita premute alle tempie, come per spremersi meglio le
meningi.
Le
due ragazze si guardarono stranite: chissà che avrebbe
tirato fuori.
Ad
un tratto, però, videro saltare in aria una parte del divano
con un rumore
infernale che li fece quasi saltare verso il soffitto. Adesso,
però, si
trovavano con una fiancata scoperta e ciò non andava per
niente bene.
“Ok,
James, spero veramente che tu abbia ideato un piano,
perché…”. Jolie strinse i
denti per mantenere alto lo scudo che aveva creato con la bacchetta.
“Ragazze!”
le chiamò James con sguardo grave. “Ho
un’idea”.
“E
sbrigati, no?” lo incitò la sorella.
James
si voltò verso i tre Mangiamorte, ancora dietro lo scudo
creato dall’amica, li
guardò con sguardo deciso e incattivito e…
“Per
Narniaaaaaaaaaaaa!!!!!” gridò il ragazzo prima di
lanciarsi fuori dalla
protezione contro gli uomini mascherati, saltando sopra i mobili per
non farsi
colpire dai loro incantesimi.
Jolie
e Ariel si batterono una mano in fronte: quel ragazzo era veramente un
caso
perso. Ma trovava ogni modo per sdrammatizzare le situazioni critiche,
questo
glielo dovevano concedere.
Draco
aveva spinto la donna incappucciata, facendola cadere per terra e
mandare il
suo Avada Kedavra ad infrangersi contro la ringhiera delle scale.
Harry
era rimasto a fissarli ad occhi sgranati, incredulo e confuso.
La
donna, però, non si era ancora decisa ad arrendersi, come se
uccidere il moro
fosse diventata ormai una questione di vita o di morte.
Diede
un forte calcio a Malfoy, si trascinò a gattoni fino ad
Harry e, senza che
questi avesse avuto il tempo di reagire, gli saltò sopra
afferrandogli il collo
con le mani pronta a strangolarlo.
Il
ragazzo cercò di staccare le sue mani, senza capire bene che
cosa stesse
succedendo e chi fosse quella persona, anche se… aveva una
strana sensazione. Quelle
mani, quella pelle, non gli erano del tutto sconosciuti,
così come non lo erano
i ciuffi di capelli rossi che vedeva spuntare dal cappuccio.
All’improvviso,
quando ormai aveva cambiato diverse varianti di colore del viso e
sentiva il
fiato diventare sempre più corto, alla donna
scivolò il copricapo, svelandogli
due occhi verdi, verde smeraldo… come i suoi. Due occhi come
smeraldi
incastonati in un viso che conosceva perfettamente.
“Ma…
ma… mamma”. Esalò a voce bassissima e
atona, con un misto di sorpresa, stupore,
incredulità, emozione… no, era veramente lei?
Lily,
allora, spalancò gli occhi e lo guardò come se
vedesse un angelo piovuto dal
cielo; l’aveva chiamata veramente mamma? Ma perché?
Oh
Merlino, non poteva essere.
Che
cosa stava facendo? Come era possibile? Che le era successo?
Allentò
la presa sul suo collo e lo guardò con uno sguardo pieno di
supplica e prossimo
alle lacrime.
“Ha…
Harry?”
Emmie
non sapeva come era successo, non ne aveva la più pallida
idea. L’ultima cosa
che si ricordava era suo fratello che le urlava di nascondersi sotto al
tavolo
per non essere colpita da quella spietata di Bellatrix.
Lei
gli aveva obbedito, un po’ preoccupata e dispiaciuta per non
poterlo aiutare,
certo, ma sapeva anche che sarebbe stata un po’ di intralcio;
non era molto
brava con gli incantesimi combattivi, per non parlare del fatto che non
era un
cuor di leone come lui.
Ma
tutto quello era successo in un attimo.
Bellatrix
era riuscita a disarmare Teddy e aveva cominciato a colpire Victoire a
colpi di
Crucio. Allora, il licantropo le si era avventato addosso
perché lasciasse in
pace la ragazza, ma lei, pronta come sempre e impossibile da cogliere
di
sorpresa, aveva estratto un pugnale d’argento e lo aveva
colpito allo stomaco.
A
quel punto, per fortuna e forse per una mano dal cielo, erano arrivati
John e
Sirius che erano riusciti ad atterrare la Mangiamorte a colpi di
maledizione ed
schiantesimi, trascinandola fino all’altra stanza.
Emmie
e Victoire, allora, si erano avvicinate al ragazzo che si reggeva lo
stomaco
con entrambe le mani cercando di fermare l’emorragia.
La
bionda si era tolta la maglietta per bloccargli lo scorrere del sangue
almeno
con qualcosa, ma era troppo, decisamente troppo, sembrava un fiume in
piena.
“Vicky…”.
La chiamò Teddy con voce debole, ormai completamente
sdraiato per terra e con
lo sguardo che si faceva sempre più vacuo.
“Non… non toccare… il
sangue…”.
La
ragazza capiva benissimo che cosa l’amico intendesse, ma non
le importava
niente, non le importava della maledizione, del sangue infetto, della
licantropia… voleva solo che Teddy si salvasse.
Con
una ferita normale avrebbe potuto guarirsi da solo. Ma quello era
argento e l’argento
era come veleno per i licantropi, li faceva soffrire in maniera atroce
per poi
non lasciarli vie di scampo.
Il
ragazzo cercò di tenere duro, di resistere ancora un
po’, ma ormai non riusciva
nemmeno più a distinguere le forme dell’amica e
della sorella, entrambe in
lacrime. Ormai, era inutile, era inutile cercare di resistergli.
L’argento lo
avrebbe ucciso, era solo questione di minuti.
Mostrando
un sorriso che doveva essere consolatorio a Emmie e Vicky, chiuse gli
occhi
lasciandosi andare.
DISCUTIAMONE…
Ehilà,
eccomi qui…
Alluora,
siccome è morto tardi, non mi sto a dilungare in molte
chiacchiere. Purtroppo,
questo sarà l’ultimo capitolo che leggerete per
almeno una settimana, perché domenica
parto per l’Inghilterra e là non credo che
avrò il tempo di scrivere.
Perciò,
vi dovrò lasciare con questo colpo di scena e
l’ansia e la curiosità nel sapere
che cosa succederà. Muahahahaha *risata malefica*, come sono
perfida, muahahah.
Ok,
questa non era una cosa bella da dire ^^ *indietreggia di fronte ai
suoi
lettori armati di asce*.
Però
dai, vi lascio con questo bel capitolone pieno di azione, non potete
lamentarvi.
Va
bene, basta, non parlo più che è meglio.
Fatemi
sapere che cosa ne pensate.
Kiss,
M.
FEDE15498:
carissima, uuuh, un
commento per ogni personaggio. Sono contenta che ti piacciano anche in
questa
versione un po’ “riadattata”. Eh
sì, Draco sembra che stia capendo da che parte
è giusto stare, ma… chissà ^^ alla
prossima, mi raccomando. Kisss
STEFANMN:
Uh caro,
tranquillo, anche poche righe bastano, purchè siano sincere.
Beh, che ne pensi
di questo? Un bacio, la tua Milly ^^
ROXY_BLACK: Bellatrix: AVADA
KEDAVRA!! Milly
*tira calico a Bella*: carissima… eh sì, ormai
avrai capito che i miei pg sono
piuttosto particolare ^^ in ciascuno di loro c’è
qualcuna delle mie
caratteristiche ^^ ma, che mi dici di questo capitolo? Ci sono
abbastanza botte
per te?? xD kiss
JULIET
ANDREA BLACK:
*trattiene Juliet
per la manica della maglietta* ah, la mia cara Juliet… che
bello sentirti. Ma,
non capita anche a te di chiederti come diavolo faccia Charlie ad
essere figlio
di Piton? No, perché Charlie è veramente un
bonazzo e Piton… beh, Piton è Piton
xD ma vabbè, probabilmente si chiama Karma. Non ti
preoccupare per i
Mangiarmote, ci stanno già pensando quelli
dell’Ordine a farli fuori anche se…
oooops, Bellatrix ha combinato un casino con Teddy. Chissà
che succederà… hmmm…
^^ alla prossima, Byo.
PUFFOLA_LILY:
hmmm… un po’ di
pazienza e i tuoi dubbi saranno rivelati. Per sapere a che cosa serve
Lily a Voldemort
dovrai aspettare il prossimo capitolo e… John e Charlie
insieme? Mah, chissà…
^^ forse sì forse no… un bacio. M.