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Autore: yllel    03/03/2012    6 recensioni
John e Lestrade entrano in azione, ma ancora non sanno chi o cosa incontreranno! spoiler sul finale della seconda stagione.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il motivo per cui torno sempre indietro'
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MEGLIO DI PRIMA
CAPITOLO 3: RITORNO A CASA
La conclusione! Ma spero di farli tornare. Piccola sorpresa finale…
 
Ma non era morto?
Il grande Sherlock Holmes torna alla vita con  il botto e smaschera super organizzazione criminale
John appoggio’ il giornale sulle ginocchia e desidero’ poter stendere le gambe. Perche’ i sedili degli aerei erano cosi stretti?
Guardo’ Sherlock seduto in parte a lui. Non aveva proferito parola da quando erano saliti sull’aereo che li stava riportando a Londra; non aveva fatto cenno di voler leggere i giornali per sapere cosa dicessero di lui. Mycroft aveva fatto in modo che i media fossero subito sulla notizia, in modo che il il ritorno del fratello fosse chiaro e lampante a tutti.
Sherlock Holmes era vivo. Scagionato da ogni sospetto. Brillante e arguto piu’ di prima.
E tutti dovevano saperlo.
John si chiese quanto la copertura mediatica fosse necessaria e quanto rappresentasse una sorta di rivincita personale, contro chi aveva contribuito a scalfire l’immagine e l’onesta’ di Sherlock mesi prima.
“E’ tutta opera di Mycroft, sai. Io mi sarei accontentato di tornare a Baker Street. Con te”
Come al solito gli leggeva nella mente. Cavolo, come gli era mancato!
“ok, ma devi ammettere che e’ bello sapere che tutti ora sono sicuri della tua innocenza”
“tu mi hai sempre creduto. E Lestrade…” accenno’ con il capo all’ispettore che dormiva nella fila accanto.
John annui’.
Torno’ a guardare il giornale. La fotografia piu’ grande ritraeva il banchiere Philippe Buroit dopo il suo arresto, avvenuto nella notte dopo che era stato scoperto a cercare di trasferire conti milionari a societa’ inesistenti. Introdursi nella banca di soppiatto per non destare sospetti non era stato affatto semplice, ma John si era…divertito.
Beh, un po’ meno quando gli avevano sparato, doveva ammetterlo.
Mycroft non poteva mandare i suoi uomini in via ufficiale e si temevano infiltrazioni in tutti I livelli della polizia e organismi di sicurezza francesi. Sherlock Holmes aveva quindi risolto il caso.
“Stai sorridendo, John”
“Certo che sorrido. Se non e’ un sogno, questo e’ il momento piu’ bello degli ultimi mesi… e credimi, sono stati mesi difficili”
Si interruppe con la voglia di mordersi la lingua. Se per lui era stato difficile, peggio doveva essere stato per Sherlock, ma lui scosse la testa leggendogli nel pensiero come al solito.
“non preoccuparti. Ho tratto il meglio da questi mesi in solitudine, in modi… diversi”
Prima che John potesse chiedergli di cosa stesse parlando, l’hostess li invito’ ad allacciarsi le cinture per l’atterraggio.
***
Lestrade si stiracchio’ vistosamente.
“Ah, finalmente a casa… non vedevo l’ora di tornare”
“si, la tua vita da scapolo solitario deve esserti mancata molto… per lo meno tua moglie attualmente non ti tradisce con nessuno”
John scrollo’ il capo in segno di disapprovazione al tono di Sherlock, ma Lestrade stava gia’ sorridendo.
“Ah, quanto mi sei mancato! Bentornato a casa!”
Tutto come ai vecchi tempi.
Viaggiavano tutti e tre con i bagagli a mano, per cui si avviarono verso l’uscita. In qualche modo, i giornalisti erano stati sviati nelle informazioni sul loro arrivo, per cui non se ne vedevano.
Beata donna quell’assistente di Mycroft, si ritrovo’ a pensare John, notando tuttavia che Sherlock si guardava in giro, come cercando qualcuno.
E poi, improvvisamente e incredibilmente, sorrise.
John segui’ il suo sguardo e si ritrovo’ a fissare Molly Hooper.
Sherlock affretto’ il passo e la raggiunse, continuando a tenere fissi i suoi occhi in quelli della ragazza.
Ed ecco cos’era. Il tassello mancante. L’arma segreta di Sherlock Holmes nella sua morte.
John si ritrovo’ a ridacchiare. E chi se no? adesso aveva capito.
Lestrade lo aveva raggiunto e ora fissava anche lui la coppia a pochi metri.
Molly stava sorridendo dolcemente e un attimo dopo si stavano abbracciando.
Ok…
L’attimo successivo Sherlock si era chinato sul viso di lei e aveva cominciato a baciarla.
A baciarla sul serio.
Poi aveva smesso e lei gli aveva chiesto qualcosa e poi ridacchiando l’aveva di nuovo stretto a se’.
Oh.
***
Sherlock aveva mandato un sms a Molly dicendole che sarebbe arrivato all’aereoporto alle 10.15.
Quando era sceso non aveva resistito alla tentazione di punzecchiare Lestrade ma poi i suoi occhi avevano cominciato a vagare per il terminal alla ricerca di Molly.
E quando l’aveva vista, tutto il resto non aveva piu’ contato.
Lei lo aspettava con uno sguardo ansioso e timido allo stesso tempo, come se temesse che dopo i mesi in cui erano stati separati lui avesse cambiato le sue intenzioni. Non era affatto cosi.
L’aveva baciata senza neanche darle il tempo di dire qualcosa, un’urgenza che lo scuoteva nel profondo.
Poi pero’ si era dovuto staccare dalla sua bocca, il labbro rotto che gli faceva ancora male.
“Cosa ti e’ successo?”
Lui le aveva sorriso
“John era davvero entusiasta di vedermi vivo… dopo un po’. Non molto nei primi minuti, devo dire.”
Molly aveva spalancato gli occhi
“Ti ha dato un pugno?”
“Gia’”
Lei aveva cominciato a ridacchiare “io te l’avevo detto…”
Alla sua faccia offesa l’aveva stretto forte forte, come se temesse che fosse solo un sogno.
John e Lestrade erano rimasti ad osservare a bocca spalancata.
 
Piu’ tardi, a Baker Street…
John sorseggio’ piano la sua tazza di the. Prese uno dei biscottini che la signora Hudson aveva insistito perche’ si portassero a casa, dopo aver sgridato, rimproverato e abbracciato Sherlock.
Il quale ne aveva mangiati una decina e poi si era messo a suonare il violino.
Come se niente fosse.
Come se negli ultimi mesi non si fosse finto morto, avesse orchestrato nell’ombra il suo ritorno e sgominato una banda criminale.
Ma soprattutto, come se non l’avesse appena visto baciare Molly Hooper.
“ok basta!”
Si alzo’ in piedi deciso a fronteggiarlo.
Sherlock fini’ con calma di suonare il pezzo che stava eseguendo e appoggio’ lo strumento sul tavolino a fianco, prima di guardarlo neglio occhi.
“John?”
“E’ una cosa seria?”
“Sebbene io abbia un’idea di che cosa tu voglia chiedermi, sarebbe senz’altro utile per la tua sintassi se imparassi a mettere dei soggetti nelle tue frasi”
John conto’ mentalmente fino a 10.
“Quella tra te e Molly Hooper… e’ una cosa seria?”
Sherlock si alzo’ e ando’ davanti alla finestra.
“definisci seria, per favore”
“Le hai dato un contentino perche’ ti aiutasse a inscenare la tua morte o provi qualcosa per lei?”
Sherlock si volto’ di scatto, uno sguardo furioso negli occhi.
“Se mi stai chiedendo se le mie attenzioni derivino dal fatto che fossi consapevole e cosciente che lei fosse il mio asso nella manica, l’elemento instabile nel grande piano di Moriarty la risposta e’ no. Mille volte no. Mi conosci troppo bene per sapere che non farei mai una cosa del genere”
John sospiro’ “io non lo so piu’ se ti conosco bene… sei cambiato”
“non cosi tanto. Sul serio, io non lo so. E’ successo e basta. Dopo. Mentre ero a casa sua e mi nascondevo in attesa che Mycroft mi facesse uscire dal paese. E ho scoperto che… potevo gestirlo. Che mi piaceva e potevo affrontarlo. Che era l’unica cosa per la quale in tanti momenti ho resistito.”
Un pensiero improvviso colpi’ John “questo, Moriarty non l’aveva proprio preso in considerazione… non aveva preso LEI in considerazione”
“Esatto.”
“Quindi e’ una cosa seria.”
Sherlock roteo’ gli occhi con insofferenza.
“Uff! Devi proprio cercare di dargli un significato? Non lo stiamo facendo noi, semplicemente ce lo stiamo godendo e devi farlo tu? Perche’?”
John sorrise “perche’ e’ divertente!!”
Sherlock se ne ando’ impettito in cucina e addento’ un altro biscotto.
“Un momento… perche’ Molly non e’ qui? O perche’ tu non sei da lei?”
Sherlock bofonchio’ qualcosa a bocca piena.
“Cosa?”
“Ho detto, ha in qualche modo paura di te”
John scosse il capo. All’improvviso si ricordo’ di come lei avesse tenuto gli occhi bassi all’aereoporto e poi fosse scappata su un altro taxi, dicendo che doveva tornare al lavoro.
“Perche’ diavolo dovrebbe aver paura di me?”
Sherlock sospiro’ “E’ convinta che tu ce l’abbia con lei perche’ per tutto questo tempo ti ha mentito e non ti ha detto che ero vivo”
“ma tu che le hai risposto?”
“beh, che era altamente probabile”
“COSA? No!! io non ce l’ho con Molly… senti, l’unico da biasimare qui sei tu!”
“Ma lei mi ha aiutato!!”
“e cosa dovrei fare? Prendere a pugni anche lei?”
“Credo che in questo caso il nostro rapporto sarebbe altamente compromesso”
“Sherlock, te lo diro’ solo una volta… la colpa e’ tutta tua.”
“Grazie per aver chiarito il concetto. E comunque Molly pensava che avessimo bisogno di un po’ di tempo noi due… per chiarirci. Per stare insieme e…parlare.” La sua smorfia fece chiaramente capire che non condivideva a pieno quel pensiero .
John scosse il capo. Quella ragazza doveva davvero imparare ad essere piu’ egoista. Ma solo un poco, altrimenti poi non avrebbe piu’ sopportato Sherlock e lui era davvero curioso di sapere dove quella cosa insieme li avrebbe portati.
“Va da lei”
Sherlock lo guardo’ per un attimo prima di allontanarsi dai biscotti.
“Va da lei, idiota. Io non lo sapevo in questi mesi che tu fossi vivo ma lei ti ha aspettato… ha aspettato che tornassi. E so che hai voglia di vederla. In quanto a me… devo riabituarmi piano al fatto che tu viva di  nuovo qui. “
“oltre al fatto che pensavi di chiedere alla nuova infermiera della clinica di uscire con te”
John sorrise.
Sherlock lo ricambio’ e ando’ in camera.
“John?”
“Si?”
“hai buttato i miei esperimenti?”
“puzzavano, Sherlock”
***
L’HAI SALVATO. GRAZIE. JW
LIETA SI SAPERE CHE NON MI ODI. CREDO CHE AVRO’ BISOGNO DI AIUTO PER GESTIRLO. MH
OH SI! JW
“Sara’ meglio di prima” esclamo’ a voce alta alla stanza vuota  John Watson appoggiando il suo telefono. 

FINE.
grazie a chiunque ha letto!

  
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