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Autore: Ili_sere_nere    04/03/2012    9 recensioni
Ad Ariel Mones, semplice ragazza italiana, viene proposto uno scambio culturale in una città americana, Mystic Falls - Virginia. Cosa accadrà quando, dopo aver saputo delle strane morti che avvengono in quella cittadina, dopo alcuni strani incontri, capirà che di "umano" e "normale" non vi è poi quasi nulla?
#Storia Ambientata Dopo La Seconda Stagione.Tuttavia, alcuni particolari riguardanti il finale di stagione sono stati cambiati#
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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21


Capitolo 21

 

< Dai, Ariel! Per favore! > cercò la voce di Elena di corrompermi.
< No, non me le faccio le foto! > esclamai mentre continuavo a darle le spalle. < E, per favore, lasciami finire di bere il mio frappé! >
< Tu ti lasci fare la foto, io ti lascio bere. Semplice no? >
< Sei un demonio, ecco cosa sei! >> sbottai inacidita. Eravamo uscite noi due sole e ci eravamo dirette al Grill per prenderci qualcosa da bere. Tuttavia, quando Elena trovò la macchinetta fotografica nella mia borsa, si impuntò affinchè facessimo le foto.
< Perché no? Dai > continuò, non demordendo.
< Esco male in foto, non mi piace farmi fare le foto! > infossai il viso tra le braccia.
< Ragazze > disse una voce che riconobbi essere quella di Damon.
< Ehi > gli rispose Elena. < Convinci Ariel a farsi una foto? >
< Perché proprio io? > chiese perplesso Damon.
< Neanche se cala in Padre Eterno mi faccio fotografare > cercai in ogni modo di farla demordere in quell’intento.
Una sedia venne spostata. < Cosa ottengo in cambio? > chiese Damon rivolto ad Elena.
< Damon, fallo e basta! >
< Ti pianto un paletto nel cuore, Damon. A tuo rischio e pericolo > lo minacciai. Pochi secondi dopo le mani di Damon si chiusero intorno ai miei fianchi, iniziando a solleticarmeli. Iniziai a maledirli verbalmente e a dimenarmi con enfasi, tanto che Damon dovette prendermi in braccio prima che rischiassi di fare enormi danni.< Io vi odio! Dal profondo del mio cuore! – iniziai a dire a denti stretti – Odio specialmente te, Damon! >
< Non era una novità questa > rispose lui tranquillo.
Il flash della macchinetta mi fece irrigidire di botto e guardai Elena stralunata. < Dimmi. Che. Non. Lo. Hai. Fatto. Per. Davvero! > scandii ogni singola parola.
Lei ridacchiò leggermente. < Aver fatto cosa? – chiese, fingendosi sorpresa – Oh, dici per caso.. questo? > premette ancora una volta il tasto della macchinetta, scattando una ennesima foto.
Feci per scattare quando la presa di Damon si intensificò quel tanto che bastava a bloccarmi. < Ragazzina, finiscila di agitarti >
Voltai furente il viso verso il suo. < Non mi devi chiamare ‘ragazzina’! Ho un nome! E non dirmi quello che devo o non devo fare! >
< Ti faccio presente che sei seduta sulle mie gambe – lo guardai affinchè proseguisse – Non vorrei che questo tuo agitarti causasse… dell’altro > sussurrò la parte finale nel mio orecchio con voce bassa.
Lo guardai strabuzzando per pochi istanti gli occhi. Lui, invece, sorrise divertito, anzi ghignò proprio.
< Sei.. Sei un.. > mi bloccai prima che prendessi a parole e, perché no, anche a schiaffi Damon. Cercai di alzarmi, ma Damon mi teneva ancora stretta a sé. Alla fine rinunciai. < Elena, posso almeno vedere quelle foto? Giuro – dissi, interrompendo un suo tentativo di parlare – Giuro che non le cancellerò >
< Tanto ho fatto in modo che non possano venir cancellate > disse lei sorridente.
Presi la macchinetta fulminando Elena con lo sguardo. Iniziai a guardare le foto da lei appena scattate e.. beh, non erano poi male. A guardarle fu anche Damon, che posò il mento sulla mia spalla. Guardai il suo profilo con la coda dell’occhio. < Questa non è male > disse lui, facendomi riportare l’attenzione sul display della macchinetta.
La foto ritraeva il momento in cui Elena aveva scattato la foto a tradimento. Damon, nella foto, sorrideva mentre io ero indignata verso la ‘fotografa’. < E’ inguardabile! > dissi, cercando l’opzione per cancellarla.
< Ferma! – esclamò Damon, mettendo una mano sulla mia – Invece a me piace > disse, guardandomi negli occhi. Socchiusi le labbra incapace di rispondergli. Quel suo sguardo, quel suo tono di voce, tutto mandava K.O. Non resistetti più e abbassai lo sguardo verso le sue labbra. Erano passati alcuni giorni da quando lo avevo baciato a casa mia e quelli furono i giorni più lunghi ed esasperanti della mia vita. Non era che mi mancava Damon, quello mai, ma mi mancavano le sue labbra, la loro morbidezza. Mi mancava stringergli i capelli. In pratica, mi mancava tutto di lui, ma non lui. “Che ragionamento contorto è mai il mio?”. Riconsegnai svelta la macchinetta ad Elena. Le braccia di Damon mi lasciarono andare e potei ritornare seduta al mio posto. Presi il mio frappè, iniziandolo a bere e ignorando lo sguardo di Elena.
< Beh, Elena, sei riuscita a farle le foto.  Verrò a riscuotere quando sarà > disse Damon ,alzandosi.
< Vai via? > chiese lei.
< La fame chiama > disse, scrollando le spalle, iniziando ad allontanarsi.
Durante tutto ciò ero rimasta con lo sguardo puntato sul frappè e anche quando questo terminò, non lo alzai.


< Ariel – iniziò Elena, ma la ignorai – Ariel.. Ariel! Ehi! >
< Ahia! > esclamai dolorante mentre presi a massaggiarmi lo stinco. < Non c’era bisogno di tirarmi un calcio! >
< Mi stavi ignorando, ma comunque..  – si avvicinò meglio al tavolino – Devi dirmi qualcosa? > disse maliziosa, sorridendo.
< No. Assolutamente niente >
< Quindi non c’entra nessun ragazzo moro, con degli occhi azzurri, che per giunta è un vampiro? > disse sempre sorridendo divertita. < Un qualcuno di nome Damon? >
Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva. < Cosa.. Che dici? > la mia voce uscì più acuta.
< Lo sapevo! – esclamò meravigliata – Lo sapevo che tra voi c’era qualcosa! >
< Non c’è assolutamente nulla, Elena! Niente, nada, nothing! >
< Ariel, gli sguardi che vi scambiate li conosco! – sospirò – Erano gli stessi sguardi che scambiavo anche io con lui. C’è attrazione tra voi, è forte ed è quasi palpabile >
< Non so di cosa parli >
< Ariel – mi guardò negli occhi – a te lui piace, si vede dai! Questi sguardi complici, di intesa. Queste parole non dette. Voi siete l’uno attratto dall’altro e, fidati, in molti ce ne eravamo già resi conto >
Mi morsi il labbro inferiore, sospirando. < C’è attrazione tra noi, ne sono cosciente, ma.. Siamo così diversi e non parlo del fatto che lui, teoricamente, dovrebbe essere morto e sepolto già da molto tempo – alzai lo sguardo, incrociando quello scettico di Elena – Aah, dannazione! Ok, ok.. si, mi sento attratta da Damon. Si, è decisamente sexy. Si, io e lui.. ci siamo.. baciati > sussurrai il tutto a bassissima voce.
< Voi cosa? > chiese Elena, non avendo sentito e capito.
Corrugai la fronte. < Ci siamo baciati >
Elena sgranò gli occhi, lasciando cascare il cucchiaino nella tazzina. < Quando? Come? Perché? >
< E’ iniziato la sera della festa al Grill, quando rividi Ray. Damon si è presentato sul pianerottolo di casa e, boh, mi ha baciato >
< C’è stato solo quello? >
< Beh, no. Ci siamo ribaciati tante altre volte, l’ultima volta qualche giorno fa. Se ci penso bene, abbiamo anche rischiato di finire a letto insieme, una volta in particolare > guardai Elena, trovandola senza parole.
< Wow. Io.. Beh.. Non credevo che.. fossero accaduti così tanti eventi. Siete sempre così.. scontrosi. Però, come ti ho detto prima, dovevo immaginare che tutto ciò era fatto solo per mantenere le apparenze >
< Apparenze? Io e lui non stiamo insieme, Elena. Sono cose che accadono così per caso >
Il sorriso tornò sulle sue labbra, inclinando di lato il capo. < E non pensi che questo ‘per caso’ voglia dire dell’altro? >
< Tu pensi che.. >
< Si, io lo penso >


Scesi dall’auto e mi avviai verso la porta d’ingresso della pensione. Già dal giorno del bacio a casa mia avevo deciso di parlare con Damon, Elena me lo aveva solo ricordato, inculcandomi, forse, anche altre idee. Giunta davanti la porta, diedi due lievi colpi. Passarono alcuni minuti, ma nessuno aprii. Feci per andare via quando, però, provai a vedere se la porta era aperta.. E lo era.
< Permesso? – dissi, guardandomi intorno – C’è nessuno? Damon? Stefan? >
Entrai in casa, ma non c’era l’ombra di nessuno. Provai a salire al piano superiore e mi imbattei nel rumore dell’acqua aperta. “Qualcuno allora c’è!” pensai. Passai davanti ad una stanza con la porta aperta e sul letto facevano bella mostra degli indumenti.  Entrai nella stanza e, spostati gli indumenti, mi sedetti sul letto, poco importava se mi trovavo nella stanza di Damon o Stefan. Beh, era sempre, però, violazione della privacy. Se quella era la stanza di Damon, beh, in quel caso allora potevo benissimo invadere la sua privacy, come lui faceva con me.
< Chi ti ha detto di entrare qua dentro? > disse la voce di Damon, in tono serio. Era fermo sulla soglia della stanza con un semplice telo a coprirgli la vita. Era lui, quindi, sotto la doccia. Non potei evitare di arrossire quando vidi una gocciolina d’acqua che dal collo scendeva verso il petto. Deglutii continuando a spostare lo sguardo verso il basso. Gli guardai il petto, scesi sul ventre piatto in cui si intravedevano i muscoli. Niente di troppo definito o lievemente accennato. Arrivai alla sua V per tre quarti visibile mentre l’ultimo quarto scompariva sotto l’asciugamano.
< Conosci il detto chi tace acconsente? Beh, io ho chiesto, nessuno mi ha risposto e l’ho preso per un si > risposi, mettendomi in piedi.
< Devo cambiarmi. Sei pregata di uscire > disse, passandomi accanto.
< Da quando sei diventato così pudico? > voltai il viso verso di lui. Damon non mi rispose. < Comunque ero qui per parlare con te >
< Non sono tenuto ad ascoltarmi > rispose solamente. Sbuffai avvicinandomi a lui.
< Non devi per forza ascoltare, puoi semplicemente sentire > sorrisi innocentemente.
Lui si girò guardandomi serio. Fece un passo verso di me e ciò lo portò quasi a toccarmi con il suo corpo. < Io non voglio né sentirti né ascoltarti >
< E cosa vorresti fare? > Vidi il suo sguardo vagare sul mio corpo e sentii la respirazione accelerare. Ritornò a guardami negli occhi, sorridendomi malizioso. < Scordatelo >. Alzò un sopracciglio continuando a sorridere strafottente. < Damon, sai che ti dico? Fottiti! > dissi brusca, rigirandomi per uscire da quella stanza. Lui, però, afferrandomi dal polso mi bloccò per poi tirarmi verso di lui. Mi scontrai contro il suo petto e quando alzai il viso verso il suo, lui abbassò il viso facendo congiungere le nostre labbra. Iniziai a dimenarmi e ad oppormi, ma alla fine portai le mani sul suo collo e poi tra i suoi capelli ancora umidi, stringendoli. Sentii le mani di Damon scendere dalla schiena fino ai glutei, e poi dietro le cosce. Come se non pesassi nulla, mi prese in braccio portandomi a cavalcioni su di lui. Mi staccai di poco dalle sue labbra. < Damon.. parlare.. noi > cercai di dire, ma i suoi baci intensi non me lo permisero poi tanto.
Lo sentii camminare ad ampie falcate fino a quando la mia schiena non cozzò contro il muro della stanza. “Auch!” pensai. Il bacio cambiò intensità. Da un semplice sfiorarsi di labbra divenne qualcosa di più tanto che respirare divenne decisamente difficile. Percepii la sua lingua farsi spazio tra le mie labbra, fino a quando non raggiunse la mia. Entrambe presero a rincorrersi, a sfiorarsi. Lo sentii mordere il mio labbro inferiore e dovetti premere le unghie contro il palmo della mia mano per non emettere un gemito che stava per abbandonare le mie labbra. Non appena le sue labbra si posarono sul mio collo, mordicchiandolo, le sue mano finirono sulla camicetta. Fu un attimo. Inserendo le dita tra gli spazi tra un bottone e l’altro, Damon fece saltare i bottoni e l’aprì rivelando il reggiseno. Strinsi d’istinto le gambe intorno alla sua vita, avvicinandolo a me. Non me ne curai molto e portai le mani sul suo petto, graffiandolo leggermente fino ad arrivare al bordo dell’asciugamano. Un suono gutturale fu soffocato da Damon e le sue mani si strinsero sulle cosce, lasciate scoperte dalla gonna. Portai indietro il capo, chiudendo gli occhi. “Parlare.. Se.. “
Cercai di metterci tutta la buona volontà, non ero andata lì per.. per.. < Damon! Fermati! >
Portò il viso davanti al mio. < Ne sei sicura? > mi guardò con lo sguardo acceso di eccitazione e un sorriso malizioso.
< Prima parliamo.. poi.. >
< Prima poi.. e poi parliamo > disse lui, ritornando a baciarmi il collo, scendendo lungo l’incavo del seno. Chiusi gli occhi in seguito ad un brivido lungo tutta la schiena. Le mani di Damon arrivarono sul gancio del reggiseno e lo aprì rapido, sfilandolo e lanciandolo da qualche parte nella stanza.
Dovetti inarcare la schiena quando percepii il pavimento freddo sulla pelle e Damon ne approfittò per passare la lingua sul mio petto. Colta da una strania smania, strinsi le mani contro il telo di Damon da cui si scorgeva un “tenue” rigonfiamento. Vi strusciai contro il mio bacino, sentendo lievi sospiri abbandonare la bocca di Damon. L’acuto rumore di tessuto strappato mi avvisò che il mio intimo era andato perduto per sempre. Feci in modo che Damon mi guardasse negli occhi. < Ti è dato di volta il cervello? > gli dissi sconvolta. < Il mio intimo! >
< Rimedieremo > disse solamente, prima di ritornare a baciarmi le labbra. < E non dire che come gesto non ti è piaciuto > mormorò malizioso all’orecchio.
Gli morsi il lobo, sentendolo lamentarsi leggermente. Di rimando mi morse lievemente il collo. < No, tu non ti azzardare a mordermi! Ehi! > dissi, provocando una lieve risata in Damon.
Sospirò, alzando il viso e guardandomi negli occhi. < Ti prego, un’altra volta in bianco con te non la reggo! >
< Brutta l’astinenza? > dissi, provocandolo anche se, beh, la situazione non era delle migliori. Stesi sul pavimento, io completamente nuda, lui coperto solamente da un telo, poteva mai essere questo un perfetto momento per conversare?
< Non è l’astinenza, ragazzina. E’ la voglia di te che mi logora > disse non smettendo neanche per un secondo di guardarmi negli occhi. Rimasi spiazzata da quell’affermazione e dal modo in cui lo aveva detto. Non so perché, ma sentii il mio cuore perdere un battito prima di riprendere a folle velocità la sua corsa. Azzerai le distanze tra le nostre labbra, stringendogli i capelli con una mano. < Andiamo su qualcosa di più comodo > mormorò e subito dopo percepii la morbidezza del letto contro la schiena. Come andai a cingergli i fianchi con le gambe, notai come non indossasse più il telo. Eravamo, ora, pelle contro pelle. Deglutii nervosa. Non ero mai stata nervosa, mai, ora invece sentivo dentro me una fortissima ansia e Damon sembrò accorgersene. < Ariel > mi chiamò con voce lieve. Alzai lo sguardo e non so cosa vide dentro i miei occhi, ma sulle labbra nacque un sorriso. Non era un sorriso malizioso, un sorriso strafottente, no. Quello assomigliava al sorriso che aveva in una delle foto scattate da Elena. Un sorriso.. reale.
< Che c’è? > chiesi scorbutica, ma lui scosse il capo, prendendo a strusciare il suo bacino contro il mio. Gemetti leggermente e gli strinsi il busto con le braccia, avvicinandolo a me. La voglia repressa che avevo di lui iniziò a farsi sentire, a farmi scalpitare. < Ti odio >
< Si, lo penso anche io, ma ora a cosa è dovuto? >
Sospirai nervosa. < Ti prego, Damon! >
< Mi piace quando mi preghi > disse lui malizioso al mio orecchio. Finalmente, però, iniziò a porre fine a quella dolce tortura, facendosi poco a poco spazio in me. Prese così a muoversi in me con spinte lente, profonde, ma al tempo stesso intense e passionali. Infossai il viso nell’incavo del suo collo, circondato dalle mie braccia, sospirando ad ogni sua spinta. Non credevo che una persona come Damon potesse essere delicato come, invece, in quel frangente si stava rivelando. Le spinte continuarono fino a quando una bolla di piacere iniziò a crescere all’interno del mio corpo, diventando sempre più grande ed insostenibile. Portai le mani ai lati del mio viso e, poco dopo, sulle mie si posarono le mani di Damon. Intrecciai le dita con le sue, stringendole forte quando la bolle scoppiò, lasciandoci andare al piacere.


Respirai affannata contro le sue labbra, con gli occhi ancora chiusi. Quando li aprii, trovai le labbra di Damon tese in sorriso malizioso.
< Non provare a far battutine >
< Cosa mi dai in cambio? >
< Tanti calci dati con affetto > gli dissi ironica.
< Perché non usi questo affetto in altre occasioni? > mormorò malizioso al mio orecchio, prima di scendere a baciarmi il collo.
Tremai leggermente. < Ora parliamo – roteò gli occhi, rotolando al mio fianco mentre io mi misi seduta – Cosa siamo tu ed io? >
< Umana e vampiro? >
< Non in quel senso, genio! Ci baciamo, ora siamo andati a letto insieme.. Cosa.. Cosa siamo? – voltai il viso verso di lui – Hai detto che la voglia di me ti stava logorando. Volevi solo portarmi a letto? >
< Cinquanta e cinquanta >
< Che cosa è l’altro cinquanta? > Quella domanda colse impreparato Damon, che mi guardò corrugando la fronte.< Un cinquanta è perché volevi venire a letto come me, l’altro? >
< Non lo so > rispose solamente, distogliendo lo sguardo da me. < Tu solo di questo volevi parlarmi? >
< Più o meno. Elena dice che tra me e te, oltre all’attrazione, c’è dell’altro >
< Tu le credi? >
Corrucciai le labbra, pensandoci, prima di ridacchiare. < Forse avevi ragione >
< Io ho sempre ragione, ma questa volta su cosa? >
< Sul fatto che bisognava avere solo pazienza – mi appoggiai al suo petto, guardandolo negli occhi – Damon Salvatore mi hai fatto cadere ai tuoi piedi >
Sorrise vittorioso. < Devo essere sincero su una cosa: il primo a cadere nella sua stessa trappola, sono stato io > corrugai la fronte non capendo e Damon non mi spiegò oltre, mi baciò solamente.



Spazio Autrice ( sempre per modo di dire )
Buon giorno e buona domenica!!!! Come state? Io non m reggo in piedi! Ieri ho avuto una giornata pienissima, oggi idem! Stasera mi aspetta anche un compleanno! Devo studiare per il compito di domani,  il 12 marzo si avvicina sempre di più, ovvero si avvicinano i 100 giorni all'esame, e io non ho ancora la tesino del tutto fatta! Mi mancano ancora alcune materie ç______ç Perchè si devono fa gli esami? ç____ç
Comunque, bando alle ciance, quello di oggi non è UN capitolo qualunque, ma è IL capitolo ù.ù Ebbene si, dopo ben 20 capitoli, i nostri due piccioncini arrivarono al dunque, un pò anche grazie ad Elena xD
Non so che dire.. Credo che il capitolo si sia commentato da solo.. Ah, si, vi posso dire solo questo.. Non abbassate la guardia ù.ù Gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo, e hanno un nome.. ;)
Vorrei ringraziare chi legge, chi recensisce, chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare e chi mi ha tra gli autori preferiti, grazie!!
Per qualunque cosa vi aspetto sul mio gruppo di FB :) A Mercoledì :)

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