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Autore: Claire Piece    06/03/2012    5 recensioni
[storia completamente corretta ed epurata da errori grammaticali e sintattici]
"Ma io non voglio un principe e non voglio che tu lo sia… io voglio L e basta! Trovo che sia molto meglio che avere un principe che continua a chiedermi la mano o a dirmi di amarmi… Io voglio che nulla mi sia detto sempre in modo esplicito... voglio i fraintendimenti… amo proprio l’incapacità nel sapermi prendere, l’incostanza dell’ “a volte sì e a volte no”... voglio l’impulsività, la stranezza, la tentazione celata e costante...
Ecco cosa voglio. Sei tu."

La morte le aleggia costantemente intorno... La Wammy's House, geni, killer e l'amore per una persona irraggiungibile, L.
Una giovane donna stringerà tra sue mani tutto questo.
Ciao ciao a tutti, questa è la mia prima fan fiction.
Mi sono cimentata in un campo non mio, ma era molto che ero ispirata e così ho pensato "o la va o la spacca!" Così mi sono messa di buona volontà e ho iniziato a scrivere, da principio da sola e poi facendomi aiutare (purtroppo non sono un'esperta scrittrice e agli inizi non tutti siamo bravissimi) con la correzione degli errori
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Watari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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                    Il vero Giuda





Avete mai avuto quella sensazione che paralizza e immobilizza, che preannuncia qualcosa a volte di orribile o semplicemente di bello e inaspettato?
Sorprende comunque.
In una fase della mia vita così buia e tediosa, dove tutto stava diventando un lento scorrere e sembrava che nulla potesse più sorprendermi, è comparso Lui...
Sento ancora il suo sguardo addosso.
Se dovessimo dare un'unità di misura agli sguardi, credo che il suo sia inqualificabile, immisurabile.
Ma andiamo per piccoli passi.
Adesso, dopo tre lunghi anni che ho passato con Lui, mi ritrovo in questa suite vuota.
Sola a raccontare di ciò che mi terrorizza di più, il dolore.
Ho paura che se non mi sfogo morirò come è morto Lui, con un dolore che squarcia il petto e che non lascia il tempo nemmeno per un’ultima parola. Ho conosciuto molti tipi di dolore, ma mai così straziante, concentrato e assoluto.
Mio Dio non riesco a trattenere le lacrime.....

Credo di essere pronta adesso, chiedo perdono.


Mi misi a scrivere quei pezzi di memoria, dopo averlo visto morire sotto i miei occhi, dopo aver passato ore ad osservare il vuoto.
Scrivevo e scrivevo, su di un blocco tirato fuori da non so dove, avrei dovuto provare riluttanza per qualsiasi forma cartacea che mi ricordasse quel quaderno nero, eppure ero lì ad affrontare la nausea, che mi prendeva in maniera costante la bocca dello stomaco.
Ad un tratto venni colpita da un particolare singolare. Mentre scrivevo, la mia mano faceva un movimento pensando di tracciare con la penna le parole che formulavo nella mia testa, ma invece sul foglio compariva tutt’altro.
Vidi apparire sotto le prime righe scritte…
Lo sai che quello che stai scrivendo non esiste e che non sei in una suite. Vero?
Rimasi sorpresa, ma continuai a farmi guidare dalla mia mano.
E sai anche che quello che hai visto accadrà.
Ora sbrigati e rispondi
.
Ero perplessa, quell’aspetto somigliava molto alla voce che mi assillava mentre vedevo L crollare e accasciarsi a terra esanime, con la differenza che ora la voce appariva sotto forma di scrittura.
Domandai “Rispondere a cosa?”
In maniera lontana, arrivò il suono di qualcosa che trillava, poi divenne sempre più forte ed infine assordante, tanto da farmi mettere le mani sulle orecchie, per evitare di perdere l’uso dell’udito a causa del suono brutale.

Mi svegliai! Violenta, trasalendo e con il cuore in gola.
Mio Dio! Pensai e poi dissi “Era una visione…” Passandomi bruscamente una mano in viso.
Ma non una delle mie solite visioni, dove percepivo il distacco tra il reale e il non reale, questa si era mescolata perfettamente alla realtà, come quella volta nella soffitta alla Wammy’s House con L.
Mi trovavo seduta sulla sedia e mi ero addormentata, poggiandomi sulle braccia incrociate sul tavolo. Davanti a me c’era il televisore, con le immagini di L. Vivo!
Gli agenti, Light e lo Shinigami bianco, tutto predisposto come nel mio sogno. Iniziai a chiedermi che giorno fosse, ma prima che potessi continuare nel mio ragionare, il cellulare insisteva squillando per davvero, era lui che mi aveva svegliato dalla mia realistica visione.
Asciugai con le mani il leggero residuo di lacrime che avevano rigato le mie guance, espirai ed inspirai profondamente e realizzai che potevo ancora fare qualcosa.
Divenni conscia che si stava sviluppando la situazione giusta per agire e impedire l’atrocità di ciò che avevo visto.
Mi precipitai a prendere il cellulare, poggiato sul tavolo vicino al mio gomito e a rispondere.
Ero ancora ansimante per via dell’agitazione che avevo in corpo.“Sì! Pronto!” Risposi di getto e veloce.
“Belle. Che ti prende? Tutto bene? E’ da molto che ti chiamo, ma non rispondevi.” Watari dall’altra parte rimase spiazzato sentendo la mia agitata risposta.
Quella mia previsione, mi aveva assorbito in una maniera a dir poco comatosa, per farmi arrivare a sentire lo squillare del telefono solo dopo molti tentativi di chiamata.
“Sì, tutto bene. Anzi no… Watari.” Dissi chiudendo gli occhi e cercando di calmarmi “Veni qui da me ti prego, devo parlarti. Subito.”
“ Va bene Belle, sto arrivando.” Disse ermetico e seriamente interessato a ciò che gli avevo appena chiesto. Wammy non mise molto ad arrivare, fu tempestivo, sembrò quasi avesse fatto di corsa il percorso dalla sua postazione al mio appartamento.
“Belle, eccomi.” Disse rassicurante e chiudendosi la porta dietro, mi raggiunse sul divano in pelle beige su cui ero seduta.
Si piegò leggermente per vedere come stessi. Io ero protesa in avanti, col viso basso, i gomiti poggiati sulle mie gambe e tenevo la testa tra le mani, poi la sollevai lentamente e guardai Wammy in faccia. “Watari…Wammy, L ti ha parlato di cosa sono capace di percepire, vero?” La mia voce era ferma, ma ero ancora un po’ scossa.
“Sì, Belle. Mi ha detto tutto.” Wammy rispose ricomponendosi dall’ inquietudine di pochi minuti prima. “Bene. Allora posso parlati tranquillamente senza darti spiegazioni che richiederebbero tempo. E noi ora non ne abbiamo.” Dissi calma osservandolo.
“Che intendi dire Belle? Che vuol dire che non abbiamo tempo?” Wammy si incuriosì.
“Wammy…” Non mi preoccupai più di chiamarlo con il suo pseudonimo, ero stufa in quella situazione anormale, dove non avevamo a che fare con criminali normali, smisi di fare ciò che imponeva la solita prassi. “ Ho visto una cosa terribile e se non ti porto nel posto in cui troveremo parte della soluzione a questo caso labirintico, sarà troppo tardi per tutti.” Mentre guardavo Wammy negli occhi, il mio viso era deciso e disperato alla stesso tempo.
Il mio vecchio padre adottivo sospirò e poi disse altrettanto risoluto “ Dove dobbiamo andare?”
“ Al Yoyogi Park.” Dissi concisa alzandomi e prendendo al volo il mio cappottino ceruleo.

Wammy inventò una scusa per assentarsi e allontanarsi dal quartier generale, prendemmo veloci la macchina e arrivammo al parco.
Ci inoltrammo nella vegetazione limitrofa alle stradine del giardino. Il cielo era plumbeo, minacciava pioggia da un momento all’altro, erano solo le tre del pomeriggio e quell’atmosfera creava un’oscurità artificiale insolita per quell’ora del giorno.
Ricordavo perfettamente il percorso che avevo fatto giorni prima quando mi ero persa nel boschetto.
Il mio passo era veloce e frettoloso, dovevo sbrigarmi!
Mi voltavo di tanto in tanto ad osservare Wammy, che riusciva a tenere il mio passo nonostante la sua avanzata età, ma d’altronde era pur sempre l’uomo che seguiva L in ogni sua mossa, non avrebbe potuto essere da meno.
Finalmente intravidi il piccolo spiazzo e gli alberi, disposti in quel preciso ordine che per me era diventato famigliare. Strinsi forte con la mia mano destra, presa dall’irrequietezza, la paletta da giardinaggio che mi ero fatta procurare da Wammy.
Chiusi gli occhi e cercai di ricordare i particolari del sogno, in cui avevo visto Misa Amane scavare e tirare fuori una cassetta con dentro il death note, anzi sarebbe più preciso dire l’altro death note e sapevo già chi avrei incontrato appena lo avessi dissotterrato.
Aprii gli occhi e mi misi ad osservare la terra umida e macchiata da chiazze mi muschio, più precisamente la parte delle radici degli alberi, ricordavo che l’arbusto dove era stato nascosto il quaderno della morte aveva una radice troncata ma non di netto, sembrava più fosse stata strappata via.
“Eccola!” esclamai e corsi, buttandomi poi a terra cadendo sulle ginocchia ed iniziai a scavare alla base dell’albero.
Wammy mi osservò, voltandosi poi di tanto in tanto per guardarsi intorno. Respirando emetteva vapore dalla bocca, era davvero freddo quel giorno.
Mentre affondavo l’ennesima dissodata nel terreno, sentii la paletta collidere con qualcosa di molto duro. Era lei! La cassetta, avvolta da della carta da pacchi e nastro isolante molto spesso, per impedire che potesse penetrare qualsiasi forma d’umidità o d’acqua al suo interno.
“E’ stato previdente il bastardo.” Mormorai impercettibilmente. Senza preoccuparmi del fatto che mi stessi sporcando le mani con i residui di terra che ricoprivano il pacco, scartai il tutto in maniera violenta, come quando si scarta un regalo presi dall’entusiasmo, mentre invece in quella situazione ero presa da tutt’altra sensazione.
Una sensazione più simile alla smania di scoprire se avevo visto giusto.
Aprii la scatola metallica ed eccolo, il secondo death note, anch’esso nero come la morte che vi albergava dentro.
Lo presi, ma sapevo benissimo che avrei visto quella creatura nera anche senza il quaderno, era lei quella che giorni prima mi aveva spaventata quando mi ero persa ritrovandomi lì.
Sapevo che era nascosta e sfrontata gli parlai “Che fai ti nascondi? Dopo avermi tormentato per un anno intero, ora ti nascondi? Che c’è, non sono la persona che avrebbe dovuto trovare questo quaderno, vero?” Sorrisi velenosamente.
Wammy si guardò intorno, ma sapeva che stavo parlando con uno shinigami, si avvicinò a me e stette a sentire.
Lo vidi.
Ora potevo vederlo da vicino, altissimo. Ed era nero, non mi ricordavo che fosse così intenso quel suo nero, il suo volto e collo erano candidi, non aveva il naso ma due fessure e il tutto metteva in risalto la sua orrenda bocca ridente, i suoi occhi erano tondi e cattivi allo stesso tempo. I miei sogni non avevano reso giustizia a tanta mostruosità e deformità.
Riecheggiò la sua mostruosa risata e disse “Oh! Mi hai scoperto! Peccato. Mi sono divertito a giocare a nascondino con te. Ti chiamerei per nome, ma non riesco a vederlo. Probabilmente sei un essere benedetto.” Gracchiante e profonda la sua voce emanava un tono quasi infantile e derisorio.
“Essere benedetto?” Dissi piano tra me e me abbassando la testa, ricordandomi del sogno in cui la sua voce minacciosa mi chiamava esattamente così.
“Esatto. Tu sei un essere umano speciale, non posso vedere come ti chiami e non posso sapere quando morirai. Perché qualcuno, forse il tuo Dio, ha deciso di renderti immune per proteggere qualcun’altro. Probabilmente hai delle strane doti. Vero?” e continuò a ridacchiare in modo macabro tra sé e sé.
“Questo non deve interessarti mostro.” Dissi sulla difensiva.
Non lo sopportavo.
Cominciai poi a spaginare il quaderno della morte, mentre Wammy continuava a fare da placido spettatore. Riusciva a rimanere calmo e a non scomporsi, nonostante sapesse con cosa avessimo a che fare.
Nel mio sfogliare, sentii cadere sulle mie ginocchia un qualcosa di carta che era infilato tra le pagine del death note.
Era una lettera.
La presi e lessi ad alta voce prima il nome del destinatario “ Misa Amane….” E poi la voltai leggendo, di seguito, il nome del mittente e per poco non mi si fermò il cuore.
“Light Yagami!” Mi voltai di scatto verso Wammy esterrefatta, quella missiva era una delle tante prove che avrebbero potuto incastrare Kira.
“Watari. So che aprendola potrei compromettere qualcosa, ma voglio arrivare fino in fondo.” Dissi con voce incerta e cercando il permesso per poter aprire la lettera e sapere.
“Belle, io credo che questo sia l’ultimo dei nostri problemi.” E poi Wammy, alzando il volto verso il punto in cui solo io avevo potuto vedere lo shinigami, finì dicendo in modo sicuro “Sono curioso anch’io di sapere cosa c’è scritto.”
Sbollai la lettera e rimasi di sasso nel solo leggere le prime righe.
Su quel pezzo di carta Light Yagami aveva scritto le mansioni da far svolgere al suo sottoposto Misa Amane, appena fosse venuta in possesso sia del quaderno che dei ricordi a lui correlati, spacciando tutto questo per una prova d’amore.
Le chiedeva di uccidere L, ma la cosa che mi spaventò di più, era che Misa aveva la capacità di poter vedere il nome della persona che in seguito avrebbe dovuto uccidere. Quindi era questo il potere degli occhi di quegli shinigami, quegli occhi che aveva anche B.
Sono occhi che vengono donati dagli dei della morte.
Ringraziai Dio, che fossi arrivata prima io a quel quaderno, perché se Misa lo avesse trovato prima di me, avrebbe ricordato tutto in maniera completa.
Perché io ero altrettanto sicura che lei già ricordasse e sapesse qualcosa, lo avevo intuito quando aveva fatto ascoltare al quartier generale al completo le rivelazioni di Higuchi. Lei aveva avuto un contatto con uno degli shinigami, questo bastava a renderla di nuovo pericolosa.
“Watari. Dobbiamo impedire a Misa Amane di incontrare Light Yagami, nella maniera più assoluta. Perché sia Light che Misa sanno già qualcosa di tutta questa storia. L sicuramente avrà ancora dei dubbi su quei due. Ne sono sicura.”
Wammy, ancora attonito alla lettura del contenuto della lettera, rispose con lentezza “ Sì Belle, credo che tu abbia ragione. Dobbiamo subito tornare al quartier generale e avvertire Ryuzaki.”
Rimasi a terra ancora un po’ poi mi alzai in piedi annuendo, tornando a guardare lo shinigami, seria e minacciosa.
“Credo che il mio divertimento stia finendo.” Disse lo shinigami altrettanto serio e freddo con una punta di delusione nella sua voce.

Tornati al quartier generale, Wammy ed io decidemmo che sarebbe stata la cosa migliore tenere nascosta la nostra scoperta a tutti i componenti delle indagini, chiamare L e parlarne con lui soltanto.
Quel caso era destinato ad essere risolto da una sola persona, non da una gruppo di persone cieche, che non si accorgevano che una creatura orribile con sembianze umane era tra loro.
Wammy si sedette sul sofà del mio salotto e chiamò L al suo cellulare, io ero in piedi davanti a lui in attesa di sapere cosa si sarebbero detti.
“Ryuzaki, c’è bisogno che tu raggiunga l’appartamento di Belle. Abbiamo trovato qualcosa.” Quel qualcosa detto da Wammy fu più chiaro e illuminate di qualsiasi umana intuizione, era un messaggio subliminale vero e proprio.
Wammy chiuse la chiamata e mi guardò, io mi sentii sicura, qualcosa stava per sbloccarsi, liberarsi, non sentivo più quel freddo che mi aveva catturato giorni prima.
Mi voltai a osservare lo schermo del televisore, sentii L inventare una fandonia e defilarsi dagli agenti, ma soprattutto da Light, che era una bomba a tempo, che rischiava l’esplosione alla prima nostra disattenzione da un momento all’altro.
Gli attimi prima dell’arrivo di L sembrarono secoli, ipotizzai perfino che lo shinigami bianco avesse scritto il suo nome mentre raggiungeva il mio appartamento. Camminavo turbata portandomi le mani tra i capelli e di tanto in tanto guardavo fuori dai vetri specchiati della finestra, quando sentii bussare L alla porta per poco il cuore non mi uscì dal petto.
Wammy aprì ed L entrò lento, molto assonnato, più del solito.
Mi sembrò di averlo scordato come fosse fatto, sebbene potessi vederlo tutti i giorni dal mio televisore. Ma Lui di persona fa tutt’altro effetto, è capace di scatenare un nodo al cuore al solo guardarlo.
L non si lasciò andare ai convenevoli affettuosi o alle battute velatamente addolcite con me, mi guardò e mi disse tutto con quello sguardo e corse poi veloce con gli occhi a Wammy. “Bene, Watari. Dov’è il qualcosa.” Disse poi diventando serio.
Io camminai verso il tavolo, spostai la sedia, presi il secondo quaderno della morte e la lettera, allungai le mie mani porgendoli poi verso di Lui e dissi “ Abbiamo prove e una confessione, L.”
L portò il suo dito indice verso il quaderno per toccarlo, sapeva che ci sarebbe stato uno shinigami dietro le mie spalle, sembrò incuriosirsi nel voler sapere come potesse essere un’altra creatura di quel tipo.
E lo vide “Immagino che nel vostro mondo non abbiano minimamente senso estetico.” Disse L sminuendo la situazione.
Sentii affianco a me lo shingami ridere.
“Come ti chiami?” domandò L che nel frattempo si sedette rannicchiato sul divano in pelle beige, producendo un suono con i piedi nudi, che fecero attrito col tessuto patinato e lucido della pelle.
“Ryuk.” Rispose secco.
“Immagino che tu sappia già chi sono. Non è vero? Puoi vederlo.” L gli lanciò uno sguardo aspro. Ed io continuai scagliando ad L uno sguardo sicuro.
“Sì. Può vederlo. I suoi occhi possono vederlo, come ha potuto vederlo Misa Amane. Tu, Ryuk…” dissi riluttante il suo nome, provavo per lui il ribrezzo più assoluto. “Sai molto, voglio che tu ce lo dica. Adesso.”
“Sì. Potrei dirvelo, ma così mi rovinerei lo spettacolo.” Sogghignò Ryuk.
“Non ti rovinerai proprio niente shinigami. Diciamo che ci sarà solo un cambio di programma nella trama.” Disse L placido guardando Ryuk.
“Beh! Se la mettiamo così, qualcosina ve la posso anche dire. Ma come dissi al mio vecchio possessore del death note, io sono imparziale e non sto dalla parte di nessuno.” Lo shinigami si sgranchì il collo con dei movimenti circolari.
“Ti farò una sola domanda. Il resto verrà da solo e ci penserò io personalmente, ti riserverò un bello spettacolo.” L si voltò a guardarlo, la sua solita posa chiusa assunse un non so che di aggressivo. “ Lo shinigami Rem. Non ha voluto dirmelo, perché c’era Light e perché ho anche notato che, diciamo, ha una certa simpatia per Amane. Ieri quando ho visto Misa salutare Light, ho notato lo shinigami bianco molto preoccupato. Singolare direi per certe creature come voi, ma non è questo il punto. Io sospetto che lo shinigami, Rem, stia aiutando Light, anzi per essere più precisi, che aiuti Light per aiutare Misa Amane.”
“Ho sempre detto che sei un tipo a cui non sfugge niente.” Disse lo shinigami ridacchiando come suo solito.
L lo inchiodò, non gli importava chi avesse davanti, che fosse un dio della morte o un essere umano e continuò “Voglio quella risposta che non ha voluto darmi Rem.” L si protese in avanti smuovendo il suo labbro superiore con il pollice, facendogli bofonchiare le domande. “Tutte le regole del death note sono valide? Più precisamente vorrei sapere. La regola dei tredici giorni. E’ autentica?” L sapeva perfettamente che la strana coincidenza di quella regola stonava con le improvvise ed evidenti innocenze dei due ragazzi. E avendo adesso in mano l’altro quaderno in cui quella regola era mancante, fu la conferma della sua falsità. Ma L pose comunque quella domanda allo shinigami, voleva conferme.
Era importante indagare su quel mondo sconosciuto e crudele.
“Beh…diciamo che è stato un mio scherzetto.” Disse Ryuk giocando con noi.
Ma io non potei resistere, perché sapevo già che quella regola non esisteva, i miei sogni me lo avevano detto.
“Quella regola non esiste! Smettila di giocare! Tu sai che io so che quella regola non è mai esistita. Tu, sei solo la conferma alle mie premonizioni e alle ipotesi di Ryuzaki. Quindi finiscila e dillo.” Dissi nervosa. “Mmh…va bene. Sì, non esiste.” Rispose quasi imbronciato lo shinigami nero, che si stava facendo mettere con le spalle al muro da noi, come se avesse in mente qualcosa, un qualche suo sadico e giocoso piano.
L sbarrò gli occhi e la sua testa iniziò a tessere la ragnatela di indizi, che avrebbero potuto intrappolare i due Kira, io accentuai quel suo entusiasmo consegnandogli la lettera.
Un sorriso ambiguo si aprì sulla bocca di L mentre leggeva.“Credo proprio che ora potrò dare inizio alle danze, Watari. Nessuno dovrà mai sapere quello che ci siamo detti in questa stanza, fino a domani. Ti dirò cosa fare più tardi.”
Un leggero sorriso beffardo comparve sulla bocca baffuta di Wammy.
Lo shinigami si intromise negli scambi di sguardi e intese tra me, L e Watari. “ Posso chiedervi un favore? Potrei avere delle mele? E’ molto che non ne mangio.” Disse il mostro supplichevole.
Ed L colse al balzo quel particolare per avere il coltello dalla parte del manico. “Sì, ne potrai avere quante ne vuoi, ma solo se ci darai una mano a chiudere questa storia una volta per tutte. Aiuterai noi, come hai aiutato Light Yagami. Perché so che in minima parte lo hai favorito. Ci stai?” Disse L roteando gli occhi verso lo shinigami, leggermente sorridente e pungente.
“Ci sto. Tanto da quello che mi sembra di aver capito Light è al capolinea.” Rispose Ryuk senza esitazioni, confermandoci e snocciolando la prima informazione spia, ovvero chi fosse stato il precedente possessore del suo death note.
Povero Light Yagami, quel Giuda non lo scambiò per delle monete d’oro, ma per delle misere mele.



Ciao a tutti!! Eccomi col nuovo capitolo ;)
Ringrazio tutti, come sempre anticipatamente e spero che il capitolo vi piaccia.
Lo so, non è niente di particolare questo capitolo, non sembra molto intrigante, però c’ho provato lo stesso a renderlo decentemente interessante ;D.
Grazie per le recensioni, grazie per i vari inserimenti nelle preferite, seguite e ricordate.
Baci baci Ama82

   
 
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