Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: medea nc    07/03/2012    7 recensioni
Non avrebbero mai permesso ai loro brutti caratteri di fare anche un solo tentativo per avvicinarsi l'uno all'altra; il destino sapeva bene che solo con un espediente li avrebbe potuti far incontrare; ma una volta vicini ... sarebbe andato bene anche un giorno di pioggia.
Storia 1° classificata al Contest Dramione Immage Contest
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
Stavano insieme?
E chi poteva dirlo? Manco loro se lo chiedevano.
Vivevano soltanto, semplicemente, senza pensare al domani.
Il loro domani era pensare a cosa inventarsi da fare insieme per quel giorno.
Bello così, davvero bello!
Non erano ancora finiti a fare l’amore, anche se dormivano nello stesso letto una notte sì e l’altra pure; non si erano nemmeno mai dati un bacio, questione di orgoglio, cosa che comunque mandava in escandescenza Zabini, il quale ogni volta si domandava se Draco era ancora il suo amico di sempre, quello che riscuoteva successo con le donne, o qualche creatura che il Mondo della Magia non ancora aveva scoperto; e ovviamente non si erano dichiarati in maniera plateale. Scusate, non si erano dichiarati affatto!
In compenso però stavano insieme, e quando dico stavano insieme intendo non per forzature derivanti dal loro obbligo, ma perché lo volevano.
Si cercavano; si distruggevano in sciorinate assurde e il più delle volte nate per cavolate che solo loro due potevano prendere in considerazione; sbraitavano; litigavano; poi facevano pace, in qualche modo; si evitavano e si ritrovavano.
Alla loro maniera, come nessun altro avrebbe compreso.
Al mattino quando si svegliavano, lei si rivestiva veloce e correva nella Sala Grande per fare colazione con i grifoni; dopo un po’ arrivava anche lui con compagnia al seguito; si facevano un cenno con gli sguardi che non era come dirsi buongiorno, né ci vediamo dopo o chissà che altro, era un cenno che non voleva dire nulla ma che facevano lo stesso.
A lezione s’ ignoravano, quando non litigavano.
Il pomeriggio studiavano insieme, sempre.
Lui passava qualche ora con lei in biblioteca con la scusa di approfondire gli studi in vista degli esami; lei andava a vedere le sue partite di Quidditch, per distrarsi, diceva.
La sera si ritrovavano nella sala comune dei serpeverde, o in qualche angolo a parlottare insieme ai grifondoro.
Ginny ragguagliava Harry e Ron di queste nuove amicizie che adesso cominciava a considerare simpatiche, i due Auror rimanevano solo allibiti per un tempo infinito.
Passarono un paio di mesi quando Harry mandò un messaggio ad Hermione.
Quel fine settimana l’aspettava alla Tana.
Dobbiamo parlare di un argomento della massima urgenza.
Aveva chiuso la missiva con i soliti saluti.
La riccia andò prima da Ginny a chiederle qualche spiegazione, ma la ragazza era visibilmente ignara di tutto, così dovette fare affidamento su Draco.
Al solito colonnato, il ragazzo lesse l’epistola con un viso piatto che non faceva trapelare alcuna emozione.
“Beh?! Non ti spiega nulla, quindi non c’è altro da fare che andare da lui e controllare che vuole?!”
“Sì lo so, ma, non so per quale motivo, penso che sia qualcosa che riguardi la nostra situazione; cioè, non mi sembra un buon presentimento questo messaggio.”
“Granger, da quando fai la Cooman?” le sorrise tranquillo.
“È da parecchio che non vedi Potter e quell’altro; consideralo come un viaggio veloce di piacere e non pensare al contenuto dell’invito.” La rassicurò, bislaccamente riuscendoci.
“E tu?”
“Al Manor.” Tagliò corto.
“Mi annoierò un po’, ma forse Zabini verrà con me!”
Quella lo squadrò minacciosa.
“Che c’è spocchiosa? Che hai da guardare così?”
“Non è che avete intenzione di combinare qualcosa di trasgressivo, voi due?”
“Come metterci abiti da donna ed avere rapporti sodomiti?”
“Bleah?! Malfoy ma che dici?”
“Ah ah ah, cavoli Granger sei uno spasso quando fai quelle smorfie da puritana!”
“Smettila e torna serio!”
“Mi spieghi che diamine potrei fare al Manor con Blaise? Tranne che giocare a scacchi, addestrarci un po’ per il Quidditch e berci il whisky incendiario di mio padre?”
Quella sorrise divertita.
“Invecchiato di ventidue anni, wow!!!” aggiunse simpaticamente.
 
*
 
“Entro due mesi c’è la possibilità che annulleranno la legge sui matrimoni misti.”
Harry lo aveva detto con la sua solita calma olimpionica, senza fretta e cadenzando bene le parole affinché Hermione avesse il tempo di assorbire l’evento.
 
“Cosa?” domandò incerto Draco, con un filo di voce che Narcissa interpretò molto sofferto, mentre la faccia di Lucius era un miscuglio di giocondità.
Voleva essere il primo a mettere al corrente il figlio e si era giocato la carta
dell’ anticipazione come aveva fatto Harry con la ragazza.
Il biondino rimase a contemplare il vuoto mentre Blaise al suo fianco sembrava stordito quanto lui.
Solo Narcissa pareva rilucere di un’aria certa, l’aria della tristezza.
 
“Chi te l’ha detto?” domandò subito, un po’ indisciplinata, un po’ con la voce strozzata.
 “Al Ministero sono arrivate parecchie lamentele, non solo dai ceti più ricchi ed in vista ma anche da quelli più bassi; insomma pare che questa norma sia stata etichettata come una presa di potere infondata da parte del Ministero, creando così il malcontento generale. Diciamo che con questa entrata in vigore ci si aspettava di più una reazione da parte degli ex mangiamorte o comunque dei purosangue convinti, tipo Malfoy; ed invece loro hanno dimostrato di mantenere i nervi saldi accondiscendendo a quanto stabilito, ma ovunque si vada non si fa che parlare male di questa forma errata di farsi giustizia.”
 
“Non avrei mai immaginato che il Ministero riuscisse a raccogliere così tante critiche; è affascinante vedere per le strade gente che non fa che parlarne male.
La fortuna, ancora una volta, è dalla nostra figliolo, e tu in meno di sessanta giorni, potrai sciogliere il tuo fidanzamento con quella ragazza.”
Draco lo ringraziò mentalmente che non avesse usato uno dei suoi soliti spregiativi, adesso che la Granger non gli serviva più.
“Speriamo che il vecchio Greengrass voglia ridarti la figlia!” blaterò mentre si versava un bicchiere.
 
“Dentro le mura del potere non si fa che discutere sulla convocazione plenaria per l’abrogazione della legge. Appena la data sarà stabilita, la legge cadrà quasi certamente, sono pochi quelli che ormai l’appoggiano, ed il Ministero non può permettersi brutte figure.”
Sentenziò Potter.
 
*
 
“Hai ragione tu, porto sfiga!”
Lo sorprese quando lo trovò al colonnato davanti alla pioggia.
Sentì un leggero sorriso, anche se per quel poco, era carico di amarezza.
“Granger, siamo a marzo, è normale che piova!”
Questa volta che si era lamentata lei, voleva farla sentire meno in colpa.
Hermione si andò a sedere accanto a lui.
“I tuoi presentimenti erano giusti.” Le disse.
“Già! Tuo padre ti avrà aggiornato?!”
“Altroché!”
“Immagino la gioia?!” le rispose con una punta di acidità, ma quello la lasciò spiazzata quando rispose:
“La sua?”
Si girò a guardarlo un po’ incerta.
“Beh?! Soprattutto.” Se ne uscì diplomatica.
Passò un tempo lunghissimo mentre continuavano a farsi scivolare stille di pioggia sul viso.
“Lo sai che in tutto questo tempo davvero ti ha aiutato con gli elfi?!” le disse infine.
“Che vuoi dire?”
“Che ho letto un paio di bozze che ha buttato giù riguardo al trattamento degli elfi domestici. Avrà parlato davvero alle famiglie di maghi e di certo aveva intenzione di esporre al Ministero qualche disegno di legge a favore del C.R.E.P.A.!”
La guardò mentre le sorrideva felice.
“Allora è un peccato che vogliano abrogare questa legge sui matrimoni?!”
Gli rispose senza far intuire al ragazzo se fosse una domanda o un’affermazione.
Draco continuava a guardarla, con una strana intensità e lei se ne uscì dall’impiccio nella maniera più sleale.
“Adesso potrai sposare Astoria!” sorrise falsa.
“Le famiglie si metteranno di nuovo d’accordo, e per paura che caduta questa legge, chissà che altro s’inventerà il Ministero, credo che me la faranno sposare anche prima degli esami per i M.A.G.O.!”
“Faranno sposare? Ti dispiacerebbe?” glielo chiese con un filo di voce come se l’avesse presa in contropiede e lei avesse domandato per istinto.
“Mi dispiace non poter scegliere da me!” e la lasciò da sola, sotto al portico, in mezzo alla pioggia.
Quella sera lei non si presentò nella sua camera e quelle ore furono un chiaro segnale per Draco che ordine andava fatto per una volta e per sempre.
Al padre non aveva ribattuto nulla quando gli aveva proposto ancora una volta la piccola Greengrass, ed anche con Hermione era stato evasivo e sfuggente, nulla di nuovo, era il suo carattere, ma adesso era stanco di farsi manipolare, era stanco di ubbidire soltanto a Lucius e mai farsi prendere in considerazione da lui.
Scrisse alla madre, spedì la missiva e alle luci del mattino andò a cercare la Granger.
Era adirato, quando l’aspettò sulle scale mentre scendeva per la colazione la prese per un braccio:
“Perché non sei venuta?”
Non era necessario dire altro, non si dovevano spiegare niente.
“Non mi è sembrato il caso visto il ripiego che hanno preso gli eventi.” Gli rispose fingendo di mantenere un certo contegno; anche lei non aveva chiuso occhio, era plateale.
“Gli eventi non hanno preso nessuna piega. Siamo ancora fidanzati per la cronaca!” alzò la voce di un tono.
Quella se lo portò verso un lato del corridoio semideserto per non farsi sentire da nessuno.
“La legge l’abrogheranno e lo sai anche tu, altrimenti né Harry, né tuo padre si sarebbero esposti. Mi pare inutile e doloroso continuare a far finta di stare insieme quando in meno di due mesi finirà tutto e tu tornerai con la Greengrass!”
“Non vedi l’ora, eh?!” la rimbeccò caustico.
Hermione lo squadrò con perfidia.
“Io? Non eri tu quello innamorato, quello che la compativa perché ancora pazza di te, quello che prima che saltasse fuori questa storia della legge sui matrimoni era smanioso di sposare Astoria?”
“Come fai a dire che ero smanioso?” chiese acido.
“Perché ti ho visto come la guardavi, ti ho visto com’eri felice tra le sue braccia, e anche quando hai saputo di noi due, hai continuato ad amarla.”
“Questo è pretestuoso da parte tua, Granger! La guardavo, ci stavo insieme, ero felice, va bene, ci sta. Ma chi ti dice che la volevo anche dopo di te?”
“Perché non avresti dovuto?! Non sono bella ed elegante come lei, non sono una sanguepuro e mi hai sempre odiata. E poi non ci vuole molto per capirlo. Quando la nominavi ti brillavano sempre gli occhi come se stessi parlando di chissà chi; invece con me? Qual è stata la cosa più carina che mi hai detto? Sanguesporco? Mezzosangue? Babbana? O Granger? Non riesci nemmeno a dire il mio nome!”
Stava quasi sul punto di piangere mentre quello la guardava solo piatto, non arrabbiato o frustrato, ma piatto, nessun senso di colpa dentro i suoi bellissimi occhi.
“Da quand’è che ti interesso tanto, Granger?” le chiese infine con il solito sarcasmo che non aveva mai perso.
Hermione lo analizzò come se fosse stato un insetto sgradevole.
“Non lo so, Malfoy! Ma qualsiasi cosa sia successa tra noi, ho fatto bene a mettere la parola fine non venendo stanotte nella sua stanza!”
Era una gryffindor, poteva ferirlo se voleva, poteva farlo tanto quanto lo facesse lui a lei.
Fece per andarsene, ma Draco le afferrò un braccio e senza darle il tempo di finire addosso al suo petto le sue labbra trovarono quelle di lei.
Un bacio.
In quel momento si rese conto che quel gesto è il contatto più intimo tra due persone, che i baci hanno qualcosa per cui non sono mai univoci, non sono mai completamente unidirezionali, ma s’incontrano sempre, finiscono sempre insieme.
Lui l’aveva baciata e lei … lo stava baciando.
Rude, travolgente, dolce?
Non lo sapeva, non riusciva a capirlo, il cervello era finito in pappa; c’era solo una consapevolezza … non smettere mai.
Quando si staccò da lei, la guardò con quel classico ghigno alla Draco che nemmeno tra un milione di anni sarebbe riuscito a copiare qualcun altro; era solo suo, personale.
“Granger, perché non ammetti che io ti piaccio?!” la rimproverò con fare ironico.
“Perché sto aspettando prima che lo faccia tu!”
Ecco la grifona!
Sorrise tra i denti.
“Mi piaci Granger, e penso che anche il tuo sangue non sia niente male!”
“Vuoi assaggiarlo?” gli domandò simpatica.
“Lo farò, ma sto ancora aspettando.”
Hermione intuì e istintivamente abbassò la testa. Draco la intercettò e prendendole il mento tra due dita, gli occhi castani li fece finire ancora su di sé.
“Che c’è?” chiese quasi preoccupato.
“Ecco, il fatto è che tu … non mi piaci!”
Quello le lasciò il viso come se fosse diventato di fuoco e l’analizzò con disprezzo.
“Mi piaci un po’ troppo per come intendi tu!” gli disse infine.
Draco sorrise rilassandosi.
“Vuoi dire che ti piaccio più di quanto tu possa piacere a me?” incrociò le braccia.
“Esatto!”
“Come fai a dirlo? Che ne sai di quanto mi piaci?”
“Beh?! Ti piaccio meno di Astoria!”
“Ancora? Mi stai macinando non dico cosa, con questa fissa sulla Greengrass!”
“Sì, ma tuo padre te la farà sposare e tu l’amavi!”
“Ecco, brava! Amavo, mi piaceva, mi rendeva felice! Ti dice qualcosa questo tempo verbale???”
“Forse perché non sono tanto passati come mi vuoi far credere?!” puntualizzò.
“Pensala come vuoi, ma non ho intenzione di sposare Astoria, né di accordare ogni scelta a mio padre. Per quanto allucinante possa sembrare la cosa, con te ho un rapporto che mi attrae moltissimo e non ci voglio rinunciare!”
“Davvero? Tipo canzonarmi di continuo, chiamarmi con i nomi più assurdi tranne il mio e avere sempre l’ultima parola?”
“Riconoscerai anche tu che è una convivenza stimolante!” sorrise.
“Direi snervante!” precisò.
“Ma no! ...” la prese tra le braccia facendo aderire i loro petti.
“ … Mia piccola, impudente grifona senza buongusto!”
Quella lo strattonò e lo colpì sopra al petto.
“Ha parlato il rampollo Malfoy, viziato e senza tatto!”
“Vedi, è questo che ti dicevo convivenza stimolante, almeno con te non mi annoio mai!”
“Grazie! Ti serviva un parafulmini per le tue cattiverie!”
“No.”
E questa volta se la riportò vicino prima di parlare con voce più suadente.
“Mi serviva una donna!”
 
Ecco, a quella frase lei avrebbe ceduto, avrebbe ceduto al suo fascino serpentesco e lo avrebbe lasciato fare, peccato solo che si fossero baciati per la prima volta meno di un’ora dall’inizio delle lezioni, perciò non poteva approfittare di starsene per parecchio tempo con lui.
Non fece altro che pensare a quella frase per tutto il giorno, però.
Mi serviva una donna!
Lei per lui era una donna; non una bambina impudente, una ragazzina sfrontata, una mocciosa saguemisto, ma una donna.
Quel termine la completava, la mandava in estasi e la faceva rabbrividire se soltanto lo pensava insieme a tutti i baci che le aveva dato, a tutte le chiacchiere che ci aveva messo accanto, simpatiche, sovente mordaci, pungenti, ma andavano bene così … rendevano il loro rapporto stimolante come diceva lui, e lui su queste cose ci azzeccava sempre.
Prima di lasciare la Sala Grande dove aveva appena finito di cenare, notò come per la prima volta Malfoy si fosse alzato dal suo tavolo e avvicinandosi a lei le avesse detto secco:
“Ci vediamo dopo Granger, non fare tardi come al solito o ti vengo a prendere per le orecchie in quella dannata biblioteca!”
Al che rimase talmente sconcertata che non ebbe nemmeno la bravura di mettere in fila due parole.
Si presentò da lui quella sera, ovvio.
Se ne stavano nella sala comune dei Serpeverde, oramai conosceva tutte lo loro parole d’ordine, i ragazzi la tenevano aggiornata.
Quando entrò e si andò a sedere accanto a lui, Draco fece scivolare una mano sulla sua spalla e avvicinandosi la baciò sopra un orecchio.
“Tutto qui? State ancora a questo?”
“Blaise, un paio di ettari di cavoli tuoi, no?” lo rimproverò Malfoy.
“Ma è possibile che state da Novembre insieme e non vi ho visto darvi nemmeno un bacio decente? Ma che fate oltre a litigare?”
“Rifacciamo pace!” asserì serafica Hermione riscuotendo il sorriso compiaciuto di Draco.
“Vieni dai, piccola impudente!” alzandosi poi e prendendola per mano.
Quella ubbidì mentre Blaise diede la sua ultima stoccata della serata.
“Uscirà qualcosa da quella stanza stasera, non so un oh, sì ti prego!!!” li prese in giro deliberatamente; dalla camera Draco gli lanciò una cuscinata che lo stordì.
“Ti piace quello che è uscito?”
E chiuse la porta dietro di sé.
Non c’era nulla in programma, nemmeno deflorare Hermione, soprattutto quello.
Anche se Draco poteva essere un tipo piuttosto esigente sotto quell’ aspetto, con lei non aveva mai dimostrato di avere delle esigenze necessarie per cui dovesse farlo ogni sera, anzi era da un po’ che non aveva una notte come si deve.
Però in tutto questo entrambi non si erano mai posti il problema.
Il piacere non è solo un atto sessuale in sé, il piacere può venire anche dalla semplice compagnia, dal dormire insieme senza alcuna malizia, dal ridere e scherzare nel letto senza arrivare alla completezza.
Infondo quello era un lato nuovo che lui non aveva mai vissuto con nessuna, forse perché tutte si erano poste il problema che perché stavano con Draco Lucius Malfoy, dovessero per forza dargliela.
Lei non si era mai concessa e lui non aveva mai preteso, andava bene così, un giorno si sarebbero incontrati, come la prima volta sotto al colonnato, come per tutte le altre occasioni, come per il bacio di quella mattina.
Si sdraiarono nel letto, come sempre, lei continuava a non portarsi il pigiama e lui continuava a prestarle le sue camicie.
Si accoccolarono sentendosi appagati perché si erano ritrovati, e parlarono di tante cose mescolando ed addolcendo ogni discorso con i baci versatili che Draco le dava, facendola ogni volta emozionare.
“Cosa faremo?” gli domandò mentre se ne stava sul suo petto nudo.
“Continueremo a stare insieme.” La baciò in mezzo ai capelli.
“E quando aboliranno quella legge?”
“Continueremo a stare insieme anche allora.”
“Tuo padre …”
“Lo so! … Ma dai Granger! Abbiamo altri due mesi per pensarci, che ne dici di goderci questo momento e nel frattempo, con calma cerchiamo di spianarci la strada.”
“Cioè?”
“Io parlerò con mia madre. Lei si aspettava una risposta da noi, ricordi?”
“Sì, doveva aiutarci nel caso non avessimo voluto questo matrimonio! Adesso dovrà aiutarci perché lo vogliamo!” rise senza rendersi conto di quanto si fosse esposta.
Il suo amore per il ragazzo le faceva dimenticare troppo in fretta che serpe lui fosse.
“Ah, adesso arriviamo proprio alle dichiarazioni?!” sorrise divertito.
La risposta fu un pugno nello stomaco e la solita sgroppata alla Granger che lo metteva con le spalle al muro.
“Perché tu sei rimasto dell’idea di non volermi sposare?”
“Io voglio sposarti Granger.”
Questa frase la fece rabbrividire di gioia, per poco non piangeva.
“Il fatto sai qual è? Che io e te facciamo le cose all’inverso!”
“Cioè?”
“Prima ci mettiamo insieme e poi ci frequentiamo, prima decidiamo di dividere lo stesso letto e poi ci baciamo, prima decidiamo di sposarci e poi ci dichiariamo, mi viene il mal di testa a stare con te!”
“Perché non ci siamo dichiarati?”
“Eh no, almeno non con quelle parole di rito che usano tutti, che ovvietà!”
“Aspetta un attimo, ma se tu parlerai con Narcissa per convincere Lucius a lasciarci sposare, io che dovrò fare?”
“Stai cambiando volutamente discorso grifona!” la rimbeccò docile.
“Comunque, tu dovrai cercare una pozione o un incantesimo abbastanza potente da renderlo innocuo diciamo per i prossimi quarant’anni! Almeno in extremis abbiamo l’alternativa.”
“Spiritoso, però vedrò che si può fare!”
“Brava! Allora, me la fai questa dichiarazione d’amore o no?”
“Perché non prima tu?”
“Perché stamattina sono partito io e adesso tocca a te!”
“Hai tre anni!”
“Se guardi nei mie pantaloni no però!”
“Volgare!” altro pugno sul petto.
“Morirò prima di sentire qualcosa di dolce uscire dalla tua bocca.”
Piagnucolò un poco per il dolore mentre si tastava il torace.
“T … a …o!”
“Come?”
“Ho detto che ti a …o!”
“Granger parli come mia nonna Druella quando perse i denti!”
“Non è facile!”
“Ce la puoi fare, siamo tutti con te!” la incoraggiò.
Sorrise, poi le venne naturale guardarlo negli occhi.
“Ah, vuoi fare la cosa romantica!” la canzonò.
Gli occhi castani divennero iracondi.
“Mi smonti che è una bellezza!”
“Hai ragione, sono un deficiente. Scusami!” mimò un fintissimo tono serio.
“Anche se non te lo meriti, e non sei il ragazzo può dolce di questo mondo e nemmeno di quello dall’altra parte, e sebbene ci sposeremo sapendo che dovrò avere a che fare con un essere furbastro, viscido e serpe fino al midollo come nessun altro, la verità spudorata è che … io ti amo Draco!”
Il ragazzo rimase spiazzato, dopo un po’ riuscì a risponderle:
“Sebbene l’introduzione abbia peccato un po’ troppo di dolcezza e affetto che davvero non merito, le uniche cose che ho sentito sono state ti amo Draco!”
E questa volta era serissimo.
Le prese la testa tra le mani e le baciò la fronte con una tenerezza sconvolgente.
“Grazie piccolina! Ma io ti amo di più!”
Ecco, lo sapeva, aveva tre anni, doveva sempre mettersi sopra.
Lo lasciò fare, era il suo cucciolo, quella parte di lui che lei avrebbe sempre coccolato e mai, mai ne sarebbe stata infastidita.
Si mise a dormire su di lui mentre i loro respiri a poco a poco diventavano più regolari.
Poi cominciarono a sognare cose bellissime.
“Comunque mi piaci quando dici il mio nome.”
Blaterò nel sonno e lei lo sentì da qualche parte nella testa, e sorrise.


Nota dell'autrice: Devo chiedere scusa a molte persone; in primis a quanti seguono questa storia, ed ancora di
più a quante ragazze hanno recensito il mio ultimo capitolo ( mi dispiace molto non aver risposto ad una ad una, ma davvero
è un periodo parecchio carico per me).
Voglio cogliere l'occasione per rassicurare chi segue anche le altre mie storie, di cui cercherò davvero di postare
i capitoli successivi quanto prima. Un caro saluto va a:

Puliksweet
Barbarak
Razorbladekisses
oOMeppyOo 
 
 
 
 
 
 
 
Leggimi:

Facebookblogger

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: medea nc