DOPO "IL CANTO DELLA RIVOLTA"
Katniss è maturata ancora dalla fine della guerra, e dopo essersi ripresa nuove domande mascono spontanee dalla sua mente.
E' giusto continuare ad odiare Gale, dimenticandosi che non ha compiuto solamente azioni malvagie?
E' giusto lasciare che una persona così importante come lui si allontani così?
E' giusto lasciarlo andare?
No. E, finalmente, Katniss se ne rende conto.

Conosciamo bene gli Hunger Games, ma solo dalla prospettiva di Katniss. Come li hanno vissuti gli altri, cos'hanno fatto, cosa pensavano? Mentre lei soffriva, aveva paura, si rallegrava...cosa succedeva "dall'altra parte"? Cosa è successo a Prim, Gale, Peeta...
Non ve lo siete mai chiesti?
Io credo di sì.
(nota: il primo capitolo in realtà à solo una presentazione, la storia vera e propria inizia dal secondo...)

Aveva tastato quella stanza centimetro per centimetro, ma non si era mai reso conto di quel buco nel muro.
La tana del topo.
“Fino a quando sarà sera” si ripeteva Sirius. “Fino a quando sarà sera.”

Una sequenza di missing moments Ron/Hermione dei 7 libri.

Questa fic contiene spoiler sulla puntata 4x03 “The Wicked Day”.
Ed è con mani tremanti che lo vesti, per condurlo al momento per cui è destinato da tutta una vita. E forse dalla notte dei tempi.
(...) Tu sorridi, sentendo le palpebre pizzicare per una ragione nuova.
E’ finita un’era. Da oggi, niente – niente – sarà più come prima. L’Asino Reale che avevi conosciuto al tuo arrivo a Camelot non c’è più.
Ti sfugge una lacrima silenziosa, quella della nostalgia, che non raccoglierai.
“Lunga vita al re.” Bisbigli, nella camera vuota che era stata del tuo principe.
[Merthur onesided]

Il ritorno a casa della famiglia Weasley, subito dopo la fine della guerra.
Le dinamiche che porteranno i vari membri della famiglia a superare la perdita che hanno subito.

[Storia classificatasi terza al "Happy drabble to you! - The return" Contest indetto da Erica Weasley sul forum di EFP]
Cinque attimi perduti di Sirius Black
“Tu sei e sarai per sempre un Grifondoro.
Ma non ti guardi indietro, fiero e determinato nella tua scelta.
Vuoi vendetta, vuoi giustizia.
Harry ti sorride e ti lascia andare; con un arrivederci, non con un addio.
In quell’attimo, ricordi.”

Le numerose foglie verdi risplendevano alla luce del sole, ricordando una delle danze di tanti anni fa.
James amava riposare sotto la vasta chioma del suo cipresso.
Amava stare lì ore e ore a sentire il fruscio del vento e il tintinnio delle ultime gocce di rugiada
Buona lettura
Out

«Perché ti affiderei la mia stessa vita, Sirius».
Seconda classificata al contest "The lover with no home" indetto da ClairetheSnitch e giudicato da AlexBlack.
Prima classificata a pari merito al secondo turno del contest "The best kisses" di BS.

Prima classificata al "Seven Drabble Days" indetto da Herms sul forum di EFP.
Un uomo. Un prompt. Una frase. Sette giorni da raccontare.

- Cos’aspetti, Remus?-
James ha il capo inclinato, guarda l’amico con un espressione corrucciata.
- Mmm … Non è facile … Per niente. Come hai fatto a ridurti così?- esclama il pallido ragazzo
- Tutta colpa di Sirius.-
- Che ha fatto, stavolta?-
- Mi ha fregato lo specchio, io mi sono vendicato e lui … -
- Lui?-
- Bé, mi ha ridotto così … - sussurra infine James indicandosi la testa.
Remus posa lo sguardo sull’enormi orecchie da asino che si ergono maestose sul capo dell’amico, scoppiando a ridere sonoramente.
- Siete sempre i soliti- ridacchia, alla fine, divertito.
Buona lettura,
Out

Una storia su un'amcizia diversa.
E su qualcosa di mai confessato.
Per il compleanno di malandrina4ever, che diventa una Picciona grandissima. *__*
Auguri!

Guardare senza essere visto.
Come quando era stato sotto il mantello dell'invisibilità.
Però adesso non poteva più toglierselo e far prendere gli spaventi a coloro che passavano di lì, ingnari di tutto.
Adesso lui era solo un'ombra.
Una maledettissima ombra.

James....
...suo fratello.
Era morto.
E non sarebbe tornato.

Guardando verso la via più importante di Godric’s Hallow vedrete un uomo, dal volto sciupato e scarno, starsene con il naso schiacciato contro un vetro. Il vetro, anzi. Guarda dalle finestre, ormai distrutte, della casa dei Potter. Aspetta. Non gli importa che la sua appendice nasale stia producendo quantità industriali di muco o che le sue guance siano arrossate all’inverosimile. Aspetta. Perché, ormai, l’attesa è l’unica cosa che gli rimane.