L’illusa. L’infame. La perdente. L’omosessuale.
Quattro storie di ragazzi che non hanno avuto nulla dalla vita, ma che a forza di provarci ce l’hanno fatta.
[Happy B-Day Lù! E perdona il ritardone ;D]
{Partecipa al The One Hundred Prompt Project di BalckIceCrystal e alla Love Challenge-Do you Love me? di Mayumi_san}

Ok, uno che ha appena
compiuto vent'anni non dovrebbe certo pensare alla morte, ma dirgli
(anzi fargli sapere) che forse sarebbe andato all'inferno non vi sembra
un po' eccessivo? Ah, ma quando si parla di Temari c'è sempre un motivo in più.
Happy Birthday Shikamaru!

*STORIA REVISIONATA E PUBBLICATA SU AMAZON*
Chiara accusò malamente il colpo, sapendo che lui l’aveva azzeccata in pieno. Era proprio così: oscillante tra i grandi autori che studiava e le banali storielle d’amore su cui sognava – libri di scarse pretese, Harmony, fanfictions -, lei aveva dovuto ammettere che la realtà non poteva mai competere con l’immaginazione, e non era riuscita ad accontentarsi, nella sua esistenza. Così, aveva finito per non avercela quasi, un’esistenza: pochissimi amici, con cui non usciva molto, poche relazioni naufragate di fronte alla sua incapacità di amare gli uomini di carne come amava quelli di carta, poco di tutto. Tranne che di parole. E di amore, che finiva per riversare sulle parole.

Akatsuki e suoi morti. Una raccolta per ricordarli.
#01 Itachi: Sine culpa
#02 Hidan: Immortalità
#03 Deidara: Kaboom

Buon ShikaTema day e tante altre belle cose a tutte le mosche nere!
[T'intrappola sotto di lui, sei alla sua mercee, potrebbe farti qualsiasi cosa -- qualsiasi cosa -- e non te ne accorgeresti neanche. La pressione della sua voglia dentro di te che non è mai abbastanza.]

E mentre sua madre si sporgeva con impeto per abbracciare quell'uomo dalla voce severa e la fronte spaziosa che era appena comparso sulla soglia, Sasuke si chiese se fosse davvero possibile innamorarsi di qualcuno in meno di due settimane. Decisamente improbabile. Assurdo. Inconcepibile. Quindi, a giudicare dall'evidenza dei fatti, il mondo era semplicemente impazzito.
(seconda classificata allo "Storm in Heaven [SasuHina contest] indetto da Red Diablo e hachi92)

Itachi Uchiha era un ninja.
Itachi Uchiha era un ANBU.
Come tutti i ninja sapeva che per portare a termine il proprio dovere bisognava prima di ogni altra cosa pensare al dovere.
Come tutti gli ANBU sapeva che per portare a termine il proprio dovere bisognava pensare al dovere e continuare a pensarlo, e a pensarlo, e a pensarlo, un mantra e una preghiera, una cantilena nella testa, sino a quando il dovere non diveniva tutto, semplicemente, annullando qualunque altro pensiero.
Tra i confini del Vento e del Fuoco, la storia dell'ANBU e della farfalla.

Quando tuo padre muore. Si, quando tuo padre muore e la frase finisce. Perchè dopo non c'è niente, quando tuo padre muore.
[Sarutobi-Asuma; Padre-Figlio; OOC credo; triste, assai].

Lui camminava accanto a chiunque, lei camminava davanti a tutti, l'altro si limitava a camminare per inerzia, sperando che qualcuno ascoltasse il suo lamentarsi che un senso ce l'aveva sempre.
Nonsense e chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato... e sono sempre fatti vostri.
Ricordate: nonsense!

Le vicende di quattro storie d'amore attorno a un fiore.
Prima classificata al Fack Contest indetto da Taiga Aisaka

Sette giorni fa, le donne della loro vita li hanno lasciati.
Cinque giorni fa, hanno pensato qualcosa come “tanto non ho bisogno di te!”.
Tre giorni fa, tutti gli abitanti di quel maledetto Villaggio hanno detto che la colpa, obiettivamente, è la loro.
E ieri, hanno come iniziato a sentire un’assurda mancanza di seccature…
[NaruSaku + ShikaTema]
[Accenni KibaHina, NejiTen, Sasu?!?]

Camminiamo lentamente, mano nella mano mente il lento sciabordio delle onde ci bagna appena i piedi e il bordo dei pantaloni che indosso

Una raccolta di 4 capitoli, incentrati sulla famiglia e sui suoi significati.
Shikamaru ha due genitori su cui contare, Temari due fratelli minori. Lui ha una famiglia stabile, lei un po’ meno. Ma insieme?
Spalancò gli occhi, improvvisamente sveglio, e a corto di parole balbettò un “e t-tu ch-che ci fai qui?”
“Colazione” Temari rispose semplicemente, alzando la tazza del caffè. “Che altro si dovrebbe fare in una cucina?”
“Non intendevo questo!” riprese lui, che aveva ritrovato la parola. “Che ci fai tu qui, in casa mia!”
ShikaTema.

Era sempre così.
[lei piangeva e la pioggia brillava]
Ed era sempre troppo presto, o troppo tardi.