Honolulu, 1941. Tobias, militare d'alto grado, a capo dell'esercito americano stanziato a Pearl Harbor.
Gavriel, ebreo e prostituto, innocente e diavolo tentatore.
Infamy, poiché il peccato più disgustoso vi regna all’interno, il desiderio più macabro e anormale che chiunque possa mai desiderare.
Corvini sono i ricci sudati che gli carezzano gli zigomi cerei e sporgenti, gli occhi appaiono penetranti, profondi e al tempo stesso glaciali, azzurri come il mare immerso nella più temibile delle tempeste, e il corpo è minuto e osseo, scoperto da qualsiasi veste, che se non fosse per svariati lividi e disegni macabri sessuali disegnati sulla pelle sarebbe bianco come la neve più pura ed innocente. Il volto è coperto da una maschera nera, ma nonostante ciò Tobias riesce a leggergli l’espressione infantile e prepotente, quasi capricciosa, disegnata da due labbra carnose e gonfie, incredibilmente rosee.
Il ragazzino sorride. Lo sta ancora guardando, lo sta ancora studiando, si sta ancora appropriando dei lineamenti duri e gelidi di Tobias, lineamenti di chi ha sulle spalle un mondo pesante da portare dietro per tutta la vita.
« Ti posso baciare? »
Ancora domanda con l’innocenza di un angelo e la delicatezza di una piuma.
« No. »

L'infanzia e l'adolescenza di Takanori e Akira, due bambini che si conoscono all'asilo e diventando migliori amici. Storia ispirata dalle canzoni di Troye Sivan.
Un giorno, a l’asilo, si avvicinò a lui con un cerotto colorato tra le mani. Si inginocchiò difronte ad Akira e senza dire una parola appoggiò il cerotto sulle ginocchia magre del bambino. Akira alzò lo sguardo e lo guardò incuriosito.
"Così ti passa la bua" aveva detto Takanori, sorridendo timidamente. Akira lo aveva guardato con gli occhi lucidi.

Era completamente immobile, e decisamente sorpreso, perché il suo nerd ciccione e puzzolente si era rivelato un ragazzo alto circa un metro e ottantacinque, con i capelli rossi un po' scompigliati, che scendevano comunque lisci e puliti sulle sue spalle ampie. Era magro e sembrava anche decisamente allenato. E poi, quegli occhi, come non notarli? Erano di un verde tanto brillante da sembrare che tutti gli smeraldi ed i campi Irlandesi fossero stati racchiusi e donati a quell'essere. Roxas era quasi estasiato, sembrava davvero un ragazzo splendido, ed il cuore gli mancò qualche battito, quando quello si girò a guardarlo.
Poi però aprì bocca.
«Ciao nanerottolo, io sono Axel!» e si batté il pollice contro il petto con fare eccentrico: «A-x-e-l! L'hai memorizzato?»
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[AkuRoku / SoRiku / VanVen ]

-Sei sicuro di voler rimanere qui? Non pensi che ti farebbe meglio allontanarti per un po' da tutto quello che condividevi con Taka?- mi chiede Yutaka passandomi la borsa dal finestrino.
-No. Sarebbe come dire che in questo momento non esiste...la sua mancanza è anche la prova del fatto che lui ci sia ancora. Voglio soffire per punirmi di quello che gli ho fatto e, a meno di non finire anche io in ospedale, questo è l'unico modo che ho di farlo. Il destino mi sta semplicemente restituendo i frammenti taglienti di tutto ciò che ho distrutto con le mie stesse mani. Me lo merito.- dico a voce bassa.
Pairing principali: Reituha, Reituki, Aoiha.

E se Ruki fosse la Superstar più acclamata del momento? E se la sua voce fosse come un faro nel buio, accogliente come un ritorno a casa dopo un viaggio durato secoli? E se Akira fosse l'unico a non poterla sentire?
[Reituki/Aoiha]