Apro la porta ed eccola lì, pronta ad aspettarmi come ogni sera, la consolazione a tutti i miei affanni.

«Hai davvero detto di aver letto la mia storia?».
Annuisco.
«In un libro» continua imperterrito.
«No, in un opuscolo del mio dentista».
L'eccesso di birra mi trascina a Hogwarts per sette giorni - il che, ammettiamolo, è umiliante.
Scritta per la Sfida fra le Case indetta da HpQuiz l'anno scorso. Chiedo scusa per cotanta idiozia, ma tant'è...

Allyson è una giovane ragazza inglese dei nostri tempi, amante dell’arte e della Storia. Va a visitare un castello medievale della Scozia, ora diventato museo, che racchiude fascino e mistero che secoli di storia non hanno deteriorato. Rimane incantata da un quadro, rappresentate una bimba dagli splendidi occhi viola. Proprio in quella stanza, è obbligata da Ethan, un vampiro, autore di quel dipinto, ad ascoltare la sua storia. Alla conclusione, riuscirà Allyson a tornare a vivere la sua vita, o si apriranno altre porte per lei? [VIII classificata a Pari Merito al Contest Once upon a Bloody December indetto da storyteller lover]

Quando perdi fiducia nell'amore, a volte è necessario un piccolo miracolo per tornare a credere. O una stella cadente. Stanchi di infinite delusioni, Katja e Ville si affidano quasi per gioco ai poteri di una notte magica. E se il destino ti spingesse fra le braccia di qualcuno che non avresti mai pensato? Dedicato a tutti quelli che non si stancano mai di esprimere desideri =)

“Mi scusi” cercò di attirare l’attenzione dello sconosciuto, voltato verso il finestrino, tossendo rumorosamente “Quello sarebbe il mio posto”
Il ragazzo in questione si girò lentamente, squadrandola da capo a piedi con i suoi occhi verdi e penetranti.
Dopo una lunghissima ed irritante pausa, Ville rispose svogliatamente, masticando una gomma “Davvero?”
Katja fece roteare gli occhi, sospirando: “No, per finta. Se vuole le posso mostrare il mio biglietto”
“Beh” mormorò candidamente lui, dando una scrollatina di spalle “Non puoi semplicemente sedersi qui?” e così dicendo indicò il posto accanto a sé.
“Veramente” ribattè la ragazza, incrociando le braccia al petto “Io preferisco stare accanto al finestrino, per questo ho fatto la prenotazione un sacco di tempo fa, chiedendo espressamente di avere un posto interno”
Mentre si alzava di malavoglia dal sedile, rischiando tra l’altro di battere la testa contro il portabagagli, Ville si maledisse per aver lasciato il compito di fare la prenotazione a quello stordito di Bam, che si era dimenticato di fargli riservare un posto in prima classe. Così, oltre a doversi sorbire un viaggio di 10 ore su poltrone decisamente più scomodo, avrebbe dovuto sopportare anche quella noiosa sconosciuta.
“Prego” le fece un cenno con la mano, abbozzando una specie di sorriso privo di cordialità, al quale Katja rispose con una smorfia altrettanto antipatica.

Aveva tentato di dimenticare. Davvero. Aveva provato a riabituarsi alla vita di tutti i giorni, questa volta con la consapevolezza che, volente o nolente, lì era e lì sarebbe rimasto fino alla fine dei suoi giorni. Ci aveva provato davvero.

‘Gli eroi vanno in Paradiso’
Gli aveva detto, con una semplicità devastante.
‘E i codardi vanno all’Inferno’.
E Kanda, semplicemente, non era né un eroe, né un codardo.