Dal cap.1 ~
- Anna! - esclamò lo sciamano
L'Itako si fermó - Quando vuoi.. ci sono io qui! -
Perché era così in imbarazzo? Eppure la vista di Anna in quelle condizioni l'aveva colpito...
La giovane sorrise guardandolo con gli occhi lucidi - Grazie -
E riprese il cammino.
Che fosse l'inizio di qualcosa di nuovo...?

Dal cap.1~
Ryou voleva solo una vita come tutti gli altri.
Voleva degli amici. Voleva un po’ di affetto per compensare quello della sua famiglia perduta.
Non voleva rimanere solo. Perché, sì, lui si sentiva tremendamente solo.
Soffriva nel tornare a casa e trovarla fredda e buia. Soffriva nel ricordare quell’affetto che mai aveva avuto.
Per questo si era fatto impossessare dallo spirito dell’Anello del Millennio.

Daisuke poteva contare sulle dita le volte in cui si era scoperto ad odiare Ken Ichijouji.
La prima era quando aveva scoperto che il ragazzo era l'Imperatore Digimon.
Insomma, lui era sempre stato il suo idolo ed il suo avversario ideale, non poteva averlo deluso cosí...!
Ma si ritrovó a sorridere. Quanto lo aveva odiato in quel periodo!
Non poteva certo sapere che si sarebbe trovato lí, stretto tra le sue braccia.
I corpi caldi che sfregavano l'uno contro l'altro, eccitandosi a vicenda!
Non poteva certo sapere che si sarebbe ritrovato le labbra divoratrici di Ken sulle sue..! ~

"A-ayato" aveva ansimato "come osi fare questo a me, tua madre?"
Una smorfia di disgusto si era dipinta sul volto del Vampiro, ma subito aveva lasciato il posto ad un sorriso amaro "Vi definite madre?"
E la donna aveva sgranato gli occhi. L'ombra di quelle che sembravano lacrime veló i suoi occhi verdi.
Che si stesse accorgendo dei suoi errori?
No. Lei era Cordelia, figlia del Re dei Demoni, non avrebbe mai pianto.
Nè avrebbe mai ammesso i suoi errori.
Avrebbe preferito la morte piuttosto.
E la Morte aveva accolto la sua richiesta portandola con sè tra le tenebre. ~

Raito attendeva sotto il grande albero.
Il tempo non prometteva nulla di buono. Nere nubi coprivano l'ultimo raggio di Sole che a malapena riusciva a farsi strada fra quelle nubi.
Attendeva Raito, guardandosi intorno.
Attendeva quello che sapeva da sempre...
Kanato si avvicinò stringendo a sè Teddy.
Non gli piaceva quell'umidità che era calata. Lo rendeva più triste.
Non voleva salutarlo. Non voleva allontanarsi da lui... ~

« Vi voglio bene, madre. Immensamente»
Ed era vero. Non era stato in grado di trattenerla ancora un po' con sè, ma lui, nonostante tutto, amava ancora profondamente sua madre.
L'amava con tutto quell'amore che lei era riuscita a trasmettergli.
Ed avrebbe voluto restituirglielo almeno un po'. Ma non poteva farlo, non ora che lei era troppo lontana.

Si stagliava contro i raggi arancioni dell'ultimo sole, che lentamente moriva.
Spesso si era ritrovato in quel giardino, in piedi a guardare i raggi del sole. Sembravano rievocare immagini nostalgiche.
Sembravano rievocare immagini di quella persona.
Quel silenzio sembrava rievocare la sua immagine.
Ancora, dopo secoli da quell'avvenimento, dalla morte del suo più caro, nonché primo amico, Shu immaginava di rivederlo, magari in quello stesso giardino.
Sotto quegli stessi raggi...

Una mano fredda scosse i suoi capelli neri, accarezzandogli piano la testa.
Era fredda quella mano ma Reiji sembrava godere di quel contatto.
L'espressione corrucciata si sciolse. La fronte corrugata si rilassó.
Anche il respiro si regolarizzó e sembrava che un lieve sorriso si fosse disegnato sul suo volto.
Gli occhi azzurri lo guardarono con un velo di malinconia.
Se solo non l'avesse odiato fino a quel punto...

Indossó la sua maschera migliore.
La più impassibile. Era diventato bravo a nascondere i suoi sentimenti.
Come una bambola.
Tutto sarebbe sembrato come sempre.
Shu il figlio prediletto. Reiji il secondo sempre ignorato. Beatrix l'impassibile.
Lo spettacolo sarebbe andato avanti ancora per un po'.
Fino all'ultimo atto.
E tutti dovevano continuare a puntare gli occhi sullo spettacolo.
Non dovevano guardare dietro al sipario...

Guardò il grande e tremendo portone nero.
Un nodo alla gola gli impediva di respirare.
Avrebbe Kanato accettato il suo gesto?
Lui ci sperava. Non voleva essere oggetto del suo odio.
Non voleva essere ferito, non da lui.
E non voleva ferire ancora Kanato. Il perché non lo sapeva nemmeno lui.
Sapeva solo di provare una strana attrazione per lui...
Mia prima storna in questo fandom. Spero vi piaccia ^^

Una fallita. Cosí l'aveva definita. Ebbene, perché non esserlo fino in fondo?
Cosa poteva perdere ancora?
La lingua passa sulla lama, assaporando il sapore metallico.
Un ghigno sadico, folle, maligno.
« Hinata?! Ma cosa..?! » sussurra perplesso l'uomo
« Oh, non ti preoccupare, paparino. Ci rivedremo all'Inferno »
La bocca spalancata dell'uomo non emette alcun grido.
Gli occhi bianchi sbarrati, terrorizzati.
« Perchè? »
Lei lecca la lama insaguinata. È buono il sapore del sangue.
« Perchè io sono la figlia fallita »

Ren sospiró a sua volta - L'uomo non smette mai di sbagliare, eh? -
- Già..-
I due uomini guardarono l'alba mentre i loro lunghi capelli volavano al vento.
Esatto, come rinunciare a travolgenti e passionali sentimenti? Come rinunciare al peccato...?

- C'è qualcosa che vuoi dire prima di morire? -
Hao guardò leggermente stupito il ragazzo cinese davanti a lui. Quindi i suoi carnefici erano gli amici di Yoh?
Sorrise tristemente - Non ho nessun rimpianto. Prendetevi cura di Yoh -
La lama sibilò minacciosamente, ergendosi. Pronta ad incombere sulla sua vittima.
Hao chiuse gli occhi, pensando a Yoh. Non aveva rimpianti. Ed andava bene cosí...

"Hao" aveva detto parandosi davanti a lui.
Il ragazzo lo aveva guardato pieno di scherno "Se sei qui per deridermi, puoi anche farne a meno. Non ho bisogno di essere compatito"
Sembrava sul punto di piangere.
Da parte sua, Yoh lo aveva abbracciato, spiazzandolo: "Potevi dirlo che avevi bisogno di affetto!"
Hao aveva sgranato gli occhi e, incredibilmente, le lacrime solcarono le sue guance diafane.
Si era stretto nell' abbraccio ed aveva dato sfogo alla sua tristezza

"Sarà difficile lasciarti andare, Yoh. Lasciarti andare in questo mondo sempre pronto ad attaccarti.
Sarà difficile perché non sempre sarò dietro di te ed a malapena potrò tenerti un po' per me...
Ma farò il possibile. Farò di tutto per esserci e magari per essere al tuo fianco.
Per difenderti da incubi e tristezze,
per abbracciarti e darti forza,
per darti certezze contro le paure.
Te lo prometto, io ti sarò accanto. Io avrò cura di te."