Un Aziraphale con gli occhi di un colore così diverso non era quello che amava. Perché il suo angelo non aveva delle semplici iridi negli occhi, ma l'intera volta celeste. Erano cangianti, vibranti. Ci aveva visto l'azzurro terso di una mattinata di primavera, il grigio profondo delle nuvole cariche di pioggia d'autunno, un riflesso verde come l' aurora boreale in inverno, il blu oltremare della notte che si poggia sulle ultime luci all'orizzonte dopo il tramonto in piena estate.
Ci poteva leggere ogni sensazione che non voleva descrivere a parole o qualsiasi pensiero che nascondeva dietro ad espressioni facciali irrigidite. Invece quella tonalità così disturbante poggiata sugli occhi di Aziraphale aveva la stessa identica efficacia dei suoi occhiali neri.
Nascondeva, occultava, celava.

Gaiman decide di fare un regalo al fandom di Good Omens e di Our Flag Means Death, inserendo nella stagione 3 un crossover che tutti aspettano da sempre.
Una giornata di riprese in cui Michael e David sono due amanti che devono far finta di essere amici.
Taika e Rhys due amici che devono far finta di essere amanti.
Una notte in cui un gioco di ruolo diventa l'occasione per guardarsi nel profondo, tanto da rendere confuso e labile il confine tra attore e personaggio.

Roma, 41 d.C, Aziraphale prova a tentare Crowley invitandolo a cena.
Ma prima che il gioco delle parti s'inverta, un secondo fortuito incontro ristabilisce i ruoli.
Un angelo in guerra non riesce a resistere alla tentazione inconsapevole di un demone in pace.
I marmi, i mosaici, le statute e i dipinti delle prime Terme di Roma sono spettatori di uno spettacolo piuttosto peculiare.
Ma è lontano da occhi indiscreti che due esseri eterni arrivano a scoprire un germoglio di conessione sovrannaturale.
Un segreto inspiegabile che aleggerà tra di loro tra i secoli, unendoli nell'anima senza concedersi il permesso di farlo con i loro corpi.

"Un essere eterno avrebbe mai potuto dimenticare?
Quanto tempo sarebbe dovuto trascorrere in modo che i ricordi si annebbino, che le sensazioni diventino confuse, che figure si mescolino ad uno sfondo incerto?
Crowley se lo chiedeva ogni giorno, da migliaia di anni.
Si era dato una risposta lapidaria: Mai.
Odiava questa parola. Troppo umana. Per i mortali poteva anche avere un significato, d'altronde avevano una concezione di tempo così limitata che era naturale nella loro breve vita schiantarsi continuamente contro il muro dell'impossibilità.
Ma per lui era diverso. Si era accorto che ogni cosa che potesse sembrare così definitiva non lo era mai davvero, che quel “mai” aveva un potere assoluto solo in un certo, corto o lunghissimo che sia, periodo di tempo.
E quindi continuava a sperare, in cuor suo, che un giorno avrebbe dimenticato la sua caduta."
La storia di un demone che non si sarebbe mai potuto liberare di ricordo. Un angelo che non lo avebbe mai lasciato in balia dei suoi incubi. Era così dolce la speranza quando era Aziraphale ad offrirgliela.

Aziraphale aveva l'eternità sul suo volto.
Era incasellata tra le sue rughe, stretta tra le sue labbra, poggiata delicatamente sulla punta del suo naso.
Crowley si sentiva come l'unico essere del creato a scorgere questa rivelazione.
Gli umani non avevano i mezzi per farlo, gli angeli e i demoni non ne avevano interesse.
Aziraphale aveva le sue regole, che il Tempo silenziosamente accettava."
In un momento qualunque, sulla solita panchina, Crowley realizzò quanto lui e il suo "amico" vivevano in modo opposto lo scorrere del Tempo.

Un ballo è sempre stato un'occasione speciale per Aziraphale. Il suo demone Antony J Crowley lo sa bene.
Ora che nessuno li controlla, lontano dagli sguardi di Paradiso e Inferno, sono pronti a scoprire i limiti delle loro essenze immortali, ma non è detto che li trovino davvero.
Un'occasione speciale, una lunga notte tra ricordi, paure e certezze. Una sfida con soli vincitori.

Quanto era Angelo e quanto Demone in quel momento?
Quanto l'essenza è in realtà schiava della forma?
Si chiese se fosse mai esistito uomo o una donna in grado di resistere a Crowley.
E quel corpo aveva volontà propria. Seduceva, attraeva, stuzzicava... Ma ora Aziraphale non si sentiva in grado di contrastare il potere di quei capelli, quei muscoli tirati e sottili, quegli occhi famelici.
E se Aziraphale invece di chiamare un Taxi per incontrarsi subito con Crowley, fosse salito nell'appartamento del suo amico? Quali pensieri lo avrebbero colto ritrovandosi da solo, schiavo (o padrone?) di un corpo demoniaco?