Dal capitolo 15:
-Le Le- mi chiamò e, a quel punto, lo fissai, -io sono quasi morto stasera… te ne rendi conto? Se io non ci fossi stato… non oso pensare a cosa sarebbe potuto accadere- scandì bene le parole, fissandomi intensamente, la sua mano tremante. –E non puoi venirmi a dire che non mi hai chiamato per questo assurdo motivo… c’è dell’altro?- mi domandò, scrutandomi con quegli assurdi occhi nocciola profondi.
[...]
E poi accadde.
Qualcosa in Seung Hyun scattò e un guizzo dorato attraversò il suo sguardo, prima che si chinasse verso di me a poggiare le sue labbra sulle mie. Erano morbide, così morbide e soffici come nuvole, leggere e dolci come piume; un bacio casto, un gesto così semplice ma così bello da farmi emozionare come non mai.

Sentì che qualcosa lo liberava… come la sensazione di libertà che si prova nel sentirsi togliere delle catene… o come l’abbandono di un fiore che si sciupa, chinando il capo all’incedere dell’inverno…
I fili argentei della barba e dei capelli si staccarono volteggiando sino a terra, spargendosi sui suoi abiti e disfacendosi come polvere, petali di soffioni che docili, si lasciano spogliare da mani gentili.
Le rughe si distesero e i capelli corvini comparvero sino a sfiorare la fronte, leggeri.
Ma le lacrime seguitarono a cadere, anche quando si alzò, reggendosi al divano per l’ansia, con le ginocchia che cedevano.
Avvicinarsi e vacillare… e aggrapparsi alle sue spalle… e toccarlo...
Merlino si accasciò a terra, reggendosi alla sua vita e pianse.
La mano di Artù fra i capelli, come l’ultimo tocco che gli aveva donato.
Ancora, le lacrime di mille anni, non erano stanche.

Quando hai lottato e non hai più niente, l'unica cosa che desideri è riposare, quando la tua coscienza grida, l'unica cosa che desideri è amare.
Due principi, un angelo e un guerriero, il resto è solo neve e amore.

[...] «Quando glielo dirai?» Song Dam fece un passo avanti, verso il letto. «Se vuoi fare qualcosa di serio con lui, non puoi nasconderglielo.»
Aveva paura. E i motivi per cui l'aveva non erano nemmeno stupidi; questa consapevolezza riusciva solo a farlo sentire più spaventato. Si alzò, scendendo dal letto, e poi andò verso l'armadio per prendere dei vestiti puliti.
«Mai. Non c'è modo di dirglielo. E' impossibile. Mi lascerebbe.»
Song Dam si sedette sul bordo del letto di Jonghyun. «Dai, Bum ti ama. Non penso proprio che ti lascerebbe solo per questo.»
«Solo per questo? Non gli sto dicendo che ho un brufolo sulla schiena. Non è una cosa che puoi ignorare o che non ti condiziona radicalmente la vita. Tu lo sai meglio di chiunque altro.» [...]

Penso sia facile da intuire, anche dal nick della sottoscritta, di che cosa tratta questa ff.
Ebbene sì, signore e signori (sempre che ce ne siano), questa qui è una JONGKEY (non ve l'aspettavate, lo so).
A causa della mia gioia di vivere che spruzza da tutti i pori (?!), questa ff sarà, molto probabilmente, la più deprimente; demotivante; triste; che abbiate mai letto. Perchè lo dico? Be', non di certo per farvi scappare (non sono così stupida); ma per darvi l'idea di quello che vi aspetterà: ovvero una ff un po' pesante; non di quelle "Jonghyun, ti devo confessare una cosa: io ti amo." "Oh, Kibum, ti amo anch'io." Detto questo, se siete ancora intenzionati a leggerla (cosa che dubito fortemente), be'... buona lettura!
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Sussurra il mio nome, Jonghyun.
Sussurralo ancora.
Sussurralo e non aggiungere altro, non ti servono grandi parole per farmi venire i brividi.

Stavo sistemando l'ultimo scatolone dentro casa, mi avviai dalla mia macchina all'ascensore, premetti il bottone del mio piano, la porta stava per chiudersi quando sentii un “Aspetta!”, bloccai con il piede la porta e si avvicinò un ragazzo. La prima cosa che notai fu la mano che entrò nello stesso momento in cui il mio piede bloccò l'ascensore.
Entrò un ragazzo bellissimo poco più grande di me: alto, moro, con occhi grandi a mandorla e lunghi capelli un po' spettinati... che bel bocconcino... pensai.

Taemin aveva sbuffato, indicando a Minho, che aveva fatto tutto quel discorso sul loro essere simili a quei morti, le strade dove erano presenti gli zombie che un tempo vivevano a Seoul come esseri umani e non come bestie assassine.
Quei due poliziotti dovevano essere davvero idioti per non aver capito cosa stava succedendo, con tutti i film che avevano girato negli anni non avevano ancora capito che si trattava di zombie? Veri e propri zombie.
“Sono degli zombie, dei non-morti, non ve ne siete accorti?” [JongKey]

Stavo camminando da un po', ma avevo sentito come una presenza che mi seguiva... vi è mai capitato di sentire come se qualcuno vi stesse osservando da lontano? Ecco, io mi sentivo come se degli occhi mi stessero osservando, poi sentii un rumore di passi dietro di me, mi fermai e non li sentii più; sicuro che fosse solo frutto della mia fantasia non mi girai e continuai tranquillo, però appena ripresi a camminare sentii di nuovo quei passi: mi girai di scatto ma non vidi nulla a parte dei sacchetti di plastica disposti ai bordi della strada, ma non c'era nessuno dietro di me, che cavolo... , feci solo un passo, ma bastò per sentire qualcuno dietro di me, una presenza, ne ero più che sicuro questa volta, “È questo il soggetto?” fece una voce sinuosa, credevo quasi che fosse una ragazza, ma mi girai e vidi due ragazzi.
[EXO-K/EXO-M][Pairing: Kao]

"Ti odio! Esci dalla mia vita!"
Gli urlai contro queste parole centinaia di volte, mentre lui se ne andava di casa, sbattendo forte la porta alle sue spalle.
Era tutto finito.
Una storia d'amore durata poco più di un mese, persa a causa di cosa? Di una ragazza invaghitasi di Minho, del mio Minho.
E lui accettò volentieri le sue avances e a me questo dava molto, troppo fastidio.
Non seppe cosa dirmi quando gli spiattellai in faccia la verità: ovvero che mi tradiva con lei, Yuri.
E me lo disse chiaro e conciso, era finita grazie a lei.

Kim Kibum un angelo custode? Ma ce lo vedete? Bhé io si!
E infatti ho scritto questa fanfiction...chissà cosa combinerà la nostra diva con l'aureola?

Subito dopo la violenta frenata, John si sentì staccare dal sedile. Non vedeva nulla a causa delle oscillazioni e delle scosse, tutto tremava compreso lui stesso, nelle orecchie aveva solo il terribile suono stridente e le urla dei passeggeri che viaggiavano con lui; le luci elettriche del vagone tremolarono insieme al convoglio, spegnendosi del tutto quando, con un rumore simile ad un risucchio nel vuoto, gli venne a mancare la terra sotto i piedi e si trovò per aria, la mano fermamente attaccata al palo di ferro accanto al sedile su cui si era inizialmente accomodato.
Si sentì sbalzare contro il soffitto, sentì un dolore sordo al fianco e chiuse gli occhi per istinto, aspettando la fine di tutto, o l’inizio del “dopo”.
[Johnlock][Potrebbe esserci del linguaggio un po' colorito]

Merlin si volse un istante, il mezzo sorriso che addolcì le sue labbra non raggiunse i suoi occhi dorati. La sua voce uscì morbida e implorante.
“Lasciami, Arthur”.

Jonghyun e Taemin. Due fratelli a cui il passato busserà nuovamente alla loro porta.
Jonghyun, 18 anni, un'abilità nascosta da un passato dimenticato.
Taemin, 16 anni, un'intelligenza superiore alla norma.
Come lo Yin e lo Yang, entrambi hanno bisogno uno dell'altro.
Cosa succederebbe se il loro legame venisse spezzato da una realtà che gli mette uno contro l'altro?