Recensioni per
Solanum XXIV
di _ivan

Questa storia ha ottenuto 110 recensioni.
Positive : 109
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
13/11/12, ore 14:20
Cap. 16:

Anche in questo caso, una recensione doppia: parte 1 e 2, per ciascun brano.

Parte 1
Agghiacciate. E' l'unico termine che mi viene in mente per definire questo racconto. Un mix di eventi dall'apparenza banale, ordinaria, che vanno a coprire ed intersecare segreti, paure, slanci maniacali, orrori. Dal viaggio sospeso tra le venature di risicata sopportazione dell'altrui presenza, al crollo della realtà ad un passo da un inaspettato orgasmo, sono contenute tante piccole sfumature che rendono perfettamente l'agitazione e la distanza che un incidente di percorso (nel vero senso del termine in questo caso) ha prodotto su chi vi ha assistito, per poi dilagare.
Posso dire che ci sono pochi errori (dal pdf non riesco a recuperarli per segnalarli qui) e che nonostante alcuni piccoli elementi che trovo poco americani (non so se "Tempesta d'amore" sia trasmesso dalla BBC o simili, ma voglio pensare ci sia una serie omonima), è davvero un racconto che merita di essere letto!

Parte 2
E' una chiusura dolorosa, sicuramente triste, difficile. Viene da domandarsi se ci sia davvero una speranza nel mondo, se veramente si possa andare in una direzione diversa. Però l'andare avanti di Fran apre uno spiraglio minuscolo, fragile, impreciso. Fran è diversa: possibile che il destino abbia fatto quello scherzo solo a lei? Possibile che il mondo sia solo una distesa morta, dove si muovo orrori che un tempo avevano un cuore e un'anima, ora trasfigurati in muti interrogativi. Sappiamo che c'è una nuova meta, un'altrove. E forse, là, c'è anche una speranza.
Notazione tecnica: le campane sono in fusione di bronzo, non d'ottone!
Appunti:
-"dal puzzo decomposizione": manca "di";
-"lo sollevò a mezz’aria": ripetizione. Usi questa formula sia quando Fran estrae il coltello, sia quando si prepara ad attaccare;
-"apparì": errore di concordanza verbale, "apparve"
-"puntellato": credo intendessi "punteggiato".
Alla prossima (storia, racconto, raccolta o quel che sarà)!

Recensore Junior
11/11/12, ore 21:24

Fa piacere leggere qualcuno con il senso dell'umorismo. Hai unito battute salaci e stile scorrevole, documentato al dettaglio, cavandone fuori una dialettica che reputo personale e riconoscibile.
Il microcosmo dell'inferno in cui sguazzano i sopravvissuti si accavalla al macrocosmo del loro passato, a riflessioni più "alte" e considerazioni passeggere niente affatto banali, senza soluzione di continuità, il tutto esposto in scioltezza e scorrevolezza. La tensione non si sente, e devo dire che lo reputo un pregio.
Altra nota di merito: il finale si chiude su una nota di speranza, facendo leva sull'ottimismo che è in grado di suscitare nel lettore; non tanto su una forma di ottimismo programmatico in quanto tale.
Mi è piaciuto e, cosa rara, lo rileggerei. C'è un errore di lessico, ma ho dimenticato quale - prova che il testo è scritto con competenza.
Nota: sono quasi sicuro che tu mi abbia lasciato una recensione positiva, ma non credere che ti stia incensando per questa ragione. Insomma, non è per questa ragione. Giuro. Credimi. Chiedi a ivan delle recensioni "crudeli" che gli ho lasciato, se vuoi. E anche di quelle entusiastiche.
Adios!

Law

Recensore Junior
11/11/12, ore 21:06

Ho apprezzato in particolare la durata di questo racconto. Non è diluito. Non la tira per le lunghe. Non è infarcito di furberie di maniera che lo rendano un vuoto esercizio di stile, magari più appetibile, ma meno incisivo.
La scelta di parole è ottima, il ritmo pure, e trovo che gli sprazzi di retorica siano un'integrazione garbata.
E ora, la critica feroce (che se no ivan non è contento!). "Cervello interno": forse è perché sono stanco e mi sfugge il punto, ma c'era bisogno di precisare che il cervello è interno? Probabilmente mi è davvero sfuggito il punto.
Al di là di questo, non ho nessun appunto negativo da fare, se non di natura personale: al posto dell'autore, con un simile incipit tra le mani, io avrei scritto un pezzo comico (cosa che, fumettisticamente parlando, ho già fatto).
Soggettività a parte, bella prova!

Recensore Junior
11/11/12, ore 20:55

Brillante, critica e divertente.
Cruda ma posata.
Mi dispiace di non poter vomitare altri aggettivi, ma al momento sono davvero troppo stanco e confido che questi bastino per esprimere il mio apprezzamento. C'è la grazia dei rimatori "baciati" dalla Musa e una serie di corrispondenze davvero felici (nonché feline).
Ultimamente sto leggendo poco, fatta eccezione per un trattato sulla filosofia gnostica, e in tutta onestà questa è la cosa migliore che mi sia capitata sotto il naso nell'arco di molte settimane.
A mio parere lei ha talento, signorina. Lo coltivi. Non smetta.
Passo.

Recensore Veterano
05/11/12, ore 15:28

Davvero interessante, come storia.
Anzitutto lo stile pungente con cui è scritta, che incalza senza lasciare da parte i sentimenti, che sono un'altra parte importante del racconto, mi ha fatto sorridere in più punti e non è mai risultato pesante o macchinoso (esclusa la parte dell'arco, volutamente piena di dettagli superflui).
Questo stile leggero si fonde bene con le tematiche un po' più profonde della seconda metà, dove i personaggi prendono realmente forma e vita e la storia mostra il suo vero volto.
Dà un po' l'impressione che, se non si fosse trattato di inserire questa storia nella raccolta, avresti scritto qualcosa di molto diverso da quello che poi è risultato l'epilogo; nel senso che, sebbene l'evoluzione dei rapporti fra i personaggi si riveli essere centrale e bene in linea col resto della storia, essa sembra inserita quasi a priori.
È un'impressione che ho avuto io, non lo si deduce da nulla in particolare, non è nemmeno una critica o un appunto, però la prima parte sembra più spontanea e naturale.
Comunque è un buon racconto, leggerlo è stato un piacere, complimenti!

Nuovo recensore
05/11/12, ore 00:44

Mi piace come l'hai sistemato, come ti avevo già detto. A parte, naturalmente, quelle due piccole imprecisioni che ti ho già segnalato in altra sede. A mio modo di vedere ha fatto il salto di qualità, dalla prima versione che mi hai mostrato.
E poi i tuoi dettagli tecnici sono talmente Crichtonosi che non posso fare a meno di adorarli! Ad ogni modo è un buon lavoro, scorrevole, ben scritto. E la solita punta di ironia tipicamente tua non guasta mai. Se fossi una donna, saresti acidella. Lo sai, sì? :P

Sai che ho la netta sensazione che sia uno dei tuoi pezzi migliori? Va bene, adesso la pianto di farti i complimenti. Passiamo alle cose serie. Fai schifo, puzzi, buuu!
Ben fatto ;)
(Recensione modificata il 05/11/2012 - 12:44 am)

Recensore Master
04/11/12, ore 22:52

In questa raccolta abbiamo già incontrato altri gruppi. In lite, in disaccordo, in quiete.
Questo però è diverso, perché è in evoluzione: da insieme di persone unite dalle circostanze diventano parte l'uno dell'altra, mossi da quel misto di paura e rispetto che il mondo dei non-morti può ingenerare in chi vuole sopravvivere. Non accade nulla di particolarmente eclatante, nessun inseguimento, nessun agguato. Non c'è sangue. Eppure il livello di complicità sale di paragrafo in paragrafo, fino a sfociare in una notte d'amore e nella speranza tangibile della rinascita.
Molto intriganti i dettagli rguardanti l'arco ed il "mestiere" dell'arciere.
Un racconto pacato e ben scritto, che risolleva dal mare grigio della paura che serpeggia in questa raccolta.
Appunti:
-"un assurdità": manca l'apostrofo;
-"quando cominciò il vero caos.": errore di concordanza verbale, "era cominciato";
-"nova": manca una u.
Alla prossima!

Recensore Veterano
03/11/12, ore 22:40

Per Oscar... LOL. Cioè, umorismo nero da divorzio/separazione! Ci piace! Mi ricorda molto quelle storie da sei parole, six-word-stories: non tanto per il numero di parole, quanto per il concetto di lasciar immaginare l'intera vicenda utilizzando poce frasi. Ci vuole arte, per questo.

Per Margaret... wow. Cavolo. Quando credi che la situazione sia già abbastanza triste scopri che è in realtà TRAGICA. Mi ha lasciato un'amarezza che non immagini, e questo è un bene, perché non c'è niente di più importante del trasmettere emozioni, con ciò che si scrive. Quando si legge un racconto vuoto, composto solo di fatti in successione, dopo un po' ci si stanca secondo me. Insomma, che i sentimenti siano positivi o negativi non ha importanza, devono trasparire, emergere, uscire dalla pagina saltarmi in faccia e divorarmi voracemente proprio come farebbe uno zombie, magari passando prima dagli occhi per arrivare al cervello con la punta della lingua. Come mi è uscita questa non lo so. E non sono neance le undici di sera, bene! Sarà la troppa teina. Ma sto divagando, scusa XD

Riassunto di tutto: ottimo lavoro. Riesci a dare un'idea dei personaggi, della vicenda e dell'ambientazione anche utilizzando un numero infimo di parole :D

Recensore Master
01/11/12, ore 22:56

Bisogna ammettere che questo punto di vista è una voce fuori dal coro. Attraverso una voce fuori campo, ci viene presentato il rovescio della medaglia, il mondo "visto" da uno degli infetti.
E' un incedere monotono e senza sosta, che si rianima solo in virtù di quella scintilla feroce e malsana che è la paura. La pausa che l'incedere della mare di corpi non morti causa nei fuggitivi. O in coloro che tali vorrebbero essere. E poi, una volta appagata, ecco ritornare tutto al silenzio ed all'infinita ricerca di qualcosa che ha perduto il suo nome. Triste. Eppure così stranamente normale.
Appunti:
-"sull'apparenza, quattro": sostituirei la virgola con un punto o un punto e virgola.
Alla prossima!

Nuovo recensore
01/11/12, ore 19:33

Era da mesi che facevo pressione ad Ivan affinchè scrivesse un testo con un protagonista zombie. Quando ho letto 'L'infetto' ho subito pensato ad un protagonista malato a causa di un morso o un graffio, poi ho capito che in realtà si stava parlando già dello step successivo e mi sono gasato da morire! A quanto pare dovevo aspettare il tuo avvento. Avrei forse usato uno stile un po' più sobrio e meno carico di virtuosismi, ma è comunque piacevole leggere qualcosa di un po' diverso dagli altri testi in termini di stile. Forse la sua fortuna è che comunque sia breve, e che dunque non possa risultare pesante....ma poi diciamocelo: come si potrebbe mai riempire più d'una pagina con un protagonista zombie che non pensa e non sente niente? Sarebbe umpossibile!!!!!
E' resa bene secondo me la ciclicità degli eventi, ovvero il fatto che pur dopo aver mangiato lo zombie ha ancora fame, come se nulla fosse mai successo e si lascia quindi intendere che tutto ricomincerà da capo. Molto bello!!!

Nuovo recensore
01/11/12, ore 19:26

Mi piacciono due cose in particolare di questo componimento: che concili la poesia (anche se non è esattamente poesia, quanto piuttosto....una filastrocca rimata) e il tema zombie, e che presenti in realtà due testi in uno, dato che è benissimo leggibile separatamente anche solo la parte in corsivo. E' bello anche il fatto che ci siano elencate delle morti inusuali, come possono essere i gemelli impiccati allo stesso ramo o il panettiere morto suicida nel suo stesso forno. Sono idee molto carine, comlimenti! E' una storia in pieno stile Halloween!
PS: come si può resistere alla curiosità di leggere un capitolo che, dopo una sequela di fregnacce su personaggi qualunque, presenta come titolo "La Morte"? Ahahahahahah
Ivan non mi volere male, ma non potevo non essere attirato!

Recensore Master
29/10/12, ore 23:16

Sarà la vicinanza di Halloween, ma questa poesia, nella sua brevità, è terrificante. Posso immaginarla scandita da una di quelle bambine da film horror, con la faccina innocente, le vesti imbrattate di sangue e un coltellaccio nascosto dietro la schiena.
Per quanto rapida e scarna, getta uno sguardo sugli eventi nella piccola cittadina. Fotogrammi di orrore e paura, dove persino un gatto indolente può essere - a suo modo - protagonista, nel suo ultimo momento.
E' curioso poi come la Morte appaia in qualche modo personificata, la Triste Mietitrice che si aggira con passo deciso e mano lesta, mentre all'opposto, i caduti sono quasi ombre inconsistenti. figure sfuggenti su uno sfondo immobile.
Alla prossima!

Recensore Veterano
29/10/12, ore 22:09
Cap. 7:

Eccomi di nuovo a recensire (se i miei commenti si possono definire recensioni XD).

Geniale l'idea di raccontare lo stesso momento ma da due punti di vista differenti, oh beh, forse non del tutto originale, ma è il modo che mi è piaciuto, qui si manifesta un'elegante e una dolcezza incredibile.
Ho trovato i due personaggi particolarmente vividi, vivi, con pregi e difetti, con pensieri e modi di fare molto verosimili. Mi piace anche come hai caratterizzato Annie, non che un uomo non possa descrivere bene una donna, anzi, ma non è per niente stereotipata.
Ogni tanto si tende a stereotipare maschi e femmine, a cercare di mettere "pensieri da uomo", "pensieri da donna", quando la realtà è molto diversa.
Mi piace Jake, timido ma pieno di ottimismo nonostante la situazione orribile e Annie, che ha visto morire il padre in un modo terribile, che cerca di non perdere il contatto con la realtà nonostante il mondo sia diventato inospitale.

Bellissimo racconto, tra i miei preferiti per ora.
Alla prossima.
Selene.

Recensore Veterano
29/10/12, ore 11:03

Allora, allora, le poesie sono un campo parecchio complesso...soprattutto per chi, come me, ne capisce ben poco
Ho un certo rispetto per chi si cimenta in questo genere: in tutta la mia vota me ne é riuscita solo una di decente ed ho preferito ritirarmi da vincitore XD
Ad ogni modo, non so dire molto dal punto di vista tecnico, ma qualche opinione assolutamente soggettiva la posso dare.
Parto dicendo che come scritto non mi è dispiaciuto, è interessante e complessivamente ben scritto, anche se forse non esattamente "inquietante". La forma e la strattura del testo mi sembrano funzionare...semmai ci sono solo due passaggi che non mi soddisfano; "e graymouth rimase vuota" ha un suono strano...sembra "a metà", non so come spiegarlo...pare troppo corta diciamo. Forse è anche perchè c'è una "e" congiunzione nel verso subito prima.
Poi "trovato a brandelli nel fosso" ha un ritmo particolare, leggendolo, quasi da filastrocca. Mi pare stonare un po'...
A parte questi dettagli mi pare un lavoro più che buono, considerando anche quanto sia difficile.scrivere poesie riuscite nella forma quanto nei contenuti!
Ah, dimenticavo un dettaglio importante! Ivan...hai 82 maledettissime recensioni...per favore, non lamentarti! XD
(Recensione modificata il 29/10/2012 - 04:16 pm)

Recensore Junior
27/10/12, ore 12:42
Cap. 12:

Adesso mi ricordo la storia del Solanum! L'avevo letta nel Manuale di Sopravvivenza agli Zombie scritto da Max Brooks.
in ogni caso, storia preferita in assoluto. Epica. Senza sbavature. Eri ispirato un casino, qui. Tutte le sotto-storie sono scritte con partecipazione e controllo del testo, ognuna diversa dalla precedente e dalla successiva, eppure trasmettono un senso di continuità. Non saprei che altro aggiungere, se non che questo capitolo è riuscito (e risolto) in pieno grazie alla somma e al raffronto delle sue singole parti, coesive e interconnesse tra loro da un'alchimia sotterranea.
Bel lavoro.