Recensioni per
Solanum XXIV
di _ivan

Questa storia ha ottenuto 110 recensioni.
Positive : 109
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
21/09/12, ore 12:58
Cap. 3:

Una rappresentazione d'affetto bellissima e triste. Tutto l'amore che passa tra l'astronomo ed il ragazzo, seppure in forme diverse, riempie il vuoto del planetario. Se il primo viene meno alla rigidità orientale, lasciandosi andare ai desideri più remoti ed all'ammissione del legame che lo lega al compagno di viaggio (preoccupandosi del suo futuro fino all'ultimo), dall'altra c'è l'impacciato tentativo di mostrarsi uomo, di rendere orgoglioso l'uomo che ha sostituito temporaneamente un padre. Karim, nella sua codardia, manifesta il più grande rispetto verso una figura quasi genitoriale, pur conscio (ma quanto?) di deluderla.
Il tema della fede è tratteggiato con spunti che nulla hanno del mistico o del banale. Legandolo al momento del trapasso di Eijiro, ribadendo la sua concezione atea della vita, hai dato risalto alla necessità umana di trarre conforto da uno spirito superiore, un'entità intangibile che riusciamo a percepire solo in determinate circostanze. Qualche che sia il suo nome poco importa: il bisogno è ciò che conta qui. Chiedere un battesimo, una sorta di rinascita per accettare in maniera più pulita un passo cruciale e inderogabile della vita.
Sembra quasi una sottile cattiveria del destino, quella di negare all'uomo la possibilità di questa rinascita, come se già fosse scritta la sua metamorfosi e la scia di sangue e orrore che ne seguirà. Quasi che, in virtù di questa, ad Eijiro non spettasse provare alcun senso di redenzione.
Appunti:
-"lui non non facendo": refuso;
-"straziato... straziato": ripetizione.
Alla prossima!

Recensore Junior
21/09/12, ore 12:48

Il primo spiritoso, nella misura in cui va quasi interpretato come una dichiarazione sarcastica, più che una storia breve. Il secondo è straziante ma non pedante.
Il suo pregio principale, secondo me, è quello di far riflettere: riflettere sul fatto che abbiamo sempre una scelta, che talvolta è necessario anteporre la ragione ai sentimenti - anche se per fortuna, nella vita reale questo capita spesso in forme e modalità più "leggere", e il caso descritto nel racconto può fungere da metro di paragone.
Non è una vicenda che risolleva il morale, e non vuole esserlo. Ma ha un suo perché. E questo basta a renderla una buona prova.

Recensore Junior
21/09/12, ore 12:42

Vado pazzo per i raccontigame! Ne ho pure scritti una valanga.
Ci vogliono obiettività e pazienza per narrare così tante vicende multiple senza perdere l'estro.
Io so solo che quel dannato cane ha finito per farmi mordere... Lo sapevo che avrebbe portato guai, ma non me la sono sentita di abbandonarlo. E questo è indice del fatto che l'immersione sta alle stelle.
Complimenti!

Recensore Junior
21/09/12, ore 12:37
Cap. 3:

Non è affatto facile trattare un argomento del genere senza suonare falsi, stucchevoli o caricaturali.
Qui c'è solo del buon materiale. Devo ammettere che all'inizio ero piuttosto scettico sulla bontà della storia, poi mi sono ricreduto. Innanzitutto, la scelta dell'ambientazione è senza dubbio azzeccata: la sfrutti a dovere per fare della filosofia, produrre stimolanti associazioni e, ultimo ma non meno importante, creare un'ottima atmosfera.
Da agnostico/panteista/quasi-ateo che in verità, come diceva Chesterton, "crede in niente e perciò crede in tutto", sono rimasto toccato dalla conversione del signor Tanaka, dall'indagine sotterranea sull'infinita oscurità in cui ci incalza la morte. E dal rapporto tra i protagonisti.
Interessante anche il finale, che sembra voler dire (ma potrei sbagliarmi), rifuggi le tue paure, allontana il dolore... e sarà il dolore a venirti a cercare.
Piaciuta!

Recensore Junior
21/09/12, ore 12:28
Cap. 2:

Incantevole.
Non so se l'hai scritta di getto o se hai dovuto rifletterci prima di stendere il testo definitivo, ma da questi dialoghi traspaiono una purezza e una naturalezza davvero degne di lode. Una storia basata solo sui dialoghi può essere limitante per chi legge, oppure dare vita a un universo palpabile, sfaccettato, memorabile, solamente grazie alle parole dei suoi indefiniti protagonisti. Questo è decisamente il secondo caso.
Non ho appunti negativi da fare, mi ha convinto al 100%.

Recensore Master
21/09/12, ore 12:25
Cap. 2:

Un racconto ansiogeno, teso. Anche se privo di una narrazione nel senso classico del termine. Parole nel buio, che fanno passare tanta disperazione e paura attraverso le pause dei discorsi, attraverso la brevità delle frasi. Che raccontano di incertezze, dubbi e di un passato ormai distrutto. E di un presente troppo spaventoso per essere vissuto.
Direi che c'è poco altro da dire. Hanno detto tutto i personaggi.
Alla prossima!

Recensore Junior
21/09/12, ore 12:23
Cap. 1:

Encomiabile ricostruzione paesaggistica, logistica e personaggistica (ok, gli ultimi due termini sono infilati alla cavolo di cane, ma ci tenevo a chiarire quanto ho apprezzato il realismo della storia).
Ammirevole operazione di "ricucitura", che trasforma una classica vicenda a tema zombesco in una critica della società molto attuale (bello il parallelo vita/fumetto, la dicotomia tra ideali e azioni, e la cura riposta nei paragrafi dedicati alla coltivazione). La psicologia del protagonista è descritta con sapienza, ci si immedesima fino alla fine, e il controllo del testo è di qualità non comune. Forse anche troppo, talvolta si avverte una certa "macchinosità" nelle descrizioni, un desiderio di far convivere la tensione più palpabile e la tendenza "descrittiva", trasparente che permea il racconto. Grande lavoro, comunque. Mi ha davvero emozionato. Complimenti.

Recensore Master
21/09/12, ore 12:19
Cap. 1:

"Quando si è troppo poveri anche per vivere non ci si rende degni neppure della morte".
Questa frase andrebbe incorniciata, per quanto sia duramente realistica. Trasuda dolore, infamia, tormento. Mi ha dato i brividi leggerla.
Ma in generale posso dire che tutto il capitolo è pervaso dalla stessa sensazione. Anche nei momenti iniziali, dove Christopher narra di una sorta di idillio con il popolo che erano andati a salvare, qualcosa di oscuro stava già strisciando non visto. Il momento di tranquillità è solo un inganno, alla stregua delle nobili motivazioni propinate a chi va in guerra. Non c'è niente di positivo, di buono: è solo una facciata di comodo.
E quando tutto precipita, la debolezza e la paura dell'essere umano emergono prepotenti. Sei stato in grado di identificarti con assoluta totalità nel tumulto di sensazioni che travolgono Chris e l'intera compagnia, rendendole tangibili. Quasi accettabili perché palesi nella loro chiarezza. Non serve una divisa per immaginare lo sgomento e poi il senso di onnipotenza mescolarsi nella battaglia. E' come nell'incipit: si tratta di sopravvivere.
Ma come si può sopravvivere a quell'orrore? A qualcosa che, fino a poco prima, credevi relegato solo nell'immaginazione?
Hai una vera abilità nel rendere reali queste situazioni. Complimenti davvero.
Appunti:
-"Quando accettò di entrare... lo fece quasi per caso,": la coniugazione dei verbi qui stona con il resto del paragrafo. Sarebbe più corretto "Quando aveva accettato di entrare...lo aveva fatto quasi per caso";
-"Il Mangiamais": una maiuscola di troppo;
-"fosse il illuminante": refuso;
-"pagina del fumetto Christopher": manca la virgola;
-"si passo una mano": manca l'accento;
-"Kyle passami la torcia, sbrigati!": non sono sicura sia la forma corretta. Penso sarebbe più giusto "Kyle, passami la torcia! Sbrigati!";
-"perentori Christopher": manca la virgola.
Alla prossima!

Recensore Veterano
21/09/12, ore 12:12
Cap. 1:

Questo racconto si merita senz'altro una recensione positiva: è scritto con uno stile molto realistico e diretto, seppur, nel contempo, capace di sondare l'animo del protagonista e di dare forma a frasi molto eleganti.
È davvero semplice immergersi nella scena da te ideata e vederla attraverso gli occhi di Christopher.
Ci sono solo poche sbavature, perlopiù facilmente tralasciabili, poche degne di un vero rimprovero.
Anzitutto ce l'hai messa proprio tutta per togliere il gusto della sorpresa per la comparsa degli zombie; dalla descrizione non emergeva la loro presenza, poi però avvisi subito il lettore nella nota iniziale. Perchè?
Poi non hai dato, secondo me, il giusto peso alla parola "zombie", nei primi momenti in cui essa comincia a girare per l'accampamento militare.
Insomma, potevi curare un po' meglio la suspance!
Un'altra cosa che mi ha fatto storcere un po' il naso è stata la una frase in cui dici che la "stilla di male" della guerrà cancellò le "virtù" di Christopher. A mio avviso qui stai esprimendo chiaramente un tuo parere, correggimi se sbaglio, sulla guerra. Non che tu non lo debba fare, ma fino ad allora mi ero immerso così splendidamente nella psiche di Chris che quelle parole così dirette mi sono sembrate un'intrusione. 
Potevi prendere delle vie traverse per far emergere la tua opinione, ed io lo avrei preferito. (Poi magari tu non avevi questa intenzione, ma la mia impressione leggendo la frase è stata questa, per cui io te la riporto con la speranza che tu faccia chiarezza)
Infine, siamo sicuri che i soldati sappiano seminare grano e patate? Non so, è un particolare che mi è sembrato strano, ma io, d'altra parte, non ho idea di come funzionino certe missioni...
Ricapitolando: la tua è una storia molto riuscita (soprattutto visto che il tuo obiettivo principale era quello di dare spazio ai mondi interiori dei personaggi, ed io trovo che, almeno in questo primo racconto, tu l'abbia fatto con naturalezza e senza rendere la lettura pesante) ed è stato un vero piacere leggerla, sebbene non manchi qualche angolo vivo da smussare, a parer mio.

Recensore Junior
21/09/12, ore 12:08
Cap. 7:

Evocativa, poetica, zeppa di lirismi inseriti quasi sempre al posto giusto. Ho apprezzato il doppio punto di vista, che la rende interessante e sfaccettata, e permette al lettore di osservare la vicenda da differenti prospettive - che a volte combaciano, a volte no, e questo crea la magia. Magia "tridimensionale", per così dire!
Ho trovato alcune immagini un po' forzate, brandelli di umorismo involontario (lo "sguardo" del gabbiano, i seni gonfi, i succhi gastrici che corrodono i ricordi)... In un certo senso, c'è un sottile collegamento tra metafore suggestive e trovate forzate, ma questa è solo una mia impressione.
Comunque sia, comincia con le migliori intenzioni e si conclude degnamente. Nel complesso l'ho molto gradita.

Recensore Master
21/09/12, ore 11:41
Cap. 7:

Un racconto che mi ha lasciato l'amaro in bocca. Non fraintendermi: non è affatto deludente, al contrario. L'ho apprezzato enormemente, forse perché in questo momento mi riconosco nell'altalena di emozioni dei protagonisti.
Il loro sentire si muove come le onde di quell'oceano di fronte a loro, lasciando affiorare elementi comuni eppure distanti che legano le due vite. La paura, l'affetto, la speranza, la disillusione, la rassegnazione, il dolore, la riconoscenza. Piccoli equivoci innocenti. Il silenzio. La bellezza gratuita che compare quasi miracolosamente in un mondo inguardabile. Il bisogno spasmodico di potersi appoggiare a qualcuno, fosse anche solo per ricordarsi di esserci, di esistere.
In qualche modo, tutto questo fa parte anche della nostra realtà, dove i mostri non sono esseri spaventosi nell'apparenza ma nella sostanza. Figure che ti rubano il domani un pezzo alla volta e contro cui ti trovi a combattere nel momento in cui sei meno preparato.
Ho apprezzato molto le ripetizioni che hai inserito nei due paragrafi, rendendo evidenti i punti di contatto fra i pensieri di Annie e Jake, apparentemente così diversi. Con questo escamotage sei riuscito a sottolineare quella parte del loro rapporto, seppur minuta, quasi infinitesimale, che li tiene uniti, allo stesso modo dei nodi che trattengono la barca.
Ottimo inizio.
Alla prossima!

Nuovo recensore
19/09/12, ore 13:54

Bene.
1. OSCAR: che dire? Semplice, diretto... ti incenerisce questo mini-mini-extra-mini raccontino. In, quante?, 20 parole sei riuscito a raccontare tutta una storia (quella che ognuno si figura e si immagina, e questo è il bello) , quella di lui, quella di lei, quella di loro insieme... quella del mondo in cui sono vissuti entrambi. Bah, 10 e lode, direi. :)
2. MARGARETH: e ora arriviamo alla perla. Insomma, io odio spresciarmi in complimenti, perchè si sa, la gente si monta la testa... però qui lo devo dire: si sente (e quando dico si sente, dico che si "sente" proprio, si percepisce) il dolore, il dolore più grande, più atroce e più dilaniante che un genitore possa provare in contrasto netto con il senso del dovere, il senso di responsabilità legato ad una carica importante! E' sinceramente TREMENDO, atroce (in senso buono, ovviamente). Mi ha lasciato un qualcosa, non so... qualcosa. :) 10 e lode con tanto di bacio accademico.
*un pensiero folgora la mente*... ma... ma... è finita?!?! :''( sob
Vado a fare la stalker sulle tue altre storie! :)
Bacio
Rory
(Recensione modificata il 19/09/2012 - 01:55 pm)

Nuovo recensore
19/09/12, ore 13:45
Cap. 3:

Ti cito: "Lo vide morire e non chinare neppure la testa su un lato, fedele fino all’ultimo al suo irraggiungibile universo."
Ci vuole una grande sensibilità per usare le parole che usi tu. La tua prosa scorre come seta e le tematiche (seppure inserite in un contesto particolare) sono trattate in modo delicato, ma allo stesso modo profondo. Un accenno, spesso, e basta. Ma è sufficiente! :)
Mi congratulo per l'ennesima volta per aver scritto questa raccolta che non smette mai di stupirmi... finora non mi sono mai imbattuta in storie di zombie (ripeto anche se non sono un'esperta) trattate in modo così particolare... l'elemento "orrorifico", quello prettamente "zombifico" (?) restano quasi in sordina per lasciare spazio a sentimenti ed emozioni, che spesso sono invece lasciati da una parte, un po' snobbati!
Insomma, mi piace mi piace e mi piace ancora... :)
Con grande affetto
Rory
PS
Mi chiedevo: come mai hai intitolato la raccolta "Solanum XXIV"? :)
Un bacio

Nuovo recensore
19/09/12, ore 09:52
Cap. 1:

O___O Merda. Come scrivi bene, merda!!
Premetto che il tema (quello della guerra, ma non tanto della guerra in sé quanto del modo in cui la vedono i soldati che, purtroppo, l'hanno vissuta davvero) mi sta molto a cuore, perciò tendo ad essere piuttosto drastica nelle critiche e, di conseguenza, nei commenti... ma qui c'è veramente poco da dire. Finora non mi era mai capitato di leggere niente di così "vero". Non ho mai sperimentato sulla pelle niente del genere (per fortuna) e suppongo neanche tu, ma il modo in cui hai descritto ogni sentimento, ogni cosa, mi ha sinceramente affascinato (tra parentesi, se provi un'altra volta a deinifrli sproloqui, giuro che vengo lì, ovunque questo lì sia, e... non lo so, ti uccido *_*)
Sei riuscito a rendere (in modo incredibilmente ricco di suspance, ansia, terrore, ineluttabilità degli eventi) la descrizione, come dire, "inglobante". Si direbbe quasi che questo Chris sia esistito davvero e abbia lasciato un diario di memorie da cui tu abbia pescato questa vicenda. Dubito che sia andata così, perciò il merito, mio caro è tutto tuo!
Insomma, sì... mi è piaciuto tanto!
Con affetto
Rory
Alla prossima :)

Nuovo recensore
18/09/12, ore 11:13
Cap. 2:

Ed eccomi qui a commentare anche questo capitolo!! *occhi lucidi e sorriso ebete*
Allora, in primis ti svelo un segreto... questo scambio di battute stile testo drammaturgico l' ho AMATO! Sinceramente, l'ho amato. In più amo la visualizzazione, cioè inventare/immaginare i personaggi, i luoghi in cui si svolgono le vicende etc etc... e il bello è stato che qui non c'era alcun tipo di restrizione, come hai detto (oops, scritto *^*) tu, potevano essere chiunque. Io, personalmente, li ho immaginati come due uomini, chiusi in un capanno, divisi da uno steccato bucato, nel buio più totale!
In secundis... l'elaborato è molto breve, ma riesce lo stesso a trasmettere tanto, tantissimo e me ne sono sinceramente innamorata! Così! *___* L'avrò riletto tipo 10 volte! Sei riuscito a focalizzarti sull'aspetto evocativo delle parole; solo e semplicemente parole. Sei riuscito ad esprimere tutto con le parole... e poi, guarda, sciorinare dei dialoghi così ben costruiti e realistici non è facile, te lo dice una che è lettermalemente fissata con i dialogi!! :)
Perciò buona fortuna per il futuro e continua così, hai tutta la mia stima! :)
Con affetto
Rory