Recensioni per
Solanum XXIV
di _ivan
Una rappresentazione d'affetto bellissima e triste. Tutto l'amore che passa tra l'astronomo ed il ragazzo, seppure in forme diverse, riempie il vuoto del planetario. Se il primo viene meno alla rigidità orientale, lasciandosi andare ai desideri più remoti ed all'ammissione del legame che lo lega al compagno di viaggio (preoccupandosi del suo futuro fino all'ultimo), dall'altra c'è l'impacciato tentativo di mostrarsi uomo, di rendere orgoglioso l'uomo che ha sostituito temporaneamente un padre. Karim, nella sua codardia, manifesta il più grande rispetto verso una figura quasi genitoriale, pur conscio (ma quanto?) di deluderla. |
Il primo spiritoso, nella misura in cui va quasi interpretato come una dichiarazione sarcastica, più che una storia breve. Il secondo è straziante ma non pedante. |
Vado pazzo per i raccontigame! Ne ho pure scritti una valanga. |
Non è affatto facile trattare un argomento del genere senza suonare falsi, stucchevoli o caricaturali. |
Incantevole. |
Un racconto ansiogeno, teso. Anche se privo di una narrazione nel senso classico del termine. Parole nel buio, che fanno passare tanta disperazione e paura attraverso le pause dei discorsi, attraverso la brevità delle frasi. Che raccontano di incertezze, dubbi e di un passato ormai distrutto. E di un presente troppo spaventoso per essere vissuto. |
Encomiabile ricostruzione paesaggistica, logistica e personaggistica (ok, gli ultimi due termini sono infilati alla cavolo di cane, ma ci tenevo a chiarire quanto ho apprezzato il realismo della storia). |
"Quando si è troppo poveri anche per vivere non ci si rende degni neppure della morte". |
Questo racconto si merita senz'altro una recensione positiva: è scritto con uno stile molto realistico e diretto, seppur, nel contempo, capace di sondare l'animo del protagonista e di dare forma a frasi molto eleganti. |
Evocativa, poetica, zeppa di lirismi inseriti quasi sempre al posto giusto. Ho apprezzato il doppio punto di vista, che la rende interessante e sfaccettata, e permette al lettore di osservare la vicenda da differenti prospettive - che a volte combaciano, a volte no, e questo crea la magia. Magia "tridimensionale", per così dire! |
Un racconto che mi ha lasciato l'amaro in bocca. Non fraintendermi: non è affatto deludente, al contrario. L'ho apprezzato enormemente, forse perché in questo momento mi riconosco nell'altalena di emozioni dei protagonisti. |
Bene. |
Ti cito: "Lo vide morire e non chinare neppure la testa su un lato, fedele fino all’ultimo al suo irraggiungibile universo." |
O___O Merda. Come scrivi bene, merda!! |
Ed eccomi qui a commentare anche questo capitolo!! *occhi lucidi e sorriso ebete* |