Recensioni per
Solanum XXIV
di _ivan

Questa storia ha ottenuto 110 recensioni.
Positive : 109
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Nuovo recensore
24/10/12, ore 20:57
Cap. 12:

Lascio la recensione anche qui almeno possiamo partire per la montagna tranquilli, senza che mi stretti per tutto il viaggio d'andata con questa storia del 'non mi fai mai sapere cosa ne pensi, sei brutto e cattivo'. Poi non dire che ti odio.
Mi piace molto l'idea dello zapping, come l'hai definito tu. Ci voleva un po' di sano racconto horror zombie che implichi anche un po' di splatter senza scadere troppo nei sentimenti. Ok che è una raccolta emozionale, ma ogni tanto serve un po' di tregua da tutto quel 'bene universale' per potersi immergere nell'horror senza fini superiori. L'ho trovato uno stacco molto efficace: sono belle le varie scene presentate, che delineano un po' quella che sarebbe la scena nella sua completezza. Cioè...si trovano gli sciacalli (finalmente ce n'è qualcuno!!!), i suicidi che si fanno fuori per paura, quelli che si fanno fuori prima di morire di stenti, quelli che restano imprigionati nei loro stessi rifugi, quelli che si accaniscono sui diverse senza abbandonare i pregiudizi nonostante la fine del mondo, quelli che riescono a salvarsi del tutto rifugiandosi in montagna, quelli che muoiono scegliendo decisamente il posto sbagliato dove nascondersi. Insomma, hai dato sfogo alla tua creatività nel migliore dei modi!
Finalmente uno scenario avvincente e travolgente. è stato come finire in un gorgo di eventi abbaglianti. Ottimo!! Chissà cosa ci aspetterà nei prossimi capitoli, visto che stai quasi per arrivare alla fine! Dai dai, sprint finale!!!

Nuovo recensore
24/10/12, ore 20:47

L'amicizia che mi lega ad Ivan ed il fatto di sapere già in anticipo che se la prenderebbe a morte mi impongono di dire che questo non sia tra i miei racconti preferiti (ndr. tanto non è vero), e che lui sia mooooolto più bravo di te.
Ok, dopo averlo tranquillizzato posso cominciare con la recensione. L'idea delle riprese è a dir poco geniale, davvero: non so come ti sia venuta ma vale già di per sè cento punti a grifondoro. Le continue interruzioni non risultano stancanti, ma anzi alimentano l'attenzione e la curiosità per ciò che aspetta più avanti. Lo stile è molto buono e semplice, salvo qualche piccolo errorino da poco e decisamente ordinario. Riesci a rendere molto bene sia le emozioni che le varie immagini dei luoghi!!
Forse l'unica critica che posso muoverti è questa: non avrai sfruttato una tematica un po' troppo trita e ritrita in questo campo? Insomma, il fatto che ci sia il dipartimento governativo che insabbia le notizie collaborando con i media corrotti sa un po' di 'visto e rivisto'. Sa un po' di 'ti piace vincere facile?'. In fondo sono a detta comune gli argomenti che fanno più presa, quelli che sollevano più polverone. Insomma, è un po' un giocare a colpo sicuro.
Ciò non toglie ovviamente nulla al fatto che rimanga un ottimo racconto, emozionante e avvincente. Non sai quanto c'ho goduto quando è morta la protagonista (perdonami, ma sono molto cinico. In genere la gente ci fa subito l'abitudine). Devo farti davvero i complimenti, sei stata bravissima! Non dovresti temere i commenti altrui!!!

Nuovo recensore
24/10/12, ore 20:40

Carina la trovata delle coordinate! Peccato che in india non si vedano bene le cose (non hanno la street view?! ma che razza di paese troglodito è?!?!). Certo, non che si possa dire che è una narrazione alternativa come quelle che avevi presentato tempo fa (come Ignoti e altre cose simili), ma è pur sempre un'idea originale che potrei benissimo rubare nel caso in cui mi dovesse capitare di scrivere qualcosa. Mi piace molto il fatto che tu abbia affrontato le stesse tematiche sia per Shivani che per Shaniqua, presentando oltre che due atteggiamenti diversi di vivere la gravidanza, anche due visioni diverse della religione: da una parte quella occidentale, che reputiamo più civile ma che paradossalmente è molto inquinata dai suoi stessi rappresentanti, e dall'altra la religione orientale, che non sempre è sinonimo di incivilità ma che è anche in grado di fornire spunti per ottime riflessioni sui valori della vita. E poi parliamone, chi non avrebbe fatto come Shaniqua? Sti gran cacchi!
La persona alla quale ti sei ispirato per scrivere 'Andrea' la conosco anche io, quindi mi ha fatto un po' strano vedere scritte tutte quelle cose. Certo, sai anche benissimo che non condivido tutta questa positività traboccante e che sono fermamente convinto che con un atteggiamento del genere si verrebbe sbranati nel giro di trenta secondi, ma se la musa ispiratrice è così, non possiamo farci niente. L'unica cosa è....: è possibile essere così fuori dal mondo in caso di apocalisse zombie? Ok essere positivi, ma così è un po' troppo!!
Due bei capitoli. Mi piace anche il fatto che non siano troppo lunghi! Bravo!
Proseguo con le recensioni!!!

Recensore Veterano
24/10/12, ore 19:30
Cap. 12:

Penso che troverai la mia recensione e quella di Ely79 squisitamente complementari.
In primis un "evviva!" per l'essere fra gli odiati: significa che faccio bene il mio lavoro.
Ricordi quando, qualche ora fa, ti ho promesso una recensione eccessivamente pretenziosa? Ebbene, speravo di non dovermi prendere in parola, ma...per quel che mi riguarda con questo capitolo non hai colpito nel segno :(
A livello di stile non ti si può dire nulla: ogni racconto , se non per qualche piccola sbavatura, è scritto molto bene e la maggior parte ha anche un buon ritmo.
È più l'aspetto complessivo che mi turba: troppi racconti, e troppo corti.
Se non fosse per l'esagerato numero di scritti penserei che ti sei impigrito XD
Nel senso, capisco il pensiero dietro questo progetto, che poi è quello che dà vita alla raccolta in sè, ma qui credo sia portato troppo all'estremo: molti di questi piccoli incipit non mi hanno lasciato nulla di particolare, leggendoli.
Le frasi finali, poi, che lasciano volutamente in sospeso la vicenda, funzionano di per sè, ma una di seguito all'altra mi fanno quasi venire il fiatone.
Se fossero stati in un qualche modo collegati, e non solo per gli zombie, forse sarei riuscito a godermeli di più. È un po' come per i miei paragrafi troppo corti XD
Almeno però ho scoperto il perchè del titolo!
Che dire...dopotutto non ti contesto niente da tre storie...
Aspetto il seguito!

PS: ammettilo che sei stato tu a farmi saltare internet due volte di fila mentre scrivevo la recensione! Ma non mi fermerai: il mondo deve sapere!
(Recensione modificata il 24/10/2012 - 08:22 pm)

Recensore Master
23/10/12, ore 16:40
Cap. 12:

Okay, è la terza volta che tento di lasciare la recensione. Vediamo se osano ancora interrompermi...
In primis un "evviva!" perché non sono citata tra gli odiati.
Avevo già avuto un'anticipo di questo capitolo e torno a ribadire che l'insieme di frammenti che proponi è talmente suggestivo e disarmante che non si può non leggerlo tutto d'un fiato per tentare di farsi un'idea del mosaico di situazioni che proponi. E' difficile dare un commento unitario. Dovrei spendere qualcosa per ogni singolo paragrafo, ma suppongo ne verrebbe un papiro, talmente tante e diverse sono le sfumature. Devo dire che chiudere i vari brani con quel trattino mi piace molto. Dà il senso di qualcosa di sospeso, come estratto da un racconto più grande che, se vogliamo, è alle spalle della raccolta stessa.
Si passa da momenti di speranza (quanta gioia può suscitare l'aver trovato un posto sicuro?) a deliri di furia incontrollata (dove persino i preconcetti sessuali diventano una valvola di sfogo per la paura) a gesti dettati dalla disperazione e dall'incapacità di comprendere ciò che a pochi è dato conoscere. Per certi versi non siamo molto lontani dalla nostra realtà. Sei riuscito persino a mescolare la storia antica ed il mito agli eventi tragici di cui i vari personaggi sono spettatori, dando all'intera raccolta una concretezza notevole.
Appunti:
-"sul terreno spruzzato di terra umida.": terreno-terra non è una ripetizione ma suona male;
-"Deglutì, con l’acciaio che premette sulla pelle.": errore di concordanza verbale, "premeva";
-"beretta": ho controllato e pare vada maiuscolo, come fosse il nome proprio perché indica un'arma molto specifica;
-"lo stantuffo sella siringa,": errore di battitura;
-"redarre": la versione corretta è "redigere";
-"ex-carcerato numero diciotto": attento. All'inizio hai segnato che è il diciannovesimo paziente. Se è solo una questione di "codice identificativo" forse sono un po' troppo vicini come numeri, altrimenti è proprio una svista;
-"sott'ecchi": senza apostrofo;
-"È assurdo, si disse Iris, fuori c’è la fine del mondo e lei si preoccupa di noi due.": metterei i pensieri in corsivo, per distinguerli dal resto della frase;
-"delle montagne. Era venuto": qui non si capisce se si tratta di due storie o una. Nel testo lo stacco è troppo improvviso, i paragrafi sembrano slegati;
-"sulle travi del pavimento": le travi di solito sono nascoste, forse intendevi "assito".
Alla prossima!

Recensore Veterano
22/10/12, ore 14:59

OH MIO DIO è stato bellissimo! Non ti immagini che emozione e che paura, ma sì, sono sopravvissuta, e ne vado molto fiera u.ù sono pronta per un'apocalisse zombie direi! Tanto per, ti dico le mie scelte: innanzitutto, ho optato per il personaggio scavezzacollo XD perché sì, insomma, ecco, mi ispirava assai. Ed ecco i numeri dei paragrafi che ho seguito: 1, 6, 15, 12, 23, 3 ed infine 19 ^^ no, sul serio, sei un genio. Non scherzo. Questo genere di racconti funziona perché soddisfa il lato egocentrico di ognuno di noi, voglio dire, chiunque ama sentirsi protagonista, e non c'è nulla di più emozionante dello scoprire come va a finire una storia della quale siamo noi stessi protagonisti. Insomma, chi non terrebbe a sapere se alla fine vive o muore? E come questo accade? Io comunque non so che pazienza e che fantasia devi avere per scrivere qualcosa del genere, io non so se ne sarei mai capace, ma mi hai fatto venire voglia di tentare! Magari tra un po' però eh. In caso ti farò sapere e ti manderò il link del mio personale "Racconto Game" :D eee che altro? Ah, sì, hai uno stile di scrittura che mi piace molto: sempre curato, grammatica e sintassi perfette, impaginazione, tutto apposto in una maniera inquietante. Potresti essere un serial killer. Ok, ora la smetto con le ca**ate e ti saluto, al prossimo racconto^^ e scusa se ci ho messo tanto tempo a recensire questo, ma non sono stata molto al computer ultimamente.

Recensore Junior
22/10/12, ore 14:46

Maratona Solanum, Round…round…uhm, oh ho perso il conto.

Cooomunque. Here we go again.

Wow, la storia di Shivani mi ha commossa sul serio. Non so il perché, forse perché la sua breve storia contiene una carica emotiva non indifferente. Non c’è dubbio che abbia preferito lei a Shaniqua (spero di averlo scritto giusto). Anche perché ho trovato lo humor nero che caratterizza il racconto che ha
quest’ultima come protagonista un po’ disturbante. Ah, bella l’idea delle coordinate!

Ora, veniamo alla vera chicca.

Andrea: ok, mi piace questo personaggio. E’ incredibile la forza interiore che possiede! Nonostante le numerose perdite e la tragedia della fine del mondo come lo conosceva, è riuscito ad andare oltre e a non perdere di vista le cose belle che ancora esistono. Imparare ad apprezzare le piccole cose credo sia veramente il primo passo per essere felici. Io dovrei imparare da lui: mi guardo poco intorno, cammino sempre con passo svelto e ho perennemente gli auricolari nelle orecchie; così però mi perdo la “musica che il pianeta stesso produce” ed è un peccato. Andrea è forse il mio personaggio preferito fino ad ora, perché è qualcuno da prendere come modello e imitare: maturo, fiducioso e razionale, ma capace di riflettere anche su cose che razionali non sono. Se davvero incorpora la tua filosofia di vita, beh, spero che Andrea ti somigli almeno un po’, perché sarebbe una conferma che sei la persona speciale che penso tu sia. (Quanto amore oggi! Ahah)

Ad ogni modo, niente da ridire sullo stile… solo una piccola svista che però è un pugno al cuore: “un’infinito” aaaargh, corri subito a correggerlo! ;)

Infine - e così concludo questo commento perchè altrimenti diventa un papiro - citazione di oggi:”Andrea si domandò, avvolto nella sua coperta, se il pensiero avesse davvero potere” ossì, ossì che ne ha.



Un abbraccio,

tazzina

Recensore Veterano
20/10/12, ore 17:21
Cap. 2:

Questo capitolo è stato...emozionante. Sì, decisamente emozionante. Il non sapere nomi, luoghi, la totale assenza di paesaggio invece che stranire creano una sintonia strana, intima, che fa seguire col cuore in gola le righe come una corsa man mano più sfrenata. Nell'assenza di ogni cosa, 'loro' diventano i nostri occhi e le nostre orecchie, lettori in balia si quelle virgolette aperte ad ogni riga. Credo che ognuno si sia infine identificato in loro, nella paura, rassegnazione, lotta alla sopravvivenza.Pur non sapendo chi siano (e forse proprio per questo), provo una fortissima empatia per queste due anime disperse e lasciate a loro stessa, quasi senza speranza (quanta morte nella frase «Magari a Denver…», «È fuori discussione. Le città vanno evitate.», «Perché? Magari qualcuno…», «No. Nessuno.», «Ah. Capisco.»!)
Personalmente, voglio pensare che ce l'abbiano fatta, che siano fuggiti e sopravvissuti, arrivati insieme da qualche parte... sempre che esista una 'parte' dove andare.
Un esperimento perfettamente riuscito, di un'intensità potente che resta a lungo nel pensiero.

A.H.

Recensore Veterano
20/10/12, ore 17:11
Cap. 1:

Un inizio che lascia il segno, senza dubbio.
Lo stile passa dalla secca monotonia delle giornate attraverso la desolazione del terreno e dell'uomo, intervallo putrido e quasi premonitore, a carico ed incalzante nel finale facendo scorrere più di un brivido. Il lettore diventa mano a mano Christopher e ne segue i movimenti frenetici, vede coi suoi occhi le sagome indistinte e la lotta alla sopravvivenza fino alla dipartita finale. Mi piace la resa consapevole con cui hai ordito la trama e fatto muovere i personaggi, alternando 'riprese ampie' a spezzoni più rapidi ed emotivi, a frammenti sfumati di ricordi come un regista. Ogni scena scorre come la sequenza di un film.
Un attacco molto efficace, che lascia la voglia di scoprire il resto.

A.H.

Recensore Junior
20/10/12, ore 14:54

Sto ancora cercando un modo corretto di pormi, di manifestare la mia impressione in modo adeguato. Diciamo che sono parecchio ammirato.  Insomma, hai una capacità di "tagliare il testo con l'accetta"  che non ho riscontrato in nessuno dei racconti precedenti (lasciamo perdere il mio, per evidenti problemi di autoreferenzialità) - non voglio dire che questo lavoro sia superiore agli altri per la precisione chirurgica con cui è stato steso, ma personalmente è quello che ho apprezzato di più, finora.
Insomma, c'è l'espediente delle due narrazioni incrociate a cui se ne sovrappone una terza conclusiva; l'idea del racconto in prima persona che "parla" di un passato recente, rivolgendosi direttamente a noi spettatori anonimi: noi che leggiamo e diveniamo depositari, per una volta, della "verità" - sebbene la vicenda termini in modo più che realistico.
Poi ritorna la critica della società mediatica, pungente e diretta, che morde senza sbilanciarsi; e l'equilibrio tra atmosfera e concretezza strutturale non si discute.
Posso fare anche un appunto negativo, dato che altrimenti ci faccio la figura dell'ignorante? Ma si. Non ci girerò tanto attorno: mi ha fatto venire da piangere. Io non sono uno che piagnucola alle prime avvisaglie di tragedia (dopotutto ho letto l'intera produzione di Ivan in tal senso, ahah! ), ma qui suona tutto così attuale, e reale e difficile da digerire nella sua schiettezza (in cui però non ho avvertito tracce di cinismo o disincanto) che... beh... Ci hai preso in pieno. Non è una favola della buonanotte, e nemmeno una storia per spaventare gli amanti del genere horror.
È molto meglio. E molto "peggio".
Ammirati saluti da Law

Recensore Veterano
20/10/12, ore 14:51

Ma come? Dovrebbero essere le mie storie a fare paura, non le mie recensioni!
Comunque, Ivan, non dovevi far scrivere Selene K in questa raccolta...adesso la sua storia è in cima al mio podio! XD
Davvero, un racconto di grande effetto, ricco di emozioni talmente forti e dirette da schizzare fuori dallo schermo e colpirti in piena fronte...o nel cuore, si potrebbe anche dire.
Non si fa per nulla fatica a provare empatia per la povera ragazza condannata a morire in quel modo orribile.
Anche lo stile è ottimo: sebbene non sia SEMPRE in grado di restituire con immediatezza le immagini descritte, è comunque molto realistico e concitato.
Insomma, un racconto che io apprezzo per lo stile, le tematiche e le emozioni in esso contenute. Che si può volere di più?
Ci sono solo tre cose che vorrei sottolineare: partiamo dalla meno importante.
"Intonaco incrostato", che io sappia l'intonaco si scrosta, o semmai si incrosta di qualcosa, tipo "incrostato di sporcizia".
"Per la puttana": mi sembra un'espressione dialettale, personalmente mi fa quasi sorridere XD Io di parolacce ne avrei inserite anche di più, trattandosi dei discorsi di una ragazza spaventata A MORTE, mentre invece in alcuni punti le parole sembrano far fatica a trasmettere la giusta tensione. Il "per la puttana" in primis!
La storia del vaccino: se mi ricordo bene all'inizio della raccolta si parla di un'epidemia in India; ci sono molti modi per ricollegare questo episodio a quello in india, ma, forse perchè io sono stupido e non l'ho notato, questa storia non ne suggerisce nessuno. È un'epidemia parallela per far comprare il vaccino alla gente? È l'inizio dell'epidemia che poi si è spostata in india? Le due cose sono completamente separate (ma in questo caso sarebbe strano, trattandosi della medesima raccolta e non essendo un nonsense come "Cappuccetto Rotto")? Insomma, a me ha creato un po' di confusione, avrei gradito qualche spiegazione in più!
Detto questo saluto entrambi e porgo ancora i miei più sinceri complimenti a Selene K!

Recensore Master
18/10/12, ore 22:28

Crudo. Direi che è il termine più adatto a definire il contenuto della cassetta.
Due racconti sovrapposti, intrecciati, ugualmente drammatici e realistici nel loro descrivere un mondo improvvisamente stravolto per volere di qualcuno troppo in alto che ha voluto giocare a fare dio. Il desiderio (o il bisogno?) di vivere di Katherine e la sete di verità di Mike e Paul, compongono un mosaico di paura, orrore, angoscia, speranze infrante, dolore, che contrasta in maniera violenta con il finale dove gente senza scrupoli e sentimenti sembra quasi farsi beffe della tragedia. Come se tutto fosse un video game dove basta ripartire dall'inizio per cambiare il finale della partita. Peccato che le vittime della partita precedente non si possano cancellare come dalla smartcard.
Un'ottima storia per questa raccolta.
Appunti:
-"aValentine": manca lo spazio.
Alla prossima!

Recensore Junior
16/10/12, ore 00:11

la mia valutazione è piacevolmente positiva =). e' sicuramente un racconto fresco(mi vien da ridere a definire un racconto sugli zombie "fresco" ahah ma dopotutto qua gli zombi sono una cornice più che un soggetto) stilisticamente molto pulito e scorrevolissimo. Leggendolo mi echeggiava dentro una sensazione di biancore, come una sorta di limbo dantesco, una senso sospensione generale e una atmosfera luminosa. Non che tratti di argomenti semplici, anzi tutt'altro, tuttavia i mondo di narrarlo, e soprattutto l'introduzione finale del personaggio di Max(ma anche della nonna sorridente) conferiscono una pace(eccola la parola!) a tutto quanto.
una quieta rassegnazione, velata di tristezza di dolore, a volte di sconforto, ma con un fondo di grazia divina che rende tutto se non più facile e sopportabile, tuttavia meno difficile e tormentato.
è stato davvero bello provare queste emozioni. in conclusione il racconto è un perfetto intermezzo alla raccolta, e come ho già detto, è un limbo al di fuori di qualsiasi realtà e allo stesso tempo forse il più plausibile; è un piccola finestra di stranezze che esiste e si autoalimenta per il semplice fatto di essere una "condizione, più che una successione di eventi" per dirla alla Law. una stasi perfetta.

(ammetto di essere un po' rimbambito quindi se ho scritto cose insensate avvisatemi =D )

Fabio

Recensore Junior
15/10/12, ore 23:32
Cap. 8:

Che dire Ivan (muahahha già, dopo SECOLI stai leggendo una mia recensione. comunque, stavo dicendo:) hai centrato il bersaglio. sarebbe superfluo elogiarti, dopo tutte i complimenti che hai ricevuto? ma certo che no, so benissimo che ti piace gongolare come un matto al suono delle nostre recensioni positive, quindi: diavolo ivan, questo racconto credo che abbia definitamente sancito la tua grande abilità come scrittore(come se ce ne fosse mai stato bisogno(si questa è una lisciata del pelo del tutto gratuita ma ci sta ahah sei stato davvero bravo)). la narrazione procede sempre fluida, vivida, emotiva. il comportamento dei bambini è ottimamente descritto e caratterizzato. e la conclusione....la conclusione è F-A-V-O-L-O-S-A. =D.

bene ora, quando avrai finito di fare le fusa al pc, leggi il poco di editing che ci sta sempre bene ;) :

1)masnada è una parola che mi sta antipatica, non so a te, sta di fatto che ha una dissonanza intrinseca così elevata che sta male nella maggior parte delle frasi. io ti consiglierei ressa,rissa, o sei vuoi azzardare descrivili piuttosto come un "ribollire vociante"
2)" Ad accogliermi un attimo infinito più tardi fu un groviglio di arti sottili, nel vagone di un treno che sembrò attendere il mio arrivo per cominciare il suo viaggio." è una frase che mi a distratto, quasi la metà delle parole(togliendo articoli e preposizioni) è troppo simile: ACCogliermi,ATTimo,Arti,ATTendere,ARRivo. disturba visivamente la lettura.
3)direi che poi trovare di meglio che "pavimentazione". cazzo sei? un piastrellista? ;)...( poche lettere dopo "per un attimo vidi le stelle," usi troppi attimi ne?)
4)"mi spingevano, schiacciavano e calciavano su ogni zona del mio corpo."...no non mi sconfinfera. per nulla. "mi spingevano, schiacciavano e calciavano ogni zona(parte?!) del corpo" sarebbe un passo avanti
5)"le dita contro i palmi "...pugni. si chiamano pugni le mani contratte in un gesto del genere :D
6) diavolacci ho già finito. e pensare che mi ci ero messo d'impegno. l'hai scritto proprio bene allora :D!!!

il troppo assente
Fabio

Recensore Veterano
15/10/12, ore 15:50

Che schifo.
Che mi fai.
Perchè scrivi troppo bene.
:D
Questo capitolo si piazza in seconda posizione sul mio podio personale del "meglio di Solanum XXIV", e mi spiace un po' per Chris che, oltre ad essere morto ammazzato, perde pure una posizione...
Che dire, a parte che mi fai schifo? Con queste storie mi hai ubriacato di parole, ed ora sono piacevolmente alticcio: davvero, complimenti per tutte le ottime immagini che hai saputo creare, hai un gran talento!
La cosa più importante, però, sta nel significato dei racconti, che vale la pena soppesare attentamente. Non è da tutti dare tanta profondità alle proprie creazioni (una cosa che, per altro, io fatico a fare...).
Anche quella su Andrea potrebbe essere un'ottima storia conclusiva, sempre incentrata su una possibile "rinascita" di sè, e forse, dell'umanità, dopo la fine del mondo come noi lo conosciamo.
Per cui, ottimo lavoro, non ho nulla di più da dire!
A parte il fatto che secondo me "Andrea" manca un po' di contatto col dramma degli zombie XD Nel senso: in quella dei due innamorati sulla spiaggia (non ricordo il titolo, purtroppo), c'era sì un piccolo germoglio di bellezza che voleva schiudersi, ma erano ben chiari i drammi, gli elementi negativi che bisognava ancora superare. Qui, a grandi linee, il messaggio è quello, ma dà più cose per scontate e, benchè faccia intuire il percorso che il protagonista ha dovuto affrontare, la trovo meno efficace perchè manca di un contrappeso a questo ritorno alla positività e alla fiducia nel futuro.
Non so se mi sono spiegato e se quello che ho scritto ha senso, ma penso dovrai accontentarti.
Ancora complimenti ;)