Recensioni per
NAGINATA (なぎなた-薙刀)
di innominetuo

Questa storia ha ottenuto 233 recensioni.
Positive : 233
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/07/18, ore 15:15

Nella delicatezza e nella grazia che deve contraddistinguere ogni descrizione del Giappone (almeno a mio avviso) ecco due personaggi che vivono una situazione contrapposta. Da un lato la principessa, così divinizzata da aver quasi dimenticato lei stessa la propria umanità, divenuta ormai insensibile a ogni fasto che la sua fortunata condizione le riserva. Dall'altro Takeko, che per la prima volta assapora il gusto di un letto tutto suo. Due donne vicine geograficamente, ma lontanissime per censo e destino. MI è piaciuta la tua idea di giustapporre le loro storie, così diverse, creando l'attesa per il momento del loro incontro.
Come vedi passo sempre a trovarti, anche se non regolarmente. Vado e vengo, come il temporale.
A presto!
S

Recensore Master
06/07/18, ore 12:07

Ciao!
E' vergognoso, lo so, ma non ho assolutamente visto l'aggiornamento. Non controllo per niente la lista delle seguite ultimamente, ed è un vero pasticcio. Mi dispiace davvero tanto avere tutto questo ritardo, ma per fortuna ho fatto un salto sul tuo profilo ieri sera e ho visto questo capitolo.
L'ho letto tutto d'un fiato alle undici di sera - un orario astruso per meXD - e ho preso appunti per poterlo commentare con calma quest'oggi.
La prima cosa che mi è saltata all'occhio è stata la differenza nella cura rispetto ai precedenti. Il testo è pulito, non ho trovato neanche il più piccolo refuso (e non credo che sia solo perché ho letto con gli occhi tenuti dagli stuzzicadenti), la narrazione scorre fluida e piacevole ed è facilissimo immergersi in questa fortezza così spartana, vedere i dettagli come i cannoni e il corteo che entra e tutti gli abitanti che si prostrano davanti al palanchino della principessa. Ogni pausa è ben calibrata, ogni paragrafo ben argomentato. Le descrizioni sono poche ma perfette, ma soprattutto i POV sono ordinati e ben distinti, così è stato davvero bellissimo leggere prima attraverso gli occhi di Takeko e poi attraverso quelli di Hijikata. Complimenti!

L'elemento descrittivo che più mi è piaciuto però è quello di natura "interiore".
Mi piace molto come esprimi la dignità di un samurai, ciò che vuol dire per loro l'arte del combattimento; e quindi quando "sbagliato" e infima sia una guerra combattuta a distanza, una che può colpire chiunque, a dispetto delle sue capacità. E' una morte sporca, un combattimento basso. La guerra è sempre un male, sia ben chiaro, però tu sei riuscita perfettamente a entrare nella mente di un samurai, nell'onore e negli ideali intrinsechi in quest'arte orientale. E' un concetto che hai evidenziato più volte attraverso Takeko: la rigidità di certi cerimoniali, la tensione che grava su Takeko a maggior ragione adesso che la principessa è stata rapita già una volta durante il tempo che era sotto la sua protezione e quando vivida forse la possibilità che lei dovesse togliersi la vita ormai macchiata da quel fallimento. Adesso si aggiunge quest'altro tassello, un qualcosa che avevo già visto riprendere in un libro fantasy che io adoro (ecco perché mi si è impresso così a fondo nella mente) ma che qui viene espresso attraverso una determinata cultura. L'arte del combattimento è un'arte di gente d'onore, che ha delle regole che rende la morte dignitosa. E' un po' come il concetto che dice "mia la sentenza, mia la mano che la eseguirà". Si tratta di responsabilità e di equità. Il più forte, il più degno deve sopravvivere. Una battaglia fatta di fuoco e lotta a distanza è una battaglia capricciosa, dove chiunque può morire per capriccio del destino o fortuna del nemico. Si perde il senso di responsabilità che un guerriero ha persino nei confronti di chi uccide. Tutto diventa sporco e confuso, e persino la mente comincia a dissociarsi e a perdere il senso della morte e della lotta.
Scusa questo papiro, ma è un punto a cui tengo particolarmente quando devo scrivere o leggere di guerra. E tu sei stata davvero brava in questo.

Passando alla trama e ai personaggi, mi è piaciuto moltissimo come hai saputo gestire i vari protagonisti, a partire da Takeko. Hai espresso molto bene, senza dire molto ma mostrandolo (ottimo uso dello "show don't tell") la paura di sbagliare di Takeko, la pressione che sta subendo da dopo il ritrovamento della principessa, quella costante presenza della spada di Damocle che le pende sopra la testa, magari anche un istinto che le suggerisce che non è ancora finita. Ma soprattutto su di lei c'è la colpa di aver fallito, forse anche un sentimento contraddittorio circa il perdono ricevuto da Hijikata (dopotutto ha un forte senso dell'essere samurai, e il fallimento non è proprio concepito da loro) ecco perché dico che sei stata brava a lavorare persino con il suo inconscio, mostrando questo disagio attraverso una forte tensione e una preoccupazione costante.
A tal proposito, mi è piaciuto molto la confidenza con cui Okita la ferma e le si rivolge, sempre con quell'aria sorridente e molto sfacciata, dai modi leggeri e disinvolti. E mi piace questo contrasto con Hijikata, più a modo e severo, distante in un certo senso. Un contrasto che viene esaltato anche nel pov di quest'ultimo, con un Okita che più rilassato si concede qualche vizio e Hijikata che mostra una mente più attenta e sempre attiva, dedita al suo lavoro. Per lui sembra non contare altro che servire il suo paese. E forse anche per questo quello che ha fatto per Takeko è stato importante e sorprendente, lo noto maggiormente adesso.
Hijikata è l'emblema del guerriero perfetto, ligio al dovere, quasi dalla sua presenza sembra emanare quella dignità e quella scioltezza seria che rispecchia la vita del samurai. E' l'incarnazione dell'essenza del samurai. E questo lo rende più lontano da Takeko, qualcuno da amare ma anche da venerare, e questa venerazione lo rende inavvicinabile. Takeko in un certo senso si sente inferiore a lui e questa disparità la porta sempre a spronarsi e a tendersi verso un ideale avanti a lei. Mentre Okita le cammina affianco, le sta vicino.
Questo triangolo, se così lo posso chiamare, che si è venuto a formare mi piace tantissimo, soprattutto perché lo stai rendendo con molta delicatezza e maturità, senza attacchi infantili, ma senza mai dimenticare l'ambito in cui questi tre si muovono. Quindi la parte romantica è strettamente legata a quella della guerra. Molto brava.

Bello anche il modo in cui porti avanti la presenza della cultura giapponese. Per esempio, la storia del riso e delle corvées. Hai fatto sentire davvero le varie differenze sociali, descrivendo contemporaneamente parte del sistema feudale giapponese e il livello di vita dei lavoratori più umili. Persino Takeko, che non posso definire povera, ha conosciuto questo cibo solo come qualcosa di speciale da assaporare in occasioni particolari.
Ottimo il modo in cui hai mosso il personaggio di Kioshi, perché hai saputo controllare persino un personaggio più piccolo come il bambino.

La parte finale lascia con il fiato sospeso e molta voglia di scoprire come proseguirà. Mi piace sempre come riesci a sfruttare i personaggi "comparsa", addirittura il POV di una persona morta. Bellissima l'immagine della collana fatta dal filo rosso che le taglia la gola.
Spero che questa recensioni ripaghi dell'attesa. Sicuramente leggere questo capitolo è stato un piacere, e sono felice che i consigli che ti ho dato abbiano dato questi frutti, mi ha sorpreso lo devo ammettere.
Complimenti davvero!
A presto!

Recensore Master
13/06/18, ore 14:16

Ciao cara!
Scusa innanzitutto l'assenza degli ultimi capitoli, ma ho avuto un periodo un po', diciamo, pieno (è arrivato il mio quarto bebé^^).
Eccomi di nuovo qui a recensire la tua bellissima storia, che non perde un colpo. Il ritmo anche in questo capitolo, è incalzante. Non c'è pausa, né pace per la nostra povera Takeko e per la sua compagnia. Ora che pensavano di essere al sicuro nel castello l'attacco riprende più violento che mai. Gli assalitori ancora una volta non guardano in faccia a niente e a nessuno... non so come si risolverà questa buia situazione.
Sicuramente la nostra guerriera tirerà fuori le sue molteplici risorse, ma ho tanta paura che tutto questo possa trasformarsi in un bagno di sangue.
Resto con il fiato sospeso per il prossimo capitolo!
Un abbraccio e complimenti
Eilan

Recensore Master
26/05/18, ore 15:16

Rieccomi! Sono sempre più rapita dalla tua capacità di creare la giusta atmosfera. Perfino nel terremoto emotivo della giovane Takeko si nota la cura estrema per i particolari e il rispetto di ogni elemento culturale del Sol Levante. Ciò che avrebbe fatto esplodere di rabbia un occidentale, per la giovane guerriera è normalità. Si parla di lei come se non ci fosse, e in tono certamente non meritorio. Ma lei deve tacere, e moderare i gesti, fedele a quella grazia irrinunciabile in una fanciulla giapponese, anche se guerriera.
Mi lascio trascinare volentieri sia dalla tua storia, sia dalle tue spiegazioni di questa cultura così lontana. Non conoscevo nessuno dei dettagli che hai spiegato, né i personaggi storici che compaiono nel tuo racconto. Hijikata è un vero figo. Non mi stupisce che la nostra giovane protagonista abbia il cuore in gola in sua presenza!
Un abbraccio e ancora complimenti. Alla prossima!
S.

Recensore Master
25/05/18, ore 21:34

Altro capitolo magistrale, dove hai dosato con abilità davvero ammirevole descrizioni di luoghi e stati d'animo, con una sottile suspense e con un perfetto senso del ritmo, che coinvolge il lettore e lo "cala" quasi fisicamente nell'azione.
All'inizio, infatti, sembra di essere travolti dal trambusto che il trasferimento dell'intera carovana nella fortezza ha comportato. Takeko non si risparmia, come sempre, e si ritrova a fine giornata sfinita, ma in un certo senso più serena: un fortino è un ambiente che le è più congeniale rispetto alla raffinata (e complicata) corte imperiale e oltre tutto lì pensa di essere ormai al sicuro. Così il ritmo rallenta, con lei che si dedica finalmente un po' a se stessa, rilassandosi e rifocillandosi...
E invece... il nemico è molto vicino e sta per colpirli a sorpresa...
Hai trovato un modo molto efficace e molto commovente per introdurre gli assalitori, che come primo gesto uccidono senza pietà un'anziana serva, che ha avuto la disgrazia di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Mi viene il sospetto che il primo assalto al corteo avesse in realtà proprio lo scopo di farlo deviare verso il castello, dove, in un certo senso, sarebbe stato in trappola, se il nemico fosse riuscito a penetrare all'interno di nascosto...
Prevedo un mare di guai... sono molto preoccupata!
Sempre estrememamente interessanti l'ambientazione, la descrizione dei luoghi (da "archeologa" ho molto apprezzato la descrizione del castello) e le tue "spigolature"!
Bravissima... alla prossima!

Recensore Master
22/05/18, ore 17:29

Per quanto riguarda la prima parte del capitolo, ti confesso che mi sono letteralmente immersa nella lettura e ne sono stata risucchiata come in un vortice. Ero lì. Sopratutto con la tua Takeko. Ho proprio visto, come se fossi stata con lei, tutto ciò che la circondava, da te descritto con la tua solita maestria. Posso anche dire che mi sono fatta anche le abluzioni insieme a lei, tanto ero presa dalla tua narrazione e da ciò che essa mi comunicava a livello di immagini descrittive e sensazioni della nostra eroina. Questo per dirti che hai creato una magia che non sempre accade quando si legge.  Complimenti!
La seconda parte invece è decisamente più criptica. Si intuisce che c'è un pericolo imminente, che di sicuro darà del filo da torcere ai nostri beniamini, ma non fai capire né chi, né come, né perché, è  ovvio che lo scopriremo poi, nei futuri capitoli. Dal criptico si passa al giallo a tinte fosche, in cui, con una vena decisamente malinconica e poetica descrivi la morte cruenta per taglio della gola, (bellissima la metafora della collana) di Ikue, una vecchia  serva? O comunque una lavorante, di sicuro povera e malandata, di stanza a Nagoya che paga con la vita, mi par di intuire, la sua sfortunata presenza sul cammino delle "scure ombre".
Ci lasci dunque così, con il fiato sospeso e la sete di saperne di più.
Che dire sei sempre più brava e coinvolgente, una delizia da leggere!
Ottime come sempre le graditissime spigolature, anche se a questa girata sappi che dei cannoni di ghisa lo sapevo anche io! :D Così come conosco bene la zuppa di miso, che oltre ad averla assaggiata e averla trovata (a mio gusto) poco appetibile, l'avevo anche io inserita nella mia fanfic Space Cowboys ^_^ Molto belline invece le ciotoline quadrate da sakè, Musu, quasi quasi me le compro!
Mia cara è un piacere leggerti e te lo ripeto per l'ennesima volta, per me aspettarti non è un problema. L'importante è, prima o dopo, leggerti!
Un grande abbraccio e a rileggerti appena potrai :)
 

Recensore Master
17/05/18, ore 15:35

Sempre interessante e ben documentata questa storia. Mi piacciono sia l'ironia disincantata di Okita sia la seria ponderatezza di Hijikata.
Il fatto che le abitudini più comuni diventino preziosissime quando le si deve lasciare è fin troppo vero. Il finale è decisamente inquietante.
Invidio la tua capacità di postare capitoli su capitoli ;-) io sono stremata dopo mezza pagina!

Recensore Master
16/05/18, ore 20:21

Quindi, Takeko è bella tranzolla. Ha fatto tutti i suoi doveri, si è fatta un bel bagno rilassante, Chikako è pallida ma non in punto di morte, ha una bella stanza, buon cibo e buona compagnia. Sono pronta a scommettere che tutto andrà velocemente a farsi benedire.
Ecco, appunto! Hijikata fa fosche previsioni, che vengono confermate da una strana falla, e dalla disgraziata sorte della vecchia Ikue. Sai che, per un personaggio comparso poche righe, mi ha fatto decisamente pena? Vita difficile, morte priva di rispetto. Povera donna!
Di nuovo, un bellissimo capitolo, complimenti!

Recensore Master
16/05/18, ore 19:12

Ciao carissima, rieccomi qua!!
E stavolta ho evitato il MOSTRUOSO ritardo dell'ultima volta.
Ti faccio i miei piu' sinceri complimenti: un altro ottimo capitolo, superbamente scritto e narrato, e con i personaggi caratterizzati in maniera egregia.
E come al solito, Okita e' il mio preferito.
Non me ne volere, ma...certe volte penso che sarebbe bello se tra lui e Takeko...no, e' impossibile. Lei ha nel cuore e nella testa il bel Hijikata. E poi lui la vede solo come una specie di sorellina piu' piccola, da accudire e proteggere. E con cui scherzarci su, visto che si prende delle confidenze impensabili per una donzella dell'epoca.
Ma ha ragione sacrosanta sul fatto che Takeko dovrebbe prendersi piu' cura di se' stessa. E del suo corpo. E' pur sempre una ragazza!!
Finalmente un po' di pace per i nostri protagonisti, che trovano un po' di conforto e riposo in una roccaforte alleata. Ma, come fa notare Hijikata, un porto sicuro puo' tramutarsi in una trappola mortale, se non ci sono sufficienti uomini a proteggerlo...ed infatti gia' nubi nere si addensano all'orizzonte, sotto forma di spietati sicari. Povera nonnina...
Il nostro ragazzone, comunque, si riconferma saggio e lungimirante. Vede piu' lungo di tutti. E' un condottiero nato.
Molto simpatico il piccolo Kioshi, e tiene fede al suo soprannome, VOLPACCHIOTTO...goloso e curiosone.
Non so il perche', ma ho un vero e proprio debole per le volpi, sin da piccolo.
Le armi da fuoco produssero un certo shock, nel giappone feudale. Non che non esistessero anche li' una sorta di archibugi, anche se erano pou' caricati con polvere pirica che con proiettili. Un'altra diavoleria occidentale che sconvolse tutto.
Ma con l'introduzione dell'esercito regolare, i giapponesi divennero abilissimi nell'uso del fucile. Ma a modo loro, ovviamente.
Installarono sulla punta la famosa BAIONETTA (ma piu' lunga della nostra), e prendendo spunto dalle scuole di combattimento che insegnavano l'uso della lancia diedero vita ad una vera e propria arte marziale.
Con affondi, stoccate e lotta corpo a corpo. Cosi' avevano un arma da fuoco che, alla bisogna, veniva usata anche per assalti all'arma bianca.
Le cronache della seconda guerra mondiale narrano che i soldati del sol levante erano tra piu' coraggiosi e temerari: si lanciavano alla carica sotto il fuoco nemico, a lama spianata. NON TEMEVANO NULLA.
E concordo perfettamente: fogne e latrine venivano usati spesso dai ninja come nascondiglio per i loro agguati. Molti commettevano l'errore di pensare che non avrebbero mai attaccato in un posto come quello. Ma quegli assassini non erano tipi da lasciarsi disgustare dal fetore e dall'aria irrespirabile: erano capaci di stare appostati per ore, li' dentro. O nelle intercapedini dei muri.
Un ultimo appunto sul suicidio rituale previsto dal Bushido: credo che per loro facesse parte della vita come tutto il resto.
Quando combattevano con la spada, sostenevano che TUTTO L'UNIVERSO SI MUOVEVA TRAMITE ESSA.
Quindi...e' probabile che ritenessero che anche IL FARLA FINITA fosse una precisa volonta' dell'universo.
Dicevano che nell'arte della spada non esiste un IO. La spada non esiste per una cosa cosi' misera. Esiste per il TUTTO.
Era il TUTTO a decidere quando era giunto il momento di morire.
Suicidandosi, esprimevano col loro gesto estremo la volonta' da parte del TUTTO.
E' vero: noi occidentali lo consideriamo un peccato mortale, o un atto di vigliaccheria.
Io ritengo che ci voglia un gran coraggio anche per quello. A volte piu' che per andare avanti a vivere trascinandosi giorno dopo giorno.
Non voglio certo istigare al suicidio, ci mancherebbe altro. Lungi da me. Credo che bisogna sempre SCEGLIERE LA VITA, anche nei momenti piu' tristi e difficili. Anche se si soffre.
Quel che mi spiace e' che spesso tendiamo a disprezzare le persone che compiono quel gesto.
Andrebbero rispettate molto di piu'. E capite. Capire la sofferenza che le ha portate a fare quella scelta.
Semplicemente sentivano che si era inceppato qualcosa, dentro di loro. Per sempre. E non gli e' piu' riuscito di rimettere insieme i pezzi.
Colgo l'occasione per dirti che il prossimo (ed ahime', ultimo) episodio di Joe e' quasi in dirittura d'arrivo: dovrei riuscire a postarlo la prossima settimana.
Complimenti di nuovo per lo stupendo capitolo e alla prossima!

See ya!!


Roberto

Recensore Master
15/05/18, ore 19:44

Ciao^^
ecco che finalmente ci hai regalato un altro magnifico capitolo! Come sempre, è un piacere immergersi accanto a te nel Giappone feudale, la riscostruzione storica è perfetta e scorre come un film davanti agli occhi del lettore.
Takeko è tentata di rilassarsi e abbandonarsi alla relativa sicurezza del castello, dove si trova sicuramente più a suo agio che nella corte della principessa, ma qualcosa le dice di rimanere all'erta, e di non lasciarsi andare.
Chikako si conferma un personaggio di livello, una giovane donna intelligente, che ha una visione acuta della situazione, e ha la nobiltà di una gran signora. Per quanto abbia una conoscenza minima del mondo esterno, coglie tutto con acutezza.
Takeko ne riconosce il valore, al di là del suo rango di principessa. Peraltro, anche lei è una ragazza intelligente, e coglie molto bene tutta la situazione.
Come sempre è un grande piacere leggerti, mia cara amica. Davvero con te ci si perde in altri mondi e in altri tempi.

Recensore Master
15/05/18, ore 13:36

Mio Dio, Lou, questo capitolo è bellissimo! L'inizio con Takeko è semplicemente favoloso, mi piace tantissimo come tu sia rimasta con lei per tutta quanta la parte. Hai descritto ciò che vede, le sue sensazioni fisiche, le sue preoccupazioni... e le hai descritte proprio da ' dentro ' il corpo di Takeko, da ' dentro ' la sua mente.
E che differenza dai miei brutti maschiacci violenti. Proprio attraverso la sensibilità di Takeko tutto sembra pulito e delicato. Il lavorare ininterrottamente, il momento delle abluzioni, il ritirarsi nelle proprie stanze, la sua attenzione attirata dalle suppellettili...
Tutto in lei parla di grazia femminile e bellezza, questa è la prima volta che hai lasciato fare a un dei tuoi personaggi senza utilizzare un narratore!
E il risultato è semplicemente sublime, amica mia, spero che da adesso in poi Takeko la interpreterai sempre così, perché è di una bellezza stordente.

Alla fine della sua parte, quando lei scompare, sembra quasi lasciare un profumo di fiori e questo fa ancora più male, perché ci ritroviamo di nuovo in quella terribile e spietata realtà, fatta di gente dura, di gente malvagia, di esseri talmente nauseabondi da riuscire a muoversi felicemente anche all'interno della più fetida fogna.

Neanche il tempo di godersi un attimo di pace, che si ricomincia. Gente innocente ammazzata, intrighi di ogni sorta.

Molto bella anche la parte della povera Ikue. Non abbiamo molto tempo di compatirla, ma sicuramente riesci a farci sentire tutto il suo dolore e tutta la sua disperazione per quella vita ingrata.
La morte giunge a liberarla, forse. Ma questo tipo di morte non è augurabile a nessuno.

E così i cattivi sono tornati, non importa se i nostri baldi giovani cercano di non ubriacarsi e di rimanere vigili.
I ninja saranno passati dalle fogne e ora entreranno indisturbati per attentare ancora una volta alla vita della principessa!

Ok, lo ammetto, questo viaggio mi sta davvero logorando. Se non finisce al più presto verranno i capelli grigi dalla disperazione a tutti quanti, a me lettrice e ai tuoi poveri personaggi.

Grandioso capitolo, davvero meravigliosa Takeko.

Al prossimo capitolo, carissima!

Recensore Junior
14/05/18, ore 18:22

Povera Takeko si sta solo illudendo che adesso le cose andranno un po' meglio, con i sicari già all'opera!
Potrà almeno riposare un pochino o dovrà imbracciare la sua naginata? Lei è sempre così premurosa, pensa agli altri e mai a se stessa al limite delle sue forze!
Mi rassicura che ci sono Hijikata e Okita con lei, di sicuro l'aiuteranno a proteggere la principessa. E poi ci sono i soldati e i samurai del forte: non perdiamo le speranze che tutto vada a finir bene!
Però ci saranno molti morti, eccone già una, una vecchietta poverina.
Aspetto il seguito.
Ciao ciao
cate

Recensore Junior
14/05/18, ore 11:09

Pausa caffè per recensire: avevo letto già ieri sera, ma era tardi e calava la palpebra.
Che dire, questa benedetta Edo sembra non avvicinarsi mai: ora fanno tappa a Nagoya e si illudono di potersi rilassare un po'. Troppo tenera Takeko che corre di qua e di là per rendersi utile, mi ha fatto morire Okita che la ferma per farle riprendere fiato! è proprio un amico, anche se io ci spero in qualcosa...cioè il capitano è tanta, tanta roba, ma Okita lo vedo più vicino a Takeko, più affettuoso.
Mentre si fangirla, chi vuole morta Chikako non se ne sta con le mani in mano, e mi sa che Nagoya parte II sarà ricco di azione.
Belle le note, sono sempre utili per non perdere il filo.
Bon, si torna alla scrivania.
A presto, cara e buon lunedì
diletta

Recensore Veterano
14/05/18, ore 10:42

E te pareva se si poteva stare un attimo tranquilli, la chiusa del capitolo non lascia presagire niente di buono. Abbiamo già la prima vittima, una povera vecchia, e chissà quanti altri morti ammazzati ci saranno. Come ha detto Okita, i nemici sanno benissimo che sta per arrivare il generale da Edo con i rinforzi e invece di perdere tempo attaccando lui vanno al sodo, cercando di colpire la principessa per quella che si spera essere l'ultima volta.
Mi dispiace per Takeko, questa povera ragazza non ha una vita facile.
Bella la descrizione del forte, e sempre accurata l'ambientazione.
Al prossimo capitolo, che mi immagino rosso sangue.
Ciauzz
K.-L.

Recensore Master
14/05/18, ore 09:27

Buongiorno.
Eh, finalmente un po' di apparente tregua.
Ma sai, mi ha colpito il fatto che proprio ora i nostri amici stanno riprendendo fiato; ora che... le ombre si allungano. C'è poco tempo per agire.
Alcuni immaginano ciò e sono guardinghi, ma non del tutto; perché il male è insidioso, e in genere non cammina ben eretto, ma striscia come un verme...
Un verme che prima o poi colpisce.
Vediamo un po' quel che accadrà; sembra che gli antagonisti siano già in azione e questa volta sarà ancora più dura per tutti.
Buona giornata e buon inizio di settimana :) a presto!