Recensioni per
Inktober 2019 - Faerie
di NPC_Stories

Questa storia ha ottenuto 117 recensioni.
Positive : 117
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
19/01/21, ore 12:53
Cap. 26:

Ciao, eccomi per l’ABC!
Se c’è una cosa che adoro delle tue storie è il fatto che la situazione dipinta all’inizio non coincide mai con quella che ritroviamo nella conclusione. C’è sempre un colpo di scena inatteso, anticipato di solito da un dettaglio quasi insignificante, un qualcosa che viene fatto passare in maniera sottile sotto lo sguardo del lettore, ma che in realtà racchiude la chiave per comprendere la storia. Il ribaltamento dei ruoli, soprattutto quello tra vittima e carnefice, è un altro gioco che apprezzo moltissimo, sarà pur largamente usato, ma secondo me riesci a gestirlo in maniera sempre efficace.
Ma procediamo con ordine.
Le battute iniziali ci lasciano già intendere che l’individuo che le pronuncia sia una persona superficiale e meschina. Ha comprato uno schiavo e perciò si sente in pieno diritto di farne quello che vuole. E quando scopriamo che lo schiavo in questione è una donna, risulta purtroppo facile realizzare che tipo di intenzioni abbia l’aguzzino.
Ancora una volta torniamo a parlare di drow, una razza che sto pian piano scoprendo grazie alle tue storie e che è caratterizzata da una gran brutalità, ben espressa anche nei riti e nelle convenzioni che ne regolano la società. Una società matriarcale, ma non per questo meno sanguinaria. In questo racconto emerge anche un altro aspetto di questa società, in cui gli uomini sono considerati inferiori e costretti a subire la tirannia del sesso femminile, che li schiaccia e ne annulla qualsiasi potere. Per questo, il protagonista maschile di questa vicenda abusa del potere che esercita su un’altra creatura estranea alla sua società, perché può farlo. Sembrerà un concetto scontato, ma per me non lo è affatto.
L’essere umano e anche non umano, come in questo caso, ha un innato e sfrenato desiderio di prevaricazione sul prossimo, soprattutto quando questo si presenta debole, innocuo o semplicemente impossibilitato a difendersi. Chi ha il coltello (o la frusta) dalla parte del manico esercita il diritto di giocare con le proprie vittime e così il drow punisce e umilia la schiava elfa, prendendosi gioco anche dello stereotipo che vede gli elfi creature potentissime e intoccabili. Ma in questo caso può infliggere dolore e prova un piacere barbaro nel farlo.
Poi abbiamo la “vittima”, l’innocua piccola elfa. L’arroganza del drow gli ha fatto trascurare un dettaglio non da poco, quegli occhi rossi che si tengono bassi non certo per paura o pudore, come lui crede. L’elfa in realtà ha architettato un bel tranello e con l’aiuto di un misterioso individuo (che immagino comparirà in altre tue storie, anche se forse non in questa raccolta) si è fatta di proposito catturare e seviziare senza svelare la sua vera natura.
Quando tutti i tasselli sono andati al proprio posto e Surelin ha messo in atto la sua trappola, ho subito capito che il drow sarebbe stato spacciato. E infatti, travolto dai suoi istinti più bestiali non ha neanche trovato la lucidità per sottrarsi, anche quando ne ha avuto l’occasione. Il potere della fata mi ha ricordato quello dei Dissennatori, che privano le proprie prede di ogni sentimento fino a lasciarne un guscio vuoto. Il vuoto che attende il drow non è solo privazione di sentimenti positivi, però, come in Harry Potter. Il vuoto è assenza totale di qualsiasi cosa lo renda un essere vivente, paura, dolore, rabbia. Infatti, la sua fine è forse anche fin troppo “dolce” per un essere così spregevole, ma in fondo a Surelin non importa: il suo obiettivo è solo di nutrirsi e prendere tutto ciò che può, visto che le torture inflittele a quanto pare non le hanno fatto niente. Eppure, anche lei cede a quel senso di potere così inebriante, non resistendo alla tentazione di sbeffeggiare la sua preda anche in un momento in cui ormai non può sentire niente. Un perfetto ribaltamento, in ogni suo aspetto. Alla fine, resta il dubbio, o almeno per me, se la debolezza vera, “weak” che dà il titolo alla storia, non sia in fondo di entrambi: il drow è debole perché vittima della sua stessa natura che lo ha portato a prevaricare su un indifeso, ma che gli ha fatto sottovalutare l’avversario; l’elfa invece alla fine è caduta nella stessa debolezza, quella di infierire su qualcuno del tutto inerme. Boh, non so se la cosa era voluta o meno, io l’ho interpretata così! XD
Lo stile si adegua perfettamente ad una scena così cruda: è descrittivo quanto basta, lascia col fiato sospeso fino alla risoluzione della vicenda. Non ci sono ampollosità, o sbavature e tutto fila liscio dall’inizio alla fine come se la scena stesse prendendo vita sotto gli occhi di chi legge.

Ottimo lavoro, alla prossima!


Zob.
(Recensione modificata il 19/01/2021 - 12:54 pm)

Recensore Veterano
08/01/21, ore 20:12
Cap. 12:

Ciao! 
Eccomi arrivata finalmente a leggere lo Strato 1! Come ti dicevo nella scorsa recensione, non vedevo l’ora di passare a questo strato successivo. Diciamo che ormai ho preso familiarità con questo mondo fantasy e le creature che lo popolano e mi fa sempre piacere leggere dei personaggi così diversi e particolari che lo popolano. Se ho capito bene, da adesso in poi i protagonisti delle storie dovrebbero apparire in differenti shot, giusto? 

Comunque, parliamo della storia! 
Boklop è senza dubbio una creatura molto particolare, molto originale anche nelle fattezze. L’hai descritto molto bene, in questo modo è facile immaginarlo e le sue fattezze rimangono ben impresse in mente, proprio per il loro essere così particolari. Però, a mio avviso, hai fatto bene a dare prima uno spaccato della sua psicologia. Comprendiamo dunque un Arcifey e che le faccende di palazzo lo annoiano. Al contrario trova interessanti i mortali, proprio grazie ai loro difetti, i loro vizi. Più volte nella storia vengono fatti accenni ad argomento filosofici, qual è il peggiore dei vizi, quanti essi siano e poi, più avanti, il rapporto con la divinità. Boklop in fondo mi è sembrato un po' un filosofo a sua volta, per lo meno, ne ha gli atteggiamenti. Gli piace osservare, agisce ogni tanto, ma certamente preferisce accumulare informazioni e sapere. Anche perché, come dice lui stesso, preferisce guardare gli umani piuttosto che aiutarli per ogni minima cosa sebbene all’inizio sia lui di sua volontà a dar loro una mano. 
Mi è piaciuto molto anche vedere l’evoluzione di Boklop. E non perché sia lui a cambiare, lui rimane sempre lo stesso, ma è la perfezione che gli altri hanno di lui che muta. Prima era una figura in carne ed ossa e più passa il tempo, più anche lui si perde nelle pagine della storia, diventa un vero e proprio dio. Ed è qui che sovviene il dubbio. Come dicevo prima, Boklop non cambia ma un giorno avverte qualcosa di diverso in lui. Ed è un cambiamento spontaneo o è "merito" degli uomini e della percezione che hanno di lui? 
Non lo sapremo mai. O almeno, non in questa shot. 

Devo dire che Boklop mi ha fatto tanta simpatia, anche per le sue sembianze, ma in generale, il suo modo di fare e di pensare, probabilmente perché non gli interessa il potere ma ha altre priorità. E a proposito, Boklop è davvero l’unico folletto con questo aspetto o ce ne sono anche degli altri? 

Un saluto e ci vediamo alla prossima, 

Rhurab

Recensore Veterano
06/01/21, ore 13:39

Ciao!
Ma che bella questa storia, mi era piaciuto molto anche il prequel, ma questa devo ammettere che l'ha superato!
Dietro la storia di Boklop ho letto un'interessante riflessione sul rapporto psicologico che lega gli uomini al concetto di divinità. Un rapporto basato sulla sensorialità, sull'importanza del rito come fenomeno di massa e sul sacrificio in grado di creare una coesione mistica tra due piani, quello terreno e quello "altro". E in un mondo fantasy, dove magia e misticismo coincidono e sono cose "vere" e tangibili, questo legame è ancora più forte.
Nella prima parte abbiamo assistito alla nascita di un dio, un dio che è diventato tale quasi senza rendersene conto, mosso più dalla curiosità che dal desiderio di fare da padre a questi uomini o di sottometterli. Questa tribù è diventata con il passare del tempo una sorta di esperimento per Boklop: il folletto li ha osservati, ha assistito alle loro strane usanze senza mai intervenire, e mi ha fatto sorridere quando si meraviglia dei sacrifici e della costruzione del tempio, visto che non ne ha mai fatto richiesta e che non sa cosa farsene. Questo genere di rituali in effetti è sempre servito più che altro agli uomini, per poter dare una fisicità a qualcosa di incorporeo ed effimero. E per quanto il cristianesimo condannasse gli idoli, ha finito lui stesso per crearne, come la storia insegna. E il fatto che gli adepti di un culto facciano cose perché "così vuole il dio" , senza effettivamente che il dio si sia mai espresso in proposito è terribilmente vicino agli eventi della nostra storia. Dio voleva sul serio tutte le guerre mosse in suo nome?
Ma torniamo alla storia: Boklop non vuole semplicemente starsene in panciolle nel suo tempio (che non ha mai chiesto) ed essere venerato, lui desidera davvero che i suoi piccoli fedeli possano evolversi e prosperare, anche senza il suo aiuto. Questo lo avvicina ad un Prometeo, che ha donato il fuoco agli uomini per sottrargli al giogo delle divinità. E proprio come Prometeo, finisce per pagare caro il suo gesto di altruismo. Mi piace il fatto che Boklop non sia stato punito da un potere superiore per la sua impudenza, ma dalle sue stesse creature. Creature che lui ha plasmato a sua immagine e che hanno introiettato i suoi insegnamenti e il suoi ideali. Perciò, il grande ingannatore è stato ingannato e ho apprezzato tantissimo tutta la descrizione del piano ideato dalla tribù. Anche in questo caso il rito ha coinvolto tutta la comunità, persino i bambini sono stati non solo complici, ma per la prima volta protagonisti dell'azione. Una grande macchina teatrale si è mossa alle spalle del dio, che ha assistito allo show senza sospettare nulla e finendo anche per lodare tanta ingegnosità. Chissà come si è sentito fiero dei suoi bravi e astuti figlioletti, poco prima di scoprire l'inganno della cadrega!
Gli è toccata una sorte terribile, che un po' mi ha ricordato il loop infinito in cui dottor Strange intrappola Dormammu: un paradosso in cui i poteri stessi del dio agiscono per intrappolarlo e torturarlo. Questo ovviamente non può che avere conseguenze tragiche. Il potere di Boklop è talmente smisurato che quando lui va in cortocircuito tutto ciò che vi entra in contatto viene contagiato dal caos.
E come tutte le mitologie insegnano, chi prova a superare in astuzia un dio, finisce per pagarla cara, e così l'intera tribù è costretta a fuggire e abbandonare quella che sembra proprio una torre di Babele sul punto di crollare.
Mi è piaciuto molto anche il finale, con i Chult che, senza più il loro dio che li ha guidati e resi ciò che sono, si perdono fondendosi con altre culture in cerca di una nuova identità.
Davvero un ottimo! Di solito, storie con una tale impronta "epica" finisco per annoiarmi perché pompose ai limiti del ridicolo, ma in questo caso hai mantenuto uno stile chiaro e hai saputo dosare particolari descrittivi e azione per rendere il tutto coinvolgente.

Recensore Veterano
30/12/20, ore 16:03

Ciao, era da un po' che non tornavo su questi lidi ^^
Questa storia è più breve di quel che mi aspettassi, ma anche densa di informazioni. Rispetto alle altre storie, qui ho fatto un po' di fatica e ho dovuto rileggere il tutto più di una volta per essere sicura di aver capito. Non perché sia scritta male, anzi, il tuo modo di scrivere è sempre corretto e scorrevole...il limite è mio che non conosco minimamente il contesto in cui questi personaggi si muovono e qui molte cose vengono date per scontate. Si capisce che la storia non è che un preambolo a qualcosa che avverrà più avanti . Prima o poi sequestrerò il mio amico che gioca a D&d e mi farò spiegare per filo e per segno tutta la storia di questo mondo e i personaggi che lo popolano XD
Ad esempio, io di doppelgänger ne so poco, ne ho sentito parlare solo in Vampire Diaries e nel film "Noi" di Jordan Peele. Qui non sono cloni malvagi , ma creature in grado di cambiare aspetto, e che giustamente usano questa dote per i loro affari poco leciti.
Dunque, il nostro protagonista, Simkin, è un bardo e fa parte degli Arpisti (mi sa che li avevi menzionati in una tua recensione parecchio tempo fa a proposito del cognome "Harper"), ma lavora in incognito per un certo personaggio, un forestiero che lo ha messo sulle tracce di alcuni doppelgänger gli "Invisibili", il cui capo è il signor Sanjakilar. E a quanto pare il misterioso mandante di Simkin ha un'offerta che prevede il recupero di una certa donzella. Spero almeno fin qui di aver capito tutto XD
Ti dirò, il dialogo dura molto poco, ma abbastanza da far emergere alcuni aspetti del personaggio di Simkin: lui mi è sembrato il classico tipo uno che fa il lavoro sporco per altri senza porsi troppe domande, che tratta con gente verso la quale ha una bassissima opinione e lo fa senza risparmiarsi cinismo e ironia. Sembra un personaggio abbastanza grigio, del quale le intenzioni vere e proprie non sono mai trasparenti, ma che al momento pare interessato solo a portare a termine il suo compito nel modo più veloce possibile e senza dare troppe spiegazioni. Ho letto anche che questa scena fa da prequel ad un'altra storia, in cui probabilmente si saprà qualcosa in più su Simkin e sulle persone per cui lavora, oltre che su questa misteriosa fanciulla da salvare. Una volta finita la raccolta potrei provare a leggerla, così da avere un quadro un po' più chiaro.
Ciao e alla prossima :)


Zob.

Recensore Veterano
28/12/20, ore 23:44

Ciao cara! 
Credo ormai di aver quasi finito con le storie appartenenti allo Strato 0! Ho notato che la restante long, per così dire, che mi manca è una raccolta di informazioni che comunque ho intenzione di leggere, ma non vedo l’ora di passare allo Strato 1! 
Ti dirò la verità, sono veramente presa dalla lettura delle tue storie perché in qualche modo si distinguono da tutte le altre. È sempre molto interessante vedere agire i tuoi personaggi, sono sempre tutti ben caratterizzati anche se si tratta di protagonisti che magari appaiono solo in una shot. 

Quindi, perdona il mio essere prolissa e parliamo di questa storia! 

Mi è piaciuto molto il personaggio di Lindsey. È una donna bellissima, consapevole di esserlo e particolarmente dotata nelle arti sceniche. Viene descritta come una barda che non sbaglia mai un passo né un accordo e che, in fondo, è quasi sprecata in un circo itinerante. Lei stessa sembra volere molto di più che una vita del genere, preferisce addirittura dormire in una comoda locanda che fare come i suoi colleghi e stare su un carro. Possiede anche uno spirito combattivo, pare che più volte abbia provato a correggere il titolo del manifesto. 
Musica Ffolk. Anche questo fa capire molto su di lei, Lin è fiera delle sue origini e non tollera che il suo popolo venga confuso con un genere musicale. Purtroppo, credo di essere d’accordo con Bert, non penso che molti coglierebbero la differenza tra Ffolk e folk. Magari ad una corte... forse. Non sempre la nobiltà è sinonimo di cultura, dico bene? 
Ad ogni modo, mi piace Lindsey. Ho notato che tutte le tue protagoniste femminili sono dotate di carattere, rivestono ruoli di potere o comunque sono ambiziose. Apprezzo molto questa scelta, apprezzo molto la dignità e la forza con cui rappresenti queste donne. 
Comunque, è nella seconda parte del racconto che avviene l’evento inatteso: un uomo... molto particolare, misterioso, si trova nella camera di Lindsey che addirittura lo scambia per un vampiro. Uryatan dunque le propone un accordo, probabilmente ciò che cambierà per sempre la vita di Lin. Potrebbe imparare la magia d’ombra ma in cambio deve lavorare per Uryatan e Lin accetta. 
Mi domando cosa ne sarà di lei. 
Spero anzi di leggere nuovamente di lei, per conoscere cosa le è accaduto dopo questo incontro! 
Complimenti davvero! 

Ci vediamo alla prossima, 

Rhurab

Recensore Veterano
11/12/20, ore 22:02
Cap. 23:

Ciao, eccomi ritornata dalla tua raccolta. ^^
Questa volta facciamo la conoscenza di un goblin, una creatura in cui finora se non erro non mi ero ancora imbattuta. Steekaz (oddio, perdonami ma nella mia testa continuò a pronunciarlo 'sticaz, è più forte di me😂😂) è il classico personaggio che si sente "diverso" : non agisce come la maggior parte dei suoi simili, è intrepido, ha voglia di avventura, è combattivo e non si tira mai indietro di fronte ad una sfida (... quasi mai, ma apprezzo che sappia riconoscere il momento di un'onorevole ritirata strategica). È disposto a tutto pur di mettersi alla prova, tant'è che non vede l'ora di buttarsi in mezzo ad una bella mischia dove volano ceffoni che Bud Spencer e Terence Hill levatevi proprio, e non ha paura di finire strapazzato come uno strofinaccio a destra e a manca.
Ma è proprio in questa arena, dove i muscoli e il sudore la fanno da padroni, che i suoi occhi si posano su una figura celestiale...per gli standard di un goblin, s'intende XD Plio Largaspada (che contrariamente a quanto suggerisce il nome, non ha proprio niente da compensare) è una combattente non solo molto abile, ma anche sicura di sé, del proprio aspetto e del proprio stile di vita. Si trova perfettamente a proprio agio in mezzo alle risse, e così la variegata combriccola a cui si accompagna. Ma resta indubbiamente colpita dal senso dell'onore di Steekaz, tanto da accoglierlo alla sua tavola e sbronzarsi amichevolmente insieme a lui. Steekaz ha proprio fatto tombola: siede alla tavola della tipa più cazzuta della locanda, di cui é anche fan, e rimedia anche un interessante discorsetto di incoraggiamento (almeno, quel poco che si riesce a capire XD) che lo spinge ad essere sé stesso fino in fondo. Se la sua specialità sono i coltelli perché incapponirsi con la spada lunga? Come si suol dire, le dimensioni non contano, basta saperla usare...la spada.
Spero che rivedremo il nostro Steekaz, sia lui che Plio mi sono piaciuti molto e sono anche curiosa di scoprire di più sulla comitiva della goblin guerriera. Interessante anche la parte in cui viene spiegato come Steekaz è riuscito a trarsi in salvo e ad arrivare nella città di Sigil, anche se ammetto di non aver capito appieno il funzionamento di queste chiavi XD ma dipenderà sicuramente dalla mia scarsa conoscenza di questo mondo.
Alla prossima!

Zob.

Recensore Veterano
07/12/20, ore 14:24

Ciao! Ancora una volta ho deciso di seguire l’ordine di lettura consigliato, quindi eccomi qua!
Per cominciare volevo dirti che l’immagine iniziale è davvero molto, molto carina! A me le illustrazioni piacciono tantissimo, soprattutto se inserite nelle storie originali. Ancora prima di leggere mi sono fatta un’idea dei personaggi, mi ha in un certo senso “aiutato ad inquadrarli”. Per curiosità ho dato un’occhiata alla prefazione di questa raccolta e ho letto perciò che i disegni sono della tua amica. E, visto che anche i disegni sono parte inetegrante della raccolta, mi è sembrato giusto spendere due parole anche su quelli. Anzi, voglio iniziare la recensione vera e propria partendo dall’illustrazione, che rappresenta il momento più tragico della storia: il fuoco della megera verde che devasta il “disobbediente” Alderfern e le lacrime amare di Lilhanket.

Il dialogo tra il treant e la bambina è profondo, tratta di un tema che in un modo o nell’altro riguarda tutti: la crescita, un processo irreversibile da cui non si scappa. Ed è qui la tragedia, per Lilhanket crescere equivale a diventare qualcuno che non vuole essere, potente forse, ma il prezzo per diventarlo sembra davvero troppo alto: diventare un mostro. Alderfern vuole proteggere la bambina ma leggendo quelle righe avevo già intuito che non poteva andare a finire bene. Ecco infatti che arriva la madre di Lilhanket che distrugge ogni cosa.
La storia è breve, ma lo stesso molto efficace. In special modo la parte finale è quella più drammatica. Il dolore che conosce Lilhanket sembra quasi nulla in confronto alla paura che prova costantemente. La fine è tragica, la bambina crescendo si arrende e sembra seguire il destino che la madre voleva per lei. L’ultima frase però, lascia un barlume di speranza, una parte di lei è umana. Chissà cosa ne è stato di lei, crescendo.
Questa shot mi ha fatto venire un po’ il magone, ma non fraintendermi, è davvero molto bella. Molto triste, ma altrettanto amara.

Ci vediamo alla prossima,

Rhurab

Recensore Master
20/11/20, ore 23:53

Ciao, eccomi qui per lo scambio.
Visto che era un po' che non ci leggevamo ho ridato un'occhiata all'ordine consigliato e sia il titolo che il l'introduzione di questa shot mi hanno decisamente attirato per cui ho deciso di lasciare un attimo da parte le avventure di Johel e Holly e immergermi qui.
Devo dire che mi è piaciuta molto nonostante sia amara come il veleno perché descrive in maniera drastica come non si possa scappare dal destino. Spesso nelle storie c'è questa eterna lotta di ribellione verso di esso e, spesse volte i protagonisti ne escono vincitori, ma non è chiaramente questo il caso. Mi è piaciuto moltissimo che la bimba cerchi in tutti i modi di non diventare un mostro come sua madre, di sfuggire al suo controllo e l'ho trovata adorabile quando dice che vorrebbe tanto non crescere ma purtroppo lo fa comunque.
Quando Adelfern, con la lentezza tipica della sua grandezza e della sua saggezza centenaria, si offre di aiutarla a mantenere il suo lato umano non mi ha stupito tanto il fatto che siano stati trovati dalla terribile madre della piccola ma davvero non mi sarei mai aspettata che avrebbe messo a fuoco l'albero che, bruciando per giorni, avrebbe spento, crepitio dopo crepitio, tutte le speranze della piccola costretta a rassegnarsi al suo destino per non impazzire. A quanto pare, per quanto possa essere stato potente il treant no n ha potuto nulla contro il potere della strega. Tuttavia il finale lascia un piccolo spiraglio con quella coincisa frase riferita alla sua parte umana che rimarrà per molto tempo, mi ha un po' risollevato dal magone e mi ha messo curiosità su quello che potrebbe essere il futuro del bimba. Per curiosità, ci sono altre storie su di lei?
Una shot molto interessante, intrisa di amarezza e dolore ma che ho letto comunque con piacere perché ben scritta e coinvolgente.
Buona notte e alla prossima
Cida

Recensore Veterano
19/11/20, ore 23:29
Cap. 21:

Ciao!
Proseguono le avventure di Gylas e Sinyel in questo magico (e fottuto XD) mondo popolato da creature parlanti. Effettivamente, immagino che avere a che fare con animali parlanti possa rivelarsi un'esperienza parecchio strana, disturbante a lungo andare...cioè le zanzare già normalmente rompono gli zebedei ronzandoti nelle orecchie la notte (ma dico, pungete dove ve pare e lasciatemi dormire almeno!), figurati se dovessero pure mettersi a raccontarmi tutti i cavoli loro mentre banchettano!
La questione sollevata da Gylas poi è legittima, c'è un motivo se esiste una catena alimentare (e vallo a spiegare ai vegani XD) e naturalmente tra animali non vige l'etica e le regole che valgono per gli uomini. Ma Sinyel è convinta di combattere per una giusta causa ("I bambini! Perché nessuno pensa ai bambini!!" cit.)
Intanto i due si beccano un sacco d'acqua, e dopo essersi punzecchiati a sufficienza (lo adoro quando si punzecchiano, sono troppo carini!) i due incappano in una locanda (magica anche quella ovviamente!).
La coppia di vecchietti e la locandiera licantropa mi hanno fatta morire, ma soprattutto il momento in cui Gylas ordina una tisana e Sinyel una birra (così mi piaci ragazza!).
A dispetto delle apparenze, nella locanda si respira una gran bella atmosfera, sembra proprio il tipo di posticino accogliente dove vorresti rifugiarti dopo una dura giornata di lavoro, soprattutto se il tempo è così inclemente, e bere con gli amici (dèi, quanto mi mancano quelle serate!)
Certo, magari farei a meno delle creature inquietanti e dei licantropi, ma ehi, questo Lockdown mi ha resa meno schizzinosa del normale! 😂
E così questa locanda è per così dire un centro di recupero per creature con la coscienza non proprio cristallina e può comunicare con vari mondi contemporaneamente.
Alla fine la nostra avventuriera è quella che si sente maggiormente in colpa, ma in un posto dove gli animali carnivori sono delle bestie di satana solo perché si comportano come madre natura li ha creati, è normale sentirsi perennemente giudicati. Ma alla fine, per i due cugini si apre l'opportunità di tornare a casa, sempre che siano disposti a lavare via vomito e ascoltare storie agghiaccianti di creature ubriacone. Poteva andarvi peggio, dai ragazzi! 😂
Come sempre una storia molto carina, con degli ottimi dialoghi divertenti e un'idea di base davvero originale. Ce la faranno i nostri eroi a tornare a casa e lasciarsi questa avventura alle spalle?
Alla prossima!

Zob.

Recensore Veterano
11/11/20, ore 08:58

Questo racconto mi ha spezzato il cuore.
Dopo la dolcezza della storia tra Duvainion e Adòla e la creazione del trent...ecco che ritroviamo un altro esemplare di albero parlante, che però non fa una bella fine.
La piccola Lilhanket mi fa davvero tanta pena: non solo è cresciuta con una madre megera nel vero senso della parola, ma appena riesce a trovare un amico, qualcuno che non veda in lei un mostro e che anzi, voglia credere nella possibilità che per lei ci sia un altro destino...ecco che quella stronza di sua madre lo fa flanbe!
Adoro questo tipo di personaggi, che contrariamente alla maggior parte dei protagonisti non è destinata al bene ma al male, e che grazie alla propria forza di volontà riescono a dare una direzione alla propria vita in base alle proprie scelte. Purtroppo, a Lilhanket non è stata data la possibilità di scegliere. Probabilmente sua madre era consapevole del buon cuore della figlia, che se le avesse lasciato un minimo di libertà avrebbe scelto di restare buona, per questo non ha allentato il giogo con lei nemmeno per un istante. E alla Lilhanket è costretta a cedere: l'unica speranza di una vita migliore se ne è andata e ora che è di nuovo sola non può far altro che auto convincersi che l'unica strada da percorrere la renderà felice. Sono davvero curiosa di sapere che ne sarà di lei, se davvero abbraccerà il Lato Oscuro o se ci sarà comunque modo per una redenzione all'ultimo minuto. Intanto complimenti per questo racconto che, anche se breve, mi ha davvero rapita!

A presto!

Zob

Recensore Veterano
05/11/20, ore 08:37
Cap. 19:

Ciao!
Ho trovato questa storia deliziosa! *-*
E mi ha sorpreso ritrovare Duvainion in circostanze così diverse!
In questo racconto abbiamo l'occasione di conoscerlo un po' meglio e scoprire nuovi lati del suo carattere. Sicuramente conferma di essere una creatura molto pragmatica, di amare la natura in un modo viscerale (beh ovvio, è un elfo! 😂) ma soprattutto di essere parecchio testardo e impulsivo e lo dimostra con la quasi nonchalance con cui prende decisioni importanti, come quella di trasformare il proprio corpo per essere più vicino ad Adòla e alla natura, o di partire per cercare un incantesimo che le permetta di viaggiare. Lui pensa le cose e le fa, semplicemente, senza troppi giri di parole. Ci piace.
Adòla poi è adorabile. Si intuisce subito che sia una creatura dolce e di buon cuore, ma anche estremamente sola. La sua condizione di essere immortale e il legame con la sua quercia è un dono ma anche una condanna, soprattutto per una creatura così curiosa.
È un bene che la sua strada e quella di Duv si siano incrociate, sia perché, da buon "vicino tuttofare ", lui è riuscito a guarirle l'albero in un attimo, ma poi ha anche una certa esperienza del mondo. D'altra parte, la dolcezza di Adòla ha ammorbidito persino un essere burbero e solitario come Duvainion! Molto tenero il momento in cui si confessano reciprocamente i propri sentimenti!
Infine, grazie all'incantesimo, la quercia può prendere " vita" e spostarsi autonomamente per seguire i nostri innamorati nelle loro avventure. Non conosco questo tipo di creatura ma nella mia testa si è formata la visione di Barbalbero e degli Ent eheheh
Complimenti per la storia, come sempre scirtta davvero bene! Avevo proprio bisogno di un po' di romanticismo e dolcezza in questo giorni!❤
A presto!

Zob
(Recensione modificata il 05/11/2020 - 08:39 am)

Recensore Master
27/10/20, ore 11:08
Cap. 3:

Ho scelto questa qui perché purtroppo non conosco il tuo fandom, ma adoro il fantasy e soprattutto il dark fantasy ^^
L’immagina è bella, evocativa, che dà subito l’atmosfera di dark con quelle unghie e complimenti per la mano, non credo sia una posa facile, mi piacciono molto anche i colori.
Ok, questa frase qui mi ha preso molto: ‘la sua luce era visibile solo a chi si trovava vicino a lui… vicino all'altro mondo’.
Molto bello come hai reso il parlato antico dell’Eremita, complimenti, un tocco di caratterizzazione molto ben fatta!
Il finale mi è piaciuto un sacco. Quando il ragazzino dice che la luce è visibile solo a chi è vicino al regno delle fate, sono stata un attimo confusa, dalla tua frase pensavo fosse vicino al regno dei morti e infatti l’Eremita conferma. Preferivo il regno dei morti, perché appunto stavo leggendo qualcosa di dark. Per quanto riguarda il botta risposta finale è molto bello e interessante e originale. Il fatto che si nutra di vita e non di morte e quindi avendo salvato un’altra vita, ora ha cinque fuochi e non quattro, quindi immagino in totale abbia salvato cinque sventurati su quella montagna. È bello, perché in modo molto breve hai creato la figura dell’Eremita in modo completo. Il protagonista è una figura che rimane molto piatta e siccome leggevo dal suo punto di vista, pensavo avrei saputo qualcosa di più su di lui. Ma rimane solo abbozzato, è un mezzo per parlarci e descriverci l’Eremita, mi piace come cosa, mi piace come tu ti sia focalizzata su di lui e quindi sull’elemento fantasy, effettivamente ci sta molto bene.
Lo stile è molto scorrevole, asciutto, pulito, un buon lessico che descrive in modo appropriato quello che succede. E il lessico dell’Eremita è la cosa che più ho apprezzato, mi sembrava di leggere Dante con quella vecchia parlata un po’ fiorentina, complimenti, perché non è facile rendere parlati non vicini al nostro. L’unico appunto sullo stile, ma è una questione soggettiva di gusti, è il ritmo: frasi molto brevi, pochissime subordinate o coordinate, spezzano molto il ritmo della narrazione e per quanto siano ben scritte, con tutti questi punti per me il ritmo rimane troppo spezzato e quindi fatica a prendermi, a coinvolgermi. Per il resto complimenti, l’elemento fantasy è stato descritto molto bene e mi ha anche piacevolmente sorpreso. Complimenti anche per aver portato a termine questo progetto, è parecchio impegnativo!

Recensore Veterano
16/10/20, ore 11:29
Cap. 18:

Ciao!
In questo racconto si torna a parlare di quei gran simpaticoni dei drow, che se non ricordo male avevo già incontrato qualche storia indietro. In quel caso avevamo a che fare con un'allegra famigliola tutta al femminile pronta a schiavizzare un povero ragazzino per sfruttarne i poteri.
E Duvainion sembra condividere la stessa tendenza a sfruttare gli altri!
Come sai non conosco bene il contesto in cui i personaggi si muovono, né le caratteristiche tipiche di tutte le razze che nomini (ho avuto l'occasione di giocare a D&d solo una volta questa estate!) ma sono riuscita a farmi un'idea di come siano gli appartenenti a questa specie di Elfi: sono creature solitarie e indipendenti e lo dimostrata il fatto che Duv non abbia alcuna voglia di mescolarsi con gli altri "druidi" (ops, scusa Duv, intendo quelli che iniziano per "D"! XD). Ma sono anche esseri molto curiosi, anzi direi ossessionati dall'esplorare nuovi orizzonti, anche a costo di mettere in pericolo sé stessi e gli altri. Non so se ci ho preso ahahah ma dal tuo racconto mi é sembrato che emergesse questo!
Ma torniamo ai nostri due fratellini esploratori!
Nonostante i fini " egoistici" che lo hanno spinto a coinvolgere la sorellina in quell'avventura, Duv si dimostra un fratello premuroso: non esita a mettersi in prima linea per proteggere Kore dai pericoli, come ad esempio dal gigantesco verme in stile Tremors che minacciava di attaccarli. Alla fine si comporta proprio come un qualuncue fratello maggiore, che quando si rende conto di aver coinvolto la sorellina in un gioco troppo audace se ne pente e la sua prima preoccupazione è "non dirlo alla mamma!". Kore mi è piaciuta, coerentemente con la giovane età è incauta e curiosa, ma allo stesso tempo abbastanza razionale da ponderare bene i rischi che comporta l'assunzione di strane sostanze stupefacenti trovate per terra nelle viscere di una grotta XD sinceramente anche io sarei stata piuttosto scettica alla prospettiva di farmi un trip allucinogeno laggiù ahahah
Molto interessante la presentazione del fungo gigante come un essere antico e senziente, naturalmente non nel modo che intendiamo noi: la sua è come se fosse una coscienza collettiva, che abbraccia tutti i suoi simili e che lo rende in qualche modo il "signore due funghi". Tutto ciò è davvero affascinante, soprattutto perché l'aspetto di questa creatura rievoca in effetti un mega cervello che è connesso a tutti gli altri esseri viventi della superficie e del sottosuolo, un po' come un server coi vari clients. Insomma, l'esperienza vissuta da Kore è indubbiamente paurosa, ma anche molto a affascinante. Duv, me lo passi il numero del vostro spacciatore? 😂
Alla fine ne è valsa la pena comunque, e la nostra giovane drow ha preso coscienza dei suoi poteri psichici, di cui non avrebbe mai saputo l'esistenza e le potenzialità se non avesse osato mettersi alla prova.
Alla fine è vero che Duv si merita insulti più coloriti della famosa " parola con la D", ma la "spintarella" da lui offerta è stata utile : un po' come quando da bambino stai imparando a nuotare senza braccioli e papà, da bravo genitore responsabile, ti butta in mare senza pensarci due volte ahahahah
Complimenti, un racconto molto carino!

Zob

Recensore Master
02/10/20, ore 09:22
Cap. 2:

Per quanto mi piaccia il fantasy, penso che questa sia una delle pochissime originali che ho letto sull'argomento. L'ho trovata davvero carina. Per essere solo una one shot, le descrizioni ti fanno da subito immedesimare in quel mondo, ma nello stesso non si dilungano troppo dando spazio all'avventura. La locanda è da sempre il porto dei viandanti nei fantasy, curioso vedere come non ci sia, ma lascia comunque spazio a un monastero che nasconde altrettanti segreti.
Ho trovato davvero divertente la scena finale in cui Sinyel
ritrova il cugino nudo nell'armadio, che sembra essere un portale per un altro mondo, dando vita a tutto l'imbarazzante equivoco con il Monaco Maestro.
"Fammi capire, te ne esci nudo da un armadio solo per dirmi che sei gay?"
"Non… le due cose non sono correlate" Gylas arrossì leggermente. "A proposito, c'è un fauno in questo armadio."
ho riso davvero un sacco a questo scambio di battute (sarà che mi sono immaginata il fauno come Filottete, il maestro di Hercules, e la cosa fa ridere ancora di più!).
Il finale aperto lascia sicuramente spazio a un seguito, che leggerò di sicuro volentieri!
Davvero un ottimo lavoro!
Alla prossima!
Barby

Recensore Veterano
30/09/20, ore 16:48
Cap. 17:

Ciao!
Come avevi annunciato, ecco qui il seguito della storia di Golbeith che mi era tanto piaciuta ^^
All'inizio ammetto di essere rimasta un po' perplessa, e non riuscivo a trovare il collegamento tra la scena del capitano della nave e la battaglia del prequel.
Poi è arrivato il plot twist, come spesso avviene nelle tue storie, e con l'apparizione del "mostro" serpentiforme ho cominciato a mettere insieme i pezzi!
Quindi quel gran bastardo di Sszarek è tornato in vita. Ma non alla vita di un tempo. È cambiato e ancora si sforza di cambiare, è soprattutto é pentito di ciò che ha fatto ed è stata proprio la morte di Golbeith a far scattare in lui il desiderio di redenzione. Così , quello che ricordavo essere un personaggio davvero odioso è in questa storia diventato il mio preferito. Sszarek non è diventato un santo e lo sa: continua a sporcarsi le mani, continua a ragionare in modo spietato e opportunistico, ma lo fa per un fine "giusto", mentre prima se non ricordo male ammazzava per il gusto di farlo. E infatti si libera senza rimpianti del capitano.. un uomo pessimo e davvero disgustoso, tra l'altro, ma Enbilulu probabilmente avrebbe trovato del buono persino in lui!
Enbilulu è sicuramente un'anima pura come sua nonna, ma decisamente troppo ingenua secondo me XD è vero che uccidere i criminali finisce per equipararti ad uno di loro, a trasformarti in assassino, ma io ho subito pensato che il nostromo li avrebbe fregati in qualche modo. Cosa che invece non fa, per il momento, ma il dubbio mi é rimasto. XD
Secondo me lei e Sszarek possono davvero imparare molto l'uno dall'altra: lei ad essere meno ingenua e a capire meglio come funziona il mondo, lui a capire che la violenza non risolve tutti i problemi, che si può impartire una lezione con sistemi " legali" ,portando i criminali di fronte ad un tribunale, non so. Anche se, riflettendoci, in un mondo dal contesto medievale non so quanto questo discorso regga ahahahah
Ho apprezzato molto il plot twist che ha ribaltato totalmente le carte in tavola e la discussione sulla moralità tra Sszarek e Enbilulu, come anche la descrizione dei pensieri decisamente poco puri del capitano. Sei riuscita a tenermi col fiato sospeso dall'inizio alla fine e a mantenere un buon ritmo, infatti, nonostante la lunghezza del racconto non mi sono annoiata per niente.
Chissà cosa combineranno questi due insieme, nelle loro nuove avventure!
Alla fine, mi hanno ricordato un po' Kaz Brekker e Inej di Six of Crows!
Alla prossima!

Zob