Recensioni per
Inktober 2019 - Faerie
di NPC_Stories

Questa storia ha ottenuto 117 recensioni.
Positive : 117
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
09/06/20, ore 15:58
Cap. 7:

Rieccomi!
Devo dire che delle storie lette finora, questa è quella che mi ha colpita di più. Non saprei spiegare bene il motivo, forse perché tutta la faccenda delle reincarnazioni mi ha affascinata, o perché mentre leggevo non potevo fare a meno di pensare "accidenti, chissà che confusione prova questo poverino!" e in effetti Gimli (hai scelto questo nome per caso o voleva essere un omaggio a QUEL Gimli? <3) non solo è assalito da strani incubi (mi è piaciuto molto come hai descritto le sensazioni che prova quando riaffiorano questi ricordi appartenenti a tante vite mai vissute) ma deve anche trovare il suo posto nel mondo.
In più, ha lasciato la sua famiglia d'origine ed è finito prima assieme a degli avventurieri, poi adottato da altri due personaggi decisamente singolari ( il druido che vuole fare il filosofico e Gimli che interpreta le cose in modo più terra terra mi ha stesa ahahaha). Insomma, sto poverino ha i suoi buoni motivi per essere taciturno e un po' burbero. Ma dico, era proprio necessario complicargli così tanto la vita? Ahahaha questi avventurieri non potevano lasciarlo in pace così come'era? Ok, sicuramente ha meno probabilità di finire ammazzato dagli elfi, e ha ottenuto molti vantaggi, come quello di imparare a combattere quasi da zero e di parlare molte lingue, ma già uno fatica a capire chi è normalmente! XD
Ok dai, a parte gli scherzi.
L'ho trovata una storia molto singolare e interessante, anche se ho faticato un po' a seguire tutti i vari passaggi, forse perché non ho dimestichezza con le creature che popolano questo contesto fantasy. Adesso però sono curiosa di vedere Gimli socializzare con gli altri gnomi, ho il sospetto che non sarà un approccio facile per un tipo come lui, anche perché le cose non le manda certo a dire eheh
Ciao e al prossimo racconto!

Zob

Recensore Veterano
02/06/20, ore 13:17
Cap. 6:

Ciao!
Come sempre ho adorato questo racconto e come per tutti gli altri letti finora provo una gran curiosità di conoscere meglio mondo che hai delineato! In ogni storia riesci a definire in maniera molto coerente non solo che tipo di ambientazione ci troveremo a leggere, ma anche con che tipo di personaggi avremo a che fare. Infatti già dalle prime righe sono riuscita a figurarmi perfettamente i due protagonisti! Ce li vedo proprio sti due maghi ad insultarsi e darsi la colpa a vicenda ogni volta che non riescono a mettere le mani sull'Elementale che vogliono catturare! AHAHAHAH
Ho apprezzato molto questo loro sodalizio, un dominatore e un necromante, entrambi esperti di magia ed esponenti di alto rango dell'Accademia che si comportano proprio come due ricercatori o scienziati nel modo in cui portano avanti le loro ricerche! Ho sempre condiviso l'immagine del "mago" come colui che indaga i segreti della natura, spinto da curiosità e amore per la conoscenza, anche a rischio di mettersi nei guai o di mettere a repentaglio la propria vita.
Rapire i quattro elementali si rivela infatti un'impresa difficilissima, e tutti i piani dei due maghi si rivelano buchi nell'acqua.
Mi è piaciuto molto anche come hai descritto queste creature, non conosco il contesto di Forgotten Realms, ma le ho trovare molto suggestive e i loro poteri fighissimi!
A fare le spese delle indagini "para scientifiche" dei due maghi purtroppo è il povero Azazirg, che si trova praticamente imprigionato ad un altare sacrificale! E dire che ha fatto quasi tutto lui il lavoro sporco per catturare gli elementali!
Alla fine come avevo temuto, l'esperimento non solo non funziona come dovrebbe, ma costa anche la vita a Yulis, cosa che non sembra dispiacere troppo al collega. Il problema però è un altro: che fine faranno adesso gli spiriti degli elementali?
La risposta è subito data: cercheranno un bambino che li ospiti nel momento in cui verrà al mondo. Ora mi domando se questo poveretto non subirà la stessa sorte di Azazirg o se riuscirà a contenere tutto questo potere. Insomma, il racconto mi è piaciuto molto e pone le basi per un sacco di sviluppi interessanti! La morale mi sembra anche evidente: a voler giocare a fare i piccoli Frankenstein si finisce davvero molto male eheheh
Alla prossima storia!


Zob

Recensore Veterano
19/05/20, ore 12:07
Cap. 5:

Non mi ero accorta del fatto che ci fosse un seguito, ma scoprirlo non ha potuto che farmi piacere! Anche questa shot, così come il suo prequel, mi ha stampato in faccia un sorriso ebete fin dalle prime battute. I personaggi mi piacciono davvero tanto; adoro la loro caratterizzazione. Tra Gylas e Syniel, tuttavia, il primo è diventato sicuramente il mio preferito! Mi fa ridere e mi fa divertire! E poi mi da l'impressione di uno che si caccia spesso nei guai e questo non fa altro che incrementare la mia voglia di leggerne altre delle sue (di)avventure. Tornando poi alla storia di per sè, mi ha fatto ridere tantissimo quando il fauno si presenta con sua "madre" appresso e ti giuro, ci sono cascata anche io perchè credevo davvero che fosse sua madre! L'intero scambio di battute è bellissimo e l'utilizzo dell'onomatopea nei dialoghi di Genevieve è stata una bellissima chicca che ha reso il tutto ancora più divertente! Senza contare Syniel che se ne viene con un "“Si conoscono da due settimane! Dategli tempo, sorella capra!”" che mi ha stesa! Quello che più mi ha fatto ridere, però, è stato il finale, perchè come ti dicevo era convintissima che quella fosse la mamma e sono rimasta davvero sorpresa nello scoprire invece che fosse solo uno stratagemma del fauno per liberarsi di Gylas, divenuto troppo "appiccicoso". E' un qualcosa di così normale, ma che non ti aspetti in un racconto fantasy con fauni, capre parlanti e altre creature simili, quindi mi ha fatto ridere ancora di più! 
Anche in questo caso, poi, utilizzi uno stile fluido e frizzante, che non appesantisce la lettura e quindi ti immedesima in modo perfetto nell'atmosfera leggera di questo racconto. E per quanto riguarda gli errori non mi sembra di averne trovati! Complimenti davvero e alla prossima! 
PS: Anche il disegno è bellissimo! Anzi, credo che dei tre capitoli letti fino ad ora sia il mio preferito. La capra è fatta molto bene, con uno sguardo che trasmette esattamente quell'aria di altezzosità (?) raccontata nella storia, ma ancora una volta adoro come sono stati usati i colori! Lasciare la capra in bianco per avere solo uno sprazzo di rosa e rosso in sottofondo l'ho trovata davvero un ottima scelta e mi piace molto, quindi tantissimi complimenti anche alla tua amica!
Baci.

(Recensione modificata il 19/05/2020 - 12:10 pm)

Recensore Veterano
18/05/20, ore 12:34
Cap. 5:

Ciao, ben ritrovata!
Che dire, questo racconto mi ha stesa XD non credevo che Gylas e sua cugina sarebbero tornati con le loro bizzarre avventure e ritrovarli mi ha fatto molto piacere!
Insomma, alla fine sono riusciti davvero ad arrivare nel mondo fatato, che si rivela ancora più bizzarro di quel che pensavo!
Gylas, da bravo gentiluomo, acconsente ad incontrare la madre del suo amante, nonostante sia consapevole che due settimane sono un po' pochine per intraprendere una relazione seria. Sinyel, dal canto suo, mal sopporta la permanenza nel mondo fatato, dove, a parte strani animali parlanti e fate, non sembra esserci pane per i suoi denti: lei è la classica guerriera avida di azione ed avventure e un po' mi ha riportato alla mente Nihal de Le Cronache del Mondo Emerso, che ho letto da piccina ahahaha comunque questa versione di "Ti Presento i Miei" è stata deliziosa e divertente e apre in effetti tutta una serie di interrogativi: tipo, chi fabbrica i campanelli per le capre? E come nascono effettivamente i fauni? Il fatto che tu abbia giocato sull'ambiguità del mito (ricordo che alle divinità greche ad esempio piaceva trasformarsi in animali e divertirsi con gli umani ehehe) ha portato ad un risultato esilarante!
Be-eeeh-een fatto, come direbbe Genevieve! XD
come sempre però, attendevo il plot-twist finale, che mi ha lasciata ancora una volta di stucco!
Devo dire che ammiro molto come riesci a giostrarti tra i vari sottogeneri del fantasy, a creare scenette davvero simpatiche e caratterizzate da una frizzante ironia! Quindi, davvero complimenti, è un tipo di approccio che adoro!
Alla prossima avventura!

Zob

Recensore Veterano
12/05/20, ore 09:36

Ciao cara e ben ritrovata!
Questa raccolta di storie fantasy mi sta davvero piacendo molto, ogni racconto mi trasporta in un nuovo mondo con regole e personaggi ben definiti e autonomi, per nulla scontati e che ti restano impressi.
Anche qui ci troviamo in un contesto "fatato" e sto adorando il modo in cui rappresenti le fate, come esseri in parte demoniaci (ottima la scelta di ambientare la scena nel Pandemonium!) , scaltri e ingannatori. Lorne in particolare detesta lo stereotipo della "fata buona disneyana" ed è intenzionato a scrollarsi di dosso l'aura di bontà che caratterizza il suo popolo. Lui sa di essere malvagio e ne è estremamente orgoglioso, tanto da avere in mente un piano ben congeniato per salire al potere e convertire tutti gli altri alla sua ideologia. Insomma, un futuro Voldemort con le ali da farfalla XD mi è piaciuta molto tutta la parte introduttiva in cui ci hai presentato il personaggio, estremamente caratterizzato e coerente con sé stesso e tutto il percorso che lo ha portato al cospetto della regina. Mab è un personaggio che mi ha sempre affascinata, sin da piccola, complice forse il film su Merlino con Sam Neill, Helena Bonham Carter e Miranda Richardson di fine anni '90 eheheh la regina, come una Turandot fatata, mette alla prova i suoi spasimanti, intenzionata a mantenere il trono in eterno e quindi assegnando loro prove impossibili. Nel caso di Lorne, manda all'aria i suoi piani privandolo proprio dello strumento che avrebbe usato per portare a compimento il suo progetto. Un bel twistone che ribalta completamente la situazione e che dimostra quanto la nostra Queen Unseelie sia una spanna sopra gli altri e degna detentrice del trono di drago. Uno scacco matto in piena regola. Pensavo che Lorne avrebbe pagato caro la sua sfrontatezza, e invece, se non altro, riesce comunque a conquistare la simpatia della regina, tanto da essere risparmiato. Beh dai, alla fine è proprio vero che le fate sono imprevedibili!
Ottimo lavoro cara, mi è piaciuta un sacco questa storia, alla prossima!!

Zob

Recensore Veterano
11/05/20, ore 20:25
Cap. 2:

Ora mi pento di aver saltato questo capitolo la scorsa volta, perchè mi è davvero piaciuto tanto. Mi ha fatto sorridere per tutta la durata della lettura, grazie alla sottile ironia con cui è scritto ma soprattutto alla descrizione clou della storia, quando Gylas esce dall'armadio nudo, poi arriva il monaco e poi Gylas di punto in bianco fa coming out; in pratica esce da un armadio non solo letteralmente, ma anche figurativamente e quando ti rendi conto di questo parallelismo (posso chiamarlo così?), non puoi fare altro che metterti a ridere ancora di più! Comunque, stavo dicendo, il modo in cui ha descritto questa scena, l'atmosfera che la pervade, essa ma anche il resto del capitolo, è la cosa che ho apprezzato di più. A volte, nel tentativo di scrivere qualcosa che faccia ridere, si finisce invece per esagerare con scene banali, battute squallide, cose che comunque non fanno ridere (non riesco a spiegarmi bene perchè al momento mi mancano le parole), ma tu invece, nella semplicità dei dialoghi e delle descrizioni fatte, sei stato capace di presentarmi una scena davanti agli occhi che fa ridere proprio perchè è immersa in un'atmosfera che ti trasmetta allegria e comicità, tanto è vero che non sono nemmeno le frasi di per sè che mi hanno fatto divertire, ma il tono e l'espressione dei personaggi che hai saputo farmi vedere davanti agli occhi. Non che i dialoghi siano fatti male e non hanno comunque contribuito alla comicità del tutto, soprattutto gli ultimi e l'insinuazione da parte di Gyles su come siano correlati il fauno e il suo improvviso coming out che l'ho sinceramente trovata la cosiddetta ciliegina sulla torta. Quindi, in conclusione, anche questo capitolo mi è piaciuto molto. Da un punto di vista tecnico, lo stile è sempre scorrevole, piacevole da leggere e non ho notato refusi. E per quanto riguarda il disegno, anche questa volta è ben fatto e mi piace, soprattutto per come è colorato. Davvero tanti complimenti alla tua amica perchè adoro la tecnica di colorazione che utilizza. Alla prossima, allora, Baci.

Recensore Master
08/05/20, ore 17:31
Cap. 3:

Ciao! Credo che sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo, più che altro perché non conosco l’universo su cui ti muovi in genere e non sapevo neanche di questa raccolta originale.
Non sono una grande amante del fantasy, ma il dark fantasy è una sfumatura del genere che mi intriga dunque ho scelto subito questa seconda oneshot. La situazione iniziale è tipica di molte storie: il bambino si smarrisce in un territorio che non conosce, ha perso di vista la sua famiglia e non ha idea di come ritrovare la strada giusta. E’ a questo punto che compare la lanterna del titolo: la luce, inizialmente scambiata come una fiaccola e ancor di più come il richiamo del padre che era alla sua ricerca, si rivela essere la scintilla che segnala la presenza di una figura leggendaria. L’Eremita è il personaggio particolare attorno a cui ruota la storia e che è portatore di novità in questo quadro di percorso smarrito e ritrovato – infatti è proprio l’ Eremita a ricondurre il bambino a casa. Le cose interessanti che emergono di questo personaggio e che lo rendono particolare sono due: il linguaggio e la presenza di due mondi al confine.
Partendo dal linguaggio, mi è piaciuta molto la scelta di un registro aulico, desueto, arcaico. Conferisce infatti l’idea della lontananza della figura a livello temporale (perché esiste da tanto tempo) ma anche spaziale, in quanto appartiene appunto a un altro mondo. Il bambino con quei suoi frequenti “eh?” mostra di non capire ed è questa incomunicabilità che domina infatti il discorso, anche perché l’Eremita non riformula mai ma continua a parlare in quel modo, anche se viene da chiedersi leggendo: in fondo non potrebbe? Infatti, l'impressione non è che l'Eremita non sappia parlare come il bambino, ma che volutamente scelga di non farlo. Se il bambino non lo capisce, lui capisce bene invece il nuovo gergo parlato dal bambino: è un’incomunicabilità a unico senso che sembra sottolineare la posizione di forza della figura leggendaria e allo stesso tempo la sua eternità – proprio perché conosce i linguaggi di ogni tempo.
Il tema dei due mondi invece, è autenticamente ciò che fa configurare questa storia come dark fantasy:  la luce della lanterna è infatti visibile solo a chi si perde, a chi è vicino all’altro mondo. Ma questo mondo, man mano che il percorso prosegue e così anche la storia, non si rivela essere quello delle fate che immagina il bambino: è bensì il mondo dei morti. L’Eremita va ricompreso allora come figura a metà tra la vita e la morte e il viaggio del bambino come qualcosa di più di uno smarrimento in un bosco, ed ecco perchè il brivido lungo la schiena che il bambino prova alla fine a quella rivelazione non è paragonabile agli altri provati durante tutta la notte.
Ho trovato la storia interessante con belle simbologie e con un’introspezione che, sebbene non troppo accentuata, è ben precepibile. In sé è completa e l’immagine dell’Eremita è suggestiva. L’ho trovata anche scritta bene, con uno stile adatto e – torno a dirlo – lo scarto linguistico nel dialogo è un elemento che ha impreziosito il tutto.
Spero di riuscire a passare su altre storie della raccolta! Alla prossima!

Recensore Veterano
03/05/20, ore 17:22
Cap. 3:

Ciao, eccomi per lo scambio del giardino.
Visto che la prima storia di questa raccolta mi era piaciuta molto, ho deciso di continuare qui e devo dire che anche la seconda non mi ha delusa!
Fin dall'inizio sei riuscita a creare un'atmosfera misteriosa, angosciante quasi, attraverso i pensieri del piccolo protagonista smarrito ancora prima di far apparire l'eremita. Mi sono sentita persa in una montagna la notte, proprio come il bambino!
La figura dell'eremita poi è molto affascinante e oscura, affine a quella del tristo mietitore direi, con questo suo aspetto, ciencioso e scheletrico, e con quella mano affusolata che regge questa curiosa lanterna.
Inoltre, ho apprezzato molto che la "lingua antica" che l'eremita parla sia il volgare italiano, che giustamente il bambino non comprende appieno, risultando in una gag divertente quanto basta ma che assolutamente non spezza l'atmosfera precedentemente creata.
Questo misterioso finale mi ha lasciato un dubbio, quindi correggimi se sbaglio: l'eremita dice che si nutre della vita, quindi se non si è nutrito del bambino ma lo ha solo riaccompagnato a casa... significa che il bambino era già morto! Per questo si era perso nella montagna, vicino al regno dei defunti? Ma allora quella lucina in più nella lanterna...? Che il ruolo di questo misterioso eremita sia proprio quello di accompagnare le anime nell'aldilà e il bambino non sia esattamente "tornato a casa"? Mistero.
Concludo facendoti i complimenti, a te per questa storia così affascinante e alla tua amica per il disegno bellissimo!
Ciao e alla prossima
KOM

Recensore Veterano
02/05/20, ore 18:41
Cap. 3:

Ti chiedo scusa per essere passata direttamente al secondo capitolo della raccolta, ma confesso di essere stata attratta dalla dicitura "dark fantasy". Le cose dark mi hanno sempre un po' affascinato e quindi eccomi qui. Parto dal disegno: molto bello, molto ben fatto secondo il mio modesto parere, soprattutto i lineamenti della mano che io personalmente ho sempre trovato impossibili da fare, mentre qui sono realizzati davvero bene e rendono perfettamente l'idea di una mano scheletrica come poi viene descritto nel racconto. Altra cosa che ho molto apprezzato è il modo in cui è stato colorato, le sfumature e il velo di blu che ricopre un po' tutto il disegno, non solo la lanterna e la veste, e dà al tutto un senso spettrale che si adatta alla perfezione all'atmosfera della storia.
Passando alla storia, anche questa è realizzata molto bene. All'inizio, nel descrivere il susseguirsi veloce dei pensieri del bambino, le domande che si pone, le ipotesi che fa, rendi alla perfezione il sentirsi "perso" del protagonista, fino a quando poi tutti i pensieri si fermano di botto quando avvista l'Eremita e sembra quasi dimenticarsi per il momento che si trova nel bel mezzo del nulla senza la più pallida idea di come tornare a casa in favore di lasciarsi andare alla sua curiosità bambinesca. Ho fatto un po' fatica a capire le frasi dell'eremita, ma penso comunque di aver capito la frase più importante: "Della vita, dicoti! Non della di voi morte, stolto.". Il finale mi ha sorpreso, perchè da quello che ho capito l'Eremita di nutre appunto della vita di ogni persona che salva e non della loro morte e non nel senso cattivo tipo "Ti risucchio la linfa vitale, quindi morirai ma molto lentamente", ma più come se si nutrisse della buona azione fatta in sè, senza recare alcun danno alle persone che salva.
Da un punto di vista tecnico, non ho nulla da ridire. A parte un errore di distrazione (c'è una "è" di troppo nella frase "Nonostante fosse ormai è arrivato molto vicino"), non ne ho trovati altri. Lo stile è fluido e scorrevole e si legge senza problemi. E' stata una lettura davvero piacevole. Complimenti e alla prossima, Baci.

 

Recensore Master
01/05/20, ore 09:52

Cara Npc,
sarei dovuta passare molto prima, ma la mole di cose che dovevo scriverti su questo capitolo era tale e tanta da richiedere una recensione sotto l’effetto della caffeina. Essendo un racconto delle origini di un dio, era giusto usare, come hai fatto tu, un tono che fosse a metà tra mito e fiaba e li comprendesse entrambi. Boklop passa dall’essere una sorta di potente folletto al divenire un dio, una creatura adorata e meritevole addirittura di un tempio e di una costruzione prestabilita. È interessante come il sacrificio rituale e simbolico della preda migliore diventi un punto di connessione tra lo strano dio astuto e i suoi adepti e ho amato particolarmente il passaggio tramite cui questo legame si rafforza: è quando i guerrieri cacciano con l’intelligenza di cui Boklop è signore (intesa nella sua accezione di astuzia e raggiro) che si viene a creare una connessione. I guerrieri hanno messo a punto la sua parola - se ne sono fatti testimoni.

È interessante vedere come l’ambizione o l’idolatria abbiano spinto la popolazione gerarchizzata ad ambire a un più stretto contatto che non è estraneo alle religioni: il piano supremo che condanna la popolazione e Boklop (e dopo tornerò su questo punto) è un inganno finissimo, volto a cacciare una preda che si rivela essere solamente uno specchio per le allodole. Il racconto che hai fatto si dipana in maniera chiara e risulta non solo coinvolgente, ma anche molto interessante perché viene messa su una recita (che si rivela essere una caccia per attirare un compiaciuto Boklop) che coinvolge tutta la popolazione, bambini compresi. Viene ingannata la pericolosa esca (molto bello che non si sappia quale animaletto fosse, se quello in braccio alla bambina o un altro), ma soprattutto viene ingannato il vero dio che risulta la prima vittima delle sue tecniche, generando il loop; è una scena non solo molto suggestiva, ma anche ricca di simbolo: come dicevo prima, a mio parere il gesto superbo, se vogliamo, della popolazione che vuole immolare Boklop a Boklop generando un cortocircuito si condanna, se vogliamo, alla diaspora. Poiché il dio impazzisce e non è né vivo né morto (o è entrambi, qui si potrebbe filosofeggiare), la popolazione finisce per abbandonare necessariamente la propria terra fondendosi (e perdendosi) con altre popolazioni e smarrendo la propria storia e identità. Certo, questa perdita è anche dovuta al fatto che, come mi spiegavi, qui parliamo di tempi divini e biblici che si contano in migliaia quando non milioni, ma è suggestivo che questa sfida che possiamo paragonare alla costruzione della torre di Babele rappresenti il massimo punto, l’acme, di questa furba società di guerrieri e anche l’inizio del suo declino.

Ora è il turno di Boklop: il dio immolato e sacrificato è suggestivo anche perché se ne trovano svariati esempi, anche se questo tuo è sui generis: Odino impiccato all’albero per nove notti ne è un esempio, così come il Salvatore della tradizione cristiana che muore per permettere ai suoi fedeli di raggiungere il Paradiso. Il corpo e il sangue della divinità rappresentano un forte collante, ma qui c’è qualcosa di più. C’è che Boklop, al contrario dei suoi “colleghi”, smarrisce la propria essenza divenendo puro caos. Quindi, per concludere, mi è piaciuta da impazzire, è ben scritta, profonda per quanto concerne i contenuti e no, di sera un papiro simile non potevo lasciartelo! ^^ Mi "dispiace" solo che sia in una raccolta e che rischi di perdersi, perché l'ho trovata davvero, davvero bella.
Un saluto ammirato e assolutamente a presto <3
Shilyss ^^

Recensore Veterano
28/04/20, ore 10:16
Cap. 2:

Ho un debole per raccolte, antologie, florilegi, sillogi, etc. Mi piacciono, insomma, le collezioni di cose contenute, sia che offrano la varietà di un insieme i cui elementi siano sostanzialmente svincolati o tenuti assieme da legami flebili (di genere letterario, o scelte stilistiche, o checchessia di non sostanziale), sia che si tratti di una serie tematicamente o narrativamente più coerente – à la Dubliners, per intenderci. Credo che, alla fine della fiera, il racconto breve o brevissimo, ed in una certa misura anche la novella, siano il terreno ideale per testare la destrezza di una penna o, nel caso del lettore, per apprezzarla. Inutile dire che, in questa tua, la destrezza della tua penna si palesa con delicata finezza, nella struttura e nel racconto essenziale, sviluppando il filo narrativo comico con grande garbo e centrando il bersaglio.



 



Questo tuo progetto, al di là dell’allentante prospettiva della varietas (confesso che la presenza di racconti comici in indice mi è saltata subito all’occhio ed è stata un canto di sirena!), offre anche l’attrattiva dell’essere concepito come una raccolta illustrata – e la complementarietà o coordinazione tra immagini e parole merita un apprezzamento indipendente, a priori. A proposito, ti prego di riferire i miei complimenti anche all’artista, sinora per l’indice graziosissimo e per l’illustrazione dello zampone di fauno che spunta dall’armadio.



Il tutto  – testo, illustrazioni, e la loro coordinazione – è molto curato e ben messo assieme, un piacere a leggersi e a vedersi.



 



Scoprendo le carte in tavola, devo confessare che io ed il fantasy ci siamo sempre annusati da lontano e ringhiando, con rarissime eccezioni. Credo di essere uno dei pochissimi casi umani che hanno letto Beowulf: The Monster and the Critics prima del Signore degli Anelli, per intenderci.  Che poi il Signore degli Anelli mi sia risultato indigesto, ma abbia amato alla follia Il Silmarillion, è un’altra storia – che però dà un’idea di come i miei gusti in fatto di fantasy siano assolutamente schizoidi. Però, ogni tanto ci riprovo e, qualche volta, mi imbatto in piacevolissime sorprese, come in questo caso.



Pur nella mia immensa ignoranza del genere, forse in virtù della qualificazione di “fantasy generico” di questo primo racconto e sicuramente in ragione delle tue scelte autoriali, ho immensamente apprezzato e riso di gusto, con una di quelle grasse risate di pancia, al tuo ribaltamento del topos lewisiano del mondo nell’armadio. Il sostituire a figure e metafore cristologiche ed al viaggio salvifico, il fauno eponimo che, con tutti gli attributi del caso, comunque porti il giovane esploratore a raggiungere una maggiore consapevolezza di sé (!), è stata una scelta brillante ed assolutamente esilarante. Hai saputo strumentalizzare al meglio in chiave comica le aspettative del genere, di quelle riconoscibili anche agli illetterati come me. Chapeau!



 



Questo tuo fantasy arguto, ben concepito, ben scritto e ben strutturato, mi piace, mi piace proprio tanto!

Recensore Master
28/04/20, ore 02:22

Ed eccomi qui per lo scambio del giardino.
Lo so, sono già all'ulltimo capitolo ma ammetto che essendo questa una raccolta sono sempre andata nei titoli che più mi ispiravano, spero che per te non fosse un problema.
Questo capitolo mi è piaciuto molto, ho trovato assai originale la tua idea di scrivere la storia tua e della tua collaboratrice di questa raccolta ma in stile fantasy, proprio come due fate, che è inoltre l'idea di questa raccolta, brava, hai avuto un idea bellissima, per non parlare degli oggetti quotidiani, come il cellulare persino facebook e Efp, sono stati trasformati e riadattati con nomi fiabeschi, non so come tu hai fatto ad avere tutta questa fantasia per i nomi ma devo farti i complimenti, è tutto terribilmente strabiliante. Inoltre pur essendo un racconto fantasioso quello in cui le nostre due protagoniste si ritrovano sono situazioni in cui tutti possiamo ritrovarci. A partire dall'idea della raccolta, la collaborazione e il blocco che entrambe, seppure in due giorni completamente diversi colpisce. Come capirle in quest'ultimo punto, quando il blocco arriva e le idee non ci sono il casino è presto fatto, puoi scervellarti e scervellarti ma non c'è verso, se l'ispirazione non vuole arrivare non arriva nemmeno se la preghi.
Che dire, davvero questo capitolo mi è piaciuto ancora più di tutti quelli che ho letto, proprio perché parla della storia di questa raccolta seppure in universo fantasy, hai proprio avuto un idea stupenda, dovresti farne tante altre in questo modo.
Andando ora allo stile come al solito nulla da dire, scrivi in modo fluido e scorrevole che non ti stanca mai, anzi metti sempre più curiosità di arrivare alla fine infatti così e stato.
Ora devo porgere i miei più sinceri complimenti a tutti e due: a te per i racconti e alla tua amica per i bellissimi disegni, come dici tu nella storia sono davvero stupendi e non deve avere paura, anzi spero proprio che abbia successo in questo campo, come anche tu, ancora complimenti ragazze, continuate così e a presto, ciaooo.

Recensore Veterano
26/04/20, ore 13:38
Cap. 3:

Ciao! Eccomi tornata dalla tua raccolta, che racchiude molte storie diversissime tra loro, sia come contesto che come atmosfere. Questa storia in particolare, pur nella sua semplicità, mi ha davvero rapita! Sei riuscita a trasmettere un senso di inquietudine, fascino e mistero sin dalle prime righe, nella descrizione del luogo in cui il giovane protagonista si è perso. Si percepisce subito tutta l'angoscia, la paura di questo bambino che non riesce più a trovare la strada di casa, per quanto cerchi di trovare punti si riferimento. E proprio quando ormai la disperazione lo assale, ecco arrivare in suo soccorso una misteriosa creatura. Ho adorato la descrizione che me hai fornito, sono riuscita a figurarmela perfettamente, nonostante si presenti come sfuggente (aggiungo inoltre, che il disegno della tua amica è bellissimo e rende alla perfezione! Complimenti!). Mi è venuto da sorridere ad immaginarmi questo povero bambino che giustamente ha difficoltà a comprendere un tipo di linguaggio cosi antiquato e lontano dal suo XD l'Eremita per sua fortuna non sembra intenzionato a fargli del male (per ora) e lo conduce sano e salvo a casa. Così, il nostro protagonista ha rischiato davvero di morire e si trovava al confine col mondo dei vivi, davvero inquietante e suggestiva come cosa! Molto bella anche la scena conclusiva, con l'Eremita che riprende il cammino, stavolta con una luce in più nella sua lanterna: perciò, se ho capito bene, quelle luci sono le vite dei viandanti che ha soccorso e che gli vengono offerte in cambio di aiuto? Beh, d'altronde, come spesso accade quando ci sono di mezzo creature soprannaturali e fatate, bisogna sempre stare molto attenti a non lasciarsi trarre in inganno! Complimenti, questo racconto mi è piaciuto moltissimo!! Alla prossima!

Recensore Master
26/04/20, ore 13:10

Ciao, eccomi qui a ritornare con piacere su questa raccolta! ^^
Innanzitutto, fai i complimenti ad Erika per questo disegno, che è meraviglioso. Adoro quando vengono ritratti i personaggi femminili, soprattutto se c'è un'ambientazione fantasy di mezzo, e lei ha saputo disegnare perfettamente la regina sul suo trono a forma di drago dandole anche una carica di astuzia, sensualità e malignità. 
Meno male che ha risparmiato Lorne, lo umiliato pubblicamente ma ha dimostrato di non farsi fregare da nessuna. E' stata spietata, furba e attenta. Leggevo molto incuriosita sia per il pensiero che fosse un racconto dark, sia perchè mi interessava l'idea di questo matriarcato con le donne che dominavano e sposavano uomini che al massimo rimanevano re consorti. Immaginavo sarebbe accaduto qualcosa, ma non sapevo cosa, i pensieri di Lorne scorrevano e io ero quasi più curiosa di lui (anche perchè lui era ben deciso e si vedeva) ma non sapevo cosa lei avrebbe potuto chiedergli, fino a che la regina non ha posto la domanda per esigere la sua voce, e Lorne ha abbandonato la sua ambizione.
Colpo di scena! Molto forte, questa regina, molto decisa e furba, mi è piaciuta, l'ho adorata!
Lorne era il classico uomo ambizioso di cui hai fatto una bella caratterizzazione, però ho amato il fatto che la sua magia si basasse sulla sua voce e sulla sua musica, così come l'idea che lui aveva di portare nuovi servi alla regina. Ma lei ama troppo stare da sola, si capisce, senza parassiti o idioti intorno. Mi ha ricordato molto la regina Elisabetta I, sai?
E' molto intrigante, maliziosa... mi piacerebbe leggere altro di lei, ecco! ^^
Anche questo racconto mi è piaciuto tantissimo e mi hai fatto immergere nel fantasy più puro, è stato un vero piacere. Hai creato delle immagini molto belle.
I sogni di gloria di Lorne lo hanno fatto apparire come uno stupido, però non lo ritengo idiota, era comunque un personaggio tosto prima che la regina lo fregasse con così tanta eleganza. Non li hai trattati con superficialità, anzi, mi hai permesso di entrare nella psiche di entrambi e di apprezzarli, così come ho apprezzato tanto questa piccola shot.
Molto brava e molto interessante come capitolo, complimenti!

Recensore Master
22/04/20, ore 19:00
Cap. 12:

Ciao Npc!
Sono arrivata qui partendo dall’inizio – perché bisogna sempre partire dall’inizio – e devo dire che questa shot mi è piaciuta. C’è un’interessante variante della nascita e consapevolezza del divino: Boklop è un vizioso e molto poco affascinante folletto mezzo rana e mezzo uomo, d’accordo, ma ha alcune caratteristiche ambigue: in un primo tempo ho pensato che fosse una creatura magica come un’altra, elevato al ruolo di idolo perché fa quel passaggio che va dal personaggio storico al dio. Secondo questa interpretazione, Boklop è una creatura magica qualunque che, assurta al ruolo di guida da una popolazione inferiore come quella umana, si diverte a guardare questa perenne soap opera che è l’esistenza terrena degli uomini. L’altra interpretazione è che Boklop sia effettivamente qualcosa di più perché non ha una femmina della sua specie con cui procreare ed è solo, come la divinità. E non sa da dove viene, pur essendo un nobile (quindi sono le sue capacità a renderlo tale nella gerarchia delle fate, se non il sangue). Eppure lui ha, a sua volta, un pantheon di riferimento. Mi incuriosisce anche un altro fatto, cioè che i suoi poteri aumentino, quasi come se l’attribuzione da parte dei suoi sudditi/fedeli rendesse vera la finzione. È intrigante questo concetto e questa recensione diventerebbe assai più lunga se mi concentrassi su questi aspetti, ma vorrei rimanere nel focus.

All’inizio del capitolo c’è una lunga considerazione del folletto circa i vizi, grazie a cui comprendiamo immediatamente qual è il punto di visto di Boklop circa gli umani, i mortali. È un essere antichissimo e immortale per i nostri canoni che si diverte nel cogliere la necessità di un ordinamento morale di questi ultimi e credo di aver colto – però, ti prego, correggimi se sbaglio, spesso tendiamo a cercare ciò che ci piace nei testi che leggiamo – un discorso di età di questi mortali, di ere lunghissime che passano: Boklop ascolta ciò che gli uomini hanno da dire sui vizi, si fa la sua idea, si rintana nella sua foresta, educa gli uomini serpente e poi, solo poi diventa il dio-re di quest’altra società in erba che deve prosperare e che prospererà, non sappiamo ancora come, grazie a lui. Il tono stesso di questa shot è pacato come quei racconti di tempi perduti – mi piace, sì ^^.
Un caro saluto e complimenti,
Shilyss