Ciao, sono qui per lo scambio dell’ABC del Giardino.
Ho dato uno sguardo a svariate storie della tua raccolta, avevo intenzione di leggere quella sui changeling, ma alla fine mi sono soffermata su questa.
Ti faccio innanzitutto i complimenti per non aver trattato il Piccolo Popolo nella sua versione più edulcorata, che francamente mi piace pochissimo. L’aspetto grazioso delle fate è uno specchietto per le allodole e spesso sono maliziose e gratuitamente crudeli nella mitologia irlandese. E poi, come giustamente ci proponi qui, esistono anche creature più brutte, più sconosciute, poco amate perfino dai loro cugini. Sebbene sia affascinata dalle leggende legate al Piccolo Popolo, non credo di ricordare di aver letto dei Crocchiarossa, quindi un doppio grazie per avermi dato una nuova immagine nella mia collezione.
Passando alla storia, un primo punto a favore va senza dubbio alla ricostruzione storica. Quando gli si da un contesto, tutto risulta molto più credibile, e il dettaglio dei nomi e della fase lunare mi sembrano un tocco davvero otttimo: sono quelle piccole pennellate di luce che fanno risaltare il Quadro, alla fine.
Ho trovato davvero bella l’idea di fare un parallelismo tra l’essere umano, Hubert, e il Crocchiarossa. Appartengono a mondi differenti, non si conoscono, l’uno vede l’altro come poco più che cibo (o forse poco meno?), viceversa l’umano vede soltanto uno gnomo deforme, nero, mostruoso. Potrebbero vivere entrambi la loro vita senza dover mai interagire, ma la morte del fratello di Hubert unisce per un attimo le due creature.
Hubert prova orrore per lo scempio del corpo di Guillaume, perchè già la morte toglie dignità ai corpi, ma questo li spersonalizza ulteriormente, li distrugge, è come un ultimo affronto a quello che era stato in vita. L’amore e il dolore che prova Hubert è descritto bene, perfino visto tramite gli occhi del Crocchiarossa. Il quale forse è poco più che una bestia, ma non è assolutamente insensibile e associa il pianto e la sensazione di tristezza alla Perdita di uno dei suoi compagni. Si rende conto, percepisce qualcosa, come una vibrazione. Ed è mosso a pietà. Questa è una parte molto bella, perchè si priva di quello che per lui è solo un cibo perchè sente il dolore dell’umano. E’ forse un moto istintivo, un’azione basata su una sensazione immediata, ma allo stesso tempo denota un profondo senso di comunione con l’ambiente che credo sia una delle caratteristiche proprie del Piccolo Popolo.
E’ molto triste pensare che Hubert in lui non veda altro che un mostro che ha privato il corpo del fratello della testa, e che invece di comprendere, aggredisce. Forse per rivalsa, per orrore, o forse soltanto per la paura di tutto ciò che non conosciamo e che ci appare di difficile comprensione: questo, un sentimento del tutto umano e terribile. Gli esseri umani sono abituati a distruggere più che a salvaguardare, a odiare tutto ciò che provoca scompiglio nel loro tentativo di ordinare il mondo. E un Crocchiarossa agli occhi di un uomo è ancor peggio che una bestia, perchè umanoide e grottesco. Questo è un concetto triste ma molto attuale: la paura di tutto quello che è diverso e che rivedo nella ghettizzazione degli ebrei, nel bullismo, nel considerare come inferiori gli amori omosessuali.
L’aggressione termina nella morte del Crocchiarossa, colpevole solo di essere ciò che è: uno spazzino che si ciba dei cadaveri. Il suo ultimo pensiero è triste e molto vero… cioè che spesso la Gente Alta non conosce l’amore, non è capace di sentire, nel senso più profondo della parola.
Una bella storia, triste, ma densa di significato e di metafore. Mi è piaciuta moltissimo.
Ultima menzione, visto che sono una disegnatrice anche io, per il disegno. Mi piace molto il puntinato delle ali del barbagianni per dare profondità e volume. I tratti sono semplici ma precisi, e penso che la pennellata di rosso/arancio che è stata data sia un bel tocco: richiama il tramonto, ma anche il sangue del campo coperto di cadaveri.
Complimenti ad entrambe :) |