Recensioni per
Inktober 2019 - Faerie
di NPC_Stories

Questa storia ha ottenuto 117 recensioni.
Positive : 117
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
21/09/20, ore 18:28

Storia bellissima, breve quanto d'impatto, ma ci sono rimasto malissimo per il finale. Ero lì che mi dicevo " Estrai la spada e taglia la mano!"
Credo proprio che ad ucciderla più che il nemico sia stata la sua pietà, che mi vien da dire l'abbia portata a non considerarlo più una minaccia e quindi a distrarsi.
Ho molto apprezzato il combattimento di cui ci presenti le mosse conclusive, dando una buona rappresentazione delle tattiche usate e di come un vantaggio possa non essere tale. Dopotutto aver pensato alle sue ninfee è stato un magnifico e involontario bluff.
Avesse saputo che lui le leggeva la mente e avesse tentato di ingannarlo con pensieri "finti" credo che l'effetto non sarebbe venuto altrettanto bene.
Altra parte che ho proprio apprezzato è stato la descrizione dell'odio di Sszarek, su come lui abbia sacrificato tutto per avere sempre più potere.
Davvero una storia che colpisce.

Recensore Veterano
21/09/20, ore 11:58
Cap. 16:

Ciao, questo racconto mi ha colpita molto.
Innanzitutto, adoro quando in un contesto storico vengono introdotti elementi fantasy in maniera così naturale, come nel tuo caso. Ancora una volta, protagonista è il Piccolo Popolo (anche se il Mad Sweeney di Neil Gaiman mi ammazzerebbe se li chiamassi cosi ahahah). Questi esserini, che onestamente ignoravo, sono abbastanza ripugnanti, però allo stesso tempo sono a loro modo anche utili: come gli animali spazzini, insetti compresi, fanno parte di quello che è il ciclo naturale. La morte toglie e allo stesso tempo dona.
Ovviamente però Hubert è un soldato francese e cristiano, ha una concezione della vita e della morte molto diversa rispetto a quello che era il mondo pagano. Mutilare un cadavere è, oltre che un insulto verso un membro della sua famiglia, anche un insulto verso la vita stessa, probabilmente verso Dio.
Ho trovato molto toccante e realistica la sua reazione alla morte del fratello, trovò che tu abbia fatto un ottimo lavoro nel descrivere le sue emozioni senza risultare ridondante. Una frase mi è piaciuta particolarmente: "Per un attimo la sua psiche vacillò, nuda davanti alla verità della morte" . Mi sono trovata anche io a rappresentare una scena simile in una storia e non è mai una cosa facile restituire al lettore le sensazioni provate da un personaggio in una situazione del genere, ma tu ci sei riuscita. Persino il Crocchiaossa non può restare indifferente di fronte al costernato dolore del soldato. Ammette di non capire gli umani, di non aver mai visto in loro qualcosa di diverso dal cibo. Mi è piaciuta la considerazione che ha fatto quando ha realizzato che quando stanno in piedi si sfondano di botte e poi quando cadono a terra si disperano come se rivogliano indietro quello che hanno perso. Alla fine è una considerazione semplicistica ma assai pertinente soprattutto se partorita da un essere così "semplice" come lui. Un essere la cui vita ruota solo attorno al nutrirsi. In uno slancio di umanità che per i suoi simili sembra innaturale, cerca di consolare il soldato, finendo solo per aumentare il suo senso di rabbia e disgusto. Hubert giustamente reagisce come chiunque sano di mente reagirebbe e lo ammazza. Be', minimo direi XD già in una situazione normale uno avrebbe un mezzo shock a vedersi davanti una creatura del genere, se poi ti è morto un fratello e ti viene portata la testa mangiucchiata...un po' ti sale il sangue al cervello! XD
Ovviamente, queste sono emozioni troppo complesse per un essere che si è appena accorto di cosa sia la sofferenza derivante da una perdita.
Bel racconto, crudo e dark come da premessa.
Alla prossima!

Recensore Veterano
18/09/20, ore 08:50
Cap. 15:

Oooh ma che bello, in questo racconto ci sono i leprecauni! *-*
Adoro le storie che attingono direttamente dal folklore, e nel tuo caso si vede sempre una grande attenzione ai dettagli, frutto sicuramente di attente ricerche. È sempre una cosa che apprezzo moltissimo!
"Il giovanotto amava considerarsi scaltro come una faina" e qui ho riso un sacco, perché ho pensato che Crónán avesse escogitato l'inganno della cadrega (ti pregò dimmi che lo hai scritto di proposito! ) 😂😂
Allora, ci troviamo di fronte un personaggio ancora una volta molto sicuro di sé e, come ormai ho capito, certi personaggi nelle tue storie non fanno mai una bella fine!
Cronan è il classico ladruncolo di strada che pensa di poter fare il colpo del secolo. È un attento osservatore e si accorge subito che qualcosa in quel mite vecchietto non quadra.
E ovviamente, il vecchietto si rivela essere un leprecauno.Mi è piaciuta molto la descrizione che ne hai dato, in poche parole sei riuscita a farmelo immaginare perfettamente e ho anche apprezzato che tu abbia ricordato che secondo una tradizione più antica il folletto verde non fosse affatto verde. Sembrerà una fesseria, ma sono dettagli che ammiro molto, io stessa ho riscoperto un sacco di cose interessanti sulla storia dei colori e dell'evoluzione dei loro significati durante la stesura della mia tesi, anche grazie ai bellissimi saggi di Michael Pastoureau.
Ok, sto divagando XD
Naturalmente mi aspettavo il plot twist finale, perché ormai mi hai abituata bene ahahah e infatti ecco che, come da tradizione, l'oro del leprecauno si rivela essere un pacco napoletano a tutti gli effetti 😂 non vorrei essere nei panni di Cronan quando i negozianti si accorgeranno della truffa.
Questo racconto è molto carino, sarebbe un'ottima fiaba per bambini, anche perché nasconde anche una morale: deruba la persona sbagliata -soprattutto se é un simpatico vecchietto con una mucca - e saranno cavoli amari, fidati.
Complimenti ancora una volta!
A presto :*

Zob

Recensore Master
12/09/20, ore 13:17
Cap. 2:

Ciao cara, eccomi qui per lo scambio libero. Questa shpt è molto carina e ti strappa il sorriso. Il richiamo alle cronache di narnia si vede solo nella parte finale e mi piace molto questa tua parodia! Gylas scopre di essere gay proprio grazie al fauno (e non faccio fatica ad immaginare come abbia fatto scoprirlo) e l'equivoco che si crea con la cugina quando lo vede sbucare fuori dal suo armadio è stato fantastico, per non parlare della reazione del monaco! Peccato questa shot non abbia un seguito.
A presto.

Recensore Veterano
09/09/20, ore 17:06
Cap. 16:

Ciao =) Ok, wow, anche questa mi è piaciuta davvero tanto. Hai un modo di sorprendere il lettore molto particolare, perchè la fine di questo racconto è prevedibile nel senso che quando la leggi, quello che succede ti sembra la diretta conseguenza degli avvenimenti, nel senso che ti viene da dire "ovvio, non poteva andare diversamente. Hubert ha avuto la reazione più naturale", ma poi invece mi ha sorpreso, perchè fino a quel momento mi avevi cullata in una sorta di calma, mentre descrivi questa creaturina che per la prima volta inizia ad avere una riflessione più profonda e si ritrova a provare tristezza e compassione e così alla fine ti aspetti un lieto fine per lei. Cioè, mentre all'inizio mi è venuto naturale simpatizzare con Hubert, con il procedere del racconto hai totalmente ribaltato le carte in tavola e l'"antagonista", per così dire, non è più la creaturina ma Hubert stesso. Eppure allo stesso tempo non è un antagonista nel vero senso della parola perchè resta pur sempre una persona che soffre, è spaventata e arrabbiata e questi sentimenti lo riducono al limite di una bestia. E' bellissima l'ultima parte dove i ruoli dei personaggi stessi vengono ricambiati, con gli esseri umani descritti come bestie che si attaccano a vicenda e basta e le creaturine, invece, che si dimostrano più umane di loro, perchè semplicemente mangiano i cadaveri come è di loro natura, ma non si ammazzano a vicenda senza motivo. Non so se sono riuscita a spiegarmi, perchè ancora una volta con un breve racconto sei riuscita a suscitarmi tante emozioni e tantissime riflessione da fare. Davvero tantissimi complimenti anche per questo! Alla prossima, Baci.

Recensore Veterano
03/09/20, ore 16:59
Cap. 14:

Ciao, eccomi tornata dalla tua raccolta ^^
Questo racconto l'ho trovato interessantissimo, e come sempre sono curiosa di scoprire tutto sui personaggi che qui hai solo accennato, in particolare sulla Regina Corvo *-* la storia ha il sapore della fiaba, una fiaba dark, di quelle che piacevano tanto ai fratelli Grim, per intenderci: c'è proprio tutto direi, c'è un cavaliere senza macchia, coraggioso ma arrogante, c'è un'antica e foresta piena di segreti e magie, c'è la missione dell'eroe...e c'è pure la "principessa" XD solo che in questo caso i canoni vengono completamente ribaltati: non è lei ad essere in pericolo, anzi è esattamente il contrario. Il nostro Leo si presenta molto sicuro di sé nonostante la giovane età: è determinato a mantenere il potere e a svolgere il suo compito nel modo migliore possibile, questo denota da un lato una grande ambizione, ma dall'altro anche una certa dose di astuzia e prudenza, soprattutto nel non offendere le credenze popolari per evitare di inimicarsi i contadini. Insomma, è pronto a ricoprire appieno il ruolo del paladino, ma ignora completamente che per lui ci sono altri piani in serbo. Alle sue spalle, così come alle spalle di chi lo ha preceduto, anni fa fu stipulato un patto che garantisce la prosperità di ben due popoli. Qualcosa di mooolto più grande di lui, un progetto di cui lui alla fine non è che una pedina.
Ed ecco che anche la nostra Regina misteriosa si appresta a portare a compimento il suo dovere, all'insaputa del povero Leo. Mi è piaciuto molto il modo in cui hai saputo giocare con questi topoi per creare qualcosa di completamente nuovo, mantenendo alta la tensione dall'inizio alla fine. Sin dalle prime righe ho intuito che Leo sarebbe incappato in un qualche guaio con la sua eccessiva sicurezza ( e per questo devo ringraziare George Martin, maestro di vita XD) ma il finale è stato comunque un gran bel colpo di scena. Mi aspettavo che Leo morisse male, e invece dopotutto, se la caverà con qualche graffio, forse. eheheh.

Recensore Master
02/09/20, ore 21:09
Cap. 12:

Una storia interessante da leggere che mi permette di conoscere la storia dietro al tuo avatar, di cui ti chiesi notizie tempo fa.
Boklop è sicuramente un personaggio molto ben delineato, niente di lui è banale e attira l'attenzione del lettore suscitandone la curiosità per le sue contraddizioni. Ha grandi doti, eppure non le sfrutta in nessuno dei modi che ci si aspetterebbe.
Non cerca potere, ma vuole solo vivere sereno. Tuttavia è un manipolatore per divertimento, entra in contatto con gli umani gli aiuta o insegna in qualcosa e scompare stando a vedere come si evolvono nei secoli dopo la sua interferenza. Per certi versi possiamo dire che compi un'esperimento sociale. Lui non li aiuta dopo, lasciando pure che qualcuno di loro venga divorato quando capita. Questa contraddizione si manifesta poi nei titoli che le vengono date, dio dell'abbondanza e dell'inganno. Che poi a pensarci non vedo perchè le due cose non dovrebbero essere collegate: niente come l'abbondanza di un regno porta i sudditi a complottare gli uni contro gli altri. Non che succeda nella povertà, ma dove c'è ricchezza è molto più facile.
Molto bello il finale con lui che forse diventa un dio ma solo forse, sente solo il suo potere aumentare e sa che questo potrebbe anche essere dovuto agli umani. In ogni caso ancora una volta, guidato dalla propria natura pigra, non fa niente e perchè dovrebbe? E' felice dove si trova, quindi non ha motivo per cambiare.
Un personaggi proprio interessante.

Recensore Veterano
28/08/20, ore 12:49
Cap. 13:

Questo racconto è stato terrificante da leggere. Ovviamente, non mi riferisco al tuo modo di scrivere, che rimane sempre impeccabile e piacevole, quanto al contenuto. Il mondo che hai dipinto, in maniera davvero accurata e vivida, è un mondo crudele e spaventoso, un mondo in cui davvero non vorrei mai vivere! Il piccolo Tek’ryn è vissuto circondato da un odio che avverte come insensato e con un dono sulle spalle che però ha tutto l'aspetto di una vera maledizione. Mi è piaciuta tantissimo la descrizione del vero aspetto dei suoi familiari, reso manifesto dalla vista magica, che ne mette in luce tutti i sentimenti più crudeli e tutte le brutture del loro animo corrotto. Ho trovato anche interessante l'excursus sul funzionamento della società drow, una società dove per una volta nascere uomo equivale a dover occupare i gradini più bassi, il che però mi sembra quasi una fortuna alla fine, visto che le donne al potere qui sono peggio dei serpenti e pronte a pugnalarsi alle spalle anche tra sorelle. La Matrona è forse la più terribile di tutte, scaltra e calcolatrice, fredda e spietata nella progettazione del suo piano e della vita del povero Tek’ryn, colpevole solo di essere nato con poteri che non ha chiesto. Mannaggia ai due maghi del precedente racconto! Molto dolce il momento in cui il piccolo drow ricorda, nei suoi sogni, i momenti in cui gli spiriti che lo possiedono erano liberi nei rispettivi elementi, e circondati da amici. In un certo senso, attraverso quei sogni, Tek’ryn può almeno vivere un assaggio di libertà e di affetto. Mi auguro davvero che la Matrona non riesca nel suo intento e che Tek’ryn possa liberarsi dalla sua condizione, magari scatenando contro di lei i suoi poteri. Che destino infelice che lo attende!
Un racconto bello tosto ma molto interessante, spero di leggere ancora di questo personaggio a cui sento già di voler bene. Non essere troppo cattiva con lui ehehe
Alla prossima!

Zob

Recensore Veterano
18/08/20, ore 10:31
Cap. 12:

Ciao! Eccomi di ritorno su questi lidi, mi era mancata questa raccolta!
Ho trovato questo racconto molto interessante, e in un certo senso apre anche parecchi spunti di riflessione. Sarà che ho una passione per lo studio delle religioni, e trovo interessante vedere come attraverso i secoli il rapporto tra gli uomini e il concetto di divino sia cambiato adattandosi anche ai cambiamenti della società e alle sue nuove esigenze.
In questo caso, assistiamo alla nascita di una nuova divinità. Boklop è un personaggio molto diverso dal concetto di dio padre a cui solitamente siamo abituati. È un personaggio grigio, né completamente buono ma nemmeno cattivo, un personaggio che si affaccia al mondo degli umani spinto da curiosità e non dal desiderino di imporre dogmi e di sottomettere o di seminare caos. Lui si limita in un primo luogo ad osservare queste creature così semplici e fragili ( visto che effettivamente qualunque cosa potrebbe farli fuori eheh) e ad intervenire quando lo ritiene opportuno. Il suo è un comportamento molto simile a quello di un bambino curioso più che ad un'entità antica come il mondo. D'altronde, per un essere magico e antico effettivamente gli uomini sono dei neonati. Interessante anche la considerazione che fa sui vizi, visti dagli umani come qualcosa di sbagliato ma allo stesso tempo qualcosa di cui non possono fare a meno. È il paradosso su cui si fonda la nostra società, che condanna quella che fondamentale è la natura umana, che proprio perché umana è imperfetta. Boklop ha capito che il vizio è parte integrante dell'essere umano e perciò non lo condanna, anzi, ne è affascinato, sebbene il vizio della lussuria per lui sia impossibile da applicare visto il suo aspetto non proprio gradevole. Eppure, riesce a farsi apprezzare e poi addirittura idolatrare dagli uomini, che nella loro semplicità hanno visto qualcosa di straordinario in un essere che rispetto magari a molte altre creature magiche di straordinario ha poco. Ma è proprio la fede e forse l'amore incondizionato di queste creature ad accrescerne i poteri, forse perché ne aumentano l'autostima, chissà! Bokrop non si sente tagliato per fare il dio, sa bene che esistono esseri molto più potenti e forse competenti di lui per svolgere questo incarico, ma dato che il popolo su cui veglia ha a quanto pare esigenze molto semplici da soddisfare, decide comunque di prestarsi a questo compito. In fondo, l'importante è che abbia cibo a sufficienza e possa sonnecchiare in santa pace nella sua foresta!
Sarebbe interessante vedere come si potrebbe evolvere il rapporto tra Bokrop e i suoi fedeli con il progredire della tecnologia e della scienza degli uomini e il conseguente allontanamento di questi dal divino, che è poi quello che storicamente è successo per la maggior parte dei popoli nel nostro mondo.
Un saluto cara, complimenti e alla prossima!

Zob

Recensore Veterano
28/07/20, ore 20:23
Cap. 11:

Ciao, rieccomi tornata ad immergermi nel mondo di Forgotten Realms, un mondo che a quanto ho capito è popolato da creature davvero singolari! I gatti volanti devono essere creature adorabili, spero di imbattermi in un racconto su di loro!*-*
Ma andiamo con ordine. Beith è un personaggio secondo me ben costruito; non é completamente positiva o negativa, ma ha una sua morale in un certo senso. Il suo modo di comportarsi é ambiguo, e in oiù di un'occasione non esita ad approfittarsi delle persone per ottenere ciò che vuole (anche di chi é stato gentile con lei) ma, con una vita come la sua alle spalle, fatta di sppprusi e schiavitù, come non capirla? La passione per i gioielli (ma non per le perle, per carità!) la porta a tentare un'impresa a dir poco folle! Certo, è vero che, secondo lo stereotipo più classico, in questo tipo di racconti le guardie sono a dir poco incompetenti eheh ma ha avuto davvero fegato ad arrampicarsi fino alla "stanza più remota della torre più alta" cit. pur di accaparrarsi un paio di orecchini! Pare proprio che per un elfo il richiamo di ciò che luccica sia irresistibile!
Mi ha fatta sorridere la reazione repentina di Beith ad una situazione imprevista: si è dimostrata molto scaltra nel convincere la principessina di essere una sua ammiratrice un po' troppo entusiasta XD dal canto suo, la principessa ha dovuto ammettere a sé stessa che sposare un tizio su costrizione non è proprio il massimo a cui una donna possa aspirare. Ora non posso fare a meno di chiedermi se il seme del dubbio che Beith le ha insinuato la porterà effettivamente a prendete posizione e a ribellarsi, oppure se la poverina alla fine dovrà comunque sottostare alla volontà della famiglia e alla tradizione, conservando il ricordo di quel bacio rubato e inaspettato e vivendo di rimpianti. Spero ovviamente per la prima! Come sempre il racconto è stato scorrevole e piacevole da leggere, per quanto io sia in genere più per il "show, don't tell", in questo genere di racconti te la cavi egregiamente, ottimo lavoro!

Zob

Recensore Veterano
23/07/20, ore 15:00

Ciao, rieccomi di nuovo su questa bella raccolta!
Mi è piaciuto molto come hai delineato fin dalle prime righe il personaggio di Lorne. La presunzione è il suo atteggiamento preponderante, si capisce innanzitutto dai suoi pensieri sull'ultimo nemico che ha sconfitto, il più forte ma non forte come lui, ma anche e soprattutto da come considera i membri della sua specie. I gloura sono una razza pacifica, i suoi membri sono fondamentalmente buoni ma, siccome lui non lo è, tutti loro sono "sbagliati". Quella giustificazione riguardo alla vita sotterranea e permeata dall'oscurità che usa per definirsi come l'unico "normale" della sua razza mi sembra un tentativo di arrampicarsi sugli specchi.
Sempre accecato dalla sua presunzione, si è concentrato di più su cosa avrebbe fatto dopo essere diventato re, piuttosto che a cosa la regina avrebbe richiesto come pegno. Certo, si era preparato un sacco di "vie di fuga" complesse per qualunque richiesta, ma forse proprio per questo gli sono sfuggite quelle semplici. Dopotutto, cosa c'è di più importante per un bardo/incantatore se non la sua voce? E' così ovvio che nemmeno ci aveva pensato.
E così, l'ambizioso e presuntuoso Lorne ha incontrato qualcuno più furbo di lui che gli ha tarpato le ali (il gioco di parole mi è sembrato azzeccato).
Che dire, anche questa oneshot mi è piaciuta molto, i personaggi che crei sono sempre davvero molto interessanti e Lorne, con i suoi difetti, è senza dubbio uno di questi. Tanti complimenti a te per la bella storia e a Erika per il bellissimo disegno della scaltra regina Mab!

Recensore Veterano
03/07/20, ore 15:48

Non so bene come iniziare questa recensione. Una cosa è certa, però: questo racconto mi è piaciuto, tanto. Mi ha catturata, intrigata, trasportata in un momento, anche se breve, magico ma dalle tinte scure. Il protagonista, Robin, è solo un bambino e mi ha comunque affascinata. Non è un personaggio positivo, ma questo non lo rende meno affascinante. Mi piace come, in poche parole, sei anche riuscita a dare una sorta di contorno al personaggio, a far intuire i possibili motivi per questa sua cattiveria, che risiedono forse nel risentimento che prova nei confronti della famiglia, nel trattamento che riceve dai compagni e mi affascina perchè non sono elementi che fanno necessariamente diventare una persona cattiva, ma ogni persona ne viene influenzata in modo diverso e mi porta a chiedere se magari questa oscurità è davvero insita in ognuno di noi e per ogni persona, le circostanze necessarie a portarla fuori sono diverse e mai le stesse. C'è forse un po' di oscurità in più in una persona e meno in un'altra? Come è possibile che tu mi faccia venire certe riflessioni con un racconto tanto breve? E' una cosa che adoro  *-* Poi mi piace davvero tanto come riesci a trasportarmi nella storia così facilmente. Mi sembrava di essere proprio lì, affianco a Robin, mentre parla con lo gnomo. E dopo, quando è in atto la sua esecuzione, quel ghigno nel momento in cui il cappuccio gli viene infilato sulla testa mi ha messo i brividi! Proprio a doverci trovare una pecca è che mi sarebbe davvero piaciuto saperne di più, sulla sua vita da adulto e cosa succede dopo la sua morte. Diventa davvero un folletto? E il fatto di non ricordare nulla, immagino sia quella cosa che spesso accade con questo tipo di patto, che non sempre va come vuoi; Robin mi ha dato l'impressione di volersi vendicare, ma non potrà farlo perchè non si ricorderà delle persone che gli hanno fatto un torto. Però allo stesso tempo, se è stato così terribile in vita, mi domando cosa mai potrebbe fare come un folletto, se sarà altrettanto cattivo per natura o sarà diverso perchè appunto non ricorderà nulla della sua vita da umano, comprese quelle esperienze che lo hanno fatto diventare malvagio. Poi per lo stile non ho davvero altro da dire oltre ciò che ho già detto. Ottimo, pulito, scorrevole, davvero un piacere da leggere. Ripeto, è un racconto che mi è piaciuto davvero tanto, complimenti! Alla prossima, Baci.

Recensore Veterano
29/06/20, ore 20:13
Cap. 10:

TU sei un genio ahahahaha
Ho adorato questo racconto, ho adorato il mondo così folle ma al tempo stesso coerente che hai ideato, e ovviamente ho adorato i Kittenfolk. No seriamente, come biasimare Ylaria? Sono adorabilli e al tempo stesso cazzutissimi! La prima cosa che ho pensato di Mrrush è che lo vorrei come mio alleato per la conquista del mondo...poi però mi sono ricordata che ho un cane e mi sono detta che non avrebbe fatto per niente una bella fine (il mio cane XD). Mrrush è combattivo e fiero e ho amato il fatto che il tono della storia sia paradossalmente così serio, epico in alcuni momenti, eppure le battute scambiate tra i micini mi hanno fatta sorridere più di una volta. Vista dal punto di vista di un gatto, effettivamente la terra che abitano è un vero incubo (ohi ohi, Corte Unselie? Possibile crossover con l'altra storia della raccolta? :D) non li biasimo per il loro timore verso tutto, visto che potenzialmente tutto potrebbe ucciderli. Ho davvero amato che pur essendo umanizzati abbiano conservato le caratteristiche tipiche dei gatti, come il fatto di detestare l'acqua, di fare continuamente pisolini, ma soprattutto, di incantarsi a fissare il niente (lì sono MORTA). Inutile dire che anche questo racconto è filato liscio come l'acqua, me lo sono divorato in un sol boccone. Chissà come sarà la convivenza degli abitanti dell'Oasi con i nuovi inquilini pelosi...già me li vedo a rovesciare cose da sopra i mobili senza motivo e a rifarsi le unghiette sui divani AHAHAHAH
Sei stata grande, hai un umorismo che apprezzo tantissimo
Al lardo...cioé, alla prossima! XD

Zob

Recensore Veterano
25/06/20, ore 16:22

Ciao, scusa il ritardo! ^^'
Parto col dire che l'illustrazione a inizio capitolo è splendida...cioè, sono tutte bellissime, quindi complimenti alla tua amica, ma questa mi è piaciuta particolarmente, perché già vedendola si capisce che ci troviamo di fronte ad una storia molto toccante.
E in effetti quella di Gobeith è davvero una storia tragica. Ancora una volta ci troviamo nel mondo di Forgotten Realms, ma non ho fatto fatica a comprendere lo scenario in cui hai ambientato la vicenda: ci troviamo in un regno popolato da umani e creature ibride, come appunto la nostra protagonista, minacciato da esseri senza scrupoli e "serpentiformi" che fanno il bello e il cattivo tempo razziando e rapendo innocenti. Ma Gobeith non ci sta ed ecco che abbandona la vita pacifica per impugnare le armi. Mi piace come tu abbia preso lo stereotipo della guerriera, lo "strong female character" e le abbia dato uno spessore psicologico nuovo e originale: Golbeith non è mossa banalmente da una furia vendicativa (come molte eroine di cui mi è capitato di leggere) lei ha un animo pacifico e lotta suo malgrado per una giusta causa, per il proprio popolo e per poter avere una vita felice con la sua famiglia. Mi ha ricordato un po' Eowyn de il Signore degli Anelli, con la sua fierezza e il suo voler lottare fino alla fine.
Molti toccanti i ricordi della sua terra, delle sue amate ninfee che con tanto amore coltivava. Alla fine, riesce comunque nel suo intento e si sbarazza del nemico, ma questi riesce comunque ad ucciderla. Una morte gratuita e inflitta solo per il piacere di elargire dolore e odio, ma Golbeith si dimostra più forte del suo avversario anche in questo: lui è morto senza aver ottenuto nient'altro dalla vita che sofferenze, mentre lei ha avuto tanto per cui lottare e vivere ed è morta col ricordo di quella felicità nel cuore. Un'immagine bellissima ma che quello stronzo di Sszarek non riesce a comprendere ed è proprio questo che alla fine lo rende tanto patetico.
Ammetto che questa storia mi ha lasciato tanta malinconia, ma si sa che non tutte le storie hanno un lieto fine (ma non diciamoglielo alla Disney ahahah) .
Complimenti come sempre per lo stile, ho letto il racconto tutto d'un fiato e senza annoiarmi, alla prossima!

Zob

Recensore Veterano
16/06/20, ore 11:43

Ok, questa storia l'ho letteralmente DIVORATA!
Ogni volta resto sinceramente impressionata dalla tua abilità di creare racconti così diversi ma tutti così ben scritti e coinvolgenti da poter diventare ciascuna una storia indipendente!
Mi piace in particolare l'accuratezza cpn cui descrivi il mondo fatato, si vede che c'è un attento lavoro di ricerca dietro oltre che una genuina passione per l'argomento e apprezzo che tu scelga sempre di parlare di creature meno conosciute a livello letterario o cinematografico. I Redcap mi hanno sempre affascinata, e rimpiango sempre che in Harry Potter vengano soltanto nominati! Già lì si intuiva che non fossero proprio creaturine dolci e gentili (non a caso vengono studiate in Difesa Contro Le Arti Oscure eheh) e ho adorato il modo in cui hai presentato questo essere, che per natura si capisce essere un predatore. La sua apparizione e il modo di approcciarsi al ragazzino mi ha ricordato un po' la scena di It che avvicina il piccolo Gorgie e ho seriamente temuto che finisse male per Robin. Ma alla fine, il Redcap decide di "premiarlo" per la sua fede, anche se io ho il sospetto che abbia più che altro intuito le tendenze violente del ragazzino e che volesse premiare più il suo lato oscuro. Robin all'inizio suscita quasi simpatia per il suo voler credere ostinatamente in qualcosa che per la maggior parte della gente (ovviamente gente cristiana e per questo contraria al mondo pagano) sono solo favole. Robin insomma fa la parte dello scemo del villaggio, ma lui alle fate ci crede davvero e non aspetta altro che un segno che lo dimostri. È anche interessante che Robin dimostri già da piccolo una tendenza al sadismo gratuito, al provare piacere e soddisfazione nell'infliggere sofferenza pur sostenendo di non odiare gli animali più di quanto odi le persone. Alla fine quello che inizialmente sembrava un semplice moto di ribellione, diventa vera e propria follia omicida. Mi è piaciuto anche il fatto che lui continui a credere di essere destinato a diventare un fatato fino alla fine e per questo è quasi felice di essere giustiziato. Un po' come quei pazzi che commettono omicidi perché sentono delle voci che li spingono a fare del male, probabilmente oggi Robin sarebbe finito in qualche istituto psichiatrico XD il finale è aperto e lo trovo azzeccatissimo perché coerente con l'atmosfera grottesca e surrrale del racconto. Direi che hai fatto un ottimo lavoro, sia nel delineare l'ambientazione, sia nei riferimenti al folklore che nella caratterizzazione dei personaggi. Io ci metto sempre un sacco di capitoli per caratterizzare i miei personaggi e non posso che guardare con ammirazione chi ci riesce in poche righe come te XD
Al prossimo racconto!

Zob