Recensioni per
Notti agitate
di Chevalier1
Il confronto di Oscar con entrambi i genitori era necessario - ognuno col suo stile - ed è bene che entrambi rispettino le sue scelte e la donna che è diventata. |
Carissima, questa, più che una "notte agitata", è una serata agitatissima, almeno per Girodelle, dato il colloquio delicatissimo, direi da cardiopalma per Girodelle, che egli intrattiene col Generale: che, in effetti, è d'uopo, nelle famiglie nobili, che sia il padre a dare il placet al matrimonio della figlia, ma Oscar è, per condizione, carattere, educazione, e ora anche per età, una donna sui generis: sì, indubbiamente una nobildonna nubile, ma anche, soprattutto, una donna che ha passato la trentina e che ha sempre deciso per sé in piena autonomia, né potrebbe farlo diversamente per la scelta del compagno di vita. |
È unanime ormai l’idea che il generale, ad un certo punto, ha iniziato a preoccuparsi seriamente per l’incolumità di Oscar. Suonerebbe perfino strano se non fosse che ricordiamo ancora con quanta tronfia sicumera aveva affrontato la circostanza del duello con il Duca di Germaine. A dire il vero c’era stata una certa forma di ambivalenza, forse un difetto di sceneggiatura, in quanto, da un lato si era rimproverato ad Oscar di mettersi contro un nobile talmente potente che nemmeno il Re poteva toccarlo (almeno così si era detto nell’anime e noi ci chiedemmo chi era davvero colui che sembrava addirittura poter passare sopra gli editti e le punizioni reali), dall’altro la preparazione al duello sembrava essere avvenuta in un clima di piena rilassatezza, se non addirittura con una leggerezza di spirito fuori da ogni possibile contesto. |
Ciao Chevalier, un altro passaggio intenso quello che ci hai appena proposto, nel quale vediamo due anime che si interrogano, a diverso titolo, di quanto compiuto e vissuto fino a quel momento. |
La povera Oscar sta vedendo cadere a pezzi la sua vita: anche il generale (che in questa storia però mi piace perché dimostra di rispettarla) sta contribuendo a demolire tutte le sue certezze. |
Bello anche questo capitolo: attenendoti alla storia che conosciamo fornisci ogni volta missing moments di gran bella fattura permetti di addentrarci nelle notti insonni dei protagonisti visitati dall'inconscio che parla loro attraverso sogni (o incubi). Grazie e a presto! |
Cara Chevalier, mi sono presa del tempo oggi per fare un meraviglioso binge reading degli ultimi quattro capitoli pubblicati. Che dire? Hai una eleganza non solo di stile ma di pensiero che mi lascia un po’ spaesata nel recensire, dato non saprei bene come dirti quanto io abbia ammirato ogni singolo tema trattato… con questa sensibilità e dolcezza che caratterizza la tua scrittura sin dal primo capitolo. È difficile. Non è semplice mantenere questa grazia di cui parlo, senza mai essere troppo o troppo poco. |
Molto d’effetto questo nuovo passaggio, che ci mette al corrente di una pratica barbara per saggiare il coraggio di coloro a cui venivano affidati incarichi di comando, e a cui anche Oscar era stata sottoposta quando doveva essere nominata quale nuovo Comandante delle Guardie reali. |
Davvero, Chevalier, ho letto con estremo interesse quest'ultimo capitolo. La mia impressone è che nel descrivere questa dolorosa e umiliante vicenda subita da Oscar, nessuna parola, aggettivo o verbo sia fuori posto. Non c'è assolutamente alcun elemento che stoni nella costruzione di questo spiacevole episodio, una prova difficile che hai affrontato con sobrietà e, in un certo senso rigore. Rigore che pervade le (poche) parole tra Oscar e suo |
Sono proprio belle queste notti agitate. Con questa mettiamo un altro tassello insieme in cui il Generale si rivela ambivalente; a tratti si fa protettivo in modo perfino inusitato. Non ha ovviamente digerito il passaggio di Oscar alla Guardia di Parigi, tanto che Oscar stessa sente di doverlo rassicurare che quel suo passaggio non è nato come un provvedimento punitivo nei suoi confronti e questo sembra essergli di conforto tutto sommato. Sul resto non posso che concordare con quanto già espresso dalle altre gentilissime lettrici. |
Bel capitolo con i soprusi militari spiegati bene . Il generale che in qualche modo si redime e vorrebbe difendere " il figlio" da tutto questo, oscarche ripensa all abuso di bulle, ma alla fine il cuore è la mente tornano ad un uomo meraviglioso che è il suo André |
Non conoscevo questa pratica, è davvero barbara! Povera Oscar.. ma almeno ha dimostrato una grande forza d'animo. Viva il generale Jarjeays, in questa storia mi piace assai! |
Variazione sul tema, davvero intelligente e arguta, del colloquio fra padre e figlia, anzi, fra padre e figliO (dato che il Generale si ostina a usare il maschile, quando parla di e con Oscar), con un tocco di "what if" molto interessante. Infatti, soffermandoti sulla cerimonia della spilla, e sugli abusi a essa connessi, trovi modo di delineare ancora meglio alcuni personaggi, mettendone in luce i caratteri peculiari: la viscida protervia di Bouillé; l'estrema correttezza di De Chateaubriand; il ritegno di Oscar, che nemmeno si sogna di affrontare certi argomenti e fare certe confessioni (sentite forse come indebite, o come manifestazioni di debolezza femminile che il padre non potrebbe mai accettare) di fronte al Generale; infine, il giusto sdegno di padre, in primis, e poi di uomo, e il successivo colpo di genio del Generale. Ma, soprattutto, soffermandoti sulla cerimonia della spilla, dai modo a Oscar di riflettere sulle due aggressioni subite, nel corso degli anni, a danno della sua fisicità: quella di André e quella, assai più viscida e meno giustificabile, del Generale Bouillet; e così riesci a metterci sotto gli occhi la giusta riabilitazione di André che avviene nel cuore di Oscar: un tassellino in più verso la consapevolezza di sé come donna e dei suoi sentimenti. Chapeau! |
Carissima, |
Un capitolo veramente interessante e che copre un momento cui nessuno ha potuto assistere, poiché a quanto mi ricordi, appena tornata dalla Normandia ritroviamo Oscar in caserma dove incrocia uno sguardo che mai si sarebbe aspettata di ritrovare in quel luogo. |