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Autore: ferao    17/05/2012    4 recensioni
Raccolta di drabble notturne scritte per sfida, ciascuna in un quarto d'ora.
1. Ridi, ridi, ridi e vorresti piangere, vorresti che tua madre ti abbracciasse e ti dicesse che è un incubo, che si aggiusta, che non fa niente.
2. Ma la vera follia era il suo essere felice di tutto ciò.
3. E una volta che si cade… non ci si può rialzare.
4. Che palle essere un cane.
5. - Sai tenere un segreto, Tosca?
6. La gente non lo capirà mai, Ginny Weasley.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Come nello scorso capitolo, vi avverto: sono drabble praticamente prive di limatura, così come mi sono uscite ieri notte.
Come nello scorso capitolo, vi avviso: le buone drabble sono qui (e nei capitoli precedenti e a seguire), qui, qui (e nel capitolo precedente), qui (e capitoli precedenti) e qui (e capitoli precedenti e seguenti), ossia nelle raccolte delle altre partecipanti al sadico giochino "scrivi una drabble in 15 minuti su un pacchetto A CASO" che linkerò non appena saranno state aggiornate.
Come nello scorso capitolo, un abbraccio a tutte le autrici che hanno reso la nottata di ieri molto... movimentata.
Ci vediamo in fondo per le spiegazioni e le ultime note!
Buona lettura.










[Marlene McKinnon; “Anche se il vento ci soffia contro, abbiamo sempre mangiato pane e tempesta, e passeremo anche questa.” (Stefano Benni)]
 
 
Alle urla sei abituata; non ti farai spezzare da quelle.
Anche se provengono da tuo marito.
Al sangue sei abituata; non ti spaventa più ormai.
Nemmeno se è quello dei tuoi figli.
E le risate… quelle risate sguaiate, volgari, che ti fanno sentire nuda e violentata sebbene nessuno ti abbia sfiorata con un dito. A quelle no, non sei abituata.
Ma lo sarai presto.
 
Non darai loro la soddisfazione della tua sconfitta. Non ti mostrerai disperata, non supplicherai per la tua vita.
Il dolore per te è un’abitudine, ormai; morire servirà soltanto a liberarsene.
Chiudi gli occhi, non guardare più. Tra poco rivedrai i tuoi bambini, e tutto andrà bene.
 
 
 
 
 
 
[Pansy Parkinson; "Sempre le venivano i brividi quando lui le parlava, e seppur nulla d'emozionante le dicesse, lei era questo che sentiva: Sei la bambina più bella che ho visto nella mia vita." (Isabella Santacroce)]
 
 
- Allora, mi ascolti?
Pansy si riscosse. - Come dici?
Draco sbuffò. - Ecco, come al solito. Sempre a pensare alle tue stupidaggini da femmina, vero? Bah, chissà perché perdo tempo con te…
Sbuffò ancora, inacidito; quando però tornò a guardare l’amica, notò che questa sembrava sinceramente dispiaciuta. Fece una smorfia.
- D’accordo, ho esagerato. Però vorrei che mi ascoltassi quando parlo di Quidditch, capito?
Pansy sbatté le ciglia, sorpresa, poi annuì in fretta e si dispose nuovamente ad ascoltare qualsiasi cosa lui volesse dirle.
 
Draco si sbagliava: Pansy ascoltava sempre ciò che lui le diceva. Solo, lo interpretava a modo suo.
Ed ogni parola che le rivolgeva, per lei, era una parola d’amore.
 
 
 
 
 
 
[Alecto Carrow;  immagine]
 
 
Il grosso ragno nell’angolo tesseva lentamente, senza alcuna fretta. Le mosche gli volavano a poca distanza, eppure lui non faceva una piega, non si innervosiva: con gesti calmi tirava, intrecciava, filava.
Alecto l’osservò per qualche secondo, poi gettò lo sguardo sulla classe.
Piccole, insignificanti mosche, prossime a cadere nella sua tela.
- Sì, Paciock?
Il ragazzino che aveva alzato la mano si mise in piedi.
- Volevo sapere… quanto sangue Babbano avete, voi Carrow?
 
La rabbia divampò, inarrestabile, cieca. Alecto strinse i denti, desiderando di schiacciare quell’insolente come un insetto…
… Ma si trattenne. Guardò il ragno che, paziente, lavorava.
E capì che doveva solo aspettare: la sua soddisfazione sarebbe arrivata, e presto.
 
 
 
 
 
 
[Alastor Moody, Ninfadora Tonks; chiacchiere.]
 
 
- Allora è vero che esci con Remus.
A Tonks andò di traverso l’Ogden. Sputacchiando guardò Moody, sconcertata.
- Ma tu che… come…
- La tua biancheria. Conosco una sola persona a cui possano piacere mutande color cioccolata.
La ragazza avvampò e si coprì il petto, ma il vecchio Auror rise forte.
- Tranquilla, non lo dico a nessuno. Ma devi promettermi una cosa.
Fissò Tonks con entrambi gli occhi, come se dovesse darle un’istruzione fondamentale.
- Vigilanza costante, Tonks. Ci vuol poco a rimanere incastrate, soprattutto se si è giovani e ingenue come te.
Detto ciò, si alzò in piedi e claudicando si avviò verso la porta del pub.
- … ingenue?!
Malocchio sorrise tra sé.
 
 
 
 
 
 
[Ron; “They’re not my home, not anymore
Not like they so were before
Still, I’ll split, and they’ll like…
Well, who knows?” (“Spring Awakening”)]

 
 
Per molti, Hogwarts era più che una scuola.
Per molti era una casa, un luogo di divertimento, una fonte di conoscenza e di amicizia.
Per Ron Weasley era libertà.
 
Libertà di usare il bagno quando voleva, senza trovarlo costantemente occupato.
Libertà di fare i compiti quando gli pareva, senza che la mamma venisse a rimproverarlo perché perdeva tempo giocando in giardino.
Libertà di scegliersi le compagnie che preferiva, senza essere costretto a stare sempre e solo con i gemelli, Ginny o Percy.
 
Hogwarts era la libertà, la prima vera libertà che Ron avesse mai conosciuto.
Ma ripensandoci, alla fin fine, nulla poteva competere con la sua famiglia.
 
 
 
 
 
 
[Horace/Pomona, "Teach me to be this easy"]
 
 
- È sterco di drago, quello che hai addosso?
Pomona sbuffò, rassegnata. - Domanda retorica, spero.
- Certo che è retorica! Buon Salazar, questo odore è…
- … naturale, Horace. L’odore del fertilizzante è il più naturale che tu possa immaginare.
Scosse la testa mentre il suo uomo si copriva le delicate narici con un fazzoletto profumato alla lavanda. Peccato che la sorte le avesse assegnato un compagno così raffinato: se solo fosse stato più genuino, più semplice…
Sentì due mani toccarle le spalle e iniziare a sfilarle la veste da lavoro. - Davvero? Io ne conosco uno ancora più naturale…
Pomona sospirò e sorrise.
Caro, caro Horace: forse stava finalmente imparando qualcosa sulla semplicità.
 
 
 
 
 
 
[OTP (Percy/Audrey); "Lascia che io sia la tua tentazione, d’ogni tua follia son l’incarnazione." (“Sulle scale”, Follow The Mad)]
 
 
Follia, pura follia.
Com’era possibile che fosse successo davvero? Con Percy, il più noioso/antipatico/insulto-a-scelta del Ministero. Quel presuntuoso rompiscatole che le contava persino i minuti di pausa.
 
Follia. Innamorarsi di lui era una follia, e Audrey l’aveva saputo fin dall’inizio.
Tuttavia non era riuscita a farne a meno; era stato come cercare di resistere a una tentazione troppo forte, a una voglia da soddisfare a qualunque costo. Colpa sua, di quel paravento di freddezza che invece di respingerla l’aveva implorata di avvicinarsi, di scoprire cosa nascondesse.
Aveva ceduto a quella tentazione, e ora era in trappola.
 
Una follia.
Ma la vera follia era il suo essere felice di tutto ciò.


















Note:
1) Marlene McKinnon era un membro dell'Ordine della Fenice che venne uccisa dai Mangiamorte insieme a tutta la sua famiglia ("HP e l'Ordine della Fenice"): ho interpretato liberamente il prompt e ho descritto il momento della sua morte.
2) La mia prima e ULTIMA Draco/Pansy. Questa è tutta colpa di MedusaNoir, della quale ho anche assorbito (ma solo per ieri notte) la visione del personaggio di Pansy.
Mai più.
3) Altra interpretazione libera del prompt: il pizzo diventa tela, la tela è quella del ragno. Alecto è un grosso ragno che aspetta di potersi nutrire delle mosche che cattura. 
L'intera scena è un missing moment dei Doni della Morte, in quanto Neville afferma di esseri procurato un taglio per aver chiesto quanto sangue Babbano hanno Alecto e Amycus (pag. 528).
4) Il prompt è la base della drabble, perché in effetti essa riporta una chiacchierata tra Tonks e Malocchio. E no, non potevo esimermi dal cliché "Remus-ama-la-cioccolata": ieri notte mi era parso divertente. Ahem.
Ho sempre visto Malocchio come una figura quasi paterna nei confronti di Tonks, e quale miglior modo di rappresentare questo rapporto se non nel momento in cui il primo raccomanda alla seconda di prendere le dovute precauzioni del caso?
Ah, l'Ogden non è altro che il FireWhisky o Whisky incendiario, altrimenti noto come Ogden Stravecchio. Preferisco questa dicitura, più che altro perché "FireWhiskey" è molto inflazionato.
5) Prompt in libertà! Questa non mi sembra molto originale, né come idea né come rappresentazione; ad ogni modo, mi è piaciuto rappresentare il rapporto di Ron con Hogwarts, è un elemento cui non ho mai dato importanza fino a ieri sera.
La conclusione è banalissima, ma non avevo altre idee. Sigh.
6) La coppia appartiene a SakiJune, e si vede: io ho solo cercato di non renderla troppo male. L'idea dello "sterco di drago" l'ho rubata sempre a Saki e a un suo post a proposito della difficoltà del pacchetto ^^
7) Ecco. Voglio che sia chiaro a tutti che non è colpa MIA se scrivo sempre di questi due: che altro potevo fare? Il pacchetto (di MedusaNoir, se non mi sbaglio) richiedeva di scrivere del proprio OTP... e l'OTP non si cambia. Sigh.
Tutto ciò mi fa sembrare terribilmente monotematica, ma NON è colpa mia.
Comunque. La canzone da cui è tratta la frase è questa qui. Lì per lì, ieri sera, mi è sembrato ridicolo associarla a Percy/Audrey; poi però ho avuto questa idea, e... boh, l'ho sviluppata. La cosa più naturale sarebbe stata indicare lei come la tentazione di lui, ma... era troppo facile.



Spero vivamente che vi siano piaciute. In ogni caso, grazie di aver letto ^^
Fera
   
 
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