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Autore: sayuri_88    02/07/2011    2 recensioni
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso?
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona sera! finalmente ho finito il capitolo....wooooooo! 
scusate il ritardo ma il tempo era poco. Spero che ci sia qualcuno ancora che legge^^
non ho molto da dire anche perchè sono stanca morta quindi vi lascio al capitolo.
Spero di leggere qualche commento, mi farebbe davvero piacere sapere come la pensate.
 
AH!! ringrazio che ha aggiunto la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite.
p.s non ho avuto tempo per rileggere, l'ho finito solo ora, spero non ci siano errori madornali. 
Buona lettura!
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Un colpo, lo evita indietreggiando

Altro colpo, e questa volta lo colpisco alla spalla

Cerca di colpirmi in faccia, alzo i guantoni e lo blocco.

 
- Muoviti sempre, non distogliere lo sguardo dal tuo avversario - m’incita Roky
Cerco di colpire ancora il mio avversario ma lo manco.
- Dio Knight! Sembri una signorina, hai paura di rovinarti le unghie? colpisci! - il mio avversario se la sta ghignando continuando a guardarmi con aria di sfida. Pensa di vincere? Do una rapida occhiata al coach e quando l'altro sta per colpirmi devio il colpo con il braccio sinistro e lo colpisco all'addome e un secondo sulla guancia destra che lo manda a terra.
 
La sua faccia passa dallo sbalordito all'incazzato e io non posso che ridere della sua espressione.
 
- bene basta cosi - interviene Roky quando l'altro cerca di alzarsi e sale sul ring.
- Ian buon incontro ma ricordati sempre quello che ti ho detto, non abbassare mai la guardia... Come invece hai fatto tu... - dice rivolgendosi all'altro ragazzo che nel frattempo si é alzato e si sta pulendo la bocca - Jordan, alla fine ti sei lasciato colpire come un principiante, non devi mai pensare di aver vinto fino a che l'arbitro non ti dichiara vincitore, questo sport può di tutto... E ora andatevene a casa -
Senza dire altro ci dirigiamo agli spogliatoi, dove mi fiondo subito sotto la doccia e i pensieri che ero riuscito a ignorare allenandomi, ritornano come un fiume in piena.
L'università, l'insistenza dei miei genitori,... Helena
La sua persona occupa, mio malgrado la maggior parte dei miei pensieri.
Avevo organizzato un fantastico appuntamento, prenotando nel più lussuoso ristorante della città acquistando un mazzo di 20 rose rosse la sarei andato  a prendere con la mia macchina, avrei fatto tutte quelle cavolate da appuntamento...Tutte le ragazze avrebbero voluto essere al suo posto.
Ma no! Doveva per forza irritarmi.
 
Ho passato il resto della serata di pessimo umore, sono rimasto al locale sperando che la sua fosse una mossa per fare la sostenuta, ma i minuti e poi le ore passavano e lei non faceva nulla.
Quella sera non avrei ottenuto nulla, ma potevo tentate un’ultima mossa e cosi dopo aver pagato un ultimo drink me ne andai.
E bingo! Helena mi corse dietro.
Imbarazzata cerca di scusarsi per il suo comportamento, credo che vedesse il scusarsi come una sconfitta, inizialmente neanche mi guardava in faccia.
Era... tenera, sembrava una bambina... Un momento, da quando dico che una ragazza é tenera? Scuoto la testa energicamente, nel tentativo di buttare fuori quello strano pensiero dalla mente.
 
Alla fine ho ottenuto quello che volevo, domenica finalmente la prima uscita... devo giocare bene le mie carte, ho già fatto troppi falli.
 
Spengo l'acqua ed esco dalla doccia, mi cambio e quando sto per usciere dalla palestra, il coach mi blocca.
Roky, é stato un grandissimo pugile, ha vinto più di una volta il titolo nazionale di pesi massimi e una volta ritiratosi dalle competizioniha iniziato ad allenare ed é il miglioreanche in questo.
 
- Knigth é da un po’ che non parliamo... - ecco questo non é un buon segno.
- dica coach -
- beh come va la vita? -
- non la prenda cosi larga se no tra due ore siamo ancora qui a parlare su cosa mangio a colazione - ed é successo veramente, avevo 14 anni, poi non so come siamo arrivati ai rapporti intimi tra le persone...
Sembra ricordare anche lui questo episodio e ridacchia imbarazzato - hai ragione, allora... So che gli incontri non ufficiali si svolgono ancora - augh... - e mi chiedevo se sapessi se c'é qualcuno che vi partecipa - finisce guardandomi seriamente, sembra volermi leggere dentro, deglutisco rumorosamente e inizio a sudare freddo.
 
Odia gli incontri clandestini, ritiene che diano un’idea negativa del pugilato,é  per colpa di quegli incontri se chi fa box é considerato una persona aggressiva.
Quando ha scoperto che avevo iniziato a partecipare si era infuriato come una belva, é stato uno dei pochi momenti in cui ho avuto veramente paura.
Mi aveva fatto giurare di non parteciparvi più, e per i tre mesi successivi non vi partecipai più ma per una scommessa, con Kyle, ho ricominciato, questa volta stando attento a non farlo sapere al coach.
 
- che io sappia della palestra nessuno - a parte me e Jordan, aggiungo mentalmente - ma non sono nel giro, molte cose non le so - il naso non si é allungato vero?
Muove la testa in segno affermativo.
- tu non mi mentiresti mai su queste cose, vero Knight?  - mi chiede con sguardo assassino.
Rido come se avesse appena detto la battuta più divertente del mondo - certo che no - e dopo aver preso il borsone, faccio per allontanarmi ma ...
- Ian! - oih, il mio nome, non é in vena di scherzi.
Prendo un respiro profondo e mi rigiro verso di lui - sono serio coach, non la prenderei in giro su queste cose - dico stampandomi in faccia la maschera da bravo e diligente ragazzo, sperando che abbocchi all'amo.
- sarà meglio - e si allontana per seguire gli altri ed io esco finalmente dalla palestra.
In macchina tiro un sospiro di sollievo e mi passo una mano sulla faccia, accendo la macchina e mi dirigo verso casa.
 
- ben tornato tesoro - la voce di mia madre arriva ovattata dalla cucina e dopo aver poggiato il borsone all'ingresso la raggiungo.
- mamma - e prendo il cartone del succo d'arancia dal frigorifero e inizio a bere a canna. Mamma interrompe quello che sta facendo e mi guarda con un sopracciglio alzato a mo di rimprovero.
- Ian Brendon Knight! Chi ti ha insegnato l'educazione! Prendi subito un bicchiere e bevi da lì -
- la prossima volta, ormai ho finito -
 - sempre la stessa storia, vorrei sapere da chi hai preso - dice scuotendo la testa sconsolata, ma con un sorriso materno sulle labbra.
Per farmi perdonare l'abbraccio da dietro e le lascio un sonoro bacio sulla guancia, cerca di mantenere un’espressione dura ma non riesce a impedire alle sue labbra di curvarsi in un sorriso.
- te lo prometto, la prossima volta bevo dal bicchiere - sciolgo l'abbraccio e mi porto una mano sul cuore e l'altra a fare il saluto scout - parola di lupetto -
- sciocco! - dice mamma ridendo e dandomi una pacca sul braccio.
- va a fare quello che devi e poi scendi che mangiamo, tuo padre arriva tra dieci minuti - mi urla dietro ricevendo un semplice "ok" come risposta.
 
Ancora ridendo, salgo in camera, lancio il borsone a terra e poco delicatamente mi lascio cadere sul letto. Mi copro gli occhi con le braccia e sbuffo.
 

"So che gli incontri non ufficiali si svolgono ancora ..."
 
"che io sappia della palestra nessuno, ma non sono nel giro, molte cose non le so"
 
"tu non mi mentiresti mai su queste cose, vero Knight? "

 
Odio mentirgli, ma non ho intenzione si smettere.
 
- IAN! E' ARRIVATO TUO PADRE, SCENDI! - urla mia madre prima di sentirla aprire la porta a mio padre e salutarlo.
- arrivo - dico sbuffando
 
- eccomi - dico per palesare la mia presenza in cucina, dove i miei genitori sono già entrati in modalità carini e coccolosi.
 
Una sola parola.Vomitevole
 
- per la mia sanità mentale potreste ridurre le vostre esternazioni d'affetto quando sono in vostra presenza? - la mia glicemia é alle stelle.
Finalmente si staccano e papa si siede tavola mentre mamma porta l'insalata.
 
- vedrai Ian... quando t’innamorerai anche tu, sentirai il bisogno di dimostrare il tuo amore alla tua fidanzata con gesti eclatanti o anche nelle piccole cose - mamma, la solita romantica, per lei é tutto fiori e cuoricini.
- cosa! Non mi comporterò come uno stupido sdolcinato senza spina dorsale - dico con faccia disgustata.
Dolcetti, fiori, canzoni romantiche. Per favore!
 
Dopo questa piccola parentesi mangiammo in religioso silenzio, con solo la voce dell’inviata della BBC a riempire la stanza.
- allora Ian che intenzioni hai per quest’anno? - mi chiede papa dopo che mamma ha portato in tavola il secondo.
Mi pareva strano che non avesse ancora tirato fuori l’argomento.
- come l’anno scorso e come quello prima papa -
- Ian… - il tono di rimprovero che usa mio padre m’irrita a morte.
- senti papa che problema hai? Gli esami li faccio, li passo e la tua reputazione è immacolata -
- non è la mia reputazione che mi preoccupa Ian - sbotta papà interrompendomi - sei intelligente, potresti raggiungere obbiettivi molto alti e invece che fai? Dai il minimo indispensabile. Lo capisci che ti si potrebbero aprire molte porte se mettessi più impegno nelle cose che fai? L’unica cosa che t’interessa sembra essere la box -
- senti possiamo evitare non ho voglia di discutere oggi - come non l’ho mai, ma oggi ho l’incontro e devo rimanere concentrato, niente distrazioni.
Mio padre era diventato rosso come un peperone, ha sempre odiato il mio atteggiamento, che secondo lui è da “scazzone”. Stava per controbattere quando mamma blocca ogni tentativo di ribattere.
- ecco qua una bella pasta ai frutti di mari - esordisce posizionando davanti a me e a papa un piatto fumante di pasta che metteva l’acquolina in bocca solo guardandolo
- il pescivendolo mi ha detto che sono freschissimi! -
- Viky starei…- ma mamma non lo lascia finire.
- Forza assaggiate! - ci incoraggia raggiante per poi fulminare papà con lo sguardo.
Papà la guarda tra il furente e l’indispettito mentre mamma gli sorride raggiante, sembra che lo sguardo di papà le scivoli addosso come l’acqua e finalmente il pranzo può ricominciare. L’argomento università è stato accantonato per tutto il tempo, anche se non mi sono passate inosservate le occhiatacce di mio padre.
 
- Ian - sto aiutando mamma a ripulire la cucina, papà se n’è appena andato.
- uh…? - sono impegnato a sistemare i piatti e bicchieri negli armadi e non potendola vedere emetto un grugnito giusto per farle sapere che la sto ascoltando.
- dovresti dare retta a tuo padre - smetto di impilare i piatti ma non mi giro a guardarla. Speravo che l’argomento fosse stato accantonato.
A differenza di papà mia madre non mi ha mai pressato molto, cerca di consigliarmi esprimendo il suo parere ma mai con l’intento di impormi le sue idee, a differenza di papà. È una madre e si preoccupa.
- mamma… -
- no aspetta… - la sento avvicinarmi, è alle mie spalle ed inizia ad accarezzarmi le braccia come quando ero bambino - … sei intelligente e potresti dare molto, non dico di lasciare la box o altro, so che l’ami e non ti chiederei mai di rinunciarci…. Ma solo non farti influenzare da altri per fare le tue scelte -
- che vorresti dire? - chiedo finalmente girandomi per guardarla in faccia.
- di ragionare con la tua testa e non dare troppo retta agli altri. Devi fare quello che è giusto per te senza vergognarti se queste non sono approvate dai tuoi amici -
- io ragiono con la mia testa… - mi sento punto nel vivo, non ho mai fatto niente perché me lo dicevano gli altri.
- si tesoro, lo so - dice accarezzandomi la guancia ma subito mi scosto e vedo il suo sguardo rabbuiarsi ma me ne sfrego.
- è per Kyle e Greg vero? - sputo con rabbia. Non ho mai capito il motivo ma i miei genitori non hanno mai visto di buon occhio nessuno dei due, solo Lucas è ben accetto. Mia madre non dice nulla e cose si dice chi tace acconsente.
- faccio quello che voglio e loro non hanno mai deciso per me. Sono miei amici e ci tengo a loro, come loro tengono a me -
- Ian… - cerca di parlare ma me ne vado prima che possa aggiungere altro. Salgo in camera prendo le mie cose e senza degnarla di uno sguardo esco.
 
****
- settimana prossima ci sono i provini - siamo sedute fuori ai tavolini di un bar a pranzare siamo a fine settembre e le temperature sono ancora alte e ci permette di pranzare godendoci i raggi del sole, in Texas ci saremmo dovute preoccupare per la pioggia e gli uragani. Alla notizia per poco non mi soffoco con la coca.
- ma Maddy non si sposa tra un mese? -
- si ma bisogna iniziare prima per farle imparare i passi e tutto -
I provini saranno la prossima settimana e non so se sono più eccitata o più impaurita.
Se facessi schifo? Se mi faccio prendere dall’agitazione e sbaglio i passi?
- ehi…ehi Helena - Mel poggia il suo panino sul piatto e mi prende le mani stringendomele - andrai benissimo capito? - io non posso che sorridere e ringraziarla per il suo sostegno.
- come fai a capirmi così bene? - le chiedo dolcemente rispondendo alla sua stretta.
- siamo amiche no? - dice come se fosse la cosa più ovvia, ma per me non è così. Un rapporto del genere dove ci si capisce al volo senza bisogno di parlare l’ho avuto solo con Cassy.
- Quindi… accantona quei brutti pensieri e festeggiamo per il successo del tuo provino con un dolce -
- ehi…Roxy può anche non scegliermi - Mel si limita ad agitare la mano e fare una smorfia di disappunto per poi chiamare il cameriere e chiedere il dolce.
La torta arriva presto e Mel ne in forchetta un pezzo e lo alza come a fare un brindisi - alla tua vittoria! - esclama facendomi ridere di gusto. La imito e facciamo toccare i pezzi prima di mangiarli - alla mia vittoria - fiduciosa del mio successo grazie alle parole di Mel.
A volte basta solo crederci e sei già a metà dell’opera no?
 
- allora adesso che fai? - abbiamo finito di pranzare e stiamo camminando tranquillamente per le vie del centro.
- vado a casa a recuperare il borsone e poi vado in palestra. Tra poco iniziano anche le lezioni e voglio arrivare pronta -
Mel sembrava voler dire qualcosa ma tentennava, come se avesse paura di quello che potrei dirle.
- Mel? Stai poco bene? -
- no….è….insomma… p…posso venire a vederti ? - le chiede imbarazzata.
- certo mi farebbe piacere - Mel parve rassicurata dalle mie parole e presami sotto braccio, s’incammina sorridente verso la fermata del tram, mentre io mi lasciavo trasportare per inerzia ancora confusa dal suo comportamento.
 
La palestra è poco affollata, il pomeriggio è il miglior momento per andare in palestra. La gente lavora e prima delle otto non stacca, così quelli come me, possono tranquillamente usufruire dei servizi con calma.
Alla fine sono anche riuscita a convincere Mel a provare un po' di danza classica.
- emh ma devo metterlo per forza questo… coso? - mi chiede schifata mostrandomi il completo di danza che tiene solo con la punta delle dita come se avesse in mano un paio di calzini che non vengono lavati da mesi.
Scuoto la testa divertita prendendoglielo dalle mani e mostrandole il verso giusto per indossarlo.
- certo se vuoi ballare - mi guarda dubbiosa mentre io faccio fatica a trattenere le risate.
- confessa che vuoi solo farti quattro risate su di me - e scoppio. Mi piego in due dalle risate mentre Mel mi guarda furiosa e borbotta imprecazioni contro di me prima di scoppiare a ridere anche lei.
 
La sala, che mi hanno messo a disposizione, è abbastanza grande, probabilmente alla sera si riempie di donne che fanno aerobica o pilates, che oggi va tanto di moda ma ora ci siamo solo io e Mel.
Mi posiziono in mezzo alla sala seguita dalla mi amica che dopo le prime lamentele ora non fa altro che rimirarsi sorridente allo specchio.
- specchio, servo delle mie brame…chi è la più bella del reame? - chiede allo specchio cercando di imitare il tono della regina cattiva. Certe volte mi preoccupo davvero…
- ok Grimilde, vieni qua che iniziamo -
- senti m’insegneresti anche ad andare sulle punte? - mi chiede parlando al mio riflesso mentre si posiziona di fianco a me.
- meglio di no visto che non hai neanche le scarpette e poi ci vuole tempo per imparare a stare in equilibrio -
 
Iniziammo con passi semplici, almeno per me. Mel cercava di imitare i miei movimenti ed inutili sembravano essere i miei consigli o tentativi di aiutarla e infatti dopo l’ennesimo tentativo fallito iniziò a scimmiottare i miei passi seguita presto da me. Passammo il pomeriggio tra risate e cadute, certo se mi avesse visto qualche insegnante della scuola, probabilmente mi avrebbero rispedito a casa ma fortunatamente non era quello il caso.
Stavo eseguendo alcuni pezzi abbastanza complicati quando la sua frase mi fece fermare.
- sai sei brava a ballare. Sai catturare l’attenzione - il complimento di Mel, nonostante non fosse la prima a dirmelo, mi fa arrossire per l’imbarazzo accentuato dallo sguardo estasiato e ammirato della mia amica.
- beh non sono chissà che… ho visto molte ballerine più brave di me - Mel scosse la testa e mi guardò con uno sguardo dolce e pieno di affetto.
- fammi vedere quello che presenti al provino - ci eravamo sedute.
Mi ero documentata, avevo visto filmati e osservato attentamente le esibizioni delle ballerine al locale e un’idea l’avevo.
- beh… non è nulla di definito, ci devo ancora lavorare un po'… - nonostante le tante prove che avevo fatto, mancava ancora qualcosa o forse era a me che mancava qualcosa. Ho sempre amato ballare e cantare, mi sono sempre impegnata a migliorare e questa del burlesque per me è un’altra sfida. E’ una cosa che non ho mai provato e mi affascina.
 
 
 
 
- giudicherò io… Dai, fammi vedere -
Mi guardo attorno e in un angolo trovo l’oggetto della mia ricerca. Attacco la spina e inserisco il CD con la base del mio pezzo, che ormai porto sempre con me. Mel distende le gambe davanti sorreggendosi con le mani e cerca di incoraggiarmi con lo sguardo.
Subito la musica parte, annullo tutto quello che mi circonda e mi concentro solo sul pezzo.
Alla fine dell’esecuzione mi giro speranzosa, aspettando un suo parere… forse mi saprà dire se davvero manca qualcosa o sono solo mie paranoie, Matt dice sempre che sono un’ossessionata dalla precisione.
- bello… - il mio morale cade a terra.
- ma… - incalzo con l’intento di incitarla.
- ma non mi ha trasmesso nulla… insomma hai fatto tutto benissimo, la coreografia era bella ma eri chiusa. Il burlesque è ironia è sensualità è femminilità  è erotismo. E tu sei una bellissima ragazza ma non esprimi tutto il tuo potenziale. Sei chiusa -
- sono chiusa - sono chiusa….bene… e che vuol dire?
- sei chiusa nei tuoi schemi che hai imparato nelle scuole di danza. Qui ti devi lasciare andare. Non devi tirare il freno a mano, devi andare a tutto gas - posso chiaramente vedere la lampadina che si è accesa sopra la sua testa. Mel si alza di scatto e fa ripartire il pezzo.
- forza! Alzati e balliamo - inizia a muoversi sensualmente, al confronto io sembro una scopa. Ogni gesto e sguardo catturano l’attenzione. A passo di danza mi si avvicina e mi porge le mani. Un invito ad alzarmi e seguirla. Un invito che accetto.
- libera la tua sensualità - mi dice continuando a ballarmi attorno.
Ballo e questa volta cerco di seguire il suo consiglio, ballo cercando di dimenticare le raccomandazioni delle mie insegnati, cerco di dare sfogo alla mia fantasia e libero la mia sensualità.
- si così Lena… devi essere morbida, sensuale - Mel è bravissima non capisco perché non balli al locale.
La musica scema e ci fermiamo. Entrambe ci guardiamo sorridenti e orgogliose.
- si….decisamente meglio. C’è ancora da lavorare ma siamo sulla buona strada -
- ma perché non balli al locale. Sei bravissima! - ma il mio entusiasmo scema quando il suo viso si rabbuia.
- ballavo ma poi un incidente mi ha impedito di continuare -
- oh…mi spiace - io e la mia maledetta boccaccia!
- no, mi piace ballare ma non era quello che volevo fare nella vita -
L’unica cosa che riesco a fare è abbracciarla.
- ti voglio bene Mel - le dico prima di darle un bacio sulla guancia.
- anch’io - mormora rispondendo al mio abbraccio, dal tono sembra triste ma quando mi allontano, sul suo viso c’è un dolcissimo sorriso. Sarà stata la mia immaginazione.
 
 
Mel è ancora sotto la doccia, le dico che l’aspetto nell’atrio e dopo un suo “ok” prendo il borsone ed esco. Sono quasi all’atrio quando dei colpi attirano la mia attenzione, dei colpi ovattati, continui e decisi.
Seguendo quei rumori mi ritrovo davanti a una stanza con un grande ring in mezzo e pesi sparsi un po' in giro. Devono fare box qui.
Dietro al ring un ragazzo con addosso solo dei pantaloncini si sta allenando con un sacco.
Entro nella stanza di qualche passo per osservarlo.
Un destro, un sinistro e poi ancora destro. Si muove saltellando sul posto. Posso vedere i suoi muscoli tendersi per lo sforzo, i muscoli delle braccia tendersi e gonfiarsi, goccioline di sudore che scendono lungo il suo corpo scolpito. I capelli scompigliati lanciano goccioline ovunque.
Non ho mai capito come possa piacere la box. Sono uomini che si prendono a pugni per divertimento! Amano così tanto gli ospedali che sono dipsosti a tutto pur di andarci il più spesso possibile?
E’ concentrato, la bocca serrata in un alinea sottile emette dei grugniti ogni volta che colpisce il bersaglio e gli occhi fissi sul sacco, due fari azzurri che trasmettono tutta la sua determinazione. Un momento… assottiglio lo sguardo cercando di capire perché quel ragazzo mi è familiare.
Poi l’illuminazione.
O.mio.dio.
Ian!
 
Si è fermato e ha tolto i guantoni, lo vedo piegarsi e raccogliere un asciugamano da terra. Ha gli occhi bassi e fortunatamente non mi ha visto, basta che non faccia nessun rumore e io me ne potrò andare senza che lui m i veda. Le ultime parole famose… mentre indietreggiavo, sono andata a sbattere contro una panca su cui ovviamente erano poggiati dei pesi che cadendo a terra produssero un rumore assordante.
Subito mi getto a terra e gattonando scappo fuori dalla stanza pregando in tutte le lingue conosciute che lui non mi abbia visto.
All’ingresso trovo Mel che si guarda attorno preoccupata. Senza perdere tempo la trascino, come una furia, fuori dal palazzo senza lasciarle il tempo di dire niente.
 
****
 
Sono le undici di sera. La fabbrica è già piena di gente tutti in attesa dell’inizio degli incontri.
Sono su di giri come ogni volta prima di un incontro. Dave, dice che molti hanno puntato su di me…
Mi trovo in uno degli spogliatoi, una stanza ai lati del grande magazzino che ospiterà gli incontri, anche prima, quando la fabbrica funzionava doveva avere lo stesso scopo. Una delle luci al neon va ad intermittenza, creando quasi un effetto psichedelico, come nei migliori film horror di terz’ordine. Gli armadietti sono ormai arrugginiti, come le panche nel mezzo della stanza su cui sono seduto. Alcuni neanche si possono usare. Le pareti sono incrostate e c’erano molte perdite d’acqua in diversi punti.
Siamo in cinque, tutti sono intenti a prepararsi, chi scalda i muscoli, chi stringe le fasciature alle mani,…
La porta si apre e la musica che prima arrivava ovattata, esplode, rimbombando sulle pareti, come le urla del pubblico e del Dj.
Ha inizio il primo incontro, poi il secondo e il terzo. Il quarto incontro era il mio.
Velocemente esco dalla stanza e vengo accolto da grida di incitamento e non. Intravedo Kyle che urla come un pazzo, in mano una bottiglia di birra.
- fallo a pezzi amico - scuoto la testa divertito. E’ un ottimo amico perché i miei non riescono a comprenderlo?
Appena io e il mio avversario saliamo sul ring la musica si abbassa. Il Dj ci presenta. A quanto pare il mio avversario sarà Big Jim, un uomo sulla trentina ben piazzato. Mi guarda come se sapesse già di avere la vittoria in pugno. Quanto si sbaglia…
Una ragazza, con addosso dei mini pantaloncini e una maglietta annodata sotto il seno che non lasciava nulla all’immaginazione, mostra il cartello del primo round.
Il gong annuncia l’inizio dell’incontro.
Pungi come un’ape vola come una farfalla
 
Sputo il sangue nel lurido lavandino dello spogliatoio. Alzo gli occhi per osservare il mio riflesso. Ho un labbro rotto e anche un sopracciglio mal ridotto, diversi lividi sul volto ma nulla di tanto grave. Guardo le mani ancora fasciate, alcune chiazze di sangue sulle nocche fanno bella mostra di se, sono delle ferite di battaglia. Ne vado fiero.
 
L’incontro era andato più che bene. all’inizio non abbiamo fatto altro che studiarci, girare in tondo, senza mai lasciare la posizione di difesa. Big Jim era molto più grosso di me, dovevo fare attenzione perché un attacco frontale sarebbe stato troppo avventato.
Sicuro di se fu lui ad iniziare. Cercò di colpirmi all’addome, al volto ma riuscì a bloccare tutti i suoi tentativi. Quando venne il mio turno riuscì a colpirlo al volto ma quando fece scattare il suo braccio destro verso di me non riuscì ad intercettarlo e finì contro i limiti del ring. Attaccò ancora ma riuscì a colpirlo all’addome con un gancio destro e ancora con il ginocchio sotto il mento.
Le urla d’incitamento mi davano la carica e mi rendevamo più agguerrito che mai.
L’incontro si protrasse per molto, colpi su colpi finché non riuscì ad avere l’ultima parola e l’arbitro dichiarò il KO.
 
Non ho voglia di uscire, sono le due di notte e ho corpo a pezzi. Quel tipo picchiava duro.
Mi cambio velocemente ed esco dalla porta secondaria, dove trovo Kyle ad aspettarmi.
- sei stato grande amico! - esulta Kyle quando lo raggiungo. Mi da una pacca sulla spalla e a stento trattengo un lamento di dolore.
- grazie, ma ora voglio solo andare a dormire -
- cosa! Ma dobbiamo festeggiare! E devi offrire come sempre - si lamenta. Ogni vittoria usciamo e spendiamo la vincita in bevute. Prendo dalla tasca i 400 dollari che ho vinto e gliene porgo la metà.
- festeggia tu per me ma dammi le chiavi del tuo appartamento - non posso andare a casa dei miei e farmi vedere conciato così. Kyle non fa altre storie e dopo avermi dato le chiavi si allontana. Io salgo in macchina e in poco tempo arriva a casa del mio amico. La prima cosa che faccio è prendere un sacchetto di piselli dal frizer e mettermelo sulla bocca in modo da evitare il gonfiore.
Con attenzione mi sdraio sul letto, sicuramente Kyle non tornerà, ma l’adrenalina non ha ancora abbandonato il mio corpo che è ancora su di giri per la vittoria.
200 dollari in più nelle mie tasche. Li potrei usare per l’uscita di domenica con Helena.
Si è perfetto. E con questi pensieri in testa cado in un sonno profondo senza sogni.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Mi ritiro sperando di non aver fatto un pasticcio. Spero che  vi piaccia.
Al prossimo capitolo! 




La donna giusta - Ultimo capitolo
Ancora prima di formulare un pensiero, il mio corpo scatta e il cervello da ordine ai piedi di muoversi e con l'ombrello copro la sua esile figura. Il suo profumo mi colpisce come un pugno in faccia, mi beo di quel momento.
Il mio corpo freme di desiderio, ne vuole di più, sempre di più, desidera un contatto più profondo, desidera prenderla e portarla in un posto solo per noi, dove lei é solo mia, dove io sono solo suo, dove lei suona solo per me.
- bisogno di aiuto signorina? - dico con voce resa roca dal turbinio di emozioni che sono in atto dentro di me.
Passione. Desiderio. Bramosia. Dolcezza. Tenerezza. Senso di protezione. Possesso. Devozione.
I suoi occhi, blu come un cielo d'estate, incatenano i miei e non posso impedire alla mia mente di ritornare al primo giorno che la vidi.

 

    Beastly - Ultimo capitolo
Ispirato alla Bella e la Bestia.... Isabel sta per partire per l'università dove farà nuove conoscenze, nuove amicizie e qualcosa di più.... ma non tutto è come sembra.
Dal capitolo:
Isabel s’imbarcò sull’aereo con sentimenti contrastanti. 
Gioia, per l’inizio di una nuova esperienza. Tristezza, per dover salutare suo padre e i luoghi dove era cresciuta e che l’avevano fatta sentire al sicuro. Timore, perché aveva come il presentimento che qualcosa sarebbe successo e che questo le avrebbe sconvolto l’esistenza, in bene o in male ancora non lo sapeva.
AGGIUNTO IL PRIMO EXTRA (1 DI 2 O FORSE 3, dipende da voi)

 

    Buttare via tutto, e di nuovo ricominciare Ultimo capitolo
lei era il bersaglio degli scherzi di lui, lei una bimba timida e ciocciottella che vedeva in lui il suo peggiore incubo. Che succede se lei se ne va, per tornare solo otto anni dopo? è tutto come prima o per una qualche ragione nascerà qualcosa di bello?
Dal capitolo:
Lei che stava porgendo la mano si blocca come fulminata- I-Ian?- la guardo interrogativo non capendo il suo cambiamento repentino, che le è preso? 
Si schiarisce la gola - Ian…Knight?- a quanto pare le hanno già parlato di me. Sorrido strafottente.
-il solo ed unico- sbianca completamente.

 

    Red Fairytale - Ultimo capitolo
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….

 

    Chi l'ha vista? 
“Ennesima tragedia! " così ha esordito questa mattina Emilio Fede al TG4.
Non vuole essere offensiva o altro è solo una cavolata scritta dopo aver visto "una notte al museo 2" dove i doppiatori italiani hanno modificato alcune battute

 

    La ragazza che viaggia nel tempo - Ultimo capitolo
Non ha mai rischiato tanto, ma è la prima volta che si trova in una situazione simile e ha come il presentimento che qualcosa debba accadere e così rimane a guardare.
Sa chi è quella ragazza, poco più grande di lei, vestita secondo la moda della metà dell’ottocento, oh si…lo sapeva bene.

 

 


 
   
 
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