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Autore: Lady Moonlight    08/02/2012    1 recensioni
“Sebastian.” lo chiamò. “Credo che dovresti fermarti. Non è una buona idea.” Clare si guardò attorno, quasi temendo che una guardia del palazzo potesse scoprirli da un momento all'altro. “È malsano.” aggiunse starnutendo. [...]
[...] “Sono i giardini reali.” ci tenne a sottolineare Clare per l'ennesima volta da quando aveva lasciato la sua stanza per seguire Sebastian in quella impresa. “Ci giocano i bambini, qui.” dichiarò esasperata.
“Non in questa zona.” puntualizzò Sebastian con una smorfia sul viso.
“Se Edward sapesse...”
“Non credo sia il caso di dirglielo.” le fece notare.
“Possiamo ancora fermarci.” obiettò Clare infreddolita.

Dal capitolo 4:
Sdraiata sotto le fronde verdeggianti di un castagno, giocava svogliatamente con alcune ciocche dei suoi capelli. Riccioli castani incorniciavano il suo giovane viso, conferendole un'aria sbarazzina.
Attorno a lei, sparpagliati un po' alla rinfusa, c'erano vecchi tomi ingialliti aperti e rivolti al cielo.

Missing Moments della serie "Contratto di Sangue"
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Contratto di Sangue'
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II

Di balli e orologi misteriosi

 

 

 

I musicisti ricominciarono a suonare e i nobili rampolli di aristocratici più o meno conosciuti cominciarono a riversarsi nell'ampia sala da ballo.
Da qualche parte, nascosti alla sua vista, anche Clare e Edward dovevano essere presenti.
Marianne si lisciò il suo abito da sera e rivolse un sorriso forzato al conte di Charvant. L'uomo le rivolse un saluto, ma la Guardiana era intenta ad osservare i movimenti furtivi alle sue spalle per prestare attenzione alla sua voce.
Si fece largo tra la folla fino a raggiungere una zona più ombrosa, al limitare della festa.
La figura davanti a lei si voltò nella sua direzione ed un sorriso beffardo gli illuminò il volto. Vestito di nero, ad eccezione di una fascia bianca che gli avvolgeva il collo, Sebastian la osservava con sguardo sprezzante.
"Marianne, che fine ha fatto il vestito che ti ha regalato Lucas?"
La donna si appoggiò al muro, scuotendo mestamente la testa. "Non ha importanza." tagliò corto. "Hai individuato dei nemici? Vampiri o cospiratori?" domandò.
Le note si alzarono d'intensità e le dame girarono intorno al corpo del loro accompagnatore. Gli splendidi abiti, dai colori sgargianti, potevano rivaleggiare con gli affreschi che ornavano le pareti.
Marianne notò che anche qualche valletto di palazzo cercava di imbucarsi in quella coltre di stoffe e carne.
La musica si fermò e la folla si separò in due gruppi, permettendo al re e alla regina di fare il loro ingresso nella sala.
"Galatea è raggiante questa sera." osservò Marianne.
"La regina ama le feste." fu il commento di Sebastian.
"Quasi quanto te." replicò la Guardiana dando una pacca affettuosa alla spalla del vampiro. I sovrani oltrepassarono con passo lento e armonioso lo spazio che li separava dai due troni gemelli. "Non hai fatto nessuna conquista tra le dame questa sera?" chiese divertita.
"La serata è appena iniziata." comunicò, mostrandole l'orologio meccanico che teneva sempre a portata di mano. Era fatto d'oro e la batteria che faceva muovere le lancette doveva essere continuamente ricaricata a mano. Al posto dei numeri erano presenti degli strani simboli che il vampiro le aveva detto erano di origine latina.
Per lei non aveva alcun senso, ma Sebastian trattava quel piccolo oggetto con una cura all'infuori dell'ordinario. La lancetta più grande si mosse verso il simbolo "IV", mentre la più piccola era ferma su quello indicato come "X".
Era il ricordo di un'altra epoca, di anni in cui il suo compagno non era stato legato a nessun contratto o maledizione. A volte, quando Sebastian le raccontava di quei periodi, così distanti da confondersi nello scorrere del tempo, assumeva uno sguardo nostalgico, quasi addolorato. Ciò nonostante lei non aveva mai voluto indagare più a fondo l'origine di quei sentimenti struggenti.
Marianne sorrise, mentre esaminava con aria circospetta le facce degli invitati. Sembrava davvero che quel giorno non avrebbero avuto problemi di alcun tipo.
"Clare è con il principe." aggiunse il vampiro con un gesto vago della mano.
Marianne sospirò. "Devi smettere di far ricadere su Edward le colpe di suo padre." lo rimproverò. "Rimane il tuo re, che tu lo voglia o meno."
"Io non ho nessun re." sibilò Sebastian mostrandole i canini allungati. "Non più." aggiunse in un sussurro.
Vagamente si accorse del saluto affettuoso che Galatea rivolse al resto della corte.
"Hai sentito della nuova amante di Thomas?" chiese riferendosi al sovrano.
Marianne strinse i pugni, spostando lo sguardo sui suoi piedi.
"Quell'uomo non merita la metà della fiducia che riponi in lui. Dopo tutti questi anni, mi chiedo ancora che cosa abbia visto Galatea in lui." fece una pausa, quasi soppesando le parole successive. "Circola la voce che la sua amante non sia altro che la misteriosa Madame Lydia. Nessuno conosce la sua vera identità. Anche nei momenti più intimi lei porta una maschera."
"Una donna che saprebbe stuzzicare le tue perverse fantasie." annotò Marianne con una smorfia.
La risata di Sebastian, chiara e intensa, la fece vacillare per un breve istante. La Guardiana si appoggiò al tronco di una colonna e lasciò che la musica la trasportasse in un luogo lontano da quello in cui si trovava al momento.
"Galatea lo sa?"
"Lei sa ogni cosa. È dentro di lei che scorre il sangue di Enuwiel, lei è la vera sovrana." riprese Sebastian, riponendo nuovamente l'orologio in una delle sue tasche.
"Ugualmente, ciò la distruggerà." precisò Marianne, studiando il finto sorriso della regina. "Avrei dovuto sbarazzarmi di Thomas quando mi si è presentata l'occasione." ammise.
Sebastian non replicò e lei intuì il motivo. Lui e il re non si erano mai sopportati, mentre Edward assomigliava talmente tanto al padre che Sebastian celava a stento il suo fastidio ogni qualvolta era costretto a vederlo.
La risata di una bambina di dodici anni la riscosse da quei cupi pensieri, riportandola con la mente al presente.
Clare volteggiava come una farfalla, al fianco di Edward, nel suo vestito di tessuto verde e argenteo. I capelli erano stati legati in una treccia e poi avvolti a spirale intorno alla nuca.
Stava scappando da Edward, si rese conto Marianne orgogliosa, e sembrava avere la meglio sull'erede al trono. Tuttavia si domandò se fosse il caso di continuare a permetterle di correre in quel modo per i saloni del palazzo. C'era già qualche nobile che lanciava loro delle occhiatte inviperite..
Un ragazzo si mosse nella direzione dei due ragazzi e sussurrò loro qualcosa perché Clare ed Edward cambiarono immediatamente espressione e si mossero compostamente in direzione dei giardini.
Quando lo sconosciuto rivolse un cenno della mano a lei e Sebastian, Marianne si rese conto che era Vincent. Suo nipote, di tre anni più vecchio di Clare si stava avvicinando alla loro postazione.
Era cresciuto, notò Marianne. I capelli biondi erano tenuti legati in un nastro rosso, mentre lo sguardo dorato attento e vigile era rivolto al conte di Charvant.
"Zia adorata." la salutò Vincent, stringendole le mano che lei gli aveva ceduto automaticamente.
"Vincent." mormorò Marianne, abbracciandolo. "Non pensavo saresti venuto dopo tutto quello che è accaduto con tua madre." ammise con rammarico. "Sono felice di vedere che sei riuscito a riprenderti." dichiarò, storcendo però il naso quando avvertì l'odore di vino nell'aria.
Si scostò da lui quel tanto che le permise di verificare le sue ipotesi. Suo nipote aveva bevuto parecchio prima di incontrarla.
Scosse la testa, tristemente. "Hai bevuto?" mormorò facendo ondeggiare i capelli del medesimo colore del ragazzo.
"Il necessario per dimenticare." obiettò Vincent gettando un'occhiata dubbiosa a Sebastian.
"Ah, Vince!" Marianne gli strinse le mani. A volte dimenticava quanto quel ragazzo, sebbene apparisse più maturo e cosciente degli altri suoi coetanei, in verità fosse molto fragile. "Clare ti adora, lo sai? Quando siamo a casa non fa altro che dire Vince ha fatto questo, Vince ha visto quello..." proseguì, cercando di imitare la voce di sua figlia.
Vincent incurvò le labbra in un fugace sorriso e Marianne ne approfittò per sfilargli il nastro che legava i capelli. "Stai meglio così." sentenziò con una scrollata di spalle.
"Ricordi ciò che mi avevi detto al funerale, zia?"
"Sai che puoi contare sul mio aiuto Vincent. Torna a casa con me domani. Clare sarà molto felice. " lo pregò con non poca insistenza. "Vieni." e quell'ultima parola risuonò più come un ordine che un invito.
"Verrò." concesse Vincent.
"Bene!" esclamò Sebastian, portando le mani lungo i fianchi. "Faremo un'interessante riunione di famiglia." Si zittì non appena vide l'occhiata che gli rivolse Marianne.
"Ora smetti di bere e vai a controllare che tua cugina non si cacci nei guai." suggerì la Guardiana, indicando i giardini. "Non voglio venire a cercarti ubriaco."
Marianne socchiuse gli occhi, mentre i suonatori cominciavano ad intonare una nuova
melodia. A quella danza presero parte anche il re e la regina, ma era evidente a tutti che la mente del sovrano era distante. Il chiacchiericcio della folla presto si trasformò in un continuo ciarlare di pettegolezzi riguardanti la famiglia reale.

Si costrinse a reprimere un grugnito infastidito e si voltò verso Sebastian, i cui occhi avevano cominciato ad assumere una tonalità tendente al rosso.
"Incredibile notare come tuo nipote si stia riprendendo bene dall'incidente." commentò, puntando lo sguardo su una dama che aveva un'ampia scollatura sul petto. "Tuo fratello dovrebbe tenerlo chiuso a chiave in una stanza... Per il suo bene."
"Frederich è distrutto. Non posso chiedere altro a lui." farfugliò. Detestava parlare con Sebastian di fatti che non lo riguardavano minimamente. "Inoltre, Sebastian, ti pregherei di smetterla di dubitare di chiunque incontri. Tu non conosci Vincent tanto quanto me."
"Grazie al cielo." replicò Sebastian. Incrociò le braccia al petto, studiando il volto della giovane ragazza che aveva adocchiato qualche minuto prima.
"È la figlia di uno dei Consiglieri." intervenne Marianne seguendo lo sguardo del vampiro. "Lasciala perdere." tagliò corto.
"Ho fame.""Ci sono centinaia di fanciulle tra la servitù." fece una pausa. "Lo sai che gli occhi di quel colore mi fanno venire i brividi?"
"Non l'ho mai notato." ironizzò Sebastian.
"Smettila."
"Di fare cosa?"
Marianne roteò gli occhi al soffitto. Il ritratto di Enuwiel la fissava con espressione neutra, distante e impassibile. Le ali erano spalancate e la mano tracciava un arco immaginario rivolto al terreno.
"Il pittore non ha reso giustizia al suo aspetto. Era molto più..." Sebastian si portò una mano alla tempia, quasi faticando nel trovare le parole adatte. "Maestoso e terribile." concluse.
La donna sobbalzò. Era a conoscenza del fatto che Sebastian fosse vivo all'epoca dell'angelo Enuwiel, ma sentirlo descrivere dalle sue labbra era qualcosa di nuovo e inaspettato.
"Di dover avere sempre l'ultima parola!" esclamò, rispondendo alla sua precedente domanda. "Mia nonna era davvero innamorata di te?" aggiunse scettica.
Il vampiro si irrigidì. Era una reazione che Marianne era in grado di interpretare alla perfezione.
"Non hai voglia di parlarne, sì, lo so." lo rassicurò, invitandolo a discutere d'altro.
Lo vide estrarre nuovamente l'orologio dalla tasca e girare una piccola levetta per ricaricare la batteria. La lancetta più grande ora indicava il simbolo "XII", la più piccola quello segnato come "XI"
"Un giorno mi spiegherai chi è stato a donarti questo oggetto a cui sembri tenere tanto?"
"In quel periodo si faceva chiamare Clelia De Moonlight." furono le uniche parole che disse Sebastian.
"Ci rinuncio. A te e a tutti i tuoi segreti!" mugolò esasperata. "Vado a prendere Clare e Vincent."
"Io, invece, preferisco andare a caccia." disse, leccandosi le labbra. Il colore dei suoi occhi era cambiato radicalmente e Marianne gli fece cenno verso una ragazza che stava conversando amabilmente con un paio di guardie.
Il vampiro scrollò le spalle come a voler sottolineare che a lui andava bene quella scelta. Si allontanò, sorridendo al sospiro che si era lasciata sfuggire Marianne.
Il sangue lo stava chiamando...

 

 

 

OoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO

 

 

 

Capitolo dedicato a me e Nihal! XD Perchè ne abbiamo bisogno! LOL! XD
Quanti segreti, nasconde il caro Sebastian u_u Secondo voi cosa nasconde il misterioso orologio? La persona nominata "Clelia De Moonlight" non è altri che la qui presente scrittrice a cui è venuta la folle idea di inserirsi nella trama! Lol! XD
Ora Nihal sai a cosa mi riferivo! XD

 
Come avrete notato questa volta ho fatto un balzo più indietro nel passato, presentandovi un Vincent mezzo ubriaco, una Clare bambina ed un Edward totalmente spensierato! XD In verità è una scena che ha la sua importanza e presenta con maggior attenzione personaggi che in CS vengono nominati poco o niente u.u Thomas lo detesto pure io, sia chiaro! XD Mentre adoro Vincent, Galatea e Marianne, la madre di Clare u.u
Spero vi sia piaciuto! u.u A presto!
By Cleo^.^
 

 Storie in corso:
Romatico

Pirates-L'ombra del tradimento
Opera National-Ricatto d'amore

Angeli&Demoni

Contratto di Sangue-La Guerra Celeste

Storie concluse:
Vampiri

Contratto di sangue-L'ombra del principio

Sovrannaturale

La rivincita delle acque   

   
 
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