We've all been changed from what we were.
Our broken hearts left smashed on the floor.
I can't believe you if I can't hear you.
Remus è a casa.
A indiceindaco. Sempre.

A indiceindaco.
La voce di Remus Lupin, alle due del mattino, è poco più di un ringhio basso che raschia la gola e le sue ginocchia ossute e terribilmente nude, contro i polpacci di Sirius, sono gelide.
[Linguaggio alquanto colorito, se vi disturba è meglio non leggere.]

Le mani di Mello strattonano rudi la stoffa nera della maglia, costringendola addosso al suo corpo, coprendo il bacino nudo. Tonfi e sibili attutiti dalla densità del buio.
-Ti sei dimenticato di dire buongiorno.-
Near non risponde, rannicchiato su un mucchio di stracci che riconosce impassibile come i suoi vestiti. Il freddo striscia su ogni centimentro della sua pelle riesca a possedere.
-Hai ottenuto quello che volevi. Ora puoi anche andartene.-

Piccolo omaggio a tutte e tre le coppie principali nel giorno che segna l'inizio delle festività di Tanabata.

Tu. Piccolo e fragile e venerato.
Near che non vuole alzarsi in piedi? Prendiamolo in braccio.
Near che vuole giocare? Diamogli i giocattoli.
Near che non ha fame? Lasciamo che scelga lui quando mangiare.
Memoria tinta di pennellate vivaci. Puzzle contaminati. Un'esistenza leggera, che non sa ancora di nulla.
Ora niente è più bianco. Ti fa tutto schifo.

Tutti, nessuno escluso, ritenevano che Near non fosse capace di sbagliare. Le voci erano state tanto insistenti che anche lui aveva finito per appoggiarsi stanco a quella bugia facile.
Non era difficile dare la risposta giusta, eccellere era banale.
Ma c'era qualcosa di stonato, di tralasciato. Un segno rosso, nella sua vita candida di freddo calcolo, che non riusciva a notare.

Per descrivere grandi sentimenti serve grande musica.
Beethoven ha fatto questo, ed è stato uno dei più grandi.
Questa raccolta è ispirata alle sue Sonate più belle.

Si ritrovarono alla stazione di King's Cross, mano nella mano con i propri rispettivi figli, a braccetto con la nostalgia dei tempi passati assieme. Si salutano meccanicamente e forzatamente, ma nel cuore ricorderanno sempre con calore scottante quei giorni in cui potevano essere una cosa sola.

Penso che il legame di Matt e Mello non si sia sciolto nemmeno dopo la loro morte. Ma ero in vena di malinconia, quindi ho pensato cosa sarebbe successo se, sopravvissuti al caso Kira, fosse arrivato il momento di dirsi addio, quando ci si rende conto che l’amore non brucia nei cuori come un tempo.
“Eri l’ossigeno che bruciavo. Tu infinito come l’universo, io inestinguibile come la rabbia. E tu non sei soffocato. Ed io non mi sono spento.”
[M♥M]

Un piccolo momento della vita di uno dei personaggi della saga. Non dico che sia avvenuto per forza.
Ma probabilmente sì.

...che a volte capita, no? Che te ne rendi conto. Hai paura.
Vivi da sempre in una bolla d'aria compressa in cui tutto ciò che vedi è un riverbero schematico di quello che pensi.
Forse Draco, brillante com'è, dovrebbe imparare a sentire più che pensare.
E a rischiare, ogni tanto.
Perché, poi, lo ha sempre saputo.
Che Potter è piacere e dolore.
Capitolo I
"Sorride.
E io ricordo.
Ricordo quanto fosse bello spiare di sottecchi, fingendo indifferenza, il suo volto con quel bel monile che era quel sorriso.
Potter felice. Potter che sorride.
“A domani, allora,” dice e fa due passi indietro, senza voltarsi.
Io annuisco e lui si blocca.
Mi guarda con una incredulità vaga che gli macchia quelle labbra d'incanto e poi riprende presa ferrea sul suo sorriso e Pop.
Non c'è più.
Mi porto il polso destro davanti agli occhi, per leggere l'orario.
E solo quando mi rendo conto di essere in ritardo per il turno all'ospedale capisco.
Era questo ad avere impressionato Potter.
Sorridevo.
Sorridevo come un idiota.
Un idiota felice."

Sono tutti sotto di te, minuscoli.
Com’è divertente vedere che nessuno di loro ti trova.
È un gioco; lo sai.
Ma c’è in palio la tua libertà, loro non lo capiranno mai.
[Prima Classificata e Vincitrice del Premio Originalità al Three days Contest indetto da foxfeina sul Forum di EFP]

«Oh mio Dio» disse Joanne con un filo di voce «Ma che scherzo è questo? Tu… tu non puoi esistere.»
«Io?» fece Harry. Ancora una volta Joanne sussultò. Era terrorizzata.
«Oh, andiamo, J.K. Dopo tutto quello che mi hai fatto passare, credi davvero che non sarei venuto a farti visita?»

E' strano quello che si scrive di getto. Questa vi sembrerà stranissima. Forse non la capirete. In ogni caso narra di un fatto che è avvenuto nella saga da un punto di vista che non ci saremmo mai aspettati. Anche perchè è un punto di vista inventato.
Buona lettura.