Prendiamo una secchiona asociale con un cervello incredibile e un'autostima zero (anche se non lo ammetterebbe mai)
Poi prendiamo il suo silenzioso diario, i suoi progetti, le persone che la prendono in giro e il ragazzo nuovo, e vediamo come la situazione si complicherà.
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Cioè, non capisco come le persone normali ragionano, perché è ovvio che io non sono normale, ma credo che l'umanità mi stia prendendo in giro, insomma, il ragazzo nuovo sembra davvero molto, molto, stupido, eppure alla prima interrogazione mi spiazza dando una di quelle risposte che solo io in tutta la classe poteva sapere, e forse neanche.

'Volevo essere io a sentire il suo ultimo respiro e a vedere i suoi acchi chiudersi per sempre."

“Contatterò io il suo manager per consegnare le foto alla rivista, d’accordo?”, dissi nervosa e spazientita, rigirandomi tra le dita la mia catenina con la triade, quella che non toglievo mai.
Aspettai inutilmente un cenno, una parola, anche un grugnito da parte del tizio.
Sembrava di parlare con un muro.

«Perché non ti svegli?», sussurrò dopo un po’, in preda all’ansia. Doveva rivedere quegli occhi, doveva porre loro delle domande, doveva capire. Le sfiorò le vene del braccio, di un colore scuro che bene conosceva, e sentì di nuovo quella morsa allo stomaco. Da quanto tempo si drogava? Avrebbe voluto saperlo. Perché lo faceva? Che cosa era successo nella sua vita di tanto tragico da farla rifugiare in quello schifo? Perché voleva uccidersi? Aveva bisogno di risposte. «Svegliati, ti prego», disse in un sospiro, il naso appoggiato sul suo polso. Aveva un buon profumo, pesca forse.

Cobain non era altro che mozziconi di sigarette e All Star rovinate;
Cobain non era altro che una chitarra e dei capelli sporchi;
Cobain non era nessuno eppure è tutti noi;
Cobain non era altro che uno stupido;
Cobain era contagioso;

"L’illuminazione finalmente: Che cazzo ci sono venuto a fare quasi dall’altra parte del mondo se invece di cercare ispirazione, di vivere e di togliermi questo peso che mi porto appresso me ne sto qua dentro a fissare il tramonto con la chitarra in mano? Cazzo, Alex svegliati. Finalmente mi alzo. Per quanto sono rimasto seduto su questo fottuto divano? Ho le gambe e il sedere completamente addormentati. Poso la chitarra delicatamente sui cuscini e mi stiracchio per un po’ tendendo le braccia in alto e scalciando attento a non colpire il tavolino davanti a me, strizzando gli occhi e storcendo il naso. Mi giro verso lo specchio vicino all’ingresso, osservando i capelli più che disastrati e la maglia che fa a cazzotti con quei pantaloni che.. Dio, che schifo, devono essere di Matt per quanto sono brutti!"
È solo un piccolo sclero nato con una mia amica, immaginando questo pairing un po' strano, improbabile ma che sembra funzionare davvero bene, almeno per come la vediamo noi. La sua è molto più bella, passate a leggerla, ma anche io ci ho provato quindi, niente, eccomi qui.
GEELEX PER TUTTI.
P.s. È per te, tu lo sai bskenfnsensls *affoga nei feelings*