Le sue mani accarezzavano i lembi della sua giacca. Distrattamente, timidamente, mentre gli spiegava come era nata la loro ultima canzone. Un sorriso dolce danzava sulle sue labbra perfette, circondate da una lieve ombra di barba, e gli occhi grandi si abbassavano per esaminare i piccoli bottoni della camicia dell’altro.
E lui seguiva tutti i suoi movimenti, accarezzandolo invece con il suo sguardo, sempre dolce e gentile, e il suo portamento fiero ed elegante, nonché un indiscutibile fascino da gentiluomo.

Buon 71° compleanno, sir Paul.

Sorridere è semplice.
È semplice sollevare gli angoli della bocca, curvare le labbra, illuminare gli occhi.
Semplice è anche il sorriso di Paul, quando John lo cerca. Senza particolare motivo.
(JohnxPaul accennato)

John propone una scommessa a Paul. Paul accetta.
Bravate di travestimenti e ansia e sentimenti verranno allo scoperto. 1961.

(JohnxPaul)
“Mmm… ho capito cosa c’è di strano.”
“Cosa?”
“Sono questi baffi.”
“I miei o i tuoi?”
“I tuoi. I miei sono perfetti.”

Di fragole e primavera.
Di baci e singhiozzi.
Di John e...hic...Paul.

Padron John e Padrona Yoko sono gli orgogliosi proprietari di una struttura redditizia in cui le fantasie sessuali sono l'unica realtà possibile. Sogni di schiavitù sessuale, sottomissione, dominazione, dolore e piacere fioriscono tra le mura di questo club. Che cosa ha a che fare un posto come questo con un certo ragazzo di Liverpool laborioso, ambizioso, normale, con gli occhi da cerbiatta e capelli scuri? La risposta è a portata di clic. Ma attenzione, cliccando su questa storia, entrerete nella Sala Rossa. Pensateci. Potete cliccare, ma voglio che la vostra scelta sia sicura e sana. Perché, sapete, una volta entrati… non c'è più ritorno.

- Nemmeno io lo sopporto, e anche io ho notato che sbaglia sempre tutto. Ma non te la prendere, resta solo perché è il migliore.. - Fu interrotto da Paul che si voltò di scatto
- Non è il suo migliore amico, io lo sono! Io gli ho insegnato come prendere una fottuta chitarra, io gli ho insegnato come suonare, io sono stato con lui quando la madre è morta, io, non Stuart, io!
Paul ansimava dopo aver urlato contro il piccolo George che sembrava intimorito dallo scatto d’ira del maggiore.

“Mi manca come ridi.”
“Mi manca come baci.”
“Mi manca come rompi il cazzo.”
“Tutto questo è reale o sto sognando, John?”
“Diavolo Paul, certo che è tutto vero, i sogni mica sono boiate effimere come le tette!”

ATTENTION: McLennon.