Dal testo:
[...] Strinse le chiavi della palestra tra le mani, il metallo ormai riscaldato dal contatto prolungato con la sua pelle che si conficcava quasi dolorosamente nella carne dei suoi palmi. Affondò il viso nelle ginocchia piegate, cercando di calmare il respiro che all’improvviso era aumentato di ritmo, in un’avvisaglia di attacco di panico. Si impose di calmarsi, chiudendo gli occhi e provando a concentrarsi regolando la respirazione come aveva imparato da Google: inspirare, trattenere l’aria e poi espirarla, lentamente.
Era così preso che non si accorse del cigolio leggero della porta che si apriva e richiudeva, e neanche dei passi leggeri che gli si avvicinarono, per lo meno non finché due braccia delicate ma decise lo strinsero in un abbraccio caldo. [...]
[DaiSuga]

Questa è una raccolta delle storie scritte per il 10° P0rn Fest organizzato da Fanfic-Italia.
Porn Without Plot come se non ci fosse un domani.
1) [IwaOi] « Domani rivediamo la tua dieta, Iwachan. Dobbiamo migliorare un po’ il sapore »
2) [IwaOi] « Non ricordavo che le gonne fossero così semplici da portare »

«Tu lo sai, vero, che quando un uomo compra dei vestiti alla propria ragazza, lo fa perché vuole toglierglieli personalmente?» mormorò, rispondendo finalmente all’interrogativo.
Max deglutì, improvvisamente accaldato per via del contatto di quella mano – per non dire altro, considerato il fatto che si trovava tra decine di corpi sudati e uno in particolare felicemente spalmato su di lui.
Molto felicemente, in effetti. Avvampò.
«M-ma… io non sono la tua ragazza» cercò di erigere una – blanda – difesa a quello che sembrava qualcosa di inevitabile.
«Questo è vero» gli sussurrò in risposta, sfiorandogli il lobo con le labbra «non sei una donna».

«A volte vorrei che tu mi trattassi come la protagonista di un manga hentai, Wakatoshi-kun.»
L'espressione perplessa di Ushijima, era stata la risposta che si aspettava.
«Cioè?»
[Ushijima/Tendou]

Non era la prima volta che facevano sesso, lo avevano fatto spesso in verità – specie dopo gli allenamenti, dentro le docce, quando non c'era più nessuno nello spogliatoio – ma mai durante le lezioni.
[Ushijima/Tendou]

Yuuri non è riuscito a salire sul podio al Grand Prix, ottenendo solo un quinto posto.
Lui e Viktor formano una coppia solida e felice, suscitando nel pubblico curiosità e - talvolta - commenti.
Dopo il Grand Prix Yuuri sceglie di non ritirarsi, ma il fallimento inizia a pesare su Viktor.
La leggenda del pattinaggio si trova così a dover lottare contro l'ansia che lo divora, contro l'incertezza, contro le voci. In poche parole, contro se stesso.
E sarà compito dell'amore salvarlo.
Traduzione dall'originale inglese di surveycorpsjean, con autorizzazione dell'autrice.
Ho inserito la dicitura "what if" perché, dato che Yuuri non sale sul podio, la fanfic si discosta effettivamente dal canon.
"Si sente in colpa, reprime le lacrime mentre spinge i fianchi contro quelli di Yuuri, una volta e una volta ancora – quasi stesse disonorando la Vergine Maria. Quasi avesse versato vino rosso su un abito da sposa.
Le unghie di Yuuri gli graffiano la schiena su e giù, le sue gambe gli artigliano i fianchi, e Viktor si sente morire ancora un po’.
'Non te lo meriti.'"

Voleva indubbiamente bene a Wakatoshi, era il suo migliore amico del resto, ma non lo aveva mai considerato davvero dal punto di vista sessuale, non apertamente per lo meno.
[Ushijima/Tendou]

Questa è la mia versione dell'episodio nove.
Yuri torna a casa per prendersi cura di Victor ed è tutto un fluff, nient'altro che fluff puro e semplice, di quelli che ti cariano i denti.
Dovevo farlo, per i miei bimbi e per Makkachin.

[Voltron Legendary Defender ]
[Sheith Week] Day 2: Alone
- Kogane. -
Qualcuno lo chiama; è un suono distante, ovattato dal pulsare folle del sangue che si è impossessato dei suoi sensi. Keith sente una mano posarsi sulla sua spalla, tentare di voltarlo e fallire miseramente nel proprio intento; rimane con lo sguardo rivolto all'enorme schermo, concentrato sulle immagini che hanno smesso di avere un senso logico. Ci sono tre fotografie, sullo sfondo un'astronave; non conosce l'uomo di mezza età, né il giovane che gli somiglia, ma sa chi sia il ragazzo nella terza fotografia. Ed è proprio quello a confonderlo: perché la fascetta in sovraimpressione lo informa della morte di tutti e tre. E non ha alcun senso.

È tutto frutto della sua mente.
La sua testa è disordinata come lui. C’è sempre stato questo rumore di fondo. E il silenzio è qualcosa che non ha mai veramente esperito, anche nel buio della sua stanza c’era questo brontolio cerebrale. Il cervello non si spegne mai, neanche quando il corpo dorme. E la sua materia grigia, quelle celluline, giravano sempre, di continuo, un turbinio infinito.
E c’è stato un periodo, un periodo che è durato poco in cui quel brontolio è stato solo un ricordo. E ha potuto apprezzare un silenzio sano, un silenzio dolce e appagante.
Ora, invece, il rumore è cambiato. È lo stridore dei freni su un asfalto bagnato, il fragore di un urto sordo contro la carrozzeria di una monovolume bianca. È il ticchettio di un orologio a parete, è il frastuono alto di un cuore che—

“Sarebbe più facile se tu fossi l’unica cosa in cui dovessi credere.” mormora, quasi come se stesse parlando a se stesso. “Tu saresti… una divinità decisamente più benevole, vero? Non mi abbandoneresti. Saresti gentile, non mi faresti mai sentire solo. Se mi votassi a te, ti lasceresti adorare da un uomo con una fede cos labile ed una volontà così debole?”

"Tutti erano distratti dalla scia di pura magia che era il Tanabata, ma c'era una persona tra quel mare di gente, una singola persona come una goccia nell'oceano, che avrebbe preferito osservare per ore un solo e unico sorriso piuttosto che le centinaia che passavano davanti ai suoi occhi in quella placida serata estiva. Quella stessa persona non era interessata alle innumerevoli espressioni felici attorno a sé, alla bellezza della pioggia di colori sulle strade o al fascino delle danze tradizionali agli angoli delle vie. Finché poteva godere della visione dell'unico volto che riusciva ad illuminare ogni sua giornata, il resto non era importante.
A Matsukawa Issei questo sarebbe bastato di solito, ma quella sera aveva deciso di prendere tutto il coraggio che aveva per fare quel passo avanti che avrebbe cambiato drasticamente ogni cosa."
[MatsuHana]

Di due cose Yamaguchi poteva dirsi profondamente innamorato: la poesia straniera e Tsukishima Kei.
Come reagirebbe Tsukki, se Yamaguchi decidesse di leggere per lui una poesia pericolosamente vicina all'apparire come una dichiarazione amorosa?

«Sì. Tutto chiaro. Posso sapere il nome da cercare sul campanello?» - domandai con la massima pazienza di cui disponevo in quel momento.
«Avevo detto che l'indirizzo te lo avrei mandato per sms, quindi anche il nome. Sicuro di aver bisogno di ripetizioni solo di inglese? Mi sembra tu abbia ben altri problemi. Comunque... Rivaille. Rivaille Ackerman» - feci appena in tempo ad appuntarmi mentalmente quelle parole che la chiamata mi venne chiusa in faccia.