Textfic AU in cui John invia per errore un messaggio al numero sbagliato. Non sa che la persona a cui ha appena inviato l'sms trasformerà la sua vita più di quanto possa immaginare.
[Johnlock, teenlock]

AU. Blaine ha 17 anni e non è mai stato baciato. Kurt ha 27 anni ed è intrappolato in una relazione senza amore. Un incontro casuale li conduce, attraverso un percorso non privo di ostacoli, in posti che non avrebbero mai immaginato.

Socchiuse gli occhi. La testa gli doleva tremendamente per i postumi della sbronza e probabilmente non solo per quelli. Aveva il vago ricordo dell'incidente, ma cosa fosse successo dopo era per lui un autentico mistero.
Si guardò intorno,inutilmente. Non riconosceva la stanza e non sembrava quella di un ospedale. Si tirò su a sedere con lentezza e sussultò quando vide la porta della camera aprirsi.
Quasi gli prese un colpo, quando riconobbe Loki.
Certo, il dio non indossava la sua canonica (e, aveva sempre pensato, ridicola) armatura e aveva una corta zazzera di spettinati capelli corti, al posto della solita leccata di mucca, ma era lui.
Su questo non c'erano dubbi.
Il nuovo venuto gli rivolse un sorriso rassicurante.
- Finalmente ti sei ripreso, iniziavo a preoccuparmi. Quando sono uscito, questa mattina, dormivi profondamente... e anche quando sono rientrato non me la sono sentita di disturbarti. Allora, come ti senti?-, gli chiese con garbo.
Tony lo fulminò con un'occhiata di fuoco:
- Dico, ma mi prendi per il culo?-
Attenzione: Spoiler Iron Man 3

Il Dottore si sciolse dal suo abbraccio e le sorrise, un sorriso dolce e triste allo stesso tempo.
< Sono felice che tu sia qui, Rose >.
E se non ci fosse stata nessuna metacrisi umana del Dottore?
Dal capitolo 13:
Si sentiva come tirato da entrambe le parti e non era affatto una sensazione piacevole. Rose e River, River e Rose... meglio di no.

Blaine era il ragazzo più popolare della scuola, ed era anche un bullo. Kurt era lo studente nuovo ed era vittima della squadra di football, ma maltrattare qualcuno non vuol dire necessariamente che quel qualcuno non può finire per piacerti, anche se si fa del nostro meglio per evitarlo.
-I primi cinque capitolo della storia sono stati tradotti da Lunadavorio. Dal sesto capitolo la traduzione è a cura di Manu00-

"Sembra che io sia affetto dalla mania di essere un vampiro"
Il Dr John Watson ha un nuovo paziente. Sembra un caso semplice, no?
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[Vampire!Sherlock; Psychiatrist!John]

E poi li vide: gli occhi più belli che avesse mai visto in vita sua, un mix di oro e caramello fuso, in cui sembrava così facile perdersi, contornati da una matassa di ricci scuri così morbidi alla sola vista.
“Ciao” mormorò semplicemente l’altro ragazzo con un sorriso che gli fece mancare un battito.
“Ciao”
Kurt poteva sentire le farfalle svolazzare nel suo stomaco e il suo fiato quasi mancargli.
Diavolo, Sebastian aveva ragione.
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Agedifference!Klaine [Klaine; Thadastian;]

Dopo una terribile tragedia che gli porta via i genitori, Blaine Anderson smette di parlare. Chiuso in se stesso e con costanti problemi a scuola a causa del suo rifiuto di parlare, Blaine si sente più solo che mai.
Purtroppo non bastano l'amore di sua zia o gli incoraggiamenti di suo fratello Cooper.
La vita di Blaine cambia nel momento in cui Kurt Hummel cercherà di aiutarlo non arrendendosi alle prime difficoltà che faranno parte del loro cammino, insieme.

- Il tuo cuore sarà pure quella cosa che hai nel petto, ma ci tieni davvero a diventare Iron Man in tutto e per tutto, cambiando ogni parte mal funzionante del tuo corpo con un pezzo di metallo? Perché in tal caso proporrei di iniziare dal cervello. -
Si maledice mentalmente. Perché, perché ha accettato di tenere quella creatura fastidiosa in casa sua?
[IronFrost]

I wasn’t always in this way
I used to be the one with the halo
All that disappeared when I had my first taste
And fell from grace
It left me in this place
Kurt non è un angelo, anzi, se qualcuno glielo avesse chiesto, avrebbe risposto che era l’ultimo dei dannati.
Neanche Blaine è un angelo, è solo uno studente di una bella accademia privata.
Eppure, dopo che si saranno incontrati, cominceranno a credere che esistono gli angeli.
Blaine salva Kurt, e Kurt a sua volta dona un senso a Blaine.
Song-fic, ispirata da “I am not an Angel- Halestorm”
Badboy!Kurt/Daltonboy!Blaine (?)
Enjoy.

(Titolo modificato, prima era: "Senza opporre resistenza". Ho cambiato anche le note personaggi perché anche Thor e Loki avranno un ruolo importante, benché non centrale. Nota: è una Stony, non una Thorki).
Steve strinse i pugni, chiedendosi quale misteriosa forza arcana lo stesse trattenendo da prendere Stark e seguire l'esempio di quello psicopatico di Loki: lanciarlo giù da una finestra!
La verità era che non riusciva a muoversi, un po' per la vergogna, un po' perché gli occhi scuri di Stark erano magnetici e insidiosi come quelli di un demonio.
Una delle sue mani gli sfiorò il petto e strinse tra le dita il suo maglione. Non riuscì a scacciarlo, né a ragionare lucidamente, dato che l'afflusso di sangue stava andando dalla parte diametralmente opposta al cervello.
Guardò le sue mani cominciare a slacciare i bottoni della camicia bianca uno dopo l'altro, con lentezza, per poi sfilarla e lasciarla scivolare a terra. Il reattore Arc brillava sul petto di Tony, deglutì, distogliendo lo sguardo, imbarazzato. Non sapeva cosa fare, né come muoversi. Nonostante l'eccitazione, l'unica cosa che desiderava era scappare da lì il più velocemente possibile.
Quella situazione era assurda, inaccettabile, ma era ancora paralizzato.

Kurt e Blaine non sono mai stati insieme. Sono rimasti migliori amici durante le superiori e il college, ma poi hanno preso strade differenti. Ma oggi si sono ritrovati in circostanze difficili. Una storia di amicizia, di sogni sfumati e di cuori spezzati, con un felice finale Klaine.

Uno stupido scherzo, un numero di cellulare scribacchiato su un tavolino di un bar a New York, conquilini decisamente impiccioni, clichè e una conversazione virtuale che sfocia nel ridicolo. Mescolate tutto, e avrete una perfetta storia d'amore.

Rivedere la città scintillante gli provocò un dolore al petto, sordo e con il retrogusto di rabbia, ma decise di non darvi peso. Solcò le porte d'oro, senza preoccuparsi di celare il suo volto.
Lì nessuno lo conosceva, lì non era neanche mai esistito.
Avanzò a testa alta lungo le vie, beandosi del chiacchiericcio della gente che, per una volta, non lo guardava intimorita e non borbottava preghiere al suo passaggio. Era una strana sensazione. Si era sempre crogiolato nella paura che il popolo nutriva nei suoi confronti: lui era lo stregone, il serpente, il lupo; quindi quell'indifferenza gli risultava quasi piacevole, dopo un'intera vita passata ad ignorare gli insulti del prossimo. Riflettendo raggiunse la consapevolezza di esser sempre stato visto come un mostro, anche prima che i suoi veri natali venissero resi noti. E, sì, questo fece male.