Lei, Sophie Adams diciassette anni.
Ha una situazione economica disastrosa, vive con il fratello Andrew di ventidue anni che la costringe a prostituirsi per guadagnare i soldi necessari per arrivare alla fine del mese.
Lui, Justin Bieber diciannove anni.
Dopo un violento litigio con la madre, la sua unica famiglia e l'unica donna di cui si fida veramente, cerca un modo per scaricare la rabbia e cosa meglio del sesso?
Tutti a Los Angeles sanno che c'è un appartamento che ogni sera ospita delle prostitute, ed è proprio qui che Sophie 'lavora' e dove lui è diretto.

SOSPESA
"Tutti hanno dei segreti.
Persino io, Eris Dwayne, ne ho.
Gli altri possono nascondere ricordi imbarazzanti, verità sulla loro persona, pettegolezzi sulla famiglia. Gli altri hanno così tanti segreti.
Io ne ho solo uno; un segreto che è come una moneta, con una doppia faccia.
Sono una sirena. Una sirena che vive nel mondo degli umani infrangendo le regole della mia società, una ragazza che vive tra le onde nascondendo alle sue nuove conoscenze chi realmente sia.
Persino io, Seela Astrid, ho dei segreti."
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TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=MuLlJMt3Gdo&feature=c4-overview&list=UUVN1byk4i4CKeoucLXFlBfQ

Ashley Clarkson è una studentessa universitaria, che ama la solitudine e la sua unica amica è la sua coinquilina. La vita non le ha regalato momenti felice e l'insicurezza le fa da padrona, portandola a nascondersi da tutti, persino da lui.
Nate Evans è uno studente universitario, è tra i più popolari dell'università. Uno che ama le feste, la vita, il sesso e... le scommesse. Ma sarà proprio una scommessa a cambiargli la vita.
Sarà una scommessa che li farà rinascere.
STORIA SOSPESA

«Ti è piaciuto, non è vero?» sorrisi voltandomi verso di lei e poggiando la testa sul braccio.
La ragazza davanti a me scoppiò a ridere, come avessi appena detto una battuta.
«Non male.» disse, infine, lasciandomi spiazzato.
«Non male?» alzai un sopracciglio, piuttosto sorpreso per il suo commento, l'avevo sbattuta come non avevo mai fatto con nessun'altra e non ero stato solo bravo, ero stato tremendamente divino. Ne ero certo. «Solo questo?»
«Dico solo che c'è di meglio.» la vidi coprirsi il seno con le lenzuola, mentre si voltava verso di me.
«Meglio di questo?» dissi indicandomi con il dito.
La vidi trattenere una risata con una smorfia.
«Mh, credo di si.» fece spallucce. «Non preoccuparti Bieber, non tutte possono pensare che tu sia il Dio del sesso.» nessuna ragazza aveva mai negato che io lo fossi, nessuna. Risi a quel suo commento - che consideravo totalmente falso - prima di allungarmi verso di lei e iniziando a mordicchiarle il collo.
«Allora, credo proprio che qui qualcuno abbia bisogno di rivedere i propri dubbi.» sussurrai spostando le lenzuola che dividevano i nostri corpi nudi.

La comunicazione, verbale e non verbale, si basa su cinque assiomi, ovvero cinque principi impliciti e fondamentali. Il primo dice che è impossibile non comunicare: Caren l’ha studiato al liceo, accantonandolo subito dopo perché era troppo impegnata ad uscire con Henry o con Kim.
Eppure, a ventidue anni compiuti, si ritrova a ragionare sul serio su quel piccolo concetto sbiadito dagli anni, perché Lake lo incarna alla perfezione.
Lake non parla molto, perché le parole sono spesso inutili o superflue, ma questo non vuol dire che non comunichi: Caren l’ha capito quando lui le ha accarezzato un braccio con le dita ruvide per svegliarla. Quando ha baciato il suo collo prima di uscire di casa, con la sigaretta pronta ad essere accesa e i capelli in disordine. Quando ha percorso il suo corpo con le dita e le ha dato un confine.
Lake è comunicazione pura in ogni movimento che compie, in ogni respiro trattenuto e in ogni sguardo. Caren l’ha solo compreso in ritardo.
"Lui che dice qualcosa del genere? - domanda l'altra, divertita. Subito dopo scuote la testa e riprende. - No, non mi ha detto niente. Ma poi ti ha guardata, ed io ho capito".

Dopo la morte dei genitori in un incidente d'auto, la sedicenne Rose Mary Fray è costretta trasferirsi in Indonesia, dai suoi nonni materni. Lì incontra Justin, inizialmente ostile e scorbutico nei suoi confronti, con uno scheletro nell'armadio: è infatti da pochi anni uscito da un riformatorio, accusato di aver ucciso sua madre, Patricia e sua sorella, Juliet. 
Le settimane a Bali passano monotone, finché non si innesca una serie di raccapriccianti eventi. Rapimenti, uccisioni. Ed è proprio in quest'occasione che i demoni del loro passato ritornano a tormentarli.
FAN FICTION SOSPESA A DATA ANCORA DA STABILIRSI.

Lei: Tranquilla, introversa, debole, sola;
Lui:Scontroso, forte, bipolare, solo;
Il destino vorrà che queste due persone, totalmente diverse ma, allo stesso tempo, uguali, si incontrino.
Sì, perchè entrambi sono soli;
entrambi hanno bisogno di affetto, di amore.
Tutto inizia con un errore.
Uno sbaglio che cambierà la vita di entrambi.
Una storia che coinvolge violenza, sesso, amore, vendetta.
Riusciranno a stare insieme?
***
Dalla storia:
“Quello non era niente, Zoe, dovrai vedere cosa dovrai sopportare da ora in poi”
Mi dice sempre con il solito sorrisino malefico. Caccia un coltellino dalla tasca e al solo pensiero di quello che mi potrebbe fare con quel coso un brivido di paura mi percorre il corpo. Si avvicina minaccioso. Con il metallo freddo del coltello accarezza la mia guancia dal lato non tagliente. Io resto immobile con il terrore che muovendomi mi avrebbe fatto ancora più male.
“Hai paura, vero? Molta paura, scommetto”
Mi soffia sulle labbra.
“E fai bene, molto ma molto bene ad aver paura di me”
(...)
“Posso salvarti, Zayn…posso almeno provaci”

Dal capitolo due :
"Io e Justin ci siamo conosciuti più o meno 3 anni fa, io avevo 13 anni e lui 16.
Tornavo da scuola, avevo appena finito l'ora di detenzione e stavo andando a prendere l'autobus. Lui era li ,da solo , con una chitarra.
Ha iniziato a suonare e io da lì mi sono innamorata della sua voce."
Lui è troppo,troppo bello. Troppo ribelle,troppo protettivo nei miei confronti.
Io sono troppo ,troppo diversa dalle altre .
Si prende cura di me da 3 anni a questa parte.
Be, in caso ve lo stesse chiedendo io e Justin non stiamo insieme, lui è il mio migliore amico.
Per saperne di più basta leggere la storia. -Greta.

Lei lo stringeva tra le sue braccia ma qualcosa non quadrava, non poteva essere lei…
Il suo sorriso non sembrava per niente come quello di una madre felice di riavere il proprio figlio tra le sue braccia, sembrava quello di un padre che non vede l’ora di vendicarsi!
-Justin, scappa!- urlai più forte che potevo.
Lui si staccò subito dalla figura femminile e mi guardò confuso.
Il viso di “sua madre” era teso, teneva i denti stretti e i pugni chiusi sui fianchi.
-Cazzo, Justin! Scappa, corri!- lo presi per un braccio e iniziai a correre.
-Cosa stai facendo Eve, è mia madre!- urlò cercando di fermarmi.
-Non è lei! È tuo padre Justin!- urlai tirandolo ancora più forte.
Tratto dalla storia :)

Da:Sconociuto
Quella maglietta lascia intravede tutto...mi piace il pizzo.
Appena finito di leggere quel messaggio sento un respiro caldo sul collo.
E' qui...lui che mi ha sempre osservata è qui....
Continua a soffiarmi sul collo e io mi sento avampare.
Mi mette le mani sulle spalle ed inizia ad accarezzarmele.
Scende giù...

Cosa succede quando una ragazza viene scoperta dentro la lussuosa villa del suo cantante preferito proprio da lui stesso?
Tratto da un capitolo:
Mi sdraiai sul divanetto e guardai il cielo. «Secondo te, le stelle quante sono?» chiesi, cercando di contarle tenendo il segno con le dita. Una, due, tre, quattro, cinque... Mi persi a cercare di individuare le costellazioni, quindi ricominciai. Dopo aver fallito una mezza dozzina di volte rinunciai, e tornai a guardare con aria sognante.
Mi rivolse uno sguardo divertito. «Sei proprio fuori.»
«Rispondi.»
«Non so che cosa dirti, Audrey.»
«Spara un numero.»
«L'infinito...»
«Come io e te in questo momento?»
Mi guardò nuovamente, sorpreso. «Sì» sorrise, «come noi due in questo momento.»
another Justin & Miley fanfiction

“Io ti amo.” La voce spezzata dal pianto, il sangue che usciva dal labbro
“E allora perché lo hai fatto!?” la voce della ragazza era dura ma spezzata
“Ero ubriaco” si giustificò il biondo
“Ti meriti di morire” sputò la bionda allontanandosi dal ragazzo
Lui fece un grosso errore, lei non poteva perdonarlo. Stava soffrendo, per dimenticarsi di lui si drogava, faceva di tutto ma quel ricordo rimase impresso dentro di lei.
Miley Cyrus. Una ragazza testarda, con un carattere duro e difficile, nata a Nashville, all’età di cinque anni si trasferì con i suoi genitori a Stratford in Canada. Odiava quel posto, ma poi incontrò il ragazzo della sua vita, o almeno quello che sembrava essere.
Justin Bieber. Un ragazzo normale, timido, chiuso in se stesso. Nato a London in Canada, si trasferì poi a Stratford con la madre Pattie.
Si incontrarono il primo giorno di scuola, erano alle medie, avevano appena undici anni. Miley non lo sopportava, per il semplice fatto che era troppo gentile, educato, tenero, dolce, perfetto.
Col tempo impararono a conoscerci, a stare insieme, ad amarsi.
Ma il piccolo e ingenuo Justin qualche anno dopo si fece ingannare da una ragazza.
Jiley FanFiction

«Chi è?» chiesi tremante, con la gola nel cuore.
«Siamo delle guardie del Re, apri questa porta immediatamente! » parlò una voce grossa e sembrò che stesse per ammazzarmi solo con quelle parole.
Aprii la porta lentamente e quello che vidi fu l’incubo di cui tanto temevo.

"Pensavo di essere la tipica ragazza normale con una splendida famiglia, degli amici straordinari e una vita perfetta. Ma in realtà il destino ha riservato una sorpresa per me. La mia domanda è: perché proprio a me? Sembrava fosse una sfortuna, sembrava che fossi stata fin troppo burlona. Poi ho realizzato che la vera domanda era: 'che cosa ho fatto per meritarmi tutto questo? Sono così fortunata?'.
Tra 60 anni non dimenticherò mai un nome, che al solo pensiero, c'è qualcosa che mi attraversa, ma non so cosa. Il suo nome è Justin Drew Bieber."
-Victoria Rae Anderson.

«bello e dannato, la parte mancante di una mela avvelenata.»
[...]
Appoggiò una mano sul muro, era davvero grande. Era vicino alla mia testa. Deglutii mentre continuava a guardarmi.
"sei la sorella di Peter, Peter Davis?" disse in un ghigno.
Annuì leggermente, continuando a guardare i suoi occhi verdi.
"perfetto, non vedevo l'ora di conoscerti" ridacchiò.
[...]
"ormai non hai più vie di scampo.." affermò "ormai ci sei dentro" concluse.
Era sempre più vicino a me. Appoggiò una mano sulla mia schiena, facendo schiacciare il mio petto contro il suo, per l'ennesima volta.
"per questa volta ti lascio andare, ma ci rivedremo presto" disse con voce rauca, per poi toccarmi il sedere.