« Mancanze così non si possono colmare. Mancanze così ti divorano l'anima e distruggono anche la più minima speranza. Mancanze così, mancano per sempre. »

Justin è uno spogliarellista.
Skylar è una ragazza del college che sta studiando psicologia e ha bisogno di un soggetto per la sua tesi.
Pagherà Justin per due settimane per poterlo studiare.
Le cose si faranno interessanti.
(storia tradotta)

"Had become his biggest nightmare, his greatest fear."
she saved me.

Lei, Sophie Adams diciassette anni.
Ha una situazione economica disastrosa, vive con il fratello Andrew di ventidue anni che la costringe a prostituirsi per guadagnare i soldi necessari per arrivare alla fine del mese.
Lui, Justin Bieber diciannove anni.
Dopo un violento litigio con la madre, la sua unica famiglia e l'unica donna di cui si fida veramente, cerca un modo per scaricare la rabbia e cosa meglio del sesso?
Tutti a Los Angeles sanno che c'è un appartamento che ogni sera ospita delle prostitute, ed è proprio qui che Sophie 'lavora' e dove lui è diretto.

-okay. Numero preferito?- gli domando giocherellando con le sue dita guardandolo.
Arriccia il naso senza ancora guardarmi.
A tavola abbiamo più riso che mangiato e parlato. Ora stiamo più ridendo che parlando e camminando.
Okay, in sintesi ridiamo sempre. 
Qualcuno che mi ricorda da quanto non ridevo?
Ci siamo promessi di fare i seri adesso e provare a conoscerci.
-593- mi sorride afferrando il labbro inferiore tra i denti. Oh no, ragazzo mio, tu non può.
-da uno a dieci?- gli domando alzando le braccia. Sbuffa.
-devi chiedermi perchè!- sbotta facendomi zigzagare tra un tombino. Piego la testa.
-perchè?- sospiro allungando il passo.
-vieni 5 minuti con me che tra 9 mesi saremo in 3- dice quasi serio. Mi blocco e lo guardo. Santa Madonna, lui si che è simpatico.
 

Jazlyn non è una diciassettenne normale: è volontariamente ricoverata in un istituto psichiatrico per pazienti pazzi. Ma lei non lo è, è soltanto spaventata. Vive costantemente con la paura che i fantasmi del suo passato in qualche modo la raggiungano.
Dopo sei mesi di tenerla dentro di sé, finalmente è pronta a far in modo che la sua storia venga ascoltata.
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Si girò con un lieve sorriso che mi fece sentire a disagio, "tua mamma non ti ha mai insegnato a non parlare con gli sconosciuti?"
Estrasse la sua mano da dietro la schiena e la cosa successiva che sentii, prima di svenire, fu un colpo secco.
Ero fuori dalla padella, ma dentro la brace.
(A Jason McCann story)

«Dove credi di andare?» Chiede il bimbo-ventenne mentre afferra saldamente il dietro della maglietta e mi tira di nuovo sul letto mettendosi sopra di me.
«Ho di meglio da fare che stare qui e fare la babysitter a te!» Sorrido falsamente cercando di togliermelo di dosso, inutilmente. 
«Stanotte eri più docile» Osserva mentre mi lascia un bacio sulla guancia. Ma quanti anni hai, cinque? Non proprio cinque ma giù di lì. Scuoto la testa.
«Prima che te ne vai ti voglio di nuovo, così te lo ricorderai» Continua chinandosi per baciarmi la gola.
«Il bimbo non riesce a tenersi l’amichetto nelle mutande?» Chiedo ridendo ma lui mi guarda serio.
Mi prende una mano e la poggia sopra le sue mutande, facendomi notare quanto fosse eccitato. «Ecco l’effetto che mi fai» Sussurra tornado a sorridere, alla fine non è così brutto quando quelle labbra invitanti si curvano all’insù. Labbra invitanti? Prendetemi a sprangate, vi prego.

"Trova l'amore, rendi un ragazzo speciale e fa si che lui faccia lo stesso con te. Quando sarà il momento ti chiamerò."
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"Angel! Perché hai le mani così fredde?!"
Forse perché sono morta, Justin Bieber.
Ma il loro amore potrà mai andare avanti? Dio è pronto, da un momento all'altro la potrà chiamare e riportare in cielo. I patti sono patti, specialmente se con Lui. Ma anche l'amore ha la sua parte.

La ragazza butta solamente lacrime amare. Si era accorta che dietro Justin c’era Andrew che voleva spintonarlo, per poi lasciarla cadere. Non gli dice niente. Sapeva che sarebbe successo a uno dei due. Se n’era fatta una ragione ormai. Solamente che forse Justin no. Così decise di fare prima una cosa...
N: “Justin, dimmi che mi ami.”, Justin la guarda.
J: “Io ti amo più della mia stessa vita.”
N “Justin, dammi un bacio.”, si catapulta su di lei. Le loro labbra si uniscono in un dolce e lento bacio che poi diventa dato con rabbia e con foga. Le loro lingue giocano fra di loro.
Forse quello sarebbe stato il loro ultimo bacio.
Jazmine allora si va avanti, spintona Justin e Niki cade in quel buco.
J: “No!!!! Amore mio!!! No!!!”, si avvicina di nuovo al buco per vederla un ultima volta.
J: “Non può essere finita così...no no no!!!”
***
Infatti non è finita! LEI E' TORNATA!
Niki: Angelo, forse perduto
Justin: Putteniere, tutto dopo la morte della sua amata.
I due riusciranno a tornare insieme?