Si dice che ciò che non si conosce spaventa. Forse perché succede, alle volte nella vita, che sia proprio quello che già sappiamo o che veniamo a sapere a farci più paura, ad atterrirci, e allora dinanzi all'ignoto una parte di noi è sempre un po' prevenuta. Però dinanzi a ciò che non si conosce uno può fuggire, può deviare oppure quell'immenso sconosciuto si può affrontare, lo si abbraccia e magari uno se ne innamora, anche quando l'amore ha già fatto troppo male per crederci ancora.
Ok... terminato il momento Serietà, ecco che parte lo sclero: siamo tornate, ragazze, prima ancora di essercene effettivamente andate XD. Mentre una delle nostre storie prosegue col vento in poppa, ne mettiamo in mare una nuova che speriamo possa regalarvi le stesse emozioni che ha dato a noi che l'abbiamo scritta. Vi invitiamo a farci sapere cosa ne pensate. Grazie in anticipo e buona lettura!

Dal primo capitolo:
"Tutto era iniziato con un cadavere. Un uomo sui cinquanta, vedovo, che faceva una vita abbastanza tranquilla, senza avvenimenti degni di nota. Un bel giorno, di punto in bianco, era morto. L'avevano trovato riverso sui gradini di fronte alla porta di casa. Quando avevano cercato di identificare la causa del decesso, i dottori erano rimasti allibiti. Non c'era una causa. Niente che potesse spiegare come mai un uomo di mezza età perfettamente in salute fosse all'improvviso crollato a terra. Come se tutto il suo organismo si fosse fermato dolcemente, e basta.
Fino a che non colsero sul fatto l'assassino. Quello che fu presto chiarito era che non si trattava di un essere umano. Non del tutto perlomeno. Mangiava e respirava e dormiva. Solo che a volte assorbiva la vita dagli altri."
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Johnlock

Una morsa umida e bollente le serra d'un tratto la nuca. Sobbalza e fa per aprire la bocca; ma un'altra mano le passa sul volto, azzittendola bruscamente mentre un braccio la circonda bloccandole le braccia tra la propria schiena e il torso del suo assalitore.
Il fiato si spezza a lei adesso. Trema violentemente, di puro terrore.
L'hanno beccata.

Il castello aveva fondamenta rialzate in pietra e muri bianchissimi. Il tenshu, unico edificio centrale: largo, imponente, a più piani a base quadrata; era collegato in un anello con un cortile recintato, una torre e un corpo di guardia. L'ingresso al castello era un cortile esterno circondato da edifici, la struttura difensiva sembrava costituita da un dedalo di stradine che conducevano al palazzo interno. Sulle mura si potevano notare postazioni per l'artiglieria e i fori per il lancio di pietre. Le porte d'accesso, i bastioni, e le mura esterne, sembravano costruite in modo da condurre delle eventuali forze nemiche in un percorso a spirale, con numerosi vicoli ciechi, che permettessero ai difensori di tenere sotto tiro costante gli assalitori. Da chi poteva però temere di essere assalito il re dei draghi? Lì sotto quali minacce potevano costringerlo ad erigere una simile fortezza?
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Izuku, designato come vittima per il famigerato "Re dei Draghi", si trova trasportato nel loro regno sotterraneo certo vi sia ad attenderlo una terribile morte. Scoprirà però presto non essere così.
[Ispirata da un vecchio prompt del p0rnfest. Coppie: MidoTodo - MidoBaku - KiriBaku - Mido??? - MirioTamaki]

(T/N) = Il tuo nome.
(T/C) = Il tuo cognome.
Siete una nuova studentessa della Yuuei, per colpa di vostro padre, non avete avuto una infanzia facile. Ma grazie al gentile ragazzo lentigginoso riuscirete a riprendere in mano la vostra vita e a vivere finalmente serenamente.

[CONCLUSA]
- Dal Testo -
L’incappucciato puntò la pistola contro la nuca della ragazza.
- Fai la tua scelta, Midoriya Izuku.
Lei lo guardava con occhi imploranti, le labbra che tremavano incontrollate, nel vano tentativo di chiedere aiuto.
Izuku sentì il cervello congelarsi, rischiando di collassare sotto il peso di quell'enorme responsabilità.
La voce di Bakugou esplose alle sue spalle.
- Che cazzo aspetti, Deku?! Fallo fuori! Se non lo fai… lei…
Midoriya serrò la presa attorno all'impugnatura dell’arma. Chiuse per un istante gli occhi e regolarizzò il respiro. Distese le braccia davanti a sé, schiuse una singola palpebra, così da prendere la mira. Il tempo sembrò fermarsi, la stanza piombò nel silenzio, rotto soltanto dal suono delle due sicure che venivano rimosse all'unisono.
***
- BluAvis

Katsuki cominciò a girellare per la stanza, le mani gli fremevano da quanto aveva voglia di spaccare qualcosa. «Perché sei venuto da me? La prima volta. Perché sei venuto?», sputò fuori con astio. «Cos’è? Avevi solo voglia di farti una scopata, e adesso ti è passata? Ti mancava un eroe nella lista di quelli che ti sei fatto e hai pensato che io andassi bene? Ah!, nonostante sia uno stronzo, giusto?»
«Guarda che non sono io ad aver iniziato, sei stato tu. Volevi prendermi in giro ancora un po’? Volevi vedere se quell’imbecille di Deku aveva fatto qualcosa di utile della sua vita?!»
«Non sono io, quello che prende in giro la gente!»
«No, tu mi hai detto di ammazzarmi, Kacchan!»
[quirkless!Deku][prohero!Kacchan]

Un bacio è quello che fa perdere un battito all'egocentrico detective, ed è sempre un bacio quello che avverte sulle proprie labbra che, prese alla sprovvista, non oppongono alcuna resistenza, seppur solo per pochissimi secondi. Esatto, solo qualche attimo, perché non era questo che voleva Sherlock, non era così che le cose dovevano andare a finire. Il suo viso si contorce indignato, infastidito da quell'atto così stupido e sentimentale. Porta entrambe le mani sulle spalle dell'amico spingendolo via da sé con tutte le proprie forze, facendo distaccare le labbra e, repentinamente, distaccandosi da lui e scivolando di lato. Sherlock non sta più giocando, non c'è più alcuna luce di divertimento nei suoi occhi. Come ha potuto perdere un battito per una cosa del genere? Lui, il grande Sherlock Holmes, che perde il controllo per un bacio! Andava bene finché era tutto un gioco, ma ora la situazione ha preso una piega che non gli piace per nulla.
[Johnlock]

John e Sherlock sono due studenti universitari completamente diversi, in tutto e per tutto. E' insofferenza a prima vista, ma cosa succederebbe se fossero costretti a trascorrere tre pomeriggi alla settimana insieme? La sfida prevede che resistano un mese, un mese soltanto, ma le carte in tavola potrebbero cambiare.
#Johnlock #Mystrade

Johnlock, pre-slash
"Che cazzo stai facendo!"
La voce di John è... rabbia, delusione, furia omicida.
Sherlock deduce immediatamente che John ha frainteso, ma può capire benissimo l'errore.
È seduto sulla poltrona di John, un laccio emostatico legato al braccio sinistro e una siringa in vena, ma non è decisamente come pensa John.

I messaggi di John e Sherlock. L'evolversi dei loro sentimenti reciproci raccontata sotto forma di messaggi. Com'è cambiata la loro comunicazione nel tempo? Cosa è successo a loro? Una piccola rivisitazione del loro modo di vivere raccontata in modo diverso. Come passeranno i due da amici a compagni?